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RELAZIONE

economia



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Il controllo dei costi risulta fondamentale nella gestione d'impresa. Il costo dei prodotti ottenuti rappresenta, infatti, una variabile del vantaggio competitivo: il loro controllo presuppone che l'impresa disponga di un sistema basato su procedure complesse di rilevazione,elaborazione, localizzazione e imputazione dei costi. 949e47j

Dopo aver sviluppato l'argomento nelle linee generali, soffermati sulla classificazione dei costi, con particolare riferimento ai costi specifici e comuni, variabili e fissi. In seguito svolgere uno dei seguenti punti:

  • La contabilità gestionale a direct- e a full costing
  • Calcolare con dati a scelta il costo industriale di 3 prodotti e confrontare i risultati ottenuti con i due metodi.



Il complesso scenario odierno in cui l'impresa si trova ad operare, presuppone un ruolo sempre più determinante del sistema informativo, che si sta sempre più delineando come un vero e proprio insieme di network informativi.

Nell'ambito interno all'azienda si colloca il sistema informativo direzionale, che raggruppa in se i processi, le tecniche, gli strumenti con cui si raccolgono, rappresentano, analizzano i dati e si interpretano le informazioni derivanti dalla loro elaborazione, al fine di supportare le decisioni degli organi direzionali. Soddisfando le esigenze della contabilità direzionale, questo sistema informativo si avvale:

del budget

della contabilità gestionale

della contabilità generale

della valutazione delle performance

del reporting.

La contabilità generale, tracciata attraverso il sistema del patrimonio e del risultato economico, prende in considerazione l'impresa nella sua unitarietà sotto l'aspetto consuntivo. Per tanto ha per oggetto i fatti esterni di gestione, rilevati nel loro aspetto finanziario ed economico, che permettono il raggiungimento dello scopo aziendale, quale la determinazione del risultato economico e del patrimonio di funzionamento.

La contabilità gestionale, invece, ha per oggetto i fatti interni di gestione. Infatti, è quella parte del sistema informativo contabile che consente di attuare il controllo della gestione nell'aspetto economico, attraverso la misurazione, la rilevazione, la destinazione, l'analisi dei costi e dei ricavi.

Più specificatamente, misura i costi di prodotto, individua la struttura di questi e calcola i risultati economici parziali. A tal fine rileva i costi dei fattori produttivi nel momento in cui vengono utilizzati nella produzione e in base alla loro destinazione a un oggetto. Questi costituiscono una variabile cruciale del vantaggio competitivo, tuttavia per raggiungere e mantenere una posizione di superiorità nel mercato è necessario considerare anche le variabili qualità e tempestività nel soddisfare le esigenze del cliente. Ne consegue che nella gestione dei costi odierna i tradizionali sistemi di contabilità gestionali sono eclissati da evoluti sistemi di cost management, i quali sono finalizzati ad analizzare e gestire i fenomeni aziendali che stanno all'origine dei costi e della qualità. Poiché il valore creato dall'impresa è il risultato della differenza tra il rendimento e il costo del capitale investito, un'attenta gestione dei costi consente di incrementare il valore creato dall'impresa. È necessario notare come la contabilità generale distingua i concetti di "costo di un fattore produttivo acquisito" e di "costo di competenza", mentre la contabilità gestionale si soffermi sulle nozioni di "costo di un fattore produttivo impiegato" (valore del consumo di un fatt. produttivo nel momento in cui viene impiegato nella fase di produzione) e di "costo del prodotto" (costo attribuito all'output del processo di trasformazione fisico-tecnica).

Soffermandosi dunque sulla contabilità gestionale, la classificazione dei costi può avvenire secondo diverse metodologie. Se si prende in considerazione l'oggetto per il quale sono stati impiegati i fattori produttivi consumati, i costi si distinguono in:

specifici: sono costi dei fattori produttivi e delle attività impiegati specificatamente ed esclusivamente per ottenere un oggetto (consumi della materia prima impiegata nella produzione di un oggetto)

comuni: riguardano i fattori e le attività impiegati per svolgere più produzioni nello spazio o nel tempo, riferendosi quindi a più oggetti. La distinzione tra questi e i costi specifici dipende dall'ampiezza dell'oggetto di cui si calcola il costo (un costo può essere considerato specifico per il reparto X ma all'interno di questo, comune per la produzione dei vari articoli xx, xy .)

generali: sono sostenuti per l'impresa nel suo complesso.


Osservando, invece, la relazione esistente tra livello dei costi e volumi di produzione, i costi si distinguono in variabili e fissi. I primi, al variare delle quantità prodotte, variano proporzionalmente o più - meno che proporzionalmente. Incidono quindi sul costo unitario in misura costante e sussistono solo se vi è produzione. Sono costi variabili il costo delle materie prime, delle parti componenti, della manodopera diretta. I costi fissi presentano il vincolo tecnico della capacità produttiva, entro i limiti del quale non variano al variare della produzione, questo implica che la loro presenza è costante anche se la quantità prodotta è pari a zero poiché sono costi di struttura. Il loro ammontare dipende dalla struttura tecnico - organizzativa e dalla conseguente capacità produttiva. Queste variabili possono essere modificate nel medio - lungo periodo, per tanto i costi fissi considerati nel breve periodo costituiscono una quota costate, andando ad incidere sul costo unitario in modo inversamente proporzionale rispetto alla quantità prodotta. Sono tipici costi fissi le quote di ammortamento, i canoni di locazione e leasing, i premi di assicurazione.


Altra classificazione può avvenire a seconda del modo con cui i costi dei fattori impiegati sono riferiti all'oggetto del calcolo; questi si distinguono in diretti (imputabili in modo immediato ad un dato oggetto), e indiretti (i quali non possono essere imputati ad un determinato oggetto o non è conveniente farlo). Oppure a seconda della funzione aziendale, o dei fattori ai quali si riferiscono, al momento in cui si effettua il calcolo, alla possibilità di eliminarli cessando di fabbricare determinati prodotti, agl'effetti delle decisioni aziendali e ai dati in base ai quali si calcolano.


Anche la stessa contabilità gestionale può diversificarsi prendendo in considerazione il metodo con cui si calcola il costo di un oggetto. La contabilità può essere tenuta a:

costi diretti (direct costing)

costi pieni (full costing).


La contabilità gestionale a direct costing attribuisce all'oggetto di costo sia i costi variabili sia i costi fissi specifici (costi diretti). La differenza tra i ricavi netti di vendita dei prodotti e i costi diretti riferiti ai prodotti determina il margine di contribuzione, il quale deve coprire i costi generali della produzione o dell'impresa considerata nel suo insieme. Più precisamente i margini che vengono presi in esame sono due. Il primo, detto margine di primo livello o lordo, è il risultato della differenza tra i ricavi netti e i costi variabili industriali del venduto; questo evidenzia in quale misura le vendite sono in grado di coprire tutti i costi fissi. Per misurare il contributo delle diverse produzioni alla copertura dei costi fissi comuni e generali, invece, si prende in esame il margine di contribuzione di secondo livello o netto, dato dalla differenza tra il margine lordo e i costi fissi specifici. Al margine assoluto, in caso di determinate scelte aziendali, è opportuno affiancare il margine unitario dove il margine lordo viene rapportato alla quantità venduta, in termini fisici o monetari. Il direct costing ha il pregio di costituire una metodologia di calcolo dei costi semplice ed oggettiva. Tuttavia è poco significativo in realtà aziendali in cui i costi comuni e generali sono sostanzialmente più influenti a scapito di costi specifici fissi e variabili.


La contabilità gestionale a full costing attribuisce all'oggetto di calcolo sia i costi variabili sia i costi fissi basandosi sulla distinzione di costi diretti o indiretti, ossia imputabili o meno direttamente all'oggetto prodotto. Il costo viene così configurato in:

costo primo: dato dalla somma dei costi specifici diretti

costo industriale (o di produzione): in cui al costo primo si aggiungono i costi generali di produzione imputati indirettamente secondo diversi criteri di divisione

costo complessivo: è un costo pieno dove al costo industriale si aggiungono le quote di costi generali di amministrazione e di vendita, di oneri finanziari e tributari, imputati indirettamente.

Da quest'ultimo si può giungere al costo economico - tecnico aggiungendo quote riferibili agl'oneri figurativi, rappresentando quindi la configurazione di full cost più completa.

Tuttavia con questo metodo i risultati variano a seconda dei procedimenti di imputazione e delle basi utilizzate. Ne consegue che le diverse configurazioni sono grandezze soggettive, dipendenti dalle modalità di calcolo.






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