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LA VITA E LE OPERE
Vive tra il 60 e il 140 d.c.
Accenni alla sua vita si hanno attraverso le sue satire e dalla numerose biografie.
Era un retore e un avvocato e fu esiliato dall'imperatore (precisamente non si sa se in britannia o egitto).
Ha pubblicato a gruppi le sue sedici satire dividendole in cinque libri.
egli non era un nobile
sorte simile a quella 313g67d di marziale
era a caccia di protettori generosi e di benefici sperati da parte del principe
dedica una satira anche ai poeti i quali non riescono a vivere grazie alla loro poesia e sono costretti a fare lavori molto umili
nella satira giovenale ha colto un fenomeno sociale assai tipico del suo tempo lo scadimento delle attivita' intellettuali e il declassamento di coloro che vi attendevano specie quando provenivano dai ceti inferiori.
pochi sono oramai i grandi signori come plinio che coniugano l'arte dello scrivere con la benevole protezione di chi scrive, ma manca mezzi di fortuna
la corte puo' riservare delle delusioni oltre al principe bisogna piacere anche ai suoi favoriti e dignitari ( piacere a tutti non e' semplice)
nelle sue satire egli dice di volersi indirizzare ai vivi ma per sicurezza propria di voler portare a testimoni delle sue affermazioni i morti (si dice che questi furono i principali motivi del suo esilio)
la sua satira colpisce tutta la societa' romana ma in particolare l'aristocrazia (un giudizio politico grave ma non solo denunciato da giovenale "l'aristocrazia senatoria e' stata decimata dalla tirania di imperatori come nerone e domiziano")
nella satira di giovenale la critica del sociale e politica del presente e' assai viva
nel suo periodo roma e' una metropoli ma i romani autentici sono una minoranza
con l'impero la sua funzione politica si attenua e via via si annulla ma rimane un'altra funzione quella di assicurare la coesione del corpo sociale e ridurre le tensioni nocive all'ordine esistente
la popolazione romana si va via via trasformando le leggi imperiali cercano di controllare il fenomeno
giovenale reputa il rapporto con la clientela imperiale quello che meglio tutela l'onorabilita' del cliente
plebs togata quella dei clienti liberi cittadini e autentici romani per il poeta il vero popolo romano
plebs infima parte degli stranieri, ex schiavi
la satira di giovenale nasceva dal vivo della societa'
problema della schiavitu'
gli schiavi venivano trattati molto male
la filosofia stoica e' l'ideologia dominante nella classi elevate del ii secolo essa collabora con il principato
cosi' anche nella poesia di giovenale gli influssi stoici sono frequenti ed evidenti: si manifestano da un lato irriverenza e scetticismo circa gli aspetti piu' grossolani della tradizione religiosa e le superstizioni popolari, dall'altro il poeta satirico manifesta risoluta avversione verso i culti orientali specialmente quelli di tipo mistico e orgiastico con le loro strane divinita'
avversario degli astrologi orientali
discute sulla potenza del fato e sul capriccio della fortuna.
gli argomenti abbracciano i diversi aspetti dell'ideologia di giovenale e della societa' romana dell'epoca
Prima satira IL POETA DICHIARA LE RAGIONI DEL SUO AVER VOLUTO ESSERE POETA SATIRICO E DEGLI OBBIETTIVI CHE SI PROPONE
Seconda satira PEDERASTIA
Terza satira LA VITA AFFANNOSA IN UNA METROPOLI RUMOROSA E PIENA DI PERICOLI
Quarta satira IL SERVILISMO ADULATORE DEI CORTIGIANI E DEL SENATO NEI CONFRONTI DEL DEFUNTO DOMIZIANO
Quinta satira LA MISERIA E GLI OLTRAGGI CHE I SIGNORI SPESSO IFLIGGONO AI LORI CLIENTI
Satira sesta E' TUTTO DEDICATO ALLE DONNE DELL'ARISTOCRAZIA EGLI ERA EREDE DELLA TRADIZIONALE MISOGINIA DEGLI ANTICHI
Settima satira ESAQMINA LE CONDIZIONI DI DECLASSAMENTO DEGLI INTELLETTUALI
Ottava satira DECADIMENTO DELLA NOBILTA'
Nona satira INTRODUCE LA PARASSITA NEVOLO
Decima satira RIVOLGE UN APPELLO A COLTIVARE LA FILOSOFIACA SAGGEZZA
Undicesima satira RISERVATA AI GHIOTTONI
Dodicesima satira RIVOLTA CONTRO I CACCIATORI DI EREDITA'
Tredicesima satira INDIRIZZATA ALL'AMICO CALVINO CHE E' STATO TRUFFATO
Quattordicesima satira EDUCAZIONE DEI GIOVANI
Quindicesima satira PROVA DELL'ESILIO DI GIOVENALE IN TERRA EGIZIANA
Sedicesima satira E' GIUNTA INCOMPLETA DESCRIVE I VANTAGGI DELLA MILIZIA E LE PREVARICAZIONI DEI MILITARI A DANNO DEI CIVILI
Giovenale quale poeta letterario non coprirebbe tutta la sua complessità
si e' anche detto che la sua ispirazione si esplicita in stati d'animo
lo sdegno morale si accompagna invece in lui a una puntuale attenzione agli avvenimenti e agli uomini del suo tempo e ai loro vizi
importante la sua posizione nei confronti dei due grandi suoi predecessori nella poesia satirica, lucillio e orazio
la lode di orazio appare generica e' chiamato "la gran luce venosa"
di lucilio si danno giudizi specifici sulla natura della sua poesia
la sua non e' la satira dei vizi umani in generale perfetta nel suo classico equilibrio tra contenuti e pregi stilistici, ma l'aggressiva polemica che Lcillio condusse contro i fatti e gli uomini del tempo suo
e' convinto che la corruzione e' giunta oltre le poche speranze di miglioramento
egli pensa che la sua satira di debba rivolgere ai morti ma che lo facciano perché lo intendano i vivi
in lui possiamo riscontrare retoriche deplorazioni sui vizi dell'uomo
si scaglia contro la nobiltà
usa termini del parlare quotidiano
la sua satira su sempre molto apprezzata durante tutti i periodi
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