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TEORIE ECONOMICHE - LA SPESA PUBBLICA

finanze



TEORIE ECONOMICHE


Il diritto tributario studia il rapporto intercorrente tra lo Stato e il contribuente.

Il primo esercita un potere impositivo, il secondo è obbligato costituzionalmente ad adempiere a tale dovere.

L'articolo 93 della costituzione afferma che tutti hanno l'obbligo di concorrere al pagamento delle imposte in proporzione della propria capacità contributiva.

Esistono teorie in merito al potere fiscale dello Stato e ciascuna di loro viene raggruppata secondo i diversi orientamenti.


Alle teorie economiche più antiche appartengono:

La teoria del consumo della scuola francese: lo Stato è un consumatore improduttivo di risorse, incapace cioè di far fronte alle esigenze dei cittadini.



La teoria dello scambio della scuola inglese: sussisterebbe un rapporto reciproco tra Stato e cittadini, grazie al prelievo operato dallo Stato sui contribuenti che ne riceverebbero in cambio servizi e infrastrutture.

La teoria della produzione tedesca: lo Stato opererebbe come un imprenditore creando servizi utili alla collettività.


Alle teorie economico-volontaristiche apparterrebbero:

La teoria dell'utilità relativa: si vorrebbe ripartire la ricchezza fra bisogni pubblici e privati secondo il principio dell'utilità marginale.

La teoria dello Stato cooperativo: si assimilerebbe lo Stato ad una cooperativa il cui obiettivo è quello di avvantaggiare i cittadini erogando a loro favore servizi e prezzi contenuti.

La teoria della votazione: il voto diventa espressione della preferenza dei cittadini verso determinate scelte finanziarie.


Alle teorie politico-sociologiche appartengono sia quella scuola di pensiero secondo la qua 555d34f le l'attività finanziaria è espressione della volontà popolare, e quella secondo la quale sia l'espressione della classe dirigente al potere. Secondo la teoria dell'illusione finanziaria, che tra tutte ha avuto più successo, l'attività finanziaria si interesserebbe ai bisogni collettivi, nascondendo però interessi puramente di parte.



LA SPESA PUBBLICA


La spesa pubblica è l'insieme dei mezzi monetari che lo Stato ed enti pubblici erogano per il raggiungimento dei fini di pubblico interesse.

In uno Stato sociale la spesa pubblica tende ad aumentare con il benessere, il progresso tecnologico, la complessità dei compiti pubblici, nonché con l'evoluzione dello Stato in senso democratico e sociale. In una fase di espansione economica si tende a ridurla per evitare l'inflazione, mentre in una fase di recessione di tende ad aumentarla per incrementare il reddito nazionale.

Esistono vari tipi di spese; le principali sono:

Spese ordinarie: sono quelle ricorrenti.

Spese straordinarie: sono quelle occasionali o eccezionali.

Spese obbligatorie: sono quelle predeterminate.

Spese discrezionali: sono quelle derivanti dalla necessità.

Spese correnti: sono quelle dei consumi.

Spese in conto capitale: sono quelle sostenute per gli investimenti;

Spese di produzione: sono quelle destinate alla creazione di beni e servizi.

Spese di trasferimento: sono quelle destinate agli enti locali.

Spese di governo: sono quelle per i bisogni pubblici.

Spese d'ordine: sono quelle necessarie per la gestione delle entrate.



LE ENTRATE PUBBLICHE


Si definiscono entrate pubbliche i mezzi monetari che affluiscono allo Stato ed enti locali per far fronte alle esigenze dell'attività finanziaria.

Le principali entrate sono:

Tributi: sono prelievi coattivi a carico dei cittadini. Essi si dividono in:

Imposte: prelievi coattivi di ricchezza, corrisposti da tutti i cittadini in proporzione alla loro capacità contributiva;

Tasse: sono prelievi individuali corrisposti da quei cittadini che beneficiano di un servizio di cui hanno fatto richiesta (es. tasse scolastiche);

Contributi: sono prestazioni economiche corrisposte da coloro che traggono un vantaggio specifico da opere o servizi di utilità generale (es. raccolta dei rifiuti).


Prezzi: sono proventi di beni e imprese pubbliche e private. Questi possono essere:

Privati: si formano liberamente sul mercato per contrattazione;

Quasi privati: si formano per contrattazione tenendo conto dell'interesse pubblico

(es. legname);

Pubblici: sono fissati unilateralmente in modo da coprire i costi (es. sigarette);

Politici: sono fissati unilateralmente in misura inferiore al costo (es. biglietti Atm).


Prestiti: indebitamento dello Stato nei confronti dei risparmiatori (es. BOT e CCT).



PRINCIPI GIURIDICI ED ECONOMICI DELL'IMPOSTA


I principali principi giuridici sono:

Universalità: si intende l'assoggettamento di tutti i cittadini al pagamento delle imposte come prevede art. 53 della costituzione.

Uniformità: è una equa distribuzione del carico tributario tra i contribuenti che realizza il principio di uguaglianza e solidarietà sociale.


Attualmente il parametro utilizzato per il pagamento delle imposte è la capacità contributiva, che misura la quantità e la qualità dei redditi dei singoli contribuenti.



In precedenza esistevano altri due tipi di principi:

Principio del beneficio: l'imposta era un compenso che i cittadini pagavano allo Stato in relazione al beneficio apportato dai servizi di cui facevano uso.

Principio del sacrificio: il contribuente pagava l'imposta allo Stato, rapportata al sacrificio che sosteneva nel privarsi di una parte di ricchezza con cui adempiva al proprio obbligo.


Altri principi previsti per il pagamento delle imposte sono:

Certezza: l'imposta deve essere determinata dalla legge;

Comodità: ogni imposta deve essere riscossa nel tempo e nel modo in cui è più comodo per il contribuente pagarla;

Economicità: lo Stato deve evitare inefficienze e sprechi nella gestione delle entrate, così da non vanificare il sacrificio dei contribuenti.

EFFETTI ECONOMICI DELL'IMPOSTA


Una eccessiva pressione fiscale sottrae ricchezza ai cittadini creando delle conseguenze negative sul mercato dal punto di vista microeconomico e macroeconomico.


Macroeconomia: ci si riferisce alla ricchezza complessiva di una nazione. Le conseguenze negative che a livello economico generale possono derivare da una maggiore pressione fiscale sono:

riduzione dei consumi

calo delle vendite

aumento generalizzato dei prezzi

maggiore disparità sociale tra classi ricche e povere

spostamento di fattori produttivi dal settore privato a quello pubblico


Microeconomia: vengono presi in considerazione gli effetti che le imposte producono sul comportamento economico delle persone che vi sono soggette. I principali effetti sono:

Evasione: reato penale che consiste della omessa presentazione della dichiarazione dei redditi o in una falsificazione di ciò che si attesta attuando un comportamento fraudolento. Chi evade sottostà a sanzioni penali ed amministrative.

Elusione è un comportamento lecito, privo di giustificazione economica in quanto diretto ad aggirare una norma fiscale. (es. una famiglia costituisce una società allo scopo di intestare i beni a loro appartenenti in modo tale da non pagare l'Irpef).

Rimozione: può essere negativa quando l'imprenditore che ha subito un aumento di imposta diminuisce il carico dell'attività produttiva. Può essere però anche positiva quando l'imprenditore aumenta il carico dell'attività produttiva per compensare il carico dell'imposta.

Traslazione: consiste nel trasferire l'onere dell'imposta su qualcuno diverso da colui che subisce l'onere. Può essere in avanti (cioè trasferita sugli acquirenti mediante l'aumento del prezzo), all'indietro (se sostenuta da chi vende) o laterale (scaricata sui produttori di altri settori); la decisione di applicare uno dei tre possibili modi di traslazione dipende dal tipo di mercato, dall'elasticità della domanda, dalla mobilità dei capitali e dall'andamento dei costi.

Ammortamento: procedimento per cui si diminuisce il prezzo di un bene immobile in misura pari all'imposta capitalizzata.

Diffusione: è la reazione a catena che si estende dal settore colpito dall'imposta ad altri settori.



TEORIE SUL BILANCIO


Teoria tradizionale: auspica la chiusura del bilancio in pareggio e il disavanzo solo in circostanze occasionali.


Doppio bilancio: auspica il pareggio annuale per il bilancio corrente e l'eventuale deficit per il bilancio in conto capitale.


Bilancio ciclico: auspica in una fase di espansione il pareggio e in una fase di recessione il disavanzo.


Bilancio funzionale: auspica l'uso da parte dello Stato dei risparmi per finanziare la spesa pubblica senza aumentare la pressione fiscale; questo sistema si chiama deficit spending che finirebbe per aumentare il deficit anziché debellarlo.




IL BILANCIO


Il bilancio è un prospetto contabile dove si annotano tutte le entrate e le spese sostenute dallo Stato in un determinato periodo di tempo.

La funzione del bilancio è triplice: tecnico contabile, di controllo e di vincolo sull'attività di programmazione economica dello Stato.

Esistono vari tipi di bilancio:

Annuale: previsione a breve termine;

Pluriennale: previsione a medio e lungo termine;

Di previsione: spese ed entrate che si prevede di realizzare nel corso dell'esercizio;

Rendiconto: consuntivo, registra i risultati di una gestione trascorsa;

Di competenza: si annotano le entrate e le spese a partire dal giorno in cui si rilevano;

Di cassa: si annotano entrate ed uscite nel momento in cui vengono riscosse e pagate.


I principi giuridici del bilancio sono:

Annualità: è il principio per cui il bilancio viene redatto anno per anno;

Universalità: tutte le entrate e le spese devono risultare in bilancio;



Integrità: non sono ammesse compensazioni tra entrate e spese;

Unità: le entrate devono affluire in un unico fondo per finanziare le spese;

Specificità: entrate e spese devono essere analitiche in modo fedele alla realtà;

Pubblicità: deve essere reso noto con messi idonei (es. Gazzetta Ufficiale).


Le entrate si strutturano nel seguente modo:

Titoli: indicano l'origine dell'entrata;

Unità previsionali: è l'accertamento dell'effettiva riscossione dell'entrata;

Capitoli: distinguono le voci delle entrate secondo l'oggetto;

Categorie: individuano la natura economica del reddito dal quale proviene l'entrata.


Le spese si strutturano in:

Funzioni obiettivo: indicano il motivo per cui devono essere pagate;

Unità previsionali: consistono nella specificazione della spesa da affrontare e della sua attuazione;

Capitoli: indicano la natura della spesa che può essere obbligatoria o discrezionale.


Le tappe che conducono all'approvazione del bilancio sono 3:

Nel mese di maggio il governo presenta alle camere il documento di programmazione economica finanziaria in cui ribadisce le linee guida degli obiettivi di spesa che intende sostenere nel rispetto del programma di indirizzo amministrativo.

Entro il 31/07 i ministri del tesoro del bilancio e della programmazione economica presentano il bilancio di previsione triennale.

Entro il 30/09 il governo redige la finanziaria e progetti di legge collegati.


La legge di bilancio, come tutte le leggi ordinarie, viene approvata dalle camere, promulgata dal capo dello Stato e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. La data ultima per l'approvazione del bilancio è il 31/12, in mancanza, entra in vigore l'esercizio provvisorio per non più di 4 mesi. Una volta entrata in vigore la legge, si autorizza la riscossione delle entrate e il pagamento delle spese, non potendo modificare le leggi preesistenti.

La Corte dei Conti esercita un controllo formale sul bilancio sia prima della sua entrata in vigore, che successivamente, per verificare la rispondenza dei risultati agli obiettivi prefissati.


IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche)


È l'imposta sul reddito delle persone fisiche corrisposta da tutti i contribuenti.

Ha le caratteristiche di essere:

Personale: in quanto colpisce l'insieme dei redditi posseduti dal contribuente tenendo conto delle condizioni di ciascuno;

Generale: in quanto colpisce l'insieme dei redditi del contribuente;

Progressiva: in quanto le aliquote che colpiscono il reddito del contribuente aumentano in relazione agli scaglioni di reddito.


Il presupposto è il possesso di redditi.

Il periodo di un'imposta è l'anno civile.

La base imponibile è il reddito complessivo al netto degli oneri deducibili.

L'aliquota è crescente per classe o scaglioni.

Le detrazioni ammesse sono stabilite in base alla natura dei redditi. Dall'imposta lorda si deducono le detrazioni derivando l'imposta netta, dalla quale si detraggono i crediti d'imposta che sono redditi di lavoro maturati all'estero e pagati in quel paese, onde evitare di sottostare al principio della doppia tassazione. Dalla differenza si detraggono le ritenute e i versamenti di acconto.

Non rientrano nel procedimento applicativo su indicato il TFR, gli arretrati, le indennità, le plus valenze e le liquidazioni di quote societarie.


Nell'IRPEF bisogna distinguere i diversi tipi di redditi posseduti dal contribuente:

Reddito dominicale del terreno: è la rendita del terreno, determinata in base al catasto e imputabile al proprietario o possessore.

Reddito agrario: è imputabile al coltivatore diretto nell'esercizio di attività agricole e si determina in base al catasto.

Reddito di fabbricati: si riferisce alle unità abitate, imputabile al proprietario o possessore e si determina in base alla rendita catastale.

Reddito di capitale: sono gli investimenti che producono un'entrata al contribuente, sottoforma di interessi (es. azioni, obbligazioni.).

Reddito di lavoro autonomo: è prodotto dai liberi professionisti e si determina in base al regime di contabilità ordinaria o semplificata.

Reddito di lavoro dipendente: comprende tutti i compensi in denaro o in natura con ritenuta alla fonte a titolo di acconto.

Reddito d'impresa: è prodotto da chi esercita un'impresa commerciale e si determina, o in base a contabilità ordinaria o in base a contabilità semplificata.



IRES O IRPEG (imposta sul reddito delle società)


È l'imposta sul reddito delle persone giuridiche o società.

È personale e proporzionale perché l'aliquota è costante, cioè non varia al variare della capacità contributiva.

Il presupposto è il possesso di redditi.

Il periodo d'imposta è l'esercizio o il periodo di gestione del soggetto passivo; sono soggetti passivi: le società, gli enti commerciali e non, società ed enti non residenti. Sono commerciali quegli enti che hanno una stabile organizzazione nel territorio italiano.



Per gli enti commerciali la base imponibile si determina in base al reddito, con sgravi fiscali per chi reinveste gli utili, deducendo gli oneri previsti dalla legge senza calcolare eventuali operazioni di trasformazione, fusione o scissione.

Per gli enti non commerciali si determina il reddito, si deducono gli oneri e si svolge un'attività di utilità sociale come le ONLUS, si riceve un trattamento agevolato.



ACCERTAMENTO


È quella attività condotta dalla agenzia delle entrate che ha come scopo di verificare la fedeltà, la completezza e l'esattezza della dichiarazione presentata dai contribuenti al fisco.

La dichiarazione dei redditi è annuale, obbligatoria (salvo casi di esonero) e analitica.

Esistono vari modelli dichiarazione:

Modello unico: è la dichiarazione delle imposte sui redditi, dell'IVA e dell'IRAP contemporaneamente.

: dichiarazione per lavoratori dipendenti e pensionati che si avvalgono del Caf.

: dichiarazione per enti e società soggetti a IRES con esercizio non coincidente con l'anno solare.

: dichiarazione per sostituti d'imposta (datori di lavoro) con più di 10 dipendenti.


È una violazione sia l'omessa presentazione della dichiarazione, sia una dichiarazione infedele. L'erroneità della dichiarazione viene rilevata previo accertamento d'ufficio o su denuncia.

Lo scopo è quello di ricostruire l'esatta capacità contributiva del soggetto avvalendosi di strumenti quali il redditometro, gli studi di settore o il metodo induttivo.

Con l'accertamento si correggono gli errori materiali, si escludono le ritenute non documentate, si escludono le detrazioni non previste (o di ammontare superiore a quelle previste), si escludono gli oneri non previsti.

Qualunque contestazione deve essere motivata e notificata al contribuente.



IVA (imposta sul valore aggiunto)


È la principale imposta indiretta che dà maggiore gettito all'erario dello Stato.

Si attiva sulla cessione di beni e servizi compiuti nel territorio della Repubblica da imprenditori e professionisti, e sulle importazioni da chiunque effettuate.

L'azienda che attiva il presupposto addebita l'importo dell'imposta al consumatore finale, fissando il prezzo al lordo dell'IVA.

Esistono 3 aliquote: del 4% (per i beni di prima necessità), del 10% (per i beni e servizi di ampio consumo) e del 20% (beni e servizi non assoggettati ad un aliquota diversa) che si applicano sulla differenza tra l'IVA a credito (pagata sugli acquisti) e l'IVA a debito (riscossa sul prezzo).

Questo meccanismo si chiama deduzione da imposta a imposta.


L'IVA ha le seguenti caratteristiche:

Plurifase: si applica ad ogni fase del ciclo produttivo;

Sul valore aggiunto: colpisce solo l'incremento del valore;

Trasparente: è ben separata dal prezzo;

Neutra: non crea effetti cumulativi in quanto è indipendente dal numero dei passaggi che compongono il processo produttivo.


La liquidazione dell'IVA avviene ogni mese o trimestre, a seconda del volume di affari realizzato dall'impresa. La liquidazione mensile o trimestrale coincide con il giorno 16, mentre quella annuale sempre entro il 16 marzo.

La liquidazione annuale può concludersi con un saldo a debito (versamento a conguaglio) o con un saldo a credito (o si riporta l'anno successivo o si chiede il rimborso, se consentito).

L'impresa entro 30 giorni dall'inizio dell'attività deve fare richiesta all'ufficio IVA competente per territorio del numero di partita IVA. L'impresa deve redigere scritture contabili obbligatorie quali: registro delle fatture, registro degli acquisti e dei corrispettivi.


RISCOSSIONE DELLE IMPOSTE


È l'incameramento da parte dello Stato delle imposte versate dai contribuenti.

Esistono vari tipi riscossione, a seconda della natura dei redditi:

Ritenuta diretta: a titolo d'imposta o di acconto, per i redditi percepiti dallo Stato.

Ritenuta alla fonte con obbligo di rivalsa: per i redditi di lavoro autonomo, dipendente e di capitale; è una forma di riscossione anticipata rispetto alla chiusura del periodo di imposta e che coincide con il momento in cui il reddito viene percepito dal contribuente.

Autotassazione: presentazione della dichiarazione dei redditi fatta dal contribuente a chiusura del periodo di imposta in cui i redditi sono stati percepiti, essendo ormai nota l'imposta netta da versare allo Stato.

Versamento in acconto: per i redditi che non sottostanno a ritenuta alla fonte; forma di riscossione che si applica prima della chiusura del periodo in cui il reddito è stato percepito.

La quota dell'acconto è pari all'imposta relativa all'anno precedente, al netto delle ritenute.

La prima rata dell'acconto è pari al 40% e va corrisposta entro il 31 maggio che è il termine prefissato per il saldo dell'imposta relativa all'anno precedente. La seconda rata, pari al 60%, va versata entro il 30 novembre.

La riscossione mediante ruolo si ha al termine dell'attività di accertamento. Il ruolo è un documento redatto dal titolare dell'ufficio, competente a gestire i tributi del comune di ciascun distretto. Quando l'atto viene sottoscritto dal titolare dell'ufficio, acquista titolo esecutivo e viene notificato al concessionario del servizio di riscossione, il quale lo notificherà al contribuente sottoforma di cartella esattoriale. Se entro 8 giorni dalla notifica il contribuente non salda il debito con il fisco, lo Stato ha tempo 60 giorni per rivalersi sul patrimonio mediante pignoramento ed espropriazione forzata.



CONTENZIOSO TRIBUTARIO


È l'insieme delle procedure previste dalla legge per risolvere le controversie tributarie tra cittadino e Amministrazione finanziaria.

Se il contribuente ritiene di essere preso di mira dal fisco ingiustamente, può presentare ricorso alle Commissioni tributarie competenti in materia. Esse sono, in primo grado le Commissioni tributarie provinciali, in secondo grado le Commissioni tributarie regionali e in terzo grado la Cassazione.

La tutela giurisdizionale del contribuente avviene mediante il ricorso degli atti emanati dagli uffici fiscali. Questi atti sono: avviso di accertamento, accertamento di rettifica e di liquidazione, iscrizione al ruolo e cartella di pagamento, messa in mora, irrogazioni di sanzioni pecuniarie, diniego o revoca di agevolazioni fiscali.

Il ricorso deve contenere le ragioni di fatto e di diritto che motivano l'iniziativa del contribuente. Di solito il processo si svolge in Camera di Consiglio, salvo che le parti non facciano espressa richiesta di pubblica udienza. Il ricorso del contribuente può essere rigettato o accolto. Prima di arrivare al dibattimento, se il contribuente riconosce la propria colpevolezza, può, con il concordato (accertamento per adesione - non necessita dell'intervento di un giudice) transare in via amichevole la liquidazione dell'imposta dovuta al fisco, ottenendo uno sconto della pena fino ad un quarto del minimo previsto. Se il processo è gia stato avviato, le parti possono, di comune accordo, ricorrere ad una conciliazione giudiziale per porvi fine al più presto. La domanda va inoltrata al presidente del tribunale, il quale redigerà il processo verbale, sancendo la sanzione prevista in aggiunta agli interessi maturati nel frattempo.












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