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Hegel - L'IDEALISMO, CARATTERI DELL'IDEALISMO

filosofia





L'IDEALISMO

Kant è un filosofo molto importante perché è riuscito, attraverso la rivoluzione copernicana a porre al centro della conoscenza l'uomo, che è soggetto e non più oggetto. Ciò solleva l'uomo ad una dignità mai raggiunta e che non potrà essere discussa.

Rimane però il profondo dualismo fra fenomeno e noumeno. Kant riesce solo ad avvicinare i due punti, ma non ad unirli.

Con Kant si supera la filosofia precedente e si traccia la via per la futura filosofia.



Dopo Kant si ha l'idealismo. L'uomo da legislatore della natura diventa creatore della natura. Qui si supera il dualismo Kantiano. Siamo in un periodo che va dalla rivoluzione francese, all'Illuminismo, all'età napoleonica, periodo in cui viene esaltata la ragione umana =>  1700 in questo periodo nasce l'idealismo.

CARATTERI DELL'IDEALISMO:

Supera il dualismo Kantiano e afferma che l'unica realtà è lo Spirito o Soggetto o Io trascendentale. Dice che lo Spirito, pensandosi, tutto crea, l 131e48b o spirito è creatore; allora la cosa in sé, cioè la natura, è l'oggetto dell'attività dello Spirito pensante. Se è oggetto di questa attività, allora tutta la natura è conoscibile.

L'idealismo considera assurda la realtà preesistente allo Spirito, e quella fuori dello Spirito. La natura e il mondo sono effetto della libera attività dello Spirito che, esplicandosi di continuo, si attua nelle forme concrete, cioè lo Spirito crea i singoli uomini, gli oggetti, le cose che costituiscono il mondo. Esso non è uno spirito esterno, ma è immanente nell'uomo e in ognuno degli oggetti creati (questa è una novità).

Ciascuna forma (uomo o cosa) quindi, è momento della continua attuazione dello Spirito, che si svolge mediante un processo dialettico. In questo modo si ha il superamento di fenomeno e noumeno perché esiste lo Spirito e siccome lo Spirito crea ogni cosa ed è dentro di te tu lo puoi conoscere.

Questa è un'evoluzione del pensiero Kantiano.







IDEA

Secondo Hegel non dobbiamo confondere l'idea con il pensiero individuale. L'idea è l'esplicazione della ragione nel suo attuarsi, cioè la ragione diviene dialetticamente come idea che si pone, si contrappone e infine si supera, raggiungendo con la sintesi lo stesso punto di partenza, ma in una superiore unità armonica.

L'idea si attua in tre momenti:

I)     Afferma un concetto TESI, l'idea in sé, è solo potenzialità, puro pensiero, deve ancora esteriorizzarsi. (TRASCENDENTE nasce la FIL. LOGICA (la coscienza della realtà nel suo perenne divenire).

II) Si contrappone ANTITESI, l'idea fuori di sé, si è concretizzata, da semplice possibilità è diventata realtà, natura (IMMANENTE) nasce la FIL. DELLA NATURA  (qui si ha il superamento del dualismo Kantiano)

III)  SINTESI L'idea ritorna in sé, migliorata, con una superiore qualità armonica FIL. DELLO SPIRITO.

Questo viene chiamato processo dialettico o dialettica. E' importante per spiegare il divenire. Attraverso questo processo si attua la ragione, è movimento, passaggio, sviluppo. Tutto crea, si evolve, si realizza attraverso i tre momenti. Il reale viene concepito come evoluzione, come continuo evolversi. Il sapere è come un puzzle: quando si raggiunge una nuova conoscenza essa viene incastonata in questo immenso puzzle e si ricomincia; è un processo sempre migliorativo, perché ogni volta si aggiunge qualcosa di nuovo. Per vincere lo sconforto, la noia, bisogna ricominciare con un nuovo processo per aggiungere una nuova casella al puzzle infinito. L'uomo diventa vecchio quando non si pone più dei traguardi.

Immanente: con immanente si considera il principio supremo nella realtà, presente intrinsecamente in essa, costituente la realtà stessa.

Trascendente: è il termine di ogni dottrina secondo la quale, il principio primo della realtà è distinto, separato, distaccato dalla realtà stessa.

Principio immanente:questo principio supremo è conoscibile perché non si può non conoscere un principio che fa parte delle cose, degli uomini, che è parte stessa di noi.

Principio trascendente: principio inconoscibile. Si può immaginare e pensare che ci sia, ma non si può dimostrarne la conoscenza.

Secondo Platone separata dalla natura, dalle cose. Egli parla di idee trascendenti, esistenti in un mondo soprannaturale, lontane dal mondo sensibile. Il DENIURGO non si cura di quello che avviene nel mondo, ma tramite il suo intervento le idee cedono la loro essenza al mondo sensibile. I due mondi rimangono comunque separati. Il mondo delle idee è inconoscibile.

Secondo il razionalismo si parla di idee innate in noi, presenti fin dalla nascita e corrispondenti alla realtà del mondo esterno.

Secondo l'empirismo non esistono idee innate; esse infatti derivano dall'esperienza (SINTESI A POSTERIORI).

Secondo Kant le idee sono forme a priori della ragione, mediante la quali l'uomo vorrebbe conoscere, costruire la metafisica, però ciò non è possibile perché manca la materia. Quindi le idee sono soltanto dei principi regolativi ma non dei mezzi di conoscenza.

Per quale motivo la concezione Hegeliana è OTTIMISTICA?

Perché è identità fra realtà e spirito. Tutta la realtà è manifestazione della ragione, è penetrata dalla ragione, perciò tutto ciò che accade è razionale; anzi, è bene che accada, "Tutto è positivo, tutto è bene perché il male (l'irrazionale) non esiste". "La ragione passa da un bene inferiore ad uno superiore e solo in questo senso il bene inferiore potrebbe essere considerato male. Potrebbe perché, in realtà, esso è provvisorio, come la realtà stessa perché assorbita nel bene superiore e quindi continuamente arricchito e migliorato".

Anche in filosofia Hegel pensava che ogni concezione filosofica successiva di per sé sarebbe stata migliore di quella che l'aveva preceduta. Siccome però Hegel era megalomane questo processo si concludeva con lui in quanto si considerava il più grande filosofo.

Secondo lui tutto era razionale. In nessuna pagina egli esalta il bello, il sublime, il sentimento. Anche l'arte stessa non viene riconosciuta come espressione del sentimento. La dea ragione, come per gli illuministi, era il tutto, il generale.

Hegel non lasciava nulla al caso, pensava che per tutto ci fosse una causa. Questo perché, nella sua visione, l'idea, cioè la ragione, è in tutte le cose; sostituisce  quindi il caso con la causa e la causa può essere sempre ricercata dalla ragione. Ecco perché nulla avviene per caso, ma per cause. Lui invece muore per una casualità: c'era infatti in quel periodo un'epidemia di colera; lui mangiando un grappolo d'uva non lavato aveva mangiato, assieme all'uva, un embrione di colera.

VISIONE OTTIMISTICA DELLA STORIA E DELLA GUERRA:

Le guerre, secondo Hegel, sono un male necessario, esse servono per progredire (=> Hegel è vissuto durante le guerre napoleoniche).

Anche nella storia vede un processo dialettico e quindi lo svolgersi del pensiero. Questo significa che per lui, ogni popolo ricerca la sua indipendenza, ed è un desiderio che magari si contrappone con una realtà inversa, dove indipendenza non c'è, quindi serve la guerra. Hegel giustifica la guerra, perché essa è un mezzo per raggiungere un bene, l'indipendenza dei popoli. La storia è lo svolgimento di tutti gli Stati (questo è il procedimento dialettico). In ciascuno di questi stati si incarna la ragione. Ognuno lotta contro gli altri per conquistare l'indipendenza o per mantenerla. Quindi, la guerra è giustificata come mezzo di progresso, è un male che diventa un bene.

Se noi guardiamo indietro, vediamo che il cammino di ogni popolo è stato un cammino verso il progresso. La stessa storia del mondo è affermazione sempre più larga e completa della ragione. Ciò significa che ogni conflitto di Stati si conclude col trionfo del più forte, cioè con la vittoria di chi, più e meglio degli altri incarna la ragione, e che quindi diventa il popolo eletto, il popolo guida.

Questo dura finché non arriva un altro popolo più giovane che si sostituisce a quello che ormai ha esaurito la sua energia spirituale, e prende su di sé la fiaccola del progresso e, nel suo fervore di affermazione, esprime meglio la ragione.

LA VISIONE DELLA FILOSOFIA SECONDO HEGEL

Il pensiero della ragione è la filosofia.

Hegel paragona la filosofia alla civetta: come la civetta si libra in volo quando il giorno volge a sera, così la filosofia si sveglia, di sera, dopo un giorno di travaglio e di angosce che la sera si placano. La filosofia è la chiave del mondo.

"Ciò che è razionale è reale e tutto ciò che è reale è razionale".

Hegel riafferma il potere della ragione alla stregua degli illuministi, in contrapposizione con il pensiero dei romantici, che avevano tentato di svalutare la ragione in confronto al sentimento. Il sapere è la ragione, non sentimento, non cuore. La passione è ammessa ma non deve far uscire l'uomo dai binari della ragione. E' la ragione sola, la padrona della nostra vita. Il cammino duro della vita è però un cammino a lieto fine.

Con la formula sopra citata Hegel intende dire che noi e il mondo siamo la stessa cosa , compenetriamo nel mondo, siamo entrambi destinati ad essere baciati dal successo.

Prima di lui, solo Aristotele aveva tentato di estendere la ragione a tutta la realtà. Hegel vuole dimostrare che la realtà è la ragione stessa. Egli è un integralista della ragione: alla ragione nulla sfugge, essa può spiegare qualsiasi fenomeno della realtà, il caso è soltanto fortuito, non incide sulla sostanza e la sostanza può essere conosciuta dalla ragione. Il caso quindi non esiste.

In tutto questo non rientrano la natura biologica o i fenomeni naturali. Questi infatti non lo toccano; anche gli spettacoli più sublimi lo lasciano indifferente. Il bello di natura per lui non esiste. Anche l'idea più misera uscita dalla mente dell'uomo è sempre superiore a qualsiasi prodotto in natura.

Per Hegel, realtà e pensiero coincidono: essi non sono come acqua e olio, sono due menti diversi della stessa cosa. Il pensiero può illuminare tutto, acquisisce un'importanza enorme. La ragione è l'ancora di salvezza per l'uomo anche nel caos più assoluto, dice: "La ragione è la rosa nella croce del presente".

I suoi antagonisti gli chiedevano: "Ma se tutto è razionale, anche il fango è razionale?". Egli rispondeva ridendo: "Il fango esiste, ma non ha alcuna importanza nella realtà e nel pensiero".










LA DIALETTICA HEGELIANA:

La dialettica hegeliana si divide quindi in:

IDEA (tesi) => rappresenta il puro pensiero e per esteriorizzarsi deve uscire per farsi natura.

NATURA (antitesi) => l'idea si esteriorizza, si concretizza nei vari esseri, diviene realtà.La natura si compie in tre momenti:

meccanica (tesi), è la massa informe, inanimata, quantitativa;

fisica (antitesi), considera la proprietà dei corpi, individua le proprietà dalla massa, le varie sostanze che la compongono, quindi le qualità;

organica (sintesi), natura in sé e per sé. Riunisce la materia (meccanica) e le qualità (fisica) in un organismo vivente che è insieme sostanza e spirito.

SPIRITO (sintesi) => l'idea ritorna in sé, più ricca, più esperta, più consapevole di se stessa. A sua volta lo Spirito si attua in tre momenti:

Spirito soggettivo (tesi), è lo spirito individuale, l'io, limitato e finito. Lo spirito sogg. si compie in tre momenti: antropologia (tesi) considera l'individuo costituito di corpo e anima capace di conoscere e sentire; fenomenologia (antitesi) l'individuo è capace di riflettere su se stesso, capisce di essere universale perché manifestazione della ragione. E' conscio che con la ragione può diventare padrone della vita; psicologia (sintesi) considera l'individuo come soggetto che sa e vuole essere libero attraverso il conoscere e l'agire.

Spirito oggettivo (antitesi), lo Spirito individuale, in relazione con gli altri Spiriti individuali. Lo Spirito ogg. si attua in tre momenti: diritto (tesi) complesso delle norme che regolano il rapporto tra gli individui (si assicura la libertà individuale, che viene però condizionata dalle leggi, in modo da non violare la libertà altrui); moralità (antitesi) l'individuo deve interiorizzare la legge e la subordinazione volontaria al dovere, adeguando il suo comportamento a ciò che deve fare; eticità (sintesi) concilia il diritto e la moralità promovendo l'obbedienza alle leggi dello Stato in modo tale che le leggi non siano più imposte dall'esterno ma consapevolmente accettate. L'eticità si concretizza attraverso la triade delle tre principali istituzioni: famiglia (tesi), l'istituzione prima, costituita di vari individui uniti da legami di sangue, legami naturali, ma anche legati spiritualmente da reciproco amore che fa superare ogni egoismo. La famiglia si compie nei tre momenti del matrimoni, del patrimonio familiare e dell'educazione dei figli. Hegel considera i figli come persone, in sé libere e non appartenenti a nessuno. La famigli deve sciogliersi, e i figli, uscendone quando hanno compiuto la maggiore età, devono essere capaci di fondare famiglie proprie. Lo scioglimento della famiglia e la formazione di nuove famiglie, dà origine alla  società civile (antitesi), che è l'insieme di famiglie estranee tra loro e di varie classi sociali, unite soltanto da interessi economici. Nella società civile, l'uomo diviene propriamente uomo, nella soddisfazione dei suoi bisogni (attraverso il lavoro) e nel riconoscimento dei suoi diritti e doveri. Alla società civile, spetta il compito di assicurare il benessere dei cittadini, favorire la produzione e gli scambi dei beni, amministrare la giustizia, educare i giovani, raggiungere l'armonia sociale e moderare gli egoismi privati affinché l'egoismo non abbia la meglio sull'interesse generale. La società deve quindi assicurare la presenza di associazioni sindacali a tutela degli interessi delle classi sociali, che Hegel divide in tre tipi: la classe degli agricoltori, la classe dei lavoratori dell'industria e del commercio e la classe dei funzionari pubblici. L'amministrazione della giustizia viene affidata ai giudici, mentre il compito di provvedere alla sicurezza è affidato alla polizia e alle corporazioni di mestiere. La suprema funzione di gestione razionale della società però appartiene allo stato (sintesi). In esso si combinano famiglia e società civile. Lo Stato è supremo moderatore del conflitto sociale e il garante dell'esercizio dei diritti di ogni persona. La migliore forma di governo è la monarchia costituzionale, e tra tutte le monarchie la migliore è quella prussiana perché in essa si fondono autorità e modernità. La monarchia costituzionale è il punto di sintesi dei tre poteri: legislativo, cioè il potere di fare le leggi; esecutivo, ovvero il potere di tradurre le leggi in norme pratiche; e del principe, a cui compete di dire l'ultima parola sulle leggi e sulle decisioni da prendersi. Il monarca appare quindi come il culmine della decisione, mentre il vero potere è dei pubblici funzionari, cui compete la parte contenutistica.

Spirito assoluto (sintesi), è infinito, illimitato. E' l'universale, la fusione fra spirito sogg. e ogg., e si divide in: Arte (tesi), religione (antitesi), Filosofia (sintesi).




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