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ATTENZIONE - Esperimenti

psicologia



ATTENZIONE


È un tema classico della psicologia sperimentale.

Per attenzione si intende quel processo cognitivo che filtra,delimita le informazioni provenienti dal mondo esterno.


I due processi fondamentali che compongono l'attenzione sono le selezione e la concentrazione. L'attenzione procede con al selezione e la concentrazione per adattarsi all'ambiente,in modo da scegliere le informazioni utili per risolvere i problemi.

Il deficit attentivo è un problema biologico e le terapie ne devono tenere conto.


Tra gli anni 50 e gli anni 80 sono stati fatti molti studi sull'attenzione, poi a partire dagli anni 90 questo fi 131h75b lone di ricerca è andato diminuendo o per lo meno ha cambiato faccia perché dopo l'affermazione del paradigma congnitivista computazione (hip ___ computer) si è più interessati ai processi di elaborazione dell'informazione.




Esperimenti:


Attenzione focalizzata o selettiva:

Si pone il soggetto inno setting in cui sono presenti una molteplicità di input e gli si chiede di concentrarsi su un input bersaglio chiamato target e di resistere alla distrazione provacata dagli altri input.

Su questo esperimento ci sono due modi per studiare la capacità di attenzione selettiva del soggetto:


PARADIGMA DEL FILTRO al soggetto viene chiesto di orientarsi subito suk target perché questo ha delle caratteristiche molto particolari che non richiedono molta energlia congnitiva per distinguerlo.i distrattori hanno poco valore.

PARADIGMA DEL SET SELETTIVO il soggetto conosce in anticipo il target da rintracciare in un set di altre informazioni


Attenzione divisa e carico mentale:

Si chiede al soggetto di impegnarsi contemporaneamente su più compiti e allo psicologo non interessa la soluzione dei diversi compiti ma la distribuzione di energia cognitiva investita in ogni compito.

Nel carico mentale c'è la stessa situazione ma viene detto al soggetto che un compito è più importante dell'altro e si vuole vedere quanta energia congnitiva rimane dopo aver risolto il primo problema.


Attenzione sostenuta:

Al soggetto viene chiesti di individuare un input su uno sofndo omogeneo (prova fatta ai radaristi).




MOTIVI PER CUI ESISTE LA SELEZIONE:


Ipotesti strutturale:

Si deve necessariamente fare una selezione perché l'attenzione condivide con altre funzioni cognitive le stesse strutture, quindi se non ci fosse selezione ci sarebbero interferenze di compiti


La curva di gauss rappresenta l'attenzione di un soggetto normo dotato che ha quindi energie spendibili per l'attenzione limitate per circa 45 minuti


Ipotesi energetica:

Visto che abbiamo un pacchetto di energia limitato bisogna fare selezione in modo da usare meno energia cognitiva possibile.


Dal punto di vista pedagogico per queste ipotesi ci sono delle conseguenze:


Ipotesi strutturale: non c'è miglioramento, l'organizzazione di un compito non deve essere multipla,contemporanea.

Ipotesi energetica: si può imparare a organizzare meglio le energie mentali,quindi si può migliorare.


GLI STUDI SPERIMENTALI CONFERMANO ENTRAMBE LE IPOTESI


Quando selezioniamo gli input?


Esperimento dell'ascolto dicotico: il soggetto ha una cuffia in cui riceve da una parte alcuni input dall'altra parte altri input.


I ipotesi: la selezione avviene in periferia,all'inizio

II ipotesi: prima gli input vengono riconosciuti poi selezionati


Le ipotesi sono entrambe vere. Oggi si pensa che la selezione sia un processo multimodale e quindi si possa fare sia una che l'altra ipotesi.


La selezione è guidata dalle nostre conoscenze. Gli etologi hanno dimostrato che esistono alcuni input rispetto ai quali il soggetto da risposte automatiche.

Per esempio i fumetti hanno la testa molto grossa e tondeggiante, questa caratteristica attrae molto perché è simile alla testa del bambino piccolo e questo scatena in un soggetto tenerezza e istinto di cure parentali.

Ci sono altri input automatici cioè quelli che abbiamo programmati geneticamente,questo è chiamato effetto primi.

Questi input biologici hanno spesso valore adattativo.



Estistono processi automatizzati e processi controllati

I processi cognitivi implicano attenzione, è essenziale che i processi siano automatizzati per utilizzare meno energia cognitiva possibile.

I processi automatici sono involontari,fissi e utilizzano meno energia.

DEFICIT DI ATTENZIONE


Nel DSM IV ter è per la prima volta identificato come patologia.

Fino agli anni 80 nei casi di deficit attentivo si pensava a altre cose.

I bambini sono ipercinetici e iperattivi.

Si penava che queste cose fossero dovute a cause ambientali e quindi facilmente modificabili modificando l'ambiente, ma questo non accade.

Si è scoperto che questo ha cause organiche, è un disturbo di tipo biologico e che le condizioni ambientali incidono per solo il 20 %.

Questo tipo di disturbo genetico ha un ereditarietà dell'80 %.


Nel soggetto c'è una produzione di dopoamina che non viene o smaltita o ben recepita dai neuroni e il bambino risulta ipereccitato, il farmaco deve quindi aiutare il sistema neurale e smaltire la dopamina, oltre a questo il soggetto necessita di un intervento di tipo psico pedagogico.

Nei casi di deficit attentivo c'è compromissione delle funzioni orizzontali.

Per la diagnosi di deficit attentivo il dm iv dice che devono essere presenti almeno 6 dei sintomi elencati.


I disturbi possono essere di tre tipi:

- disattenzione

- ipercinesi

- disattenzione e ipercinesi


Deficit di Attenzione/Iperattività:
Criteri Diagnostici

(DSM IV)

Deficit di attenzione/iperattività

(vedi anche Caratteristiche Diagnostiche)

A.1) sei (o più) dei seguenti sintomi di disattenzione sono persistiti per almeno 6 mesi con una intensità che provoca disadattamento e che contrasta con il livello di sviluppo:

Disattenzione

(a) spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in altre attività

(b) spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco

(c) spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente

(d) spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni)

(e) spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività

(f) spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa)

(g) spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti)

(h) spesso è facilmente distratto da stimoli estranei

(i) spesso è sbadato nelle attività quotidiane

A.2) sei (o più) dei seguenti sintomi di iperattività-impulsività sono persistiti per almeno 6 mesi con una intensità che causa disadattamento e contrasta con il livello si sviluppo:

Iperattività

(a) spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia

(b) spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto

(c) spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo (negli adolescenti o negli adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza)

(d) spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo

(e) è spesso "sotto pressione" o agisce come se fosse "motorizzato"

(f) spesso parla troppo

Impulsività

(g) spesso "spara" le risposte prima che le domande siano state completate

(h) spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno

(i) spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es., si intromette nelle conversazioni o nei giochi)

B. Alcuni dei sintomi di iperattività-impulsività o di disattenzione che causano compromissione erano presenti prima dei 7 anni di età.

C. Una certa menomazione a seguito dei sintomi è presente in due o più contesti (per es., a scuola (o al lavoro) e a casa).

D. Deve esservi una evidente compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo.

E. I sintomi non si manifestano esclusivamente durante il decorso di un Disturbo Generalizzato.



Un bambino normo dotato parla con se stesso per dirsi le procedure da compiere e a 10 anni questo scompare in quanto il bambino riesce a parlare internamente.nei soggetti con deficit attentivo questo non scompare, continua a parlare con se stesso ad alta voce, non riesce ad avere dialoghi e pensieri interni.


Questo tipo di patologia è prevalentemente maschile infatti su 10 soggetti solo 2 sono femmine e l'incidenza in mezzo alle patologie è dell 1%.

Appare intorno ai 3-5 anni.


Le condizioni ambientali negative che possono influire sono alcool e fumo della madre in gravidanza o vivere in un ambiente in cui il bambino può respirare molto piombo, ma questi incidono solo per il 20 %.


È una mallattia poligenetica, cioè intervengono più geni. Inoltre si è riscontrato in questi soggetti una riduzione della corteccia pre frontale,del verme del cervelletto e di due nuclei interni al cervello che sono quello caudale e quello pallido.

BARKLEY

Psichiatra, neurologo che si è occupato di deficit attentivo e scrive nel 1999 sulla rivista "le scienze" a questo proposito.


I bambini con deficit attentivo hanno 4 funzioni esecutive danneggiate:


MEMORIA DI LAVORO NON VERBALE che comporta incapacità di mantenere contemporaneamente più informazioni e incapacità di pianificazione.

INTERIORIZZAZIONE DEL DISCORSO AUTODIRETTO difficoltà nel farsi quel discorso utile a dire a se stesso le tappe per compiere un compito, che il bambino fa ad alta voce fino a 10 anni poi lo interiorizza.il bambino con questa patologia non riesce a interiorizzarlo.

AUTOREGOLAZIONE DELL'UMORE il bambino esterna subito tutte le sue emozioni,senza controllo emotivo, ha una grossa dimensione aggressiva e non riesce a rispettare le regolo di una classe.

RICOSTITUZIONE che prevede due meccanismi cioè la scomposizione dei comportamenti osservati e la capacità di ricomporre le strutture minime di un comportamento in comportamenti nuovi,il bambino con D.A non riesce a compiere questi meccanismi fondamentali.


Dal punto di vista psicoterapeutico


- il soggetto va trattato farmacologicamente (anche se il farmaco ora disponibile è utile solo nel 70 % dei casi) cosa che aiuta a tranquillizare il soggetto e facilita l'attenzione.


- il soggetto deve essere aiutato passo passo nella pianificazione e nella scomposizione cercando di farlo apprendere mentre è sotto farmaco.

L'azione educativa va fatta anche su insegnanti e genitori cioè bisognerebbe spiegare la patologia,insegnargli come aiutarlo nella pianificazione e spiegare che devono anticiparlo per spiegargli i comportamenti e le loro conseguenze.

Gli insegnanti e i genitori devono rinforzare i comportamenti positivi e cercare di ignorare quelli negativi.





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