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Lettura dell'opera d'arte
Amore e psiche
Autore: Antonio Canova
Titolo: Amore e Psiche giacenti
Data: commissionata e terminata nel 1787, l'autore, consapevole dell'alto risultato dell'opera, ammiratissima dai contemporanei, faticò a distaccarsene e la inviò al committente qualche tempo dopo, nel 1793.
Collocazione: l'opera si trova ora al museo del Louvre di Parigi dove fu portata da Napoleone, mentre la collocazione originaria era la casa del committente dell'opera, ovvero John Campbell. Ne esiste una seconda versione conservata all'Ermitage di San Pietroburgo in cui i due personaggi 343b11d sono raffigurati in piedi e una terza, sempre esposta al Louvre, in cui la coppia è di nuovo in piedi.
Lettura materiale:
a.
Le dimensioni sono
b. La tecnica utilizzata da Canova per eseguire l'opera è quella che poi l'artista utilizzerà durante tutto il corso della sua carriera e segue una serie di passaggi:
Disegno
Bozzetto in terracotta
Modello in creta a grandezza naturale
Calco in creta; questa fase del lavoro è stata introdotta per la prima volta da Canova che ha rivoluzionato così la tecnica scultorea in Europa aggiungendo un passaggio in più. Infatti il modello in creta e non in stucco peemette di poter effettuare modifiche all'opera anche dopo mesi perché se conservato in ambiente umido mantiene la malleabilità.
Calco in gesso; il formatore realizzava l'impronta a negativo della creta e ne otteneva una copia che sarebbe stata come il modello originale, ma in un materiale più resistente.
Trasposizione del modello in gesso nel marmo, unica materia ritenuta adatta alla scultura. Canova si avvaleva di aiuti che lui stesso aveva scelto. Il procedimento comportava l'applicazione di chiodini di piombo al calco che fungevano da punti di riferimento per riportare le misure. Il modello in gesso e il blocco da scolpire venivano posti sotto un "tellaio" o una "squadra" a cui venivano appesi dei fili a piombo. La distanza tra i fili e i punti poteva essere calcolata grazie ad un enorme compasso che consentiva agli assistenti di abbozzare i blocchi sulla base delle misure del modello. Gli assistenti di Canova, però, non scolpivano una replica esatta del calco, lasciando al maestro l'intervento finale.
Rifinitura. Canova scelse di utilizzare il marmo in quanto esso evita gli effetti di chiaroscuro e permette una maggiore levigatezza della superficie.
c. Lo stato di conservazione è buono e i restauri fatti sono di tipo conservativo.
Esame della rappresentazione dell'opera:
a. Raffigura, secondo le parole dello stesso Canova «Amore e Psiche che si abbracciano: momento di azione cavato dalla favola di Apuleio». Il bacio d'amore rianima Psiche, svenuta per avere aperto, contro il divieto di Venere, il vaso che Proserpina le aveva consegnato nell'Ade. Nell'immagine d'insieme si coglie l'impianto geometrico nella contrapposizione dei copri: quello di Psiche è sdraiato, le braccia alzate, quello di Amore piegato, con una gamba tesa. Le due teste accostate sono il centro di due direttrici ad X che dominano la composizione: una linea diagonale, a destra, va dalla punta dell'ala a quella del piede; un'altra, a sinistra, parte sempre dall'ala, attraversa il busto di Psiche e si conclude nella piega del panneggio che ricopre il basamento. Lungo queste direttrici si dispongono le braccia della fanciulla e del giovane, l'inclinazione della testa di Amore. Le due figure sono disposte diagonalmente e divergenti fra loro. Questa disposizione piramidale dei due corpi è bilanciata da una speculare forma triangolare costituita dalle ali aperte di Amore. Le braccia di Psiche invece incorniciano il punto focale, aprendosi a mo' di cerchio attorno ai volti. All'interno del cerchio si sviluppa una forte tensione emotiva in cui il desiderio senza fine di Eros è ormai vicino allo sprigionamento.
b. L'opera rispetta i canoni dell'estetica
winckelmanniana, infatti le figure sono rappresentate nell'atto subito
precedente al bacio, un momento carico di tensione ma privo dello
sconvolgimento emotivo che l'atto stesso del baciarsi provocherebbe nello
spettatore. Ma sarebbe sbagliato affermare che Canova sia stato un imitatore
della classicità: egli era innamorato delle opere d'arte greche e romane, ma
perseguiva la «sua» visione d'artista, in cui armonia, eleganza, grazia,
finezza, convivono in un particolare equilibrio. La ricerca dello scultore
comprendeva l'obiettivo di realizzare nel marmo la morbidezza e il calore della
carne viva. «Le opere di Fidia sono vera carne, cioè la bella natura» diceva
davanti ai rilievi del Partenone, portati a Londra in quegli anni da Lord
Elgin. Il particolare mostra infatti come il corpo di Psiche sia morbido e tenero:
le belle braccia sembrano davvero di carne viva. I gesti sono armoniosi:
espressivi soprattutto quelli di Psiche che alza le braccia per accogliere il
bacio e di Amore che con la mano le sorregge la testa.
Significato globale dell'opera:
a. Analisi della committenza: questa statua fu commissionata al Canova da John Campbell poi Lord Cawdor, nel corso del soggiorno napoletano, nel 1787, di Canova e di John Campbell. Il marmo fu poi acquistato dall'olandese Enrico Hoppe e ceduto per 2.000 zecchini a Gioachino Murat che nel 1801 lo fece trasportare nel suo castello di Villiers-la-Garenne. Napoleone lo fece trasferire nel castello di Compiegne e dopo la restaurazione fu collocato al Louvre.
b. Quadro storico-culturale: gli anni '80 del '700 sono anni molto intensi. Nel 1783 termina la guerra d'indipendenza americana e proprio nell'87 viene scritta la costituzione degli Stati Uniti; inoltre nel 1789 scoppia la rivoluzione francese.
c. Quadro filosofico: sta cominciando ad affermarsi il romanticismo, soprattutto tedesco, e comincia ormai a tramontare l'illuminismo nonostante proprio nel 1787 Kant pubblichi la seconda edizione della "Critica alla ragion pura".
d. Rapporto con la trattatistica: l'opera di Canova segue gli ideali di bellezza e semplicità classici propugnati da Winckelmann nel "Del sentimento del bello nell'arte" (1763) e nella "Storia dell'arte nell'antichità" (1764)
BIBLIOGRAFIA:
Giuseppe Pavanello, Grandi scultori - Antonio Canova, Roma 2005 , Gruppo Editoriale l'Espresso.
Giuseppe Pavanello, L'opera completa del Canova, Milano 1976, Rizzoli.
Isabella Teotochi Albrizzi, Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova, Modena, 2003, Venturi.
G. C. Sciolla, L'Enciclopedia dell'Arte, Torino, 2002, Utet.
Anna Mozzanti, David
Bianco,
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