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Il mondo post napoleonico

economia



Il mondo post napoleonico

La caduta di Napoleone diede inizio all'età della Restaurazione (1815-1830) che segnò il ritorno della pace in

Europa, ma al tempo stesso segnò uno scarso sviluppo economico.

L'Inghilterra era la capofila dell'Europa nell'industrializzazi 959c22j one grazie all'aumento della popolazione,

all'organizzazione bancaria e commerciale senza rivali e agli investimenti esteri. Dal 1940 diede il via alla

rivoluzione dei trasporti. Sicura della propria potenza, se prima della caduta di Napoleone era stata gelosa

della sua superiorità tecnica e aveva vietato l'esportazione delle macchine, dopo il 1815 abolì i divieti. Infatti

dal 1815 al 1839 i metodi e le tecniche inglesi furono importanti nell'evoluzione della vita economica delle



province belghe del Regno dei Paesi Bassi.

Gli altri Paesi furono caratterizzati da uno sviluppo più lento.

In Francia nel 1826 su 32 milioni di popolazione, 26 vivevano ancora di agricoltura. L'alta banca francese

assunse una posizione di rilievo, ma solo dopo il 1840 si verificò il vero e grande progresso nel settore

industriale.

Negli Stati tedeschi le industrie moderne nascevano solo grazie al capitale straniero e con l'assistenza dei

tecnici inglesi; tuttavia la produzione industriale era sempre di tipo artigianale. Le industrie renane e della

Ruhr si svilupparono solo dopo il 1835, quando l'Unione Doganale (Zollverein) ampliò il mercato di vendita.

In Italia negli anni della Restaurazione tutti gli Stati usavano una politica protezionistica e l'industria dovette

quindi superare gravi ostacoli. Solo in Lombardia (legata all'Impero Austriaco) c'era qualche iniziativa

industriale. Nello Stato Pontificio le novità erano assenti, mentre nel Regno delle Due Sicilie bisognò

attendere l'ascesa al trono di Ferdinando II per assistere ad una politica più innovativa in campo economico.

In Austria le industrie esistenti erano tecnologicamente molto arretrate, così come in Russia, dove tutta la

produzione industriale era estremamente primitiva.

In tutta Europa (anche in Inghilterra), l'economia agricola era preminente. Tutte le crisi di quegli anni (1817,

1828-32, 1839-40) iniziarono infatti come crisi agricole.

Lo sviluppo della produzione industriale si scontrava con il problema dei mercati (specialmente in Gran

Bretagna), in quanto il mercato interno era insufficiente per assorbire la produzione nel settore tessile e

meccanico. Questo accadde anche in Francia, seppure in misura ridotta. Questi problemi economici furono

importanti nella nascita dei movimenti delle nazionalità. L'opposizione belga alla dominazione olandese e

l'ostilità del Lombardo-Veneto a quella austriaca furono ispirate da considerazioni economiche. Anche

l'Unione Doganale fra gli Stati tedeschi del 1834 fu un preliminare per l'unione politica.

In questo periodo si aprono nuovi orizzonti per l'economia europea.

Le colonie spagnole in America si ribellarono contro la madrepatria nel 1810 sotto la guida dei creoli, che

volevano liberarsi dal regime amministrativo che poneva il controllo nelle mani di funzionari spagnoli e dal

monopolio commerciale che la madrepatria si era riservato. I fautori dell'indipendenza si battevano contro

l'assolutismo ma quando essi invocavano i principi di libertà politica, non li concepivano che a loro profitto.

Desideravano infatti solo assicurare alla ricca e ambiziosa società creola la libertà di sviluppare le iniziative

più opportune. Anche dei fattori esterni aiutarono il movimento indipendentista, come l'invasione francese

della Spagna e la guerriglia antinapoleonica, e permisero la proclamazione dell'indipendenza. Un nuovo vasto

mercato si aprì dunque all'attività economica europea.

Gli Stati Uniti dopo la guerra di indipendenza e la guerra del 1812 con l'Inghilterra avevano consolidato la

loro posizione e vedevano nuove possibilità di espansione nel crollo dell'impero spagnolo. Essi si espansero il

loro territorio con la Lousiana e con la Florida e nel 1823 il presidente Monroe affermò il principio

dell'"America agli americani", sancendo la fine dell'espansione europea in America. In questo modo il

continente fu riservato alla nascente potenza degli Stati Uniti.





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