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Lezione n.1° tenuta dalla D.sa Salomon: MINIMA MORALIA di Adorno

psicologia



Lezione n.1° tenuta dalla D.sa Salomon: MINIMA MORALIA di Adorno


Adorno nasce nel 1903 e muore nel 1969, e fu sociologo, musicologo e filosofo. Adorno scrive i "Minima Moralia" in esilio, perché lascia la Germania nel 1938, a seguito delle leggi raziali.

Si trasferisce a Los Angeles, dove scrive questo testo: visuale fortemente critica sulla contemporaneità in cui è inserito, ma non integrato.

La vita in Germania e poi l'esilio in Usa sono i due orizzonti presenti nel libro.

I "Minima Moralia", sono degli aforismi (aforisma: breve sentenza, frammento) sulla società dei consumi di massa, del progressismo americana ma anche del resto mondo contemporaneo (globale come oggi lo intendiamo). Critica questa società ma sa che ne fa parte, e quindi è come se criticasse se stesso. La distanza che prende dalla società è ironica e non disincantata.

Perché MINIMA MORALIA?



Briciole di etica, frammenti di morale massime, capisaldi, norme di comportamento





Rimasti dopo un naufragio storico che portano alla felicità sociale (Aristotele)


Per Adorno è interessante il fatto che nel mondo contemporaneo sia naufragata l'etica, e adesso ne rimangano solo dei frammenti; ma il filosofo non deve ricomporre tali frammenti ma li deve considerare come tali.


INTRODUZIONE (pag 3)

L'etica in quanto frammentata, costituisce ciò che il nostro sistema mondo ha rifiutato. Questi frammenti sono ciò che il mondo non vuole e dove per questo essi non possono vivere.

Ciò che prima era radicato nella tradizione della società non contemporanea, e dettava il comportamento dei singoli, ora è sradicato e non più attuale.


1° SCHEMA


ETICA - ETHOS - quale etica nella società di consumo?

alienazione: estraniazione

feticismo: fecticium "idolo"

mondo della merce "MONDO AMMINISTRATO"

l'autocritica della r 919b18j agione è la sua unica morale


PERSONE

IMPERSONALI  standard , stilizzazione

PERSONAGGIO


Adorno usa determinate parole chiave:

consumo

processo

alienata

marionette



RETTA VITA   TRISTE SCIENZA



Etica classica greca di Aristotele   Etica cristiano - moderna (Kant)



Scienza felice, dello star bene e della    Etica che comanda per fini

realizzazione dell'uomo per il bene    orribili. Logica dell'apparenza

della società


". quella che un tempo i filosofi chiamavano vita."


Pag 4: Nel "mondo amministrato" il soggetto è una società, è un sistema lui stesso e non è forte perché individuo. Se noi pensiamo che si possa opporre un soggetto alla società sbagliamo perché come la società è falsa, anche esso è falso, perché è figlio di questo sistema

Pag 6: Se si aprissero le porte al nuovo (forse gli stessi frammenti che il mondo rifiuta) forse ci sarebbe una speranza per opporsi alla società grazie alla forza liberatoria, ma è solo una lieve speranza.

Adorno deve molto all'analisi marxista e freudiana della società di consumo


ALIENAZIONE alienum estraneo


condizione dell'uomo merce, dell'operaio: rispetto al lavoro, rispetto all'oggetto che produce.. l'operaio è merce.

Ogni persona è una funzione, e quindi è alienata dal fatto di essere una persona, è alienata da se stessa.


FETICISMO facticium feticcio, oggetto delle popolazioni primitive idolo


condizione del problema occidentale: il mondo che trasferisce alla merce una potenza spropositata e inspiegabile


(Marx) Non è importante la relazione tra le persone ma la relazione tra le persone e gli oggetti (che fungono da medium) esempio il denaro

(Freud) Il feticcio sostituisce la persona, dal punto di vista erotico.

La persona diventa impersonale, quando la relazione è mediata dall'oggetto, ma non ce ne rendiamo conto (negazione) personaggio no sostanza, no corpo, solo apparenza


è presente il burattinaio, cioè colui che

manovra i personaggi


Adorno apre delle fessure, delle spaccature in questo "mondo amministrato" chiuso:

l'autocritica della ragione la vera azione risiede nella riflessione ecco la MORALE!

Questa morale però si rivolge solo alla superficie, e cerca il senso solo in ciò che appare


RELAZIONE ESTETICA


Perché usa gli aforismi? Perché spezzano l'idea che la filosofia debba creare il sistema.

Prima gli aforismi erano usati dai medici (sentenza cliniche), quindi si capisce che è ancora più ironico perché Adorno non dà una soluzione a questo sistema (di m***a) ma dice a tutti noi che siamo sani (anzi che ci crediamo tali) che siamo malati.

Per Adorno è importante l'accostamento di fenomeni che ai nostri occhi appaiono diversissimi poiché crede che gerarchizzare (dire ciò che è più importante o meno) sia uguale a fare il gioco del sistema: per esempio turismo e nazismo.

La critica è il mezzo attraverso il quale Adorno spezza questo "mondo amministrativo", i bisogni primari vengono "pervertiti" e sconvolti.

Il senso della critica è fare venire a galla la ferita, non curarla, ma sentire il dolore perché solo così si prende coscienza di ciò che è stato tolto nella società attuale.


2° SCHEMA


"triste scienza": traunge wissenchaft TRAUER - lutto


"vita offesa": beschädigtes leben BESCHADIGUNG - mutilazione







MASCHERATE


La negazione è la reazione che ammette il problema, come il paziente che nega la sentenza clinica.

LA SPERANZA DELLA CURA, DELLA SOLUZIONE C'E', MA SOLO SE RIUSCIAMO AD APRIRE CERTI SPAZI.

La rivoluzione non si fa opponendosi al sistema, ma spaccandolo da dentro.


2° Lezione su Adorno


3° SCHEMA

DIALETTICA NEGATIVA

Critica imminente

"Il tutto è falso"

"La trasformazione della filosofia in metodo si connette con la vendibilità della filosofia"


PENSARE IN NEGATIVO:

ciò che  resiste

il   resto


"Essere nella cosa. non andare sempre oltre"


La dialettica è un "movimento del pensiero".

La filosofia per Adorno dev'essere una filosofia che problematizza ogni dato: ogni singola cosa con cui il pensiero ha a che fare è un ostacolo, su cui il pensiero deve fermarsi (così da interrogarsi su perché li trova e così facendo li CRITICA).

Perché fare un problema di tutto? Perché significa non nascondere, non fare lo stesso gioco del sistema. Non rimuovere la difficoltà insita nel sistema.

Pag 4-5 Il centro del pensiero deve essere il confronto con il negativo. La filosofia non fa da sé e del proprio sapere il possesso.

Riguardo allo schema: la filosofia è paragonabile alla funzionalità della merce del "mondo amministrato". La filosofia per distinguersi da qualsiasi lavoro non deve produrre, deve distruggere e criticare tutto, deve svincolarsi dall'idea di costruire un sistema (e quindi avere potere) e non mercificarsi. Come si può fare a pensare liberamente, senza preoccuparsi di catturare? Guardando tutto ciò che è RESTO e EMARGINATO.


4° SCHEMA

Chiarezza e difficoltà (af. 64)


>  PENSIERO CRITICO:

gr. KríNO : incrinare, crisi

spezzare

lat. CERNO: discernere

distinguere


> STARE SULLA CRISI:


COAPPARTENENZA DEI CONTRARI (af. 88)


AFORISMA 64 Critica alla comunicazione: spacciare al chiarezza per il contenuto della comunicazione. Invito a diffidare ciò che è chiaro, argomentato, perché ci schiavizza Rendere problematico l'ovvio, qualunque cosa che viene descritta o detta con un concetto viene privata della sua individualità. Meglio la difficoltà perché è rassicurante. La comunicazione chiara ha un effetto calmante e "soporifero", e annulla la possibilità di critica.

La decostruzione è una cosa comunque infinita, perché qualsiasi cosa va decostruita, e quindi anche la filosofia stessa deve distruggersi.

Il pensiero critico è quello che distingue, che spezza il continuo, che complica il facile, che salva le cose.

Il pensiero critico non risolve il problema ma sta sulla crisi e dimostra che il sistema non può risolvere ciò che dice di poter risolvere (smentisce il sistema).

Adorno sostiene che ogni opposizione va compresa come parte di sé (esempio: se io mi oppongo a qualcosa vuol dire che quel qualcosa è parte di me).

AFORISMA 88 Problema dell'originalità. Pagliaccio: l'individuo indicato dal sistema come tale è un fenomeno da baraccone perché è il sistema che lo indica così: se un individuo è indicato dal sistema come originale o esibizionista, è una funzione del sistema stesso, che lo ingloba e non è al di fuori di esso, come si potrebbe pensare. Quando l'originalità esagera se stessa non disarciona il potere ma lo rafforza.Il clown e il potere sono due facce della stessa medaglia.

5° SCHEMA

DIALETTICA : gr. Dialéghesthai


it. Dialogo

DIÁ DUE


a) DIALETTICA PLATONICA: binaria


1. diaíresis = divisione

2. synagohé = congiunzione

b) DIALETTICA HEGELIANA : triadica

1. tesi

2. antitesi

MOMENTO CRITICO NEGATIVO, ANALITICO

3. sintesi

Per arrivare alla dialettica negativa bisogna comprendere la dialettica platonica e hegeliana.

Nella dialettica si hanno due interlocutori, quindi ne deriva che il pensiero si spezza in due parti.

La DIALETTICA PLATONICA è binaria, a due fasi: una complementare dell'altra. (vedi schema)

La DIALETTICA HEGELIANA è triadica, ovvero a tre fasi:


1. tesi

2. antitesi pensiero si rende autotrasparente attraverso queste tre fasi.

3. sintesi



Esempio di Hegel un bambino alla prima fase (infanzia) non è "cosciente", la II fase (adolescenza) è critica, tutto viene analizzato, e dovrebbe trovare una conciliazione finale con l'avvento della III fase, l'età adulta, in cui la coscienza dovrebbe diventare autocoscienza. Ogni momento di sintesi è un momento di crisi.

Adorno sostiene che la fase "conciliante" di Hegel è troppo forte, e crea un sistema.


6° SCHEMA

c) DIALETTICA NEGATIVA:

aperta

a chiasmo - lettera "chi" greca

- Emancipazione della differenza

- Persistere sul negativo - critico

- Il sapere critico critica sé stesso


"intellettuale è solo chi riflette sulla difficoltà di questi obiettivi"


La dialettica negativa oscilla tra la II e le III fase di Hegel. Adorno dice che finora la filosofia ha cercato di cogliere ciò che è comune, accantonando le differenze.

Ma il pensiero deve trovare la distinzione tra cosa e concetto, che è la vera differenza, anche se il concetto vuole sempre inglobare la cosa.

Ma se il pensiero non agisce in questo modo, fa il gioco del sistema.

AFORISMA 81 la filosofia è filosofia se si danno alle cose la stessa dignità, non se analizza oggetto per oggetto. L'importante è il modo con cui si fa filosofia.



7° SCHEMA

IL GESTO DEL PENSIERO (af. 44)

0. Argomentare e persuadere


1. CONCETTO: lat. CUM + CAPIO prendere

it. COMPRENDERE


2. SUSSUNZIONE NELL'UNIVERSALE:

lat. SUB + SUMO prendere


3. MERCIFICAZIONE e FETICISMO del CONCETTO


FUNZIONALITA' E GERARCHIA (af. 81)

Analogia tra la teoria del pensiero e teoria estetica di Adorno.

Perché gesto? Perché il gesto avvocatesco, cioè quello aggressivo che vuole argomentare per persuadere, comprendere, convincere NON E' quello filosofico, NON LO DEVE ESSERE.

Per Adorno il gesto avvocatesco implica 2 interlocutori già concordi universitas literarum conformismo.

AFORISMA 44 postsocratici - Socrate (non poneva sapere positivo ma poneva questioni, quindi un sapere negativo). Adorno precede un'obiezione possibile: la filosofia perde il suo limite.

La filosofia deve distruggere per 2 ragioni:

- la dialettica deve essere posta dentro il concetto

- perché altrimenti le cose chiare, nette e inoppugnabili sono tautologie


Critica ancora il sistema : "Tutti i concetti - ponte. vanno lasciate cadere" "In tutte le proposizioni vicine al centro"

Può il concetto comprendere la cosa? Il concetto è visto come una capsula dove la cosa sta.

Ma come sta? In sussunzione, che implica la passività dell'oggetto (lascia fuori lo specifico di ogni cosa).

A Adorno interessa questo specifico che il concetto lascia fuori quando prende la cosa, perché viene lasciato fuori? Perché è irritante, dato che si creerebbero sistemi.

Il concetto è quindi discriminante, offende la cosa, la mutila di una parte. Che fine fa questa parte? Viene abbandonata, rimossa.

Perché il concetto offende? Perché riduce le cose a funzioni, nel mondo amministrativo e mercificato, ma non solo, anche nel mondo filosofico riducendo le cose a concetti che attraverso un medium vengono scambiate con un pensiero avvocatesco.

FETICISMO, perché il concetto sostituisce la verità della cosa, ed è quindi un feticcio.

Adorno non dà una cura, perché tutto è fatto di concetti e quindi si può sfuggirne.

Con ciò Adorno dice che non possiamo ridurre il discorso filosofico a tecnica la filosofia non può gerarchizzare.


8° SCHEMA

4. MANTENERE LA DISTANZA (af. 82)


adaeuquatio : aderenza

lat.


Affinitas finis : affinità


5. VALENZA LUDICA : lusso


6. ESAGERAZIONE vs. ENUNCIAZIONE



ECCEDENZA ETICA



La base della persuasione che concetto e cosa non "lottino" è che il concetto sia ADEGUATO alla cosa adaequatio - aderenza

Il concetto deve stare sulla cosa, adeguandosi alle sue forme, senza fare attrito.

Ciò che deve fare la filosofia è smascherare il concetto e liberare la cosa. Solo facendo così si può non costruire un sistema.

Il vero gesto del pensiero non è il gesto avvocatesco ma è il gesto più composto dal MANTENERE LA DISTANZA (af. 82) (tra concetto e cosa), pur mantenendone il rapporto.


MANTENERE LA DISTANZA: quando noi pensiamo di comprendere una cosa, effettivamente non la capiamo e quindi bisogna rendercene conto. Questo è un gesto etico.

Aderenza = affinità al concetto della cosa.

Adorno dice "disincantiamo" il concetto . Mettiamo una distanza tra noi e il dominio del concetto. La cosa eccede la definizione ed esce dai confini di essa e per questo non può venire finalizzata. Ogni cosa a cui viene attribuita una definizione, nel "mondo amministrato" è finalizzata a qualcosa, ma se questa definizione non c'è la cosa sfugge e non si può finalizzare. Il "fine" e il "confine" sono una specie di limite. Adorno invita a comprendere tale limite, poiché la cosa non coincide con il concetto.

Si può riuscire a vedere questo ma sarà solo una visione di sfuggita, oppure un vedere frammentario, perché la cosa sfugge teoria acritica: movimento del pensiero che non conclude mai il suo lavoro.

AFORISMA 82: pensiero che deve aprire il mondo amministrato mantenendo della distanza. E' una ricerca affannosa di ciò che eccede il concetto. Es. se dico "questa mela è rossa" devo sapere che "mela" è riduttivo, e che questa non è una "semplice mela" e non può essere completamente e soltanto rossa.

Anche il descrivere una persona è comunque sminuirla, perché facendone una descrizione (quanto accurata essa possa essere) penso di catturare e fare mia questa persona; la ricerca affannosa consiste nel rendermi conto che non è così (anche Adorno prende ad esempio una persona, il suo amico Kratilo). La mia sarà soltanto un'approssimazione distante e diversa del soggetto che descrivo (qualunque esso sia)

Il pensiero può dire il mondo proprio perché non lo può dire: proprio perché il concetto fallisce nel dire completamente il mondo il concetto ha rispetto per esso (perché è consapevole di non poterlo dire) LE COSE ECCEDONO E SONO PIU' COMPLESSE DELLE DEFINIZIONI (significare per assenza)

L'esito che si potrebbe ipotizzare potrebbe essere il silenzio, una filosofia muta, ma Adorno pensa che l'esito più sperabile sarebbe quello di esasperare la propria valenza ludica, andando esattamente nella direzione opposta. Il concetto eccedendo la cosa, e sapendo di farlo, ha una valenza giocosa.

Se il concetto è consapevole di avere in sé un nucleo artistico ed inventivo allora è veramente etico: perché non pretende di essere vicino alla cosa, ma mette distanza tra sé ed essa e la rispetta.

Critica al positivismo filosofico: perché la filosofia pensa che attraverso i concetti si può avvicinare alla cosa e catturarla.

Adorno parla di LUSSO richiamo di Adorno a tutto ciò che ha a che fare con i bisogni primari. La valenza ludica è il momento sensuale del pensiero.

LUDICO (QUINDI GIOCO) FELICITA' VIOLENZA

Adorno non chiama all'irresponsabilità, anzi giocare con la cosa è più responsabile che fare l'opposto.

La distanza non è zona di sicurezza, è un'operazione faticosa perché va tenuta costante, non è zona sicura (perché siamo più sicuri quando sentiamo di aver catturato la cosa) perché concetto e cosa stando distanti sono in tensione: il concetto vorrebbe catturare la cosa, la cosa vorrebbe sfuggire.

Pensare corrisponde a dichiarare l'assenza di equivalenza tra concetto e cosa, dire sempre che c'è iato tra cosa e concetto e non farsi prendere dalle "ragnatele delle definizioni". Pensare è rompere la ragnatela. L'unico modo di pensare eticamente è eccedere e esagerare.

Concetto e cosa sono entrambi eccedenti uno rispetto all'altro. FATICA e FALSO sono due parole chiave per l'eticità del concetto.

La difficoltà del pensiero critico è l'immagine in atto di questa frizione tra cosa e concetto. L'esperienza del leggere è pensare al conflitto tra cosa e concetto




9° SCHEMA


ARTE


Apparenza e assenza


«la lettura del menù» (+ af. 129)


Mercificazione del surrogato come dominio attraverso il palliativo del dolore


piacere perduto


ratio - aísthesis - mímesis


TEORIA ESTETICA DI ADORNO

Il concetto è mímesis della cosa, restituire la cosa.

L'arte per Adorno si muove tra il fatto necessario di essere falso e la sua funzione di aprire e recuperare i bisogni primari dell'uomo. Ma come può essere un falso e poter riuscire a fare ciò? L'arte può risvegliare i bisogni primari aprendo uno spazio nel mondo amministrato. L'arte è critica, spezza, ha una funzione distruttiva, perché essa non deve costruire niente (non deve costruire la verità). Il fare arte ha un rapporto diretto con la verità. L'artista è in grado di capire che l'apparenze costruite dal mondo amministrato sono dichiarazioni di ciò che in realtà manca (Per Benjamin si tratta di "keep smiling" ovvero "mantieni il sorriso" , per mascherare la mancanza di qualcosa - sapendo però che manca quel qualcosa) Per Adorno l'artista riesce a vedere questo sorriso non come segno di felicità ma come una smorfia di dolore; per Adorno gli artisti che riescono a vedere questo sorriso e dipingono il suo grido di dolore sono gli ESPRESSIONISTI.

L'arte che ritrae ciò che all'apparenza manca, ciò che nell'apparenza vede il suo contrario.


AFORISMA 129: L'industria culturale (si riferisce al cinema) fa finta di chiederci ciò che desideriamo, ma contemporaneamente ce lo impone, colma dei desideri che in realtà non abbiamo mai espresso.

FILM = GIOCATTOLO imposto dagli adulti ai bambini con una reazione positiva per ottenere un'altra reazione positiva.

Questa azione indotta fa pari con il bisogno indotto. L'industria culturale domina sulle persone, chiedendo e chiedendo ma negando i veri bisogni rapporto tra individuo e sistema che frusta i bisogni primari sostituendoli con quelli secondarmi , egualmente frustrati


Es. Se vedo una star sullo schermo 2 sono i messaggi che arrivano:

- TU PUOI DIVENTARE COME ME

- TU NON POTRAI MAI DIVENTARE COME ME

Meccanismo di potere del mondo amministrato. SOSTITUZIONE DI UNA FRUSTRAZIONE A UN BISOGNO


Es. del cibo: il nostro stomaco è sempre vuoto ma non ce ne rendiamo conto.. L'ARTISTA Sì!


Es. magrezza del corpo che maschera bisogno di affettività, ma che comunque viene idolatrata


Es. feticci erotici che mascherano la paura dell'eros, facendo pensare invece di aver dominio su di esso.


L'artista fa vedere che qualcosa è andato perduto, è stato sostituito e poi negato. Processo sempre triadico.

Il piacere, apparentemente è piacere ma in realtà è dolore.

CARATTERISTICHE DI PITTURA E MUSICA ESPRESSIONISTICHE:

1. shock coloristici, realtà frammentate, il colore non porta visione armonica ma è una reazione dell'artista a modi di essere non reali;

2. atonalità, dissoluzione della forma classica della musica, valenza decostruttiva della musica (valenza rivoluzionaria per Adorno - che era musicista)


L'arte che può spezzare è l'arte che produce lo choc, e non dà tregua. Se l'arte non fosse shockante farebbe il gioco del sistema. Adorno è interessato a tutte le arti degeneranti (come quella dei bambini) Il nazismo definiva ARTI DEGENERANTI tutte le forme d'arte che non rispettavano i canoni.

Odiava Wagner, perché la sua era un'opera d'arte totale.


10° SCHEMA

6. shock e agnizione del dolore: urto dell'arte


7. dietro lo specchio


8. mímesis e memoria


9. apocalissi negativa


10. mistificare vs falsificare


11. speranza e malinconia (af. 78 e 153)


L'arte non porta verità, ma ha lo scopo di aprire un varco e consentire la SPERANZA di avere la verità, anche se potrebbe solo essere un'illusione (af. 78). La verità deve decidere di presentarsi, e nessuno, né l'artista né il filosofo, ha potere in questo


Ma se sia l'arte che il mondo amministrato sono falsi che differenza c'è?

- L'arte falsifica l'arte dichiara la sua falsità

- Il mondo amministrato mistifica dichiara "io sono il vero"


La filosofia adorniana è comunque utopistica.




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