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Il Neoclassicismo

storia dell arte




Il Neoclassicismo


Si sviluppa come logica conseguenza del pensiero illuminista. Si afferma verso la metà del 18esimo secolo in opposizione la Barocco e al Rococò Se ne distacca svuotandosi dei suoi contenuti formali e religiosi per assolvere una funzione più decorativa. Il Neoclassicismo guardava all'arte dell'antichit 454i83e à classica, specie a quella greca. Il movimento neoclassico ebbe come sede privilegiata Roma, fonte inesauribile d'ispirazione classica; il suo massimo teorico fu il tedesco Winckelmann. Lui teorizzò i principi dell'arte neoclassica. Riteneva che l'arte classica fosse l'apice, il livello più alto e completo del gusto e dell'equilibrio dell'arte. Secondo la sua tesi, i neoclassicisti dovevano andare alla ricerca dell'equilibrio formale e della perfezione che escludesse qualsiasi sentimento e coinvolgimento emotivo. Secondo lui, l'arte non doveva comunicare emozioni, ma doveva essere il simbolo della perfezione. L'arte neoclassica nasce di colpo ed è un'operazione teorica, cioè non si presenta come evoluzione naturale.

Il maggiore esponente ne campo della scultura è Antonio Canova che incarna i principi neoclassici di Winckelmann. Nella sua opera più importante "Amore e Psiche che si abbracciano" lo scopo dell'artista è il raggiungimento della bellezza ideale alla quale si può arrivare attraverso l'imitazione della scultura classica. Ma, nonostante lui volesse aderire agli esempi della statuaria classica, sia con il suo desiderio di voler esprimere solamente il bello ideale, sia con l'eliminazione delle passioni e dei sentimenti forti, notiamo che, al contrario, "Amore e Psiche" esprime morbidezza, sensualità, ci dà una suggestione fortissima, distaccandosi quindi in parte dalle teorie di Winckelmann. Questa sua posizione deriva dalla sua formazione veneziana, di forte influenza naturalistica.



Il più grande rappresentante nella pittura del periodo neoclassico è Jacques-Louis David. Ne "Il giuramento degli Orazi", la scena tetra si svolge nell'atrio di una Domus romana. Nel fondo due pilastri e due colonne sorreggono tre archi oltre i quali un muro delimita un porticato. I personaggi sono divisi in due gruppi, mentre il vecchio padre si erge nel mezzo e il rosso del mantello lo individua come personaggio chiave della rappresentazione. Il soggetto è scelto dalla storia della Roma monarchica quando i tre fratelli Orazi affrontarono i fratelli Curiazi per risolvere in duello una contesa sorta tra Roma e la rivale città di Albalonga. Il padre chiede l'impegno dei figli che dovranno dare anche la loro vita per la salvezza di Roma. Le donne meste e mute abbandonate nel dolore e nella rassegnazione contraddicono la solennità degli uomini. Il tema storico è, però, anche attuale: infatti il cittadino del 700 doveva avere lo stesso valore etico e morale del cittadino romano. David vuole mostrare gli stessi valori e le stesse idee civiche e morali che dovevano essere presenti in un cittadino moderno. In conformità all'estetica neoclassica, David non mostra il momento cruento del combattimento, ma sceglie di rappresentare quello supremo del giuramento, che precede l'azione, e immobilizza tutti i personaggi che in questo modo illustrano l'amor di patria.

Ne "La morte di Marat" David viene incaricato dalla Convenzione di dipingire un quadro che rendesse onore al martire della rivoluzione. Così come ne "Il Giuramento degli Orazi" il tema storico è anche attuale: David dà risalto al senso civico di quest'uomo rivoluzionario e ci mostra la semplicità di questo tribuno del popolo che ha ancora una petizione in mano. Nel dipinto non compaiono tutti quegli elementi che nella realtà caratterizzano il luogo del delitto. La parete vuota che domina il quadro ha un significato importante: la morte. Secondo la concezione illuminista la morte era il simbolo del nulla eterno. Di nuovo è utile notare che nel rappresentare "La morte di Marat" la scelta di David cade su un momento successivo all'omicidio. In questo modo l'evento violento non è mostrato e il volto dell'assassina viene condannato all'oblio, di lei resta solo il coltello lasciato cadere a terra, mentre la sua azione malvagia e vile esalta le virtù civiche del cittadino Marat che è già un monumento e un monito ai concittadini e alle generazioni a venire.

Romanticismo -Il sublime- "Tutto ciò che può destare idee di colore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso terribile, o che riguarda oggetti terribili, o che agisce in modo analogo al terrore, è una fonte del sublime. è ciò che produce la più forte emozione che l'animo sia capace di sentire" La definizione è del teorico inglese Edmond Bruke che, nel 1795, pubblicò un'Inchiesta sul Bello e il Sublime.

Nel secolo dei lumi viene ammesso e teorizzato uno stato d'animo non più controllato dalla ragione, dalle sue regole di ordine e dai suoi schemi: uno stato d'animo provocato da forze che trascendono la razionalità, prima tra tutte il sentimento del terrore. "Tutto ciò che è terribile. è pure sublime". Lo stupore e lo sconcerto di fronte a fenomeni incommensurabili per l'uomo, al di fuori quindi della sua capacità di comprendere e di ordinare, possono essere però fonte anche di un particolare piacere: un piacere "negativo" poiché prodotto non dal fatto i sé.

"Al sublime, all'evocazione di una minaccia che incombe sull'uomo, si collega la riscoperta del Gotico e del primitivo".

Antitetico al Sublime è il Bello: il Sublime in definitiva viene a  specificare quell'area di passioni e di sentimenti che non sono determinati dal Bello.





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