Vantaggi
comparativi: la Svizzera retrocede
Progressione
dell'onere fiscale svizzero superiore alla media negli anni 90
L'onere
fiscale è un importante indicatore dell'attrattività economica di un paese.
Con più occorre denaro per finanziare i compiti pubblici, più il margine di
manovra dei consumatori si riduce. Secondo l'inchiesta sul consumo, le
spese di consumo sono progredite soltanto dell'8,7% fra il 1990 e il 1998.
Queste cifre sono il riflesso di una domanda mitigata. Nel contempo, le
spese di trasferimento (contributi alle assicurazioni sociali, imposte e
assicurazioni) sono aumentate del 40%. I prelievi salariali obbligatori
rappresentano da soli il 37% del reddito medio di una famiglia. Nel 1990,
essi erano ancora soltanto del 31%. Se è elevato, l'onere fiscale influisce
negativamente sull'economia. Prelievi obbligatori elevati frenano la
crescita e riducono il livello di prosperità. Ma un forte onere fiscale 424b15e
comporta pure altri inconvenienti. Finora, l'onere fiscale relativamente
moderato della Svizzera non incitava affatto all'evasione fiscale. Nei
paesi dove la fiscalità marginale è elevata, per contro, l'incitamento all'evasione
fiscale è forte.
Onere
fiscale in aumento
In
un confronto internazionale, la Svizzera non è (ancora) così male piazzata
per quanto concerne l'onere fiscale. Ma negli anni 90, il fardello fiscale
è aumentato in Svizzera in una proporzione superiore alla media, ciò che
può preoccupare. La quota-parte fiscale è un indicatore di entrate fiscali,
contributi d'assicurazione sociali comprese, rapportate al al prodotto
interno lordo. Per il 1998, la quota-parte fiscale della Svizzera si
situava al 35,1%. Essa è naturalmente ancora inferiore alla media del 37%
(1997) dei paesi dell'OCSE e ben inferiore alla media europea del 40%. Ma
lo scarto che separa il nostro paese dagli altri paesi industrializzati si
è sensibilmente attenuato. E' in Svezia che troviamo la quota-parte fiscale
più elevata, con un tasso superiore al 53%. Essa è sensibilmente più debole
negli Stati Uniti (30,8%), in Giappone (28,8%) e in Irlanda (32,3%), che in
Svizzera.
Ad
eccezione dell'Italia, la quota-parte fiscale non è progredita da
nessun'altra parte tranne che in Svizzera. Nel 1990, essa si situava ancora
al 30,9%, ossia 4,2 punti in meno rispetto al 1998. Altri paesi come i
Paesi Bassi, la Nuova Zelanda, la Svezia, il Giappone e l'Irlanda sono
riusciti, nonostante la recessione, a ridurre parzialmente la loro
quota-parte fiscale.
Quota
dello Stato in aumento
L'evoluzione
dell'onere fiscale progredisce al ritmo dell'evoluzione delle spese
pubbliche o della progressione della quota dello Stato. Quest'ultima ha
smisuratamente influito negli anni 90. La quota-parte dello Stato è la
parte, espressa in percentuale, delle spese dello Stato rapportate al
prodotto interno lordo. Ma dal momento che lo Stato si indebita di anno in
anno, la quota-parte dello Stato è generalmente più elevata rispetto alla
quota-parte fiscale. Essa ha raggiunto il 39,3% nel 1998 e il 39,1% nel
1999. Negli Stati Uniti, la quota-parte dello Stato ha raggiunto il 30,5%
nel 1998. In Giappone, essa è stata del 36,9%. Essa è superiore in Europa
(Germania: 47,3%, Francia: 52,4%, Svezia: 56,6%).
In
Svizzera, l'aumento della quota dello Stato mostra che lo Stato sociale non
ha cessato di svilupparsi. Nel 1970, la quota-parte dello Stato era ancora
inferiore al 25%. Più questa parte aumenta, più le risorse del paese sono
destinate al settore pubblico, ciò che frena la crescita dell'economia
privata.
Le
cause di una progressione superiore alla media
I
fattori che spiegano questa evoluzione sfavorevole in Svizzera, rispetto
agli altri paesi industrializzati, sono: una forte crescita delle spese,
nel settore sociale in particolare, dovuta allo sviluppo delle prestazioni;
spese supplementari per l'AVS legate all'evoluzione demografica e
prestazioni sociali causate dalla recessione. Fra il 1990 e il 1997, le
spese di previdenza sociale sono raddoppiate in valore reale. La loro
crescita è stata particolarmente evidente nella salute pubblica,
nell'assicurazione disoccupazione e nell'assistenza. Ma l'istituzione di
nuovi prelievi (aumento del tasso di contributo all'assicurazione
disoccupazione, IVA) e la debole crescita economica hanno contribuito a
questo pessimo risultato.
Quota-parte fiscale
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La quota-parte fiscale comprende tutte le entrate fiscali
(imposte sul reddito e gli utili, imposta sul capitale, imposte speciali
sui salari o il fattore di produzione lavoro, imposte sulla sostanza, le
merci, le prestazioni di servizi nonché diverse imposte), ivi compresi i
contributi delle assicurazoni sociali rapportati al PIL.
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Quota-parte dello Stato
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La quota-parte dello Stato comprende la totalità delle spese
delle collettività pubbliche, ivi comprese le assicurazioni sociali
obbligatorie, in percento del PIL.
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Assicurazioni sociali
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I contributi delle assicurazioni sociali comprendono i
contributi sociali obbligatori quali l'AVS, AI, IPG, AD, Insai, assegni
familiari dell'agricoltura. Per permettere confronti internazionali, essi
comprendono pure i premi dell'assicurazione malattia. Per contro, i
contributi alle casse pensione non sono inclusi in queste cifre-chiave.
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Confronto
internazionale
Le
pubblicazioni dell'OCSE costituiscono un'importante base di confronto
internazionale delle quote-parti dello Stato e delle quote-parti fiscali.
L'OCSE definisce un quadro uniforme di entrate e di spese pubbliche. Ma
questa armonizzazione si rivela difficile. I risultati non sono sempre
affidabili e necessitano di informazioni complementari. Finora, l'OCSE non
ha ancora mai pubblicato dati concernenti la quota-parte dello Stato e la
quota-parte fiscale della Svizzera. Il Dipartimento federale delle finanze
ha calcolato una quota-parte fiscale "compatibile con le cifre
dell'OCSE", del 35,1%. Ma cosa contengono esattamente queste cifre?
Come negli altri paesi, i premi dell'assicurazione malattia vi sono stati
inclusi. Poiché nei paesi vicini i premi fanno parte del sistema generale
delle assicurazioni sociali. Essi comprendono inoltre le imposte
parrocchiali, sebbene si tratti di imposte che sono pagate soltanto su una
base facoltativa dalle persone fisiche. Per contro, non sono compresi nella
quota-parte fiscale i contributi alle casse pensione che hanno raggiunto il
7,3% del PIL nel 1996. Questo modo di procedere è giusto nella misura in
cui ogni assicurato ha un diritto individuale ai suoi contributi. D'altra
parte, questi contributi sono obbligatori e possono essere considerati come
un risparmio forzato. L'OCSE spiega l'onere fiscale più debole della
Svizzera in parte con questi contributi alle casse pensione. Se si
includessero questi contributi, la quota-parte fiscale raggiungerebbe circa
il 40%, ossia il livello dei paesi dell'OCSE (39,9% per il 1997). Bisogna
comunque precisare che in Svizzera, grazie allo sviluppo del secondo
pilastro, la pressione sulle finanze pubbliche sarà molto più debole che
negli altri paesi industrializzati.
Progressività dei sistemi fiscali
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Imposizione marginale del reddito medio 1)
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Imposizione marginale della fascia superiore di reddito
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Differenza
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Giappone
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Spagna
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Francia
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Svezia
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Svizzera 2)
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Stati Uniti
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Finlandia
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Danimarca
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Belgio
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Italia
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Gran Bretagna
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Paesi Bassi
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Norvegia
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Germania
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Nuova Zelanda
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Irlanda
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Ivi compresi i contributi delle
assicurazioni sociali, persone celibi senza figli
Città di Zurigo
Fonte: OCSE, Studi economici, Svizzera 1999
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Forte
imposizione diretta
Un confronto internazionale
dell'imposizione fa trasparire differenze interessanti. La forte
imposizione delle persone fisiche in Svizzera è un elemento che colpisce.
L'imposta sul reddito dei privati frutta il 32% della totalità delle
entrate fiscali. In media dell'OCSE, questa quota rappresenta solo il 26%.
Questo provento dell'imposta è particolarmente debole in Francia (14,1%) e
nei Paesi Bassi (17,5%). Inoltre, in un confronto internazionale, il
sistema fiscale svizzero è pianificato in modo molto progressivo. Le
persone che percepiscono redditi elevati pagano circa il 20% di imposte e
di oneri sociali in più rispetto a chi guadagna un salario medio. La
progressione è analoga negli Stati Uniti. Essa è sensibilmente più debole
in Germania, in Italia, in Gran Bretagna o in Belgio.
Negli
Stati dell'UE, il consumo privato è molto più fortemente tassato che in
Svizzera. In media, l'IVA apporta il 30,7% del provento dell'imposta. Il
Lussemburgo e la Germania registrano tassi dell'IVA dell'ordine del 15%, la
Danimarca e la Svezia addirittura sino al 25%. In Svizzera, la quota del
provento dell'imposta dovuta all'IVA non rappresenta che il 17,5%. Se il
nostro paese imperniasse maggiormente le sue risorse sull'IVA, già un tasso
del 12% gli permetterebbe di rinunciare alle entrate che trae dall'imposta
federale diretta.
I
contributi delle assicurazioni sociali e gli oneri salariali accessori sono
in Svizzera superiori alla media. Essi assorbono il 13% del PIL, la media
dell'OCSE si situa invece al 10%. Dal momento che il livello dei salari è
pure elevato in Svizzera, il nostro paese è uno di quelli in cui i costi
salariali unitari sono fra i più elevati.
La
fiscalità delle aziende è più debole in Svizzera che nella media dei paesi
dell'OCSE. Alcuni paesi europei hanno tuttavia ridotto la loro imposta
sulle società in questi ultimi anni, a causa dell'inasprimento della
concorrenza internazionale. La riduzione è stata particolarmente forte in
Germania, in Giappone e in Francia.
Commento
Anche se i confronti in cifre assolute
delle quote-parti fiscali e delle quote-parti dello Stato sono possibili
soltanto con riserve a causa delle differenze nell'elaborazione delle
statistiche, la Svizzera presenta un'evoluzione molto negativa. L'aumento
delle spese della previdenza sociale, la crescita dei contributi alla cassa
disoccupazione e la recessione economica degli anni 90 hanno fortemente
avvicinato la quota-parte dello Stato e la quota-parte fiscale della
Svizzera a quelle della media dei paesi industrializzati occidentali.
Mentre le cifre chiave aumentavano in Svizzera, altri paesi
industrializzati riuscivano per contro a ridurre i loro oneri fiscali e i
loro prelievi. La Svizzera rischia così di perdere l'importante vantaggio
comparativo di un debole onere fiscale 424b15e . In generale, la resistenza alle
nuove imposte aumenta nel nostro paese. L'iniziativa del PLR per una
moratoria fiscale o i tentativi di abolire l'imposta federale diretta sono
risposte a questa resistenza crescente. Altri paesi hanno già operato un
cambiamento. Così, la Germania, ad esempio, vuole ridurre i tassi massimi
dell'imposta sul reddito.
La
preparazione al nuovo regime delle finanze federali provocherà nuove
discussioni sulle future riforme. Soltanto una riduzione dell'onere fiscale
e dei prelievi, nonché la diminuzione della quota dello Stato,
permetteranno alla Svizzera di mantenersi nella concorrenza internazionale.
Da sola, una crescita economica abbastanza forte non permetterà di ridurre
nel tempo la quota-parte fiscale e la quota-parte dello Stato. Ciò di cui
abbiamo bisogno, è di una revisione efficace del nostro sistema fiscale e
di una disciplina rigorosa in materia di spese.
PROEC Società per il promovimento economico - Numero 8 20
aprile 2000