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LE RIFORME ISTITUZIONALI

politica



LE RIFORME ISTITUZIONALI

L'attuale dibattito sulle riforme istituzio­nali in Italia: repubblica parlamentare o presidenziale? Semipresidenzialismo, premierato, cancellierato.'

Tipologia B: saggio breve Ambito: politico-giuridico

Divisione in paragrafi:

1) L'Italia è attualmente una repubblica

parlamentare

2) I modelli presidenziale e semipres 212e44c iden­

ziale 3) Il premierato e il cancellierato 4) Com_ si può modificare la Costituzione




1) L'Italia, secondo la Costituzione, è una Repubblica parlamentare, in quanto al centro della vita politica è il Parlamento che, eletto dai cittadini, decide l'indirizzo politico generale dando la fiducia al gover­no. Anche il Presidente della Repubblica e Capo dello Stato è eletto dal Parlamento a Camere riunite con l'aggiunta di una rap­presentanza delle Regioni.

Questa centralità del Parlamento viene messa in discussione dalle varie proposte di riforma istituzionale che puntano a rafforza­re l'Esecutivo anche per dare al Paese una maggiore stabilità di governo.

Alcune di queste proposte s'ispirano anche a modelli vigenti in alcuni ordina­menti istituzionali stranieri, in particolare per quanto concerne la repubblica presiden­ziale, il semipresidenzialismo, il premierato e il cancellierato.

2) Nella repubblica presidenziale, come lo sono gli Stati Uniti, il Presidente è, nel contempo, capo del governo e capo del­lo Stato. Eletto dai cittadini, nei quattro anni del suo mandato esercita un ampio potere: nomina i suoi ministri, che solo a lui rispon­dono, e determina !'indirizzo politico gene­rale, non dipendendo dalla fiducia del Parla­mento.

In realtà, pochi in Italia vorrebbero che la nostra Repubblica parlamentare diventas­se una repubblica presidenziale, tanto che si preferisce parlare piuttosto di semipresiden­zialismo. È il modello adottato dalla Francia e si chiama così perché il potere esecutivo è diviso tra il Presidente della Repubblica, eletto direttamente dai cittadini, e il Primo Ministro, che è nominato dal capo dello Sta­to, ma deve ottenere la fiducia del Parla­mento.

3) Nel "premierato", il modello istitu­zionale seguito dalla Gran Bretagna, diven­ta premier, cioè capo del governo, il leader della coalizione che ottiene la maggioranza dei seggi in Parlamento. A lui spetta il com­pito di formare il governo e di nominare i ministri, mentre il Capo dello Stato si limita a garantire i poteri istituzionali, non avendo alcuna voce nell' indirizzo politico di gover­no. Proprio questo sembra essere il limite di tale sistema che finisce per concedere al premier un potere quasi assoluto, inclusa la possibilità di sciogliere anticipatamente le Camere.

Nel "cancellierato", il modello di go­verno che è in vigore in Germania, il Can­celliere federale, cioè il capo del governo, èil leader della maggioranza che vince le ele­zioni e viene eletto dal Parlamento federale (Bundestag) su proposta del Capo dello Sta­to. Il Cancelliere esercita il potere esecuti­vo, propone al Capo dello Stato i ministri da nominare e può restare in carica anche se messo in minoranza, nel caso che la nuova maggioranza non sia in grado d'indicare un successore ("sfiducia costruttiva").

4) Non sembra esserci, almeno per il momento, identità di vedute tra le forze po­litiche italiane che stanno valutando la pos­sibilità di una riforma del modello istituzio­nale: la gran parte dello schieramento di centrodestra è orientata verso il semi- presi­denzialismo alla francese; nello schiera­mento di centrosinistra invece alcune forze politiche sono divise tra il "premierato" al­l'inglese e il "cancellierato" alla tedesca ed altre sono per mantenere la repubblica par­lamentare, pur con qualche correttivo.

Nell'attesa che il nostro ceto politico giunga ad una condivisione d'intenti, alme­no per quanto riguarda il modello istituzio­nale, perché è auspicabile che le regole ven­gano stabilite con il più ampio consenso possibile, bisogna ricordare quanto previsto dall'articolo 138 della Costituzione: tutte le leggi di revisione costituzionale devono es­sere approvate da ciascuna Camera con due tumazioni di voto a distanza di tre mesi l'una dall'altra ed ottenere, alla seconda vo­tazione, la maggioranza dei due terzi di cia­scuna Camera; in caso di approvazione a maggioranza semplice, devono essere sotto­poste a referendum popolare confermativo.

È fondamentale che la scelta del mo­dello istituzionale per il nostro Paese, qua­lunque essa sia, avvenga sempre nel rispetto della democrazia, della libertà e dei diritti politici e civili dei cittadini, come vuole la nostra Costituzione.





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