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ESAME DI ECONOMIA POLITICA - ISTITUZIONI
SI ESPONGA LA TEORIA DELLA CADUTA TENDENZIALE DEL PROFITTO: (A) SECONDO LA VERSIONE DI RICARDO, (B) SECONDO LA VERSIONE DI MARX, (C) SPIEGANDO L'EFFETTO DEL PROGRESSO TECNICO DI SOSTITUZIONE DI MACCHINE A LAVORO NEI DUE CASI.
Ricardo concepisce il profitto come quel che resta nelle mani dei capitalisti, una volta pagati rendita e salari. Il saggio dei profitti dipende quindi dalle condizioni tecniche della produzione e dal saggio di salario, e saggio dei profitti e saggio di salario stranno fra di loro in una relazione inversa (ad un alto saggio di salario corrisponde un basso saggio dei profitti). Il presupposto è che l'unica attività produttiva sia quella agricola e che le diverse terre abbiano diversa fertilità. La teoria della caduta tendenziale del profitto secondo la versione di Ricardo sta nel fatto i profitti verranno investiti dai capitalisti nella coltivazione di nuove terre, che avranno una produttività via via decrescente; i profitti saranno progressivamente schacciati fra rendita e salari. Venendo meno i fondi necessari per l'allargamento della produzione, il sistema, prima o poi, raggiungerà lo stato stazionario. Supponiamo che il salario sia a livello di sussistenza: essendo positivi i profitti, i capitalisti sono mossi ad accumulare. In base alla legge di Say, fintanto che i profitti sono positivi, i capitalisti li reinvestiranno. Sul mercato del lavoro si crea allora un eccesso di domanda, in quanto essendo il salario al livello di sussistenza, tutti i lavoratori sono occupati. Si apre così la concorrenza tra capitalisti, che si disputano i lavoratori scarsi offrendo salari più elevati. Per la legge di Malthus la popolazione aumenta e l'eccesso di domanda di lavoro viene compensata dall'aumento dell'offerta e la concorrenza tra lavoratori riporta il salario al livello di sussistenza. Crescendo la popolazione, aumenta la domanda di grano, per cui si avranno più lavoratori occupati e un maggior numero di terre messe a coltura. A parità di saggio di salario, che è ritornato al livello di sussistenza, il saggio dei profitti diminuisce a causa della minor fertilità delle nuove terre messe a coltura. Il tutto si ripeterà, senza crisi, fino a quando il monte salari esaurirà il prodotto netto di rendita. In questo contesto, l'introduzione di macchine nel processo produttivo può risultare dannosa per la classe dei lavoratori, in quanto aumenterà il reddito netto della società e contemporaneamente diminuirà il reddito lordo (e quindi i salari). Ad un aumento del reddito netto del paese si contrapporrebbe, quindi, un peggioramento delle condizioni dei lavoratori. Tuttavia l'impiego delle macchine va incoraggiato perché, se al capitale non si consente di ottenere il massimo dei reddito netto che l'impiego delle macchine può dare, esso verrà inviato all'estero, causando effetti ancor più negativi.
Secondo Marx invece il saggio dei profitti è pari al rapporto fra profitti e capitale investito (r = s / (c + v)); se si dividono numeratore e donominatore per il valore del capitale variabile (r = (s / v) / (c / v) + 1) si ottiene che il saggio dei profitti è pari al saggio di sfruttamentoo saggio del plusvalore (s = s / v) diviso per il rapporto fra capitale costante e capitale variabile più uno (q = c / v + 1). Siccome il reddito si distribuisce tra capitalisti e lavoratori, i capitalisti cercheranno di comprimere i salari sostituendo lavoratori con macchine. Questo produrrà disoccupazione e la concorrenza fra disoccupati e occupati comporterà una diminuzione dei salari; ma i redditi che pagano le merci prodotte sono principalmente proprio i salari, e d'altra parte l'aumento del capitale costante rispetto al capitale variabile, a parità di ogni altra circostanza, farà algebricamente diminuire il saggio dei profitti.
Quindi, mentre per Ricardo il progresso tecnologico ha un effetto positivo in quanto riesce a posticipare il punto di azzeramento del profitto, per Marx è sempre un fattore negativo.
SI CONSIDERI LA TEORIA DEI PREZZI IN SMITH. SI MOSTRI: (A) COME SI CALCOLA IL LAVORO COMANDATO A PARTIRE DALLA DEFINIZIONE "ADDITIVA" DEI PREZZI; (B) SOTTO QUALI CONDIZIONI IL LAVORO COMANDATO E' SUPERIORE OPPURE PARI AL LAVORO CONTENUTO; (C) QUANDO I PREZZI POSSONO DEFINIRSI "NATURALI".
La definizione "additiva" dei prezzi parte dalla seguente formula: p = wl + rk + rt, dove w=saggio di salario, l=fabbisogno unitario di lav 545f59f oro, r=saggio di profitto, k=fabbisogno unitario di mezzi di produzione, r=saggio di rendita, t=fabbisogno unitario di terra. Se si prende a unità di misura il saggio di salario, dividendo tutto per w, si ottiene che il lavoro comandato (cioè il lavoro che si può comperare con il ricavato della vendita di una merce) è pari a p / w = l + (rk + rt) / w ed è > l (cioè superiore al fabbisogno unitario di lav 545f59f oro). Ne deriva quindi che il lavoro comandato è maggiore del lavoro contenuto, e la differenza tra i due è pari al sovrappiù (profitto e rendita) per unità di prodotto. Il lavoro comandato sarà uguale al lavoro contenuto solo in uno stadio "rozzo e primitivo" della società, nel quale tutto il prodotto del lavoro appartiene al lavoratore; cioè, qualora non vi fosse sovrappiù. Il prezzo di una merce può definirsi "naturale" se i saggi di salario, di profitto e di rendita sono uniformi nei diversi settori (altrimenti i prezzi di mercato saranno diversi da quelli naturali).
SI DISCUTA IL PROCEDIMENTO MARXIANO DI TRASFORMAZIONE DEI VALORI IN PREZZI MOSTRANDO SOTTO QUALI CONDIZIONI IL RAPPORTO TRA I VALORI EGUAGLIA IL RAPPORTO TRA I PREZZI
Per Marx il saggio dei profitti (r = S / (C + V) dipende (dividendo numeratore e denominatore per V) dal saggio del plusvalore (s = S / V) e dalla composizione organica del capitale (q = C / V). Il saggio dei profitti deve essere uniforme nei diversi settori, perché altrimenti i capitali sarebbero investiti nei settori a più alto saggio dei profitti. Anche il saggio del plusvalore è uniforme nei diversi settori, mentre cambia la composizione organica del capitale. Se le merci si scambiassero secondo la regola del lavoro contenuto, il saggio dei profitti risulterebbe diverso nei diversi settori. I valori dovranno trasformarsi, per effetto della concorrenza, in prezzi tali da assicurare l'uniformità del saggio dei profitti. Questa trasformazione avviene nel seguente modo: prendiamo ad esempio due industrie, I e II, nelle quali il saggio di plusvalore sia uniforme e la composizione organica del capitale differente. Assumendo come unità di misura il valore della merce II si ha che il valore di scambio tra merce I e merce II è 4:1. Quindi, se le merci si scambiassero in base al loro valore, il saggio dei profitti sarebbe superiore nell'industria II, causando una migrazione di capitali dall'industria I alla II fino alla formazione di un saggio generale del profitto. In realtà, secondo Marx, la trasformazione del plusvalore in profitti non si determina a livello di singola impresa o sfera di produzione, bensì si determina a livello dell'economia nel suo complesso, per cui il profitto addizionale sul prezzo di produzione è indipendente dalla sua particolare sfera di produzione e corrisponde alla media per cento rispetto al capitale anticipato. In questo modo si calcolerà il plusvalore complessivo, il capitale complessivo ed il loro rapporto, che sarà il saggio generale di profitto. Questa % verrà applicata a ciascuno dei due capitali complessivi, determinando il prezzo di produzione di ciascuna merce, che risulterà diverso dal valore iniziale. Il rapporto tra i valori sarà uguale al rapporto tra i prezzi sono nel caso in cui ci si trovi in quello stadio "rozzo e primitivo" della società nel quale il saggio dei profitti fosse uguale a zero nei due settori.
COM'E' NOTO MOLTI ECONOMISTI CLASSICI COME RICARDO ACCETTAVANO LA LEGGE DI SAY, MENTRE ALTRI COME MALTHUS E MARX LA CRITICAVANO. SI SPIEGHI: (A) IN CHE COSA CONSISTE TALE LEGGE; (B) QUALE CRITICA MUOVEVA AD ESSA MALTHUS; (C) QUALE CRITICA MUOVEVA AD ESSA MARX.
In base alla legge di Say tutti i redditi sono interamente spesi, sia da parte dei capitalisti che da parte dei lavoratori. In questo modo viene esclusa la possibilità di crisi generali, perché chi vende non avrebbe altro scopo che ritornare sul mercato nella veste di compratore utilizzando tutto il potere d'acquisto ottenuto dalla vendita (quindi, tutto quello che viene prodotto viene consumato). Si suppone, in questo caso, che la moneta sia soltanto lo strumento per effettuare lo scambio e che il valore complessivo della domanda sociale sia sempre uguale al valore complessivo dell'offerta. Secondo Malthus, invece, c'è necessariamente un'eccedenza della produzione rispetto al consumo, con conseguente impossibilità di realizzazione da parte del mercato e dunque impossibilità di un processo regolare di riproduzione allargata. Il processo di riproduzione può manifestarsi soltanto attraverso crisi, nelle quali lo squilibrio tra produzione e comsumo svolge un ruolo essenziale; infatti, nel capitalismo, lo scopo della produzione non è il consumo, ma la valorizzazione del capitale. Per Marx l'equilibrio capitalistico individuato nella legge di Say è possibile, ma è soltanto un caso, in quanto non è imposto da una necessità naturale, per cui il verificarsi spontaneo di tali condizioni è improbabile e, se anche si verificassero, nulla assicura che esse comportino il massimo livello di attività e di occupazione del sistema. Inoltre per Marx, a differenza di Say (per il quale si ricorda che tutti i redditi venivano spesi) il denaro non svolge solo la funzione di mezzo di pagamento, ma può anche essere tesaurizzato, nel caso il capitalista giudichi troppo basso il saggio dei profitti; così facendo, le condizioni della riproduzione non vengono soddisfatte e la legge di Say non ha più valore.
SI CONSIDERI UN'ECONOMIA RICARDIANA CHE PRODUCE SOLO GRANO; (A) SI CALCOLI IL SAGGIO DI PROFITTO IN TALE ECONOMIA; (B) SI RAPPRESENTI GRAFICAMENTE LA RELAZIONE TRA SAGGIO DI SALARIO REALE E SAGGIO DI PROFITTO DIMOSTRANDONE LE PROPRIETA'; (C) SI DICA QUALE SAREBBE IL LIVELLO DEL SAGGIO DI PROFITTO SE I CAPITALISTI PAGASSERO AI LAVORATORI UN SAGGIO DI SALARIO PARI AL LORO PRODOTTO MARGINALE.
Nel modello semplificato di Ricardo il capitale consiste soltanto nelle sussistenze anticipate dai capitalisti ai lavoratori, e tali sussistenze consistono interamente in "grano" (eludendo in questo modo il problema del valore). Per Ricardo il profitto è quel che resta nelle mani dei capitalisti, una volta pagati rendita e salari; dunque il saggio dei profitti (r) è pari al profitto (P) fratto il capitale (K):
r = P / K dove:
P = X (prodotto sociale) - W (salari) - R (rendite)
X = f(N)
W = N (numero lavoratori) x (saggio di salario corrente)
R = f(N) (prodotto sociale) - N f'(N) (prodotto sociale marginale)
K = W
Da cui, sostituendo nella formula iniziale, si ottiene:
r = f(N) - Nx - f(N) - Nf'(N) / Nx che, semplificata, da: r = f'(N) / x - 1
Dalla formula appare evidente che il saggio di profitto dipende, inversamente, dal saggio di salario, che è posto al denominatore: più aumenta il saggio di salario, più diminuisce il saggio di profitto.
Dal punto di vista grafico, tale relazione può essere espressa nel modo seguente:
x
f'(N*)
r
Il saggio di salario non può salire al di sopra del prodotto marginale, e quando è pari ad esso il profitto è pari a zero. Nello stesso modo, il saggio dei profitti tenderebbe all'infinito se il saggio di salario tendesse a zero
E' NOTO CHE LA TEORIA RICARDIANA DEL VALORE-LAVORO NON E' VALIDA UNIVERSALMENTE. SI MOSTRI SOTTO QUALI CONDIZIONI CIRCA I PERIODI DI PRODUZIONE E CIRCA I FABBISOGNI (COEFFICIENTI) DI CAPITALE ESSA RISULTA CONFERMATA
La teoria Ricardiana del valore-lavoro è valida solo a condizione che i periodi di produzione siano uguali nei settori esaminati; infatti, se i periodi di produzione fossero diversi, l'uniformità dei saggi di profitto richiederebbe che il profitto stesso, in equilibrio, fosse commisurato al periodo di produzione. Ma in questo modo i prezzi delle merci sarebbero condizionati non solo dal lavoro contenuto, ma anche dal saggio dei profitti. Parimenti, per quanto riguarda i fabbisogni di capitale, la teoria del valore-lavoro è confermata solo in presenza di settori che impiegano la stessa quantità di beni capitali.
Usando le formule avremo:
p (prezzo dei beni) = w (saggio di salario) l (coefficiente di lavoro) + r (saggio di profitto) k (coefficiente di capitale)
siccome per Ricardo il capitale consiste solo nelle anticipazioni salariali (K = W = Nw) allora k = wl
p = wl + rwl = wl (1 + r)
Considerando i due settori, i rispettivi prezzi saranno (a parità di saggio di salario nominale w)
p1 = wl1 (1 + r1)
p2 = wl2 (1 + r2)
e il saggio dei profitti sarà:
r1 = p1 / wl1 - 1
r2 = p2 / wl2 - 1
Affinchè il saggio dei profitti sia uniforme, i prezzi delle merci dovranno quindi essere tali che:
p1 / p2 = l1 / l2
Se le due merci avessero tempi di produzione diversi, i prezzi sarebbero commisurati al tempo, per cui l'uguaglianza di cui sopra non potrebbe più verificarsi, essendo:
p1 / p2 = l1 / l2 (1 + r) t1 - t2
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Considerando due settori e supponendo che il saggio di salario nominale w sia uniforme, i rispettivi prezzi saranno:
p1 = wl1 (1 + r1)
p2 = wl2 (1 + r2)
e il saggio dei profitti sarà:
r1 = p1 - 1
wl1
r2 = p2 - 1
wl2
Affinchè il saggio dei profitti sia uniforme, i prezzi delle merci dovranno quindi essere tali che:
p1 = l1
p2 l2
Presupposto di validità della teoria di cui sopra: le due merci hanno tempi di produzione uguali e uguale coefficiente di fabbisogno annuo di mezzi di produzione. Se le due merci avessero tempi di produzione diversi, i prezzi sarebbero commisurati al tempo, per cui l'uguaglianza di cui sopra non potrebbe più verificarsi, essendo:
p1 = l1 (1 + r) t1 - t2
p2 l2
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