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BENEDETTO CROCE
E' un neoidealista: riprende tematiche hegeliane, rielaborandole.
E' controcorrente rispetto ai tempi: non comprenderà la cultura scientifica ma si occuperà di storia, spirito, assoluto.
Nasce nel 1866 in Abruzzo; perde la famiglia in un terremoto e va a Roma dagli zii, gli Spaventa, famiglia di buona tradizione culturale. Inizia gli stud 646b15g i di giurisprudenza, e si interessa di storia. Nel 1893 scrive "La storia ridotta sotto il concetto dell'arte", che sarà poi riscritto completamente non solo nella forma linguistica, ma soprattutto nella sostanza, apportando notevoli cambiamenti: la storia è prima definita intuitiva, poi verrà detto l'opposto. Si accosta agli scritti di Marx, e, tra i maggiori esponenti del marxismo, incontra Labriola. Croce scrive quindi "Materialismo storico ed economie marxiste" ispirandosi a Marx; tuttavia Croce non comprenderà mai a fondo il marxismo: capirà solo che il marxismo valorizza molto l'economia.
La riflessione sui problemi artistici è invece centrale: lo studio dell'arte è fondamentale, l'arte è una fenomenale espressione umana; tra le opere sull'arte più importanti c'è "Breviario di estetica" del 1913.
Queste riflessioni le inserisce tutte in una visione della realtà che è la prospettiva hegeliana: Croce scrive infatti un saggio su "Ciò che è vivo e ciò che è morto" di Hegel; criticava alcune parti me ne elogiava altre. Di Hegel ha apprezzato molti aspetti come:
realtà è uno spirito che diviene; c'è una forza spirituale.
Però per Croce c'è stato un abuso: un uso eccessivo della dialettica; per Hegel infatti tutto il percorso dello spirito è un percorso dialettico, con continue mediazioni. Secondo Croce nel dinamismo dello spirito non ci sono solo mediazioni dialettiche: la realtà non è fatta solo di opposti , ma è fatta altresì di distinti, che Hegel ha interamente disconosciuto ed ha trattato alla stregua degli opposti. Così ad esempio fantasia ed intelletto sono distinti e non opposti, e analogamente l'attività economica e l'attività morale sono distinti e non opposti. Insomma, nello spirito vi sono "categorie" che si distinguono e che per nessuna ragione è lecito trattare a guisa di opposti. Secondo Croce la nuova dialettica dovrà essere "nesso di distinti", oltre che "sintesi di opposti".
Il divenire dello spirito è necessario: c'è però contraddizione tra Croce uomo che partecipa alla politica, nel decennio giolittiano, come ministro, e poi come oppositore al fascismo, ed il Croce filosofo, per il quale gli sviluppi della storia sono necessari: ma allora anche il fascismo è necessario in quanto è uno sviluppo della storia. Ne "La storia d'Italia", tratta la storia che va dal 1871 al 1915: non a caso il 15, perché non se la sente di analizzare la 1 WW, come storico non poteva condannare il fascismo.
Le sue ultime opere sono storiche: "Storia d'Europa nel XIX secolo" e "Storia del regno di Napoli"; nel 38 "Storia come pensiero e azione". Nel 45 Croce interverrà nei dibatti politici e pubblicherà discorsi filosofici. Muore nel 1952 a Napoli.
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