Secondo la tradizione
questo edificio fu fatto costruire dalla figlia di Teodosio Galla Placidia, la
quale, dopo aver sposato il barbaro Ataulfo e il patrizio Costanzo III, governò
per molti anni Ravenna e l'Occidente come reggente del figlio Valentiniano III.
Galla Placidia avrebbe f 747i83h atto costruire questo mausoleo per sé, per il marito
Costanzo e per il fratello Onorio, ma non poté avervi sepoltura poiché morì a
Roma nel 450. Secondo alcuni si tratterebbe invece dell'oratorio dei santi
Celsio e Nazario, anche se la decorazione interna sembrerebbe più adatta ad un
sepolcro. Originariamente era adiacente al lato destro della chiesa di santa
Croce. Esternamente è di un'estrema
semplicità, con un cubo centrale sopraelevato che nasconde la cupola interna
intorno al quale si organizzano quattro bracci coperti da un tetto a spiovente.
Si possono però notare alcuni elementi tipici del tempio romano: i timpani
delle testate, le cornici dentellate, le arcate cieche, che rendono la nuda struttura
in mattoni più leggera ma che, essendo poco profonde, evitano lo stacco fra
luce ed ombra. L'edificio in origine doveva apparire molto più slanciato,
poiché, a causa del continuo rialzo del livello della città, la parte inferiore
è stata interrata di circa un metro e mezzo, fatto che varia decisamente le
proporzioni nei piccoli edifici come questo.
L'esterno, volutamente
povero, contrasta con la sontuosa ricchezza dell'interno, probabilmente con un
significato simbolico: all'esterno la materia inerte, il corpo, dall'altra
l'anima immortale che è in esso prigioniera, La materia è limitata, ma infinita
la luce divina che lo riempie.
La struttura esterna
cela la cupola centrale e le volte a botte dei quattro bracci. La luce penetra
da 14 piccole finestrelle schermate da sottili lastre di alabastro, la luce
viene così filtrata assumendo effetti irreali, dando un effetto notturno e
questo, insieme ai temi della decorazione, conferma la destinazione funeraria
dell'edificio. Il mosaico non solo riveste la muratura ma la sostituisce:
smussa gli angoli, deforma il contorno degli archi. Le tessere che lo
compongono, inoltre, hanno diversa forma, grandezza e inclinazione, quindi
rifrangono la luce dandole un aspetto vibrante e sfumato.
Il mosaico della cupola
mantiene il tema notturno con giri concentrici di stelle d'oro su fondo blu,
più piccole dal basso verso l'alto in modo da dare l'illusione di
allontanamento ed è dominato dalla croce. Agli angoli della cupola, in tessere
d'oro, vi sono i quattro simboli degli evangelisti (l'aquila per San Giovanni,
il toro alato per San Luca, il leone per San Marco e l'angelo per San Matteo).
Immediatamente sotto, nei quattro lunettoni che delimitano la cupola vi sono, a
due a due su fondo azzurro, le immagini di otto Apostoli, raffigurati simili a
senatori romani, con toghe bianche. Ai loro piedi, coppie di colombe bevono a
una fonte, con il significato simbolico delle anime che attingono alla fonte
della Fede, concetto simile a quello espresso nelle due lunette laterali in cui
due coppie di cervi bevono in un laghetto.
Sulle lunette della
parete di ingresso e su quella di fondo sono rappresentati Il buon pastore e
San Lorenzo che si avvia al martirio. Il primo è chiaramente ispirato alla
tradizione ellenistica per il naturalismo del tema pastorale, anche se alcuni
elementi sono tipici dell'arte cristiana: Gesù assume una superiorità divina
accentuata dalla croce a cui si appoggia, in sostituzione simbolica del
vincastro dei pastori, le pecore inoltre si dispongono simmetricamente a
simboleggiare l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte a Dio.
Le due volte a botte rappresentano invece
tralci di vite (dal Vangelo di Giovanni:
"Io sono la vite e voi i tralci."). Sono invece decorazioni astratte quelle del
braccio longitudinale che vogliono forse imitare le preziose stoffe orientali.
I mosaici, creati tutti
tra il 425 e il 430 si ispirano comunque tutti alla tradizione del mondo
classico, nell'eleganza e nella varietà di colori e soprattutto nel naturalismo
delle rappresentazioni. Anche quando si riproduce la realtà si vuole però in
realtà interpretarla, cogliendone il lato sacro. Il mausoleo di Galla Placidia
è quindi all'inizio di un processo che porterà al superamento della
realtà.