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CAPITOLO III° DE "I PROMESSI SPOSI"

letteratura



CAPITOLO III° DE "I PROMESSI SPOSI"


RIASSUNTO:

Lucia, dopo aver licenziato le amiche, scese a pian terreno dove incontrò sua madre e Renzo ed a loro svelò che qualche giorno prima, tornando dalla filanda, aveva incontrato Don Rodrigo che era in compagnia di un altro signore. Egli cercò di trattenere la ragazza ma lei lo evitò e la stessa cosa accadde il giorno dopo, per cui lei si preoccupò convincendosi che don Rodrigo aveva posto gli occhi su di lei. Dopo, poi, senza dir niente né alla mamma e né allo sposo, preferì confidarsi con Padre Cristoforo il quale le consigliò di affrettare la celebrazione delle nozze nella speranza di spegnere sul nascere quell'attenzione che Don Rodrigo aveva mostrato di avere per lei. A sentire queste cose Renzo fu preso da una furia assassina nei riguardi di Don Rodrigo, ma Agnese riuscì a calmarlo facendoli capire che era opportuno prima consultare il Dot 626j94g tor Azzegarbugli, perché costui desse a loro un consiglio per potere risolvere quella brutta vicenda. Agnese per tanto consegnò a Renzo, come compenso da portare all'avvocato, quattro capponi.

Renzo, prendendo strade secondarie per sfuggire alla curiosità della gente, andò a Lecco dal dottore, pensando fra sé quello che avrebbe detto all'avvocato. Giunto alla casa dell'avvocato consegnò i polli alla sua domestica, dopo di che, egli, spiegò il perché del suo arrivo.



Il dottore in un primo momento pensò che Renzo fosse un bravo e che fosse stato lui a impedire il matrimonio di qualcuno, ma quando apprese che il giovane non aveva potuto celebrare il suo matrimonio e che era intervenuto Don Rodrigo ad impedirlo, l'avvocato, al solo sentire quel nome rifece consegnare i capponi al giovane e lo cacciò via.

Intanto Agnese e Lucia stavano parlando fra di loro, quando bussò alla porta Fra Galdino che era in giro per la questua delle noci. Le donne diedero una grande quantità di noci al fraticello, il quale ringraziò ma nello stesso tempo raccontò il famoso "Miracolo delle noci" (vr. 332 a 363). Alla fine Lucia pregò Fra Galdino di riferire, tornando al convento, al Padre Cristoforo, di aver bisogno del suo aiuto. Partito Fra Galdino, arrivò Renzo di ritorno dall'incontro con Azzegarbugli. Egli si dimostrò sfiduciato, ma Agnese e Lucia lo assicurarono, dicendogli di non disperarsi, perchè in loro aiuto sarebbe certamente venuto Padre Cristoforo.


SPAZIO:

la vicenda si svolge principalmente nella casa di Lucia e nello studio del dottore Azzeccagarbugli. Entrambi i luoghi sono descritti minuziosamente e simboleggiano rispettivamente la protezione da Don Rodrigo, per Lucia e il rifugio dove tramare qualche insidia alla già debole giustizia del tempo, per il dottore.

La casa di Lucia era a piano terra ("terrena" vr. 1) e un po' fuori dal paese come sappiamo già dal capitolo precedente.

Lo studio del dottore era "uno stanzone, su tre pareti del quale erano distribuiti i dodici Cesari, la quarta coperta da un gran scaffale di libri vecchi e polverosi. una tavola gremita da acclamazioni.tre o quattro seggiole. un seggiolone a braccioli, con una spalliera alta e quadrata, terminata agli angoli con due ornamenti di legno. borchie." vr. 114 a 121.

Questa descrizione così disgustosa da parte di Manzoni, ci da una idea della poca serietà del dottore e del rispetto che lui aveva per il proprio lavoro.


TEMPO:

il tempo del racconto e quello della storia sono pressappoco coincidenti, si hanno alcune piccole differenze solo nelle digressioni come nella sequenza del miracolo delle noci o la condizione de' cappuccini.

Il tempo storico, è invece, sempre il giorno delle teoriche nozze di Renzo e Lucia, perché non abbiamo marche temporali che ci indicano il passaggio ad un nuovo giorno.



MARCHE TEMPORALI:

Pochi giorni,( vr. 14);

Giorno dopo, (vr. 19);

Quel giorno,(vr. 22);

Quella mattina,(vr.27);

Questa mattina,(vr. 50);

15 ottobre 1627 (vr. 149);

(vr. 157);

Oggi,(vr. 317);

Un giorno,( vr. 333);

Quest'anno, (vr.339).


PERSONAGGI:


SISTEMA E PRESENTAZIONE


PRINCIPALE Renzo, è introdotto dal narratore.

COMPRIMARI  Azzeccagarbugli,  che è introdotto da Agnese (" cercate il dottor Azzeccagarbugli" vr. 73 e 74)e poi presentato dal narratore.

SECONDARI  Agnese, Lucia e Fra Galdino,Fra Cristoforo, entrambi introdotti dal narratore.


CARATTERIZZAZIONE


RENZO: in questo capitolo lo vediamo come un ragazzo impulsivo e vendicativo ("questa è l'ultima che fa quell'assassino" vr. 56) come era già stato anticipato nel primo capitolo da Don Abbondio ("ragazzaccio" ( vr. 385) "che si innamora, vuole sposarsi e non pensa ad altro (vr.386) e come avevamo già notato nel secondo, quando minaccia Don Abbondio.


LUCIA: Lucia si riconferma una ragazza fedele, infatti non cede alle lusinghe di un oumo molto più ricco di lei, calma come la madre, che pensa sempre agli altri ("Lucia aveva avuto due buone ragioni." vr. 33) e ha fede nel Signore credendo nella provvidenza ("Il signore c'è anche per i poveri" vr. 58.


AGNESE:


FISICA: non ha una caratterizzazione fisica ma sappiamo che naturalmente è molto più grande di Renzo e Lucia ("io sono venuta al mondo prima di voi." vr69),


SOCIALE: madre di Lucia (" in confessione, mamma" vr. 25), povera come Lucia (" a noi poverelli" vr. 71),


PSICOLOGICA: buona d'animo, calma, cerca di dare dei buoni consigli alla figlia e al futuro genero, non sempre riuscendo nell'intento, come in questo caso. ("volentieri questi pareri." vr. 88).


FRA GALDINO è un frate cappuccino, dello stesso  convento di Fra Cristoforo che andava in quel periodo in giro per le case a fare la questua delle noci. Una persona buona che è dispiaciuto delle poche noci raccolte ("Poco bene, poco bene" vr. 322).


DOTTOR AZZECCAGARBUGLI


FISICA. " il dottore era in veste da camera"(vr121, "alto, asciutto, pelato, col naso rosso e una voglia di lampone sulla guancia" vr. 74).


SOCIALE: era un avvocato di cause importanti. (" per qualche causa importante" vr. 123)


PSICOLOGICA:  vuol fare vedere di essere un grande e autorevole avvocato, e infatti il suo lavoro lo sa fare, ma è allo stesso tempo meschino perché è disposto ad aiutare solo i "bravi", cioè aiuta e fa il suo mestiere solo per chi compie azioni scorrette invece di aiutare le persone che subiscono questi torti. Tutte queste caratteristiche si capiscono dal suo comportamento nei confronti di Renzo, e dalla descrizione della sua stanza.


FRA CRISTOFORO:

"nessuno si pensi che quel Cristoforo fosse un frate di dozzina,. era anzi un uomo di molta autorità,.ma tale era la condizione de' cappuccini, che nulla pareva per loro troppo basso, ne' troppo elevato. Andando per strada, poteva ugualmente abbattersi in un principe che gli baciasse riverentemente la punta del cordone, o in una brigata di ragazzacci che, fingendo d'essere alle mani tra loro, gl'inzaccherassero la barba di fango"(da vr. 389 a 398).


TEMI:

il tema principale è anche in questo capitolo la corruzione del secolo e in questo caso degli avvocati.("la sconfitta di Renzo"vr. 250).

Secondariamente possiamo trovare anche il tema della provvidenza ("Il signore c'è anche per i poveri" vr. 58) e del peso della religione in quel periodo( Il miracolo delle noci.


REGISTRI LINGUISTICI:

riguardo a queste tecniche, è significativo il cambio di registro che effettua il dottore Azzeccagarbugli nei confronti di Renzo: in un primo momento, quando lo pensa un bravo, lo tratta educatamente e rispettosamente (" figliuolo, ditemi il vostro caso" vr. 125; "avete fatto bene a venire da me" vr. 141), quando si accorge che in realtà Renzo è un povero uomo che ha subito una ingiustizia da parte di Don Rodrigo, lo caccia molto maleducatamente via da casa sua ridandogli a casa i quattro capponi che aveva portato. (" andate vi dico: che volete che io faccia de' vostri giuramenti?" vr. 278).

Fra Galdino, Lucia e Agnese usano un linguaggio popolare e comune ma in modo educato, riuscendo a fare esaltare le loro qualità e le loro idee mediante parole semplici e chiare, al contrario di Renzo che a volte è un po' troppo esuberante  e rischia di essere considerato proprio grezzo e rude ( ad esempio quando minaccia Don Abbondio nel secondo capitolo).


FIGURE RETORICHE:

  • Metafora "ho visto più d'uno che era più impicciato di un pulcin nella stoppa" (vr. 80/81);
  • Similitudine "riunì le loro otto gambe come se facesse un mazzetto di fiori" (vr. 89/90);
  • Similitudine "mentre il dottore. che non finisce mai" (da vr. 250 a 253);
  • Similitudine "Noi siamo come il mare, che riceve acqua da tutte le parti e la ridristibuisce su tutti i fiumi"  vr. 362/363.

COMMENTO PERSONALE:

credo che sia molto significativa la corruzione che c'era nel 600. L'abbiamo conosciuta in parte grazie alla digressione presente nel primo capitolo e in parte grazie all'episodio tra Renzo e il Dottor Azzeccagarbugli. La cosa che mi ha colpito di più, è il cambiamento repentino che il dottore ha nei confronti di Renzo quando viene a sapere del malinteso.

Ai nostri tempi quando si scopre un fraintendimento e si è dalla parte del torto, si cerca di rimediare, dandoci poco peso o trovando delle scuse, ma probabilmente in quel tempo, la pressione dei più potenti era talmente forte che uno quando si trovava in una situazione del genere, pensava solo a chiudere il discorso e non lasciare equivoci anche se così facendo rendeva molto evidente la sua corruzione.




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