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Georg Wilhelm Friedrich Hegel
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La vita
· Nasce nel 1770 a Stoccarda.
· È amico di Schelling e Hölderlin
· La Rivoluzione Francese suscita in lui un grande entusiasmo, si pronuncia
indifesa dei principi rivoluzionari della libertà e dell'eguaglianza, influenza
duratura.
· 1797 lavora come precettore privato, 1805 diviene professore a Jena, nel 1808
direttore del ginnasio di Norimberga e nel 1818 docente all'università di
Berlino.
· 1801 prima pubblicazione: Differenza dei sistemi di filosofia di Fichte e
Schelling.
· La sua prima grande opera è Fenomenologia dello spirito del 1807.
· Nel 1817 pubblica l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio.
Il giovane Hegel
· Si definisce periodo giovanile l'intervallo tra il 1793 e il 1800.
· Il pensiero giovanile di Hegel è caratterizzato da una visione della ragione
di tipo illuminista, tesa a finalità politiche ed educative. L'Hegel maturo
utilizzerà la ragione per il fine principlae di comprendere (per elaborare un
sistema).
· Influenze dell'Emilio e del Contratto sociale di Rousseau.
· I primi scritti di Hegel rimasero inediti, sono quasi tutti di natura
teologica: Vita di Gesù (1795), La positività della religione cristiana, Lo
spirito del cristianesimo e il suo destino.
· Il tema principale del suo pensiero in questo periodo è quello di una
rigenerazione morale e religiosa dell'uomo come fondamento di una rigenerazione
politica e sociale.
· Secondo Hegel non è possibile realizzare nessuna rivoluzione sociale se non è
preceduta da un rinnovamento culturale. Per questo negli scritti giovanili non
è possibile distinguere il tema religioso da quello politico, inoltre in
Germania esisteva uno stretto legame tra religione protestante e potere
politico.
· Per creare una nuova società bisogna superare quella esistente ai tempi di
Hegel fondata sulla supremazia del potere nobiliare.
· Una riforma della fede è possibile solo se ogni uomo vive la religione come
una comunanza di cuori (ripresa delle forme originarie del cristianesimo).
· In Positività della religione cristiana critica duramente la struttura delle
Chiese cristiane, nelle quali è stato perso il vero messaggio dei Gesù. Il
Messia aveva infatti predicato il superamento della legge esteriore a favore di
una legge interiore dell'amore. Le Chiese hanno invece costruito una religione
positiva (dogmi).
· Nel 1799 Spirito del cristianesimo e suo destino (si riconoscono le prime
tracce della teoria dialettica). La storia degli ebrei viene ripercorsa dal
diluvio alla diaspora.
· Gli ebrei hanno pensato Dio contrapposto alla natura. Dio è tutto, l'uomo e
la natura nulla. Per questo gli ebrei vivono in inimicizia con gli altri uomini
riponendo la loro speranza unicamente in un Dio trascendente nella convinzione
di essere il popolo eletto. Gli ebrei sono quindi vittima di un destino di
infelicità che loro stesso hanno creato.
· Hegel interpreta come destino di un popolo una realtà storica che possiede
una intima necessità ed una precisa logica interna. Il destino è la forza con
la quale la natura reagisce quando l'uomo gli si pone contro.
· Gesù supera la posizione giudaica predicando l'unità nell'amore 313i88d di tutti gli
spiriti viventi. Riprende la religione greca nella quale l'uomo viveva in
armonia con la natura legato ad esso dallo spirito di bellezza.
· Il messaggio di Cristo e del mondo greco sono storicamente sconfitti dalla
costruzione di religioni positive, che ritornano ad una posizione vicina a
quella giudaica che allontana l'uomo da Dio.
· Nel 1800 Hegel si trasferisce a Jena. Non aspetta più che la rivoluzione
dello spirito nasca da una rinascita spirituale, ma da un'oggettiva evoluzione
della storia e della filosofia, in quanto l'uomo è capace di pensare
scientificamente il corso del mondo.
I capisaldi del sistema
· FINITO E INFINITO: la realtà non è un insieme di realtà autonome, ma un
organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione. Tale
organismo comprendendo tutto è infinito. Di conseguenza il finito come noi lo
intendiamo non esiste perché non è altro che un'espressione parziale
dell'infinito. A sua volta l'infinito esiste solo in quanto composto da più
finiti. Forma di monismo panteistico. Per Hegel l'infinito è un soggetto
spirituale in divenire. Il soggetto spirituale infinito viene detto idea o ragione.
· RAGIONE E REALTÀ: Nella prefazione dei Lineamenti di filosofia del diritto
troviamo l'aforisma "Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è
razionale". La prima parte significa che la razionalità non è pura
astrazione, ma la forma stessa di ciò che esiste poiché la ragione governa il
mondo e lo costituisce. La seconda parte afferma che la realtà non è caotica,
ma il dispiegarsi di una struttura razionale che si manifesta in modo
inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell'uomo.. Sostanziale
identità tra realtà e ragione.
· LA FUNZIONE DELLA FILOSOFIA: è quella di prendere atto della realtà e nel
comprendere le strutture razionali che la costituiscono. La filosofia come
giustificazione razionale della realtà. Non va inteso giustificazionismo in
senso negativo (le cose stanno così e non si possono cambiare), perché la
filosofia non si occupa degli accidenti, ma della struttura profonda della
natura.
La dialettica
· La legge che regola il divenire dell'Assoluto è la dialettica che quindi è
anche uno strumento di comprensione della realtà.
· Nell'Enciclopedia Hegel distingue i tre momenti della dialettica:
1. Momento "astratto intellettuale": consiste nel concepire
l'esistente come una molteplicità di determinazioni statiche e separate.
L'intelletto che è il grado più basso della ragione, si limita all'osservazione
di realtà statiche e delle differenze tra esse.
2. Momento "negativo razionale": si scopre la dinamicità della
realtà. Le determinazioni possono essere comprese solo se inserite in un cotesto
di relazioni. Ad ogni determinazione corrisponde infatti una negazione (non
identità, ma alterità): omnis determinatio est negatio. Valore della antitesi.
3. Momento "positivo razionale": viene colta l'unità degli opposti
· Struttura della dialettica: TESI - ANTITESI - SINTESI. Nella sintesi abbiamo
al contempo un superamento (dell'opposizione tesi - antitesi) e una
conservazione (delle verità contenute nella tesi e nella antitesi).
· La dialettica riprende il principio di unità di finito ed infinito. Permette
infatti di capire che l'esistente non va compreso nella sua identità, ma nel
suo rapporto con l'intero.
· La dialettica ha una valenza positiva: porta ad un progresso inarrestabile e
concilia ogni opposizione.
· Infinità del processo dialettico: ogni sintesi torna ad essere tesi
confutata.
Idea, natura e spirito
· Hegel ritiene che il farsi dinamico dell'assoluto passi attraverso i tre
momenti dell'idea, della natura, e dello spirito.
· Idea in sé e per sé, presa in considerazione a prescindere dalla sua
concreata realizzazione nel mondo. L'idea in sé e per sé è Dio prima della
creazione, ossatura logico - razionale del mondo.
· La natura è l'estrinsecazione o alienazione dell'idea nella realtà.
· Lo Spirito è l'idea che torna in sé attraverso l'uomo.
· A questi tre momenti corrispondono tre sezioni della filosofia: Idea -
Logica, Natura - filosofia della natura, Spirito - filosofia dello spirito.
La fenomenologia dello spirito
· La fenomenologia dello spirito è la storia romanzata della coscienza che
attraverso erramenti, infelicità e dolore esce dalla sua individualità,
raggiunge l'universalità ne si riconosce come ragione che è realtà e realtà che
è ragione.
· Nella Fenomenologia dello spirito Hegel descrive il percorso dell'uomo per
giungere all'identificazione nella ragione. Nella Enciclopedia delle scienze
filosofiche viene invece descritto il percorso che l'idea in sé e per sé compie
per identificarsi nello spirito assoluto.
· L'unico teatro in cui si manifesta lo spirito è la Storia.
· La prima parte della Fenomenologia dello spirito si divide in tre sezioni:
Coscienza (attenzione per l'oggetto, tesi), autocoscienza (attenzione per il
soggetto, antitesi) e ragione (Unità profonda tra oggetto e soggetto, sintesi).
· Il punto di partenza della COSCIENZA è la certezza sensibile, che potrebbe
apparire la più affidabile ma è in realtà la più povera. IL secondo momento è
quello della percezione nel quale distinte qualità vengono ricondotte ad un
unico oggetto, ad opera di un soggetto. Infine l'intelletto riconosce nella
percezione un fenomeno, distinto dalla vera essenza dell'oggetto stesso. Poiché
il fenomeno è soltanto nella coscienza e ciò che è al di là del fenomeno o è
nulla o è per la coscienza, la coscienza a questo punto ha risolto l'intero
oggetto in se stessa ed è diventa coscienza di sé, AUTOCOSCIENZA.
· L'autocoscienza necessita di altre coscienze in grado di darle la certezza di
essere tale. Nasce un conflitto tra autocoscienze per l'affermazione
dell'indipendenza. Uno dei due soggetti è posto di fronte al pericolo della
morte ed è costretto a subordinarsi facendosi servo della coscienza padrone del
soggetto vincente.
· Mediante un'analisi dialettica si scopre che in realtà il padrone è servo del
servo perché da lui dipende per la propria sopravvivenza. Invece quest'ultimo
operando direttamente sulla natura è il solo veramente libero.
· L'indipendenza del servo si compie in tre fasi:
1. La paura per la morte che lo porta a sottomettersi
2. Il servizio per il padrone, autodisciplina che gli insegna ad allontanarsi
dagli impulsi naturali.
3. Il lavoro che attraverso un rapporto diretto con gli strumenti porta il
servo all'indipendenza sia dal padrone sia dagli oggetti. (cfr. Marx)
· Il raggiungimento del servo dell'indipendenza dagli oggetti ha due
espressioni nella filosofia: lo stoicismo e lo scetticismo.
· Lo stoicismo cerca di estranearsi dai bisogni naturali. Fallisce però perché
pur raggiungendo un'astratta libertà interiore (liberi sia sul trono che in
catene) permangono i condizionamenti fisici.
· Lo scetticismo vuole mettere in dubbio anche il mondo esterno al quale anche
lo stoico rimane subordinato. Lo scetticismo cade però nella contraddizione
negando anche se stesso.
·
· Come soggetto assoluto l'autocoscienza divenuta RAGIONE perché ha assunto in
sé ogni realtà. La ragione è la certezza di essere ogni realtà. I momenti della
ragione sono tre:
1. LA RAGIONE OSSERVATIVA: la ragione si rivolge alla natura nella ricerca
dell'essenza delle cose, ma in realtà non cerca che se stessa giungendo alla
psicologia e alla frenologia.
2. LA RAGIONE ATTIVA: si passa ad essa quando ci si rende conto che l'unita
dell'io e del mondo non è dato, ma va costruito. Tre fasi: il piacere e la
necessità (l'uomo rimane deluso perché non può appagare ogni desiderio), la
legge del cuore (entra in conflitto con altri presunti portatori del vero
progetto di miglioramento)e la virtù (modo di agire sciolto dalla
soggettività).
3. L'INDIVIDUALITÀ IN SE' E PER SE': l'individualità pur potendo raggiungere la
propria realizzazione rimane in quanto tale astratta e inadeguata.
· Questo percorso serve ad Hegel per dimostrare che ponendosi dal punto di
vista dell'individuo si inevitabilmente condannati a non raggiungere mai il
punto di vista dell'universalità. Coscienza infelice.
· La seconda parte della fenomenologia comprende tre parti (spirito, religione
e sapere assoluto) che anticipano il contenuto della filosofia dello spirito
(Enciclopedia).
La logica
· Scienza della logica 1816
· La logica è Dio prima della creazione (L'idea prima che esca da sé)
· Il compito della logica è quello di dedurre i concetti che costituiscono
l'impalcatura delmondo, partendo dall'idea generica dell'essere (logica
dell'essere) per portare via via più determinatamente al concetto.
· I concetti non sono pensieri soggettivi (disciolti dalla realtà), ma
oggettivi, esprimono cioè la realtà nella sua essenza.
· Per Hegel le leggi della logica sono sia leges mentis che leges entis (cfr.
Kant)
· Critica all'empirismo e al kantismo che ritengono il noumeno inconoscibile
· Per Hegel logica e metafisica sono la stessa cosa.
· La logica si divide in logica dell'essere, dell'essenza e del concetto.
· La logica dell'essere si basa sul principio di identità consente una limitata
conoscenza.
· La logica dell'essenza si basa sul divenire e sul principio di alterità.
· Si passa alla logica del concetto quando si scopre che il fenomeno è una
manifestazione piena ed adeguata dell'essenza.
· Il concetto è soggettivo (puramente formale), oggettivo (vi si manifesta
l'essenza) e Idea (in quanto unità tra soggetto e oggetto)
La filosofia della natura
· È composta da tre sezioni: la logica, la filosofia della natura, la filosofia
dello spirito.
· Nella filosofia della natura Hegel affronta il problema di come l'idea si
concretizzi nella natura.
· L'oggettivazione dell'idea può essere intesa sia come un decadimento
dell'idea, sia come un potenziamento della stessa estendendosi nella natura.
· Per Hegel non ha senso cercare di conoscere Dio partendo dalla natura in quanto
anche le più basse manifestazioni dello Spirito servono meglio all scopo.
· La filosofia della natura si divide in meccanica, fisica e fisica organica.
La fisica organica è il punto di partenza per la filosofia dello spirito.
La filosofia dello Spirito
· La filosofia dello Spirito si occupa dell'idea che dopo essersi alienata
torna in sé.
· Lo sviluppo dello spirito avviene in tre momenti: lo spirito soggettivo
(individuale), lo spirito oggettivo (sociale) e assoluto (lo spirito che
conosce se stesso attraverso arte religione e filosofia).
· A differenza della filosofia della natura nella quale i vari gradi esistono
l'uno di fianco all'altro, nella filosofia dello spirito il grado più alto
comprende il più basso (lo spirito assoluto include lo spirito oggettivo che a
sua volta include lo spirito soggettivo).
Lo spirito soggettivo
· Lo spirito soggettivo è considerato nel suo lento e progressivo emergere
dalla natura, attraverso un processo che va dalle forme di vita più elementari
a individui dotati di una complessa vita psichica (uomo).
· Lo spirito soggettivo si divide in tre sezioni: antropologia, fenomenologia e
psicologia.
· L'antropologia studia lo spirito come anima. L'anima è una sorta di fase
aurorale della vita cosciente, è il dormiveglia dello spirito, come un ponte
tra natura e spirito.
· La fenomenologia studia lo spirito in quanto coscienza, autocoscienza e
ragione (vd. Fenomenologia dello spirito).
· La psicologia studia lo spirito nelle sue manifestazioni universali: il
conoscere teoretico, l'attività pratica e il volere libero.
· Nello spirito soggettivo Hegel studia anche la storia individuale
riconoscendo la tesi nell'infanzia, la antitesi nell'adolescenza e la sintesi
nell'età matura.
Lo spirito oggettivo
· Il volere libero nel quale si conclude lo spirito soggettivo trova la propria
realizzazione solamente nello spirito oggettivo, in cui lo Spirito si manifesta
in istituzioni sociali concrete.
· Il volere libero si manifesta innanzitutto come volere del singolo individuo,
considerato come un soggetto fornito di capacità giuridiche.
· Il DIRITTO ASTRATTO (che coincide con il diritto privato) riguarda proprio
l'esistenza esterna della libertà delle persone, concepite come puri soggetti
astratti del diritto, indipendentemente da caratteri specifici o da condizioni
concrete.
· La persona esercita la proprio volere libero su cose che divengono di sua
proprietà. La proprietà viene però definita soltanto per mezzo di un contratto.
Ad un eventuale torto (illecito) pone rimedio una pena che si configura
dialetticamente come ripristino del diritto violato. (diritto = tesi, delitto =
antitesi, pena = sintesi).
· Tuttavia perché la pena sia efficacemente punitiva e formativa occorre che
essa sia riconosciuta interiormente dal colpevole. Bisogna superare la libertà
esterna e passare nel campo della MORALE.
· La moralità nasce da un proponimento, che prende la forma di intenzione il
cui fine è il raggiungimento del benessere. (contrario di Kant per il quale
bene e felicità sono un'antinomia). IL benessere elevato all'universalità è il
bene.
· L amoralità è limitata perché esiste una dicotomia tra la soggettività che
deve realizzare il bene e il bene che deve essere realizzato (oggettività).
· La separazione tra essere e dover essere viene superata con l'ETICITÀ.
· Mentre la moralità è la volontà soggettiva, cioè interiore e privata, del
bene , l'eticità è la morale sociale ovvero la realizzazione del bene in quelle
forme istituzionali che sono la famiglia, la società civile e lo stato.
· Il primo momento dell'eticità è la famiglia nella quale il rapporto naturale
tra i sessi assume la forma di un'unità spirituale fondata sull'amore e sulla
fiducia. La famiglia si articola nel matrimonio, nel patrimonio e
nell'educazione dei figli.
· L'insieme di più famiglie ognuna delle quali con interessi propri dà origine
alla società civile.
· La società civile si identifica sostanzialmente con la sfera economico .
sociale e giuridico - amministrativa.
· L'idea di far precede lo stato dalla società civile sarà apprezzata
particolarmente da Marx.
· La società civile si articola in tre momenti: il sistema di bisogni,
l'amministrazione della giustizia, la polizia e le corporazioni.
· Il sistema dei bisogni nasce dal fatto che gli individui per soddisfare i
proprio bisogni danno origine a differenti classi (agricoltori, artigiani e
pubblici funzionari).
· L'amministrazione della giustizia concerne le leggi volte a regolare i
rapporti tra i componenti della società.
· La polizia e le corporazioni provvedono alla sicurezza sociale.
· Nello stato l'ethos di un popolo esprime consapevolmente se stesso.. Lo stato
è la sostanza etica consapevole di sé.
· Critiche allo stato liberale di Locke: lo stato non deve solo garantire i
diritti di ognuno. Confusione tra stato e società civile.
· Critica alla democrazia: gli uomini senza stato sono solo una moltitudine
informe.
· Critica al modello contrattualistico: lo stato preesiste agli uomini
· Critica il giusnaturalismo perché antepone i diritti naturali allo stato.
· Hegel crede che la sovranità dello stato derivi dallo stato stesso, in quanto
espressione del bene universale.
· Non sono gli individui a fondare lo stato, ma lo stato che fonda gli
individui.
· Lo stato se pur assolutamente sovrano non è per Hegel dispotico. Esso è
infatti uno stato di diritto che deve operare attraverso le leggi. Non è l'uomo
a governare, ma le leggi.
· La Costituzione di uno stato non è il frutto di un contratto, ma uno
svolgimento necessario dello spirito.
· Per Hegel lo stato razionale è la monarchia costituzionale nella quale i
poteri sono distinti, ma uniti. Esistono il potere legislativo, esecutivo e
principesco.
· Il potere giudiziario rientra nella società civile.
· Il potere legislativo è affidato ad una camera dei rappresentanti dei ceti.
Il potere legislativo è limitato perché ognuno tende a perseguire il proprio
interesse.
· Il potere governativo, o esecutivo ha il compito di sussumere casi
particolari alla legge universale.
· Il potere del principe rappresenta l'unità stessa dello stato.
· Secondo Hegel non può esistere nessun organismo superiore allo stato che
possa intervenire in caso di conflitto. Il solo arbitro è lo Spirito, cioè la
Storia.
· La guerra è necessaria, inevitabile e strutturale. È uno strumento dialettico
che impedisce agli stati di fossilizzarsi.
Lo spirito assoluto
· Lo spirito assoluto è il momento in cui l'idea giunge alla piena coscienza
della propria infinità e assolutezza (cioè che tutto e spirito e non vi è nulla
oltre lo spirito).
· Lo spirito assoluto si articola in arte, religione e filosofia. Queste
attività non si differenziano per il loro contenuto che è identico, ma soltanto
nella forma in cui conoscono. L'arte conosce l'assoluto come intuizione
sensibile, la religione come rappresentazione, la filosofia come puro concetto.
· Nell'arte lo spirito vive in modo intuitivo l'unione fra soggetto e oggetto.
Questo avviene perché nell'opera d'arte l'oggetto (tela, marmo, ecc.) diventa
tutt'uno con il soggetto artistico (il bello, ecc.)
· Hegel riconosce tre momenti nell'arte: l'arte simbolica, l'arte classica e
l'arte romantica. Nell'arte simbolica, caratteristica delle culture orientali,
la forma prevale sul contenuto, l'arte classica è il momento culminante con un
perfetto equilibrio tra soggetto ed oggetto, mentre nell'arte romantica la
forma sensibile diviene inadeguata per esprimere il contenuto spirituale. Crisi
dell'arte moderna.
· Lo scopo della religione è l'unificazione dell'uomo a Dio. Las religione
cerca di raggiungere il suo scopo attraverso la rappresentazione che è una via
di mezzo tra l'intuizione sensibile e il concetto puro.
· La religione non è in grado di pensare a Dio dialetticamente e finisce per
arenarsi di fronte ad un presunto mistero dell'assoluto.
· Il Cristianesimo è la religione più alta e più vicina alle verità della
filosofia (per esempio Cristo uomo e Dio esprime l'unità tra finito ed
infinito).
· Nella filosofia, che è l'ultimo momento dello spirito assoluto, l'idea giunge
alla piena e concettuale coscienza di sé, chiudendo il ciclo cosmico.
· Hegel ritiene che la filosofia sia una formazione storica, nella quale ogni
sistema filosofico è stato una tappa per giungere alla vera filosofia, cioè al
pensiero stesso di Hegel, termine della storia della filosofia.
· La filosofia si identifica con la stessa storia della filosofia.
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Georg Wilhelm Friedrich Hegel
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La vita
· Nasce nel 1770 a Stoccarda.
· È amico di Schelling e Hölderlin
· La Rivoluzione Francese suscita in lui un grande entusiasmo, si pronuncia
indifesa dei principi rivoluzionari della libertà e dell'eguaglianza, influenza
duratura.
· 1797 lavora come precettore privato, 1805 diviene professore a Jena, nel 1808
direttore del ginnasio di Norimberga e nel 1818 docente all'università di
Berlino.
· 1801 prima pubblicazione: Differenza dei sistemi di filosofia di Fichte e
Schelling.
· La sua prima grande opera è Fenomenologia dello spirito del 1807.
· Nel 1817 pubblica l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio.
Il giovane Hegel
· Si definisce periodo giovanile l'intervallo tra il 1793 e il 1800.
· Il pensiero giovanile di Hegel è caratterizzato da una visione della ragione
di tipo illuminista, tesa a finalità politiche ed educative. L'Hegel maturo
utilizzerà la ragione per il fine principlae di comprendere (per elaborare un
sistema).
· Influenze dell'Emilio e del Contratto sociale di Rousseau.
· I primi scritti di Hegel rimasero inediti, sono quasi tutti di natura
teologica: Vita di Gesù (1795), La positività della religione cristiana, Lo
spirito del cristianesimo e il suo destino.
· Il tema principale del suo pensiero in questo periodo è quello di una
rigenerazione morale e religiosa dell'uomo come fondamento di una rigenerazione
politica e sociale.
· Secondo Hegel non è possibile realizzare nessuna rivoluzione sociale se non è
preceduta da un rinnovamento culturale. Per questo negli scritti giovanili non
è possibile distinguere il tema religioso da quello politico, inoltre in
Germania esisteva uno stretto legame tra religione protestante e potere politico.
· Per creare una nuova società bisogna superare quella esistente ai tempi di
Hegel fondata sulla supremazia del potere nobiliare.
· Una riforma della fede è possibile solo se ogni uomo vive la religione come
una comunanza di cuori (ripresa delle forme originarie del cristianesimo).
· In Positività della religione cristiana critica duramente la struttura delle
Chiese cristiane, nelle quali è stato perso il vero messaggio dei Gesù. Il
Messia aveva infatti predicato il superamento della legge esteriore a favore di
una legge interiore dell'amore. Le Chiese hanno invece costruito una religione
positiva (dogmi).
· Nel 1799 Spirito del cristianesimo e suo destino (si riconoscono le prime
tracce della teoria dialettica). La storia degli ebrei viene ripercorsa dal
diluvio alla diaspora.
· Gli ebrei hanno pensato Dio contrapposto alla natura. Dio è tutto, l'uomo e
la natura nulla. Per questo gli ebrei vivono in inimicizia con gli altri uomini
riponendo la loro speranza unicamente in un Dio trascendente nella convinzione
di essere il popolo eletto. Gli ebrei sono quindi vittima di un destino di
infelicità che loro stesso hanno creato.
· Hegel interpreta come destino di un popolo una realtà storica che possiede
una intima necessità ed una precisa logica interna. Il destino è la forza con
la quale la natura reagisce quando l'uomo gli si pone contro.
· Gesù supera la posizione giudaica predicando l'unità nell'amore 313i88d di tutti gli
spiriti viventi. Riprende la religione greca nella quale l'uomo viveva in
armonia con la natura legato ad esso dallo spirito di bellezza.
· Il messaggio di Cristo e del mondo greco sono storicamente sconfitti dalla
costruzione di religioni positive, che ritornano ad una posizione vicina a
quella giudaica che allontana l'uomo da Dio.
· Nel 1800 Hegel si trasferisce a Jena. Non aspetta più che la rivoluzione
dello spirito nasca da una rinascita spirituale, ma da un'oggettiva evoluzione
della storia e della filosofia, in quanto l'uomo è capace di pensare
scientificamente il corso del mondo.
I capisaldi del sistema
· FINITO E INFINITO: la realtà non è un insieme di realtà autonome, ma un
organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione. Tale
organismo comprendendo tutto è infinito. Di conseguenza il finito come noi lo
intendiamo non esiste perché non è altro che un'espressione parziale
dell'infinito. A sua volta l'infinito esiste solo in quanto composto da più
finiti. Forma di monismo panteistico. Per Hegel l'infinito è un soggetto
spirituale in divenire. Il soggetto spirituale infinito viene detto idea o
ragione.
· RAGIONE E REALTÀ: Nella prefazione dei Lineamenti di filosofia del diritto
troviamo l'aforisma "Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è
razionale". La prima parte significa che la razionalità non è pura
astrazione, ma la forma stessa di ciò che esiste poiché la ragione governa il
mondo e lo costituisce. La seconda parte afferma che la realtà non è caotica,
ma il dispiegarsi di una struttura razionale che si manifesta in modo
inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell'uomo.. Sostanziale
identità tra realtà e ragione.
· LA FUNZIONE DELLA FILOSOFIA: è quella di prendere atto della realtà e nel
comprendere le strutture razionali che la costituiscono. La filosofia come
giustificazione razionale della realtà. Non va inteso giustificazionismo in
senso negativo (le cose stanno così e non si possono cambiare), perché la
filosofia non si occupa degli accidenti, ma della struttura profonda della
natura.
La dialettica
· La legge che regola il divenire dell'Assoluto è la dialettica che quindi è
anche uno strumento di comprensione della realtà.
· Nell'Enciclopedia Hegel distingue i tre momenti della dialettica:
1. Momento "astratto intellettuale": consiste nel concepire
l'esistente come una molteplicità di determinazioni statiche e separate.
L'intelletto che è il grado più basso della ragione, si limita all'osservazione
di realtà statiche e delle differenze tra esse.
2. Momento "negativo razionale": si scopre la dinamicità della
realtà. Le determinazioni possono essere comprese solo se inserite in un
cotesto di relazioni. Ad ogni determinazione corrisponde infatti una negazione
(non identità, ma alterità): omnis determinatio est negatio. Valore della
antitesi.
3. Momento "positivo razionale": viene colta l'unità degli opposti
· Struttura della dialettica: TESI - ANTITESI - SINTESI. Nella sintesi abbiamo
al contempo un superamento (dell'opposizione tesi - antitesi) e una
conservazione (delle verità contenute nella tesi e nella antitesi).
· La dialettica riprende il principio di unità di finito ed infinito. Permette
infatti di capire che l'esistente non va compreso nella sua identità, ma nel
suo rapporto con l'intero.
· La dialettica ha una valenza positiva: porta ad un progresso inarrestabile e
concilia ogni opposizione.
· Infinità del processo dialettico: ogni sintesi torna ad essere tesi
confutata.
Idea, natura e spirito
· Hegel ritiene che il farsi dinamico dell'assoluto passi attraverso i tre
momenti dell'idea, della natura, e dello spirito.
· Idea in sé e per sé, presa in considerazione a prescindere dalla sua
concreata realizzazione nel mondo. L'idea in sé e per sé è Dio prima della
creazione, ossatura logico - razionale del mondo.
· La natura è l'estrinsecazione o alienazione dell'idea nella realtà.
· Lo Spirito è l'idea che torna in sé attraverso l'uomo.
· A questi tre momenti corrispondono tre sezioni della filosofia: Idea -
Logica, Natura - filosofia della natura, Spirito - filosofia dello spirito.
La fenomenologia dello spirito
· La fenomenologia dello spirito è la storia romanzata della coscienza che
attraverso erramenti, infelicità e dolore esce dalla sua individualità,
raggiunge l'universalità ne si riconosce come ragione che è realtà e realtà che
è ragione.
· Nella Fenomenologia dello spirito Hegel descrive il percorso dell'uomo per
giungere all'identificazione nella ragione. Nella Enciclopedia delle scienze
filosofiche viene invece descritto il percorso che l'idea in sé e per sé compie
per identificarsi nello spirito assoluto.
· L'unico teatro in cui si manifesta lo spirito è la Storia.
· La prima parte della Fenomenologia dello spirito si divide in tre sezioni:
Coscienza (attenzione per l'oggetto, tesi), autocoscienza (attenzione per il
soggetto, antitesi) e ragione (Unità profonda tra oggetto e soggetto, sintesi).
· Il punto di partenza della COSCIENZA è la certezza sensibile, che potrebbe
apparire la più affidabile ma è in realtà la più povera. IL secondo momento è
quello della percezione nel quale distinte qualità vengono ricondotte ad un
unico oggetto, ad opera di un soggetto. Infine l'intelletto riconosce nella
percezione un fenomeno, distinto dalla vera essenza dell'oggetto stesso. Poiché
il fenomeno è soltanto nella coscienza e ciò che è al di là del fenomeno o è
nulla o è per la coscienza, la coscienza a questo punto ha risolto l'intero
oggetto in se stessa ed è diventa coscienza di sé, AUTOCOSCIENZA.
· L'autocoscienza necessita di altre coscienze in grado di darle la certezza di
essere tale. Nasce un conflitto tra autocoscienze per l'affermazione dell'indipendenza.
Uno dei due soggetti è posto di fronte al pericolo della morte ed è costretto a
subordinarsi facendosi servo della coscienza padrone del soggetto vincente.
· Mediante un'analisi dialettica si scopre che in realtà il padrone è servo del
servo perché da lui dipende per la propria sopravvivenza. Invece quest'ultimo
operando direttamente sulla natura è il solo veramente libero.
· L'indipendenza del servo si compie in tre fasi:
1. La paura per la morte che lo porta a sottomettersi
2. Il servizio per il padrone, autodisciplina che gli insegna ad allontanarsi
dagli impulsi naturali.
3. Il lavoro che attraverso un rapporto diretto con gli strumenti porta il
servo all'indipendenza sia dal padrone sia dagli oggetti. (cfr. Marx)
· Il raggiungimento del servo dell'indipendenza dagli oggetti ha due
espressioni nella filosofia: lo stoicismo e lo scetticismo.
· Lo stoicismo cerca di estranearsi dai bisogni naturali. Fallisce però perché
pur raggiungendo un'astratta libertà interiore (liberi sia sul trono che in catene)
permangono i condizionamenti fisici.
· Lo scetticismo vuole mettere in dubbio anche il mondo esterno al quale anche
lo stoico rimane subordinato. Lo scetticismo cade però nella contraddizione
negando anche se stesso.
·
· Come soggetto assoluto l'autocoscienza divenuta RAGIONE perché ha assunto in
sé ogni realtà. La ragione è la certezza di essere ogni realtà. I momenti della
ragione sono tre:
1. LA RAGIONE OSSERVATIVA: la ragione si rivolge alla natura nella ricerca
dell'essenza delle cose, ma in realtà non cerca che se stessa giungendo alla
psicologia e alla frenologia.
2. LA RAGIONE ATTIVA: si passa ad essa quando ci si rende conto che l'unita
dell'io e del mondo non è dato, ma va costruito. Tre fasi: il piacere e la
necessità (l'uomo rimane deluso perché non può appagare ogni desiderio), la
legge del cuore (entra in conflitto con altri presunti portatori del vero
progetto di miglioramento)e la virtù (modo di agire sciolto dalla
soggettività).
3. L'INDIVIDUALITÀ IN SE' E PER SE': l'individualità pur potendo raggiungere la
propria realizzazione rimane in quanto tale astratta e inadeguata.
· Questo percorso serve ad Hegel per dimostrare che ponendosi dal punto di
vista dell'individuo si inevitabilmente condannati a non raggiungere mai il
punto di vista dell'universalità. Coscienza infelice.
· La seconda parte della fenomenologia comprende tre parti (spirito, religione
e sapere assoluto) che anticipano il contenuto della filosofia dello spirito
(Enciclopedia).
La logica
· Scienza della logica 1816
· La logica è Dio prima della creazione (L'idea prima che esca da sé)
· Il compito della logica è quello di dedurre i concetti che costituiscono
l'impalcatura delmondo, partendo dall'idea generica dell'essere (logica
dell'essere) per portare via via più determinatamente al concetto.
· I concetti non sono pensieri soggettivi (disciolti dalla realtà), ma
oggettivi, esprimono cioè la realtà nella sua essenza.
· Per Hegel le leggi della logica sono sia leges mentis che leges entis (cfr.
Kant)
· Critica all'empirismo e al kantismo che ritengono il noumeno inconoscibile
· Per Hegel logica e metafisica sono la stessa cosa.
· La logica si divide in logica dell'essere, dell'essenza e del concetto.
· La logica dell'essere si basa sul principio di identità consente una limitata
conoscenza.
· La logica dell'essenza si basa sul divenire e sul principio di alterità.
· Si passa alla logica del concetto quando si scopre che il fenomeno è una
manifestazione piena ed adeguata dell'essenza.
· Il concetto è soggettivo (puramente formale), oggettivo (vi si manifesta
l'essenza) e Idea (in quanto unità tra soggetto e oggetto)
La filosofia della natura
· È composta da tre sezioni: la logica, la filosofia della natura, la filosofia
dello spirito.
· Nella filosofia della natura Hegel affronta il problema di come l'idea si
concretizzi nella natura.
· L'oggettivazione dell'idea può essere intesa sia come un decadimento
dell'idea, sia come un potenziamento della stessa estendendosi nella natura.
· Per Hegel non ha senso cercare di conoscere Dio partendo dalla natura in
quanto anche le più basse manifestazioni dello Spirito servono meglio all
scopo.
· La filosofia della natura si divide in meccanica, fisica e fisica organica.
La fisica organica è il punto di partenza per la filosofia dello spirito.
La filosofia dello Spirito
· La filosofia dello Spirito si occupa dell'idea che dopo essersi alienata
torna in sé.
· Lo sviluppo dello spirito avviene in tre momenti: lo spirito soggettivo
(individuale), lo spirito oggettivo (sociale) e assoluto (lo spirito che
conosce se stesso attraverso arte religione e filosofia).
· A differenza della filosofia della natura nella quale i vari gradi esistono
l'uno di fianco all'altro, nella filosofia dello spirito il grado più alto
comprende il più basso (lo spirito assoluto include lo spirito oggettivo che a
sua volta include lo spirito soggettivo).
Lo spirito soggettivo
· Lo spirito soggettivo è considerato nel suo lento e progressivo emergere
dalla natura, attraverso un processo che va dalle forme di vita più elementari
a individui dotati di una complessa vita psichica (uomo).
· Lo spirito soggettivo si divide in tre sezioni: antropologia, fenomenologia e
psicologia.
· L'antropologia studia lo spirito come anima. L'anima è una sorta di fase
aurorale della vita cosciente, è il dormiveglia dello spirito, come un ponte
tra natura e spirito.
· La fenomenologia studia lo spirito in quanto coscienza, autocoscienza e
ragione (vd. Fenomenologia dello spirito).
· La psicologia studia lo spirito nelle sue manifestazioni universali: il
conoscere teoretico, l'attività pratica e il volere libero.
· Nello spirito soggettivo Hegel studia anche la storia individuale
riconoscendo la tesi nell'infanzia, la antitesi nell'adolescenza e la sintesi
nell'età matura.
Lo spirito oggettivo
· Il volere libero nel quale si conclude lo spirito soggettivo trova la propria
realizzazione solamente nello spirito oggettivo, in cui lo Spirito si manifesta
in istituzioni sociali concrete.
· Il volere libero si manifesta innanzitutto come volere del singolo individuo,
considerato come un soggetto fornito di capacità giuridiche.
· Il DIRITTO ASTRATTO (che coincide con il diritto privato) riguarda proprio
l'esistenza esterna della libertà delle persone, concepite come puri soggetti
astratti del diritto, indipendentemente da caratteri specifici o da condizioni
concrete.
· La persona esercita la proprio volere libero su cose che divengono di sua
proprietà. La proprietà viene però definita soltanto per mezzo di un contratto.
Ad un eventuale torto (illecito) pone rimedio una pena che si configura
dialetticamente come ripristino del diritto violato. (diritto = tesi, delitto =
antitesi, pena = sintesi).
· Tuttavia perché la pena sia efficacemente punitiva e formativa occorre che
essa sia riconosciuta interiormente dal colpevole. Bisogna superare la libertà
esterna e passare nel campo della MORALE.
· La moralità nasce da un proponimento, che prende la forma di intenzione il
cui fine è il raggiungimento del benessere. (contrario di Kant per il quale
bene e felicità sono un'antinomia). IL benessere elevato all'universalità è il
bene.
· L amoralità è limitata perché esiste una dicotomia tra la soggettività che
deve realizzare il bene e il bene che deve essere realizzato (oggettività).
· La separazione tra essere e dover essere viene superata con l'ETICITÀ.
· Mentre la moralità è la volontà soggettiva, cioè interiore e privata, del
bene , l'eticità è la morale sociale ovvero la realizzazione del bene in quelle
forme istituzionali che sono la famiglia, la società civile e lo stato.
· Il primo momento dell'eticità è la famiglia nella quale il rapporto naturale
tra i sessi assume la forma di un'unità spirituale fondata sull'amore e sulla
fiducia. La famiglia si articola nel matrimonio, nel patrimonio e
nell'educazione dei figli.
· L'insieme di più famiglie ognuna delle quali con interessi propri dà origine
alla società civile.
· La società civile si identifica sostanzialmente con la sfera economico .
sociale e giuridico - amministrativa.
· L'idea di far precede lo stato dalla società civile sarà apprezzata
particolarmente da Marx.
· La società civile si articola in tre momenti: il sistema di bisogni,
l'amministrazione della giustizia, la polizia e le corporazioni.
· Il sistema dei bisogni nasce dal fatto che gli individui per soddisfare i
proprio bisogni danno origine a differenti classi (agricoltori, artigiani e
pubblici funzionari).
· L'amministrazione della giustizia concerne le leggi volte a regolare i
rapporti tra i componenti della società.
· La polizia e le corporazioni provvedono alla sicurezza sociale.
· Nello stato l'ethos di un popolo esprime consapevolmente se stesso.. Lo stato
è la sostanza etica consapevole di sé.
· Critiche allo stato liberale di Locke: lo stato non deve solo garantire i
diritti di ognuno. Confusione tra stato e società civile.
· Critica alla democrazia: gli uomini senza stato sono solo una moltitudine
informe.
· Critica al modello contrattualistico: lo stato preesiste agli uomini
· Critica il giusnaturalismo perché antepone i diritti naturali allo stato.
· Hegel crede che la sovranità dello stato derivi dallo stato stesso, in quanto
espressione del bene universale.
· Non sono gli individui a fondare lo stato, ma lo stato che fonda gli
individui.
· Lo stato se pur assolutamente sovrano non è per Hegel dispotico. Esso è
infatti uno stato di diritto che deve operare attraverso le leggi. Non è l'uomo
a governare, ma le leggi.
· La Costituzione di uno stato non è il frutto di un contratto, ma uno
svolgimento necessario dello spirito.
· Per Hegel lo stato razionale è la monarchia costituzionale nella quale i
poteri sono distinti, ma uniti. Esistono il potere legislativo, esecutivo e
principesco.
· Il potere giudiziario rientra nella società civile.
· Il potere legislativo è affidato ad una camera dei rappresentanti dei ceti.
Il potere legislativo è limitato perché ognuno tende a perseguire il proprio
interesse.
· Il potere governativo, o esecutivo ha il compito di sussumere casi
particolari alla legge universale.
· Il potere del principe rappresenta l'unità stessa dello stato.
· Secondo Hegel non può esistere nessun organismo superiore allo stato che
possa intervenire in caso di conflitto. Il solo arbitro è lo Spirito, cioè la
Storia.
· La guerra è necessaria, inevitabile e strutturale. È uno strumento dialettico
che impedisce agli stati di fossilizzarsi.
Lo spirito assoluto
· Lo spirito assoluto è il momento in cui l'idea giunge alla piena coscienza
della propria infinità e assolutezza (cioè che tutto e spirito e non vi è nulla
oltre lo spirito).
· Lo spirito assoluto si articola in arte, religione e filosofia. Queste
attività non si differenziano per il loro contenuto che è identico, ma soltanto
nella forma in cui conoscono. L'arte conosce l'assoluto come intuizione
sensibile, la religione come rappresentazione, la filosofia come puro concetto.
· Nell'arte lo spirito vive in modo intuitivo l'unione fra soggetto e oggetto.
Questo avviene perché nell'opera d'arte l'oggetto (tela, marmo, ecc.) diventa
tutt'uno con il soggetto artistico (il bello, ecc.)
· Hegel riconosce tre momenti nell'arte: l'arte simbolica, l'arte classica e
l'arte romantica. Nell'arte simbolica, caratteristica delle culture orientali,
la forma prevale sul contenuto, l'arte classica è il momento culminante con un
perfetto equilibrio tra soggetto ed oggetto, mentre nell'arte romantica la
forma sensibile diviene inadeguata per esprimere il contenuto spirituale. Crisi
dell'arte moderna.
· Lo scopo della religione è l'unificazione dell'uomo a Dio. Las religione
cerca di raggiungere il suo scopo attraverso la rappresentazione che è una via
di mezzo tra l'intuizione sensibile e il concetto puro.
· La religione non è in grado di pensare a Dio dialetticamente e finisce per
arenarsi di fronte ad un presunto mistero dell'assoluto.
· Il Cristianesimo è la religione più alta e più vicina alle verità della
filosofia (per esempio Cristo uomo e Dio esprime l'unità tra finito ed
infinito).
· Nella filosofia, che è l'ultimo momento dello spirito assoluto, l'idea giunge
alla piena e concettuale coscienza di sé, chiudendo il ciclo cosmico.
· Hegel ritiene che la filosofia sia una formazione storica, nella quale ogni
sistema filosofico è stato una tappa per giungere alla vera filosofia, cioè al
pensiero stesso di Hegel, termine della storia della filosofia.
· La filosofia si identifica con la stessa storia della filosofia.
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