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Pregiudizio razziale ed autoritarismo
La prova è adatta, in particolare, per licei psico-pedagogici ma può essere
proposta anche a licei classici o scientifici che abbiano scelto di costruire
chiavi interpretative adeguate per la corretta comprensione di contesti e
relativi fenomeni storici particolarmente complessi e drammatici.
Individuare
la plurali 414i83e tà di fattori connessi a un grande fenomeno storico |
Testo
Naturalmente i giudici sapevano che sarebbe stato quanto mai
confortante poter credere che Eichmann era un mostro, anche se in tal caso il
processo sarebbe crollato o per lo meno avrebbe perduto tutto il suo interesse.
Non si può infatti rivolgersi a tutto il mondo e convocare giornalisti dai
quattro angoli della terra soltanto per mostrare Barbablù in gabbia. Ma il
guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n'erano tanti e che
questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora,
terribilmente normali. Dal punto di vista delle nostre istituzioni giuridiche e
dei nostri canoni etici, questa normalità è pìù spaventosa di tutte le atrocità
messe insieme, poiché implica - come già fu detto e ripetuto a Norimberga dagli
imputati e dai loro patroni - che questo nuovo tipo di criminale, realmente
hostis generis humani, commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono
di accorgersi o di sentire che agisce male. A Gerusalemme lo si vide più
chiaramente che a Norimberga, perché là i grandi criminali di guerra avevano sì
sostenuto di avere obbedito a "ordini superiori", ma al tempo stesso
si erano anche vantati di avere ogni tanto disobbedito, e perciò era stato più
facile non credere alle loro proteste d'innocenza. Ma sebbene la malafede degli
imputati fosse manifesta, l'unica prova concreta del fatto che i nazisti non
avevano la coscienza a posto era che negli ultimi mesi di guerra essi si erano
dati da fare per distruggere ogni traccia dei crimini, soprattutto di quelli
commessi dalle organizzazioni a cui apparteneva anche Eichmann. E questa prova
non era poi molto solida. Dimostrava soltanto che i nazisti sapevano che la
legge dello sterminio, data la sua novità, non era ancora accettata dalle altre
nazioni; ovvero, per usare il loro stesso linguaggio, sapevano di aver perduto
la battaglia per "liberare" l'umanità dal "dominio degli esseri
inferiori", in particolare da quello degli anziani di Sion. In parole
povere, dimostrava che essi riconoscevano di essere stati sconfitti. Se
avessero vinto, qualcuno di loro si sarebbe sentito colpevole?
H. Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Milano,
Feltrinelli, 1993, p. 282.
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