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La Banca d'Italia

economia



La Banca d'Italia



La Banca d'Italia, istituita nel 1893, svolge le funzioni di banca centrale e di unico istituto di emissione; inoltre è l'organo tecnico di vigilanza sul sistema bancario. In base alla legge bancaria del 1936 la Banca d'Italia è diventata Istituto di diritto pubblico, ossia pur avendo una struttura simile ad una società per azioni, le quote di partecipazione possono 515c26f essere possedute soltanto da enti creditizi pubblici e dagli istituti di previdenza e di assicurazione.

Questi enti costituiscono l'assemblea dei partecipanti, che svolge dei compiti simili a quelli degli azionisti, e nomina il consiglio superiore che è composto dal governatore e da dodici consiglieri, quest'ultimi sono eletti su base regionale.



Il governatore è il massimo organo esecutivo della Banca d'Italia, il quale è nominato a vita dal consiglio superiore, inoltre quest'ultimo è l'organo che può revocarla dalla carica. Per effettuare la nomina o la revoca del governatore occorre l'approvazione del Consiglio dei Ministri e un decreto del Presidente della Repubblica. Ciò non toglie che il governatore e la stessa Banca d'Italia godano di una larga autonomia.

Il governatore, il direttore generale e i due vice direttori generali formano il direttorio della banca. Il governatore oltre a sovrintendere all'amministrazione della banca è consigliere del governo in materia creditizia e ha l'alta direzione dell'Ufficio italiano cambi (UIC).

Con la funzione di vigilanza la Banca d'Italia esercita i suoi poteri nei confronti dell'intero sistema bancario, per cui controlla le banche, i gruppi bancari e anche gli intermediari finanziari.

Tra i documenti della Banca d'Italia, il più importante è la Relazione annuale, presentata entro il 31 maggio all'assemblea dei partecipanti, e specialmente le Considerazioni finali del governatore, in cui vengono esposte l'attività e la politica della banca centrale nell'anno precedente. La relazione contiene dati e valutazioni analitiche sull'economia italiana e internazionale.

La Banca d'Italia ha oggi la responsabilità dell'esecuzione della politica monetaria e creditizia, per cui gode di autonomia dal Governo.

Per dare maggiore autonomia alla banca centrale nell'attuazione della politica monetaria, dal 1981 il "divorzio" con il Tesoro consente alla Banca d'Italia di non garantire l'intero collocamento dei BOT offerti nel caso non fossero stati interamente sottoscritti da banche e privati.

Nel 1992 è stata attribuita alla banca centrale piena autorità nella fissazione del tasso ufficiale di sconto. Il "divorzio" è diventato completo con l'estinzione, nel 1993, del conto di Tesoreria,la linea speciale di credito che, nata per sopperire a momentanee esigenze di liquidità, si era trasformata nel tempo in una forma di finanziamento stabile del fabbisogno del Tesoro. Questa situazione era in contrasto con il trattato di Maastricht che prevede un divieto per le banche centrali di concedere scoperti di conto alle amministrazioni statali.





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