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TENDENZE POST-IMPRESSIONISTE (RIFIUTO DELLA SEMPLICE PERCEZIONE VISIVA)

storia dell arte



Tendenze post-impressioniste (rifiuto della semplice percezione visiva)

Con «tendenze post-impressioniste» abbiamo indicato quegli orientamenti artistici che si svilupparono in Francia, in specie nel corso dell'ultimo ventennio dell'Ottocento, ma che ebbero ripercussioni nel resto d'Europa e furono fondame 444d31e ntali per la nascita dell'arte del Novecento. Alla base della loro esistenza c'è la conquista impressionistica della natura, indagata senza che l'artista scegliesse un soggetto particolare poiché tutto quanto si presentava agli occhi era degno di essere rappresentato così come appariva alla vista. Se l'Impressionismo aveva potuto tanto, occorreva andare oltre l'impressionismo, o anche frugare ancora fra le pieghe della natura perché potesse rivelare altro, in un processo quasi infinito di ricerca che divenne molto personale e sempre più legato alla cultura, all'interiorità e alle intime vicende di coloro che si avventurarono per strade non ancora percorse. Caratteristiche comuni ai Post-impressionisti furono il rifiuto della semplice, o della sola impressione visiva e la tendenza a cercare solidità dell'immagine, la sicurezza del contorno, la certezza e la libertà del colore. I protagonisti della svolta furono Paul Cézanne, Georges Seurat, Paul Gauguin e Vincent van Gogh.




PAUL CEZANNE (Trattare la natura secondo la sfera, il cilindro e il cono)


Cezanne non dipinge per vivere perché è un pittore del sud della Francia, vive in un mondo agricolo.

Nato ad Aix en-Provence nel meridione della Francia nel 1839 da una famiglia benestante, studiò nel collegio Bourbon dove ebbe compagno il grande scrittore Zola al quale restò legato per molti anni, e successivamente seguì dei corsi di disegno alla Scuola di Belle Arti della città natale. Passò alcuni anni a Parigi per dedicarsi alla pittura: per tutta la vita cercò poi di far accettare le sue opere al Salon ufficiale ricevendo solo rifiuti.

Cezanne trascorse tutta la sua esistenza in Francia, salvo un breve viaggio in Svizzera, risiedendo quasi sempre ad Aix. A Parigi entrò in contatto con quei pittori che furono poi chiamati Impressionisti.

Dall'impressionismo Cezanne apprese il dipingere en plein air e la ricerca della massima luminosità dei colori. Ma l'esperienza impressionista fu per lui solo l'inizio di una ricerca che lo vide tormentarsi continuamente nella speranza di giungere a quella verità essenziale delle cose che l'impressione visiva non poteva esaurire. Questa ricerca fu così importante da generare in lui non solo insoddisfazione per tutto quello che riusciva a fare, ma persino disgusto per quelle sue opere che riteneva imperfette che lo facevano piombare in uno stato di profonda frustrazione. Morte 1906 un tremendo temporale colse l'artista all'aperto, mentre lavorava, procurandogli un collasso e la perdita dei sensi e lo prese se dopo pochi giorni, il 22 ottobre.

Il disegno di Cezanne è deciso ed è realizzato con linee ondulate che si sovrappongono nel delimitare i contorni mentre un fitto tratteggio indica le zone in ombra e modella i volumi. Talvolta al disegno a matita si sommano delle macchie d'acquerello. I vari strati di trasparenze colorate, sovrapposti l'uno all'altro solo dopo che la pennellata sottostante si era già asciugata. In tal modo si impedisce ai colori di mischiarsi e la loro sovrapposizione dà luogo a vari piani determinanti lo spazio.

Cézanne, lasciava bianco il foglio nei punti colpiti direttamente dalla luce. Neppure le masse erano completamente finite bastando il colore gia dato ad indicarne la forma.

1872-1873 La casa dell'impiccato ad Auvers: la visione ottica della realtà, dà una visione parziale. Sulla realtà si deve cogliere l'essenzialità, è una pittura di ricerca. La scelta del plein air e i piccoli tocchi di colore fanno di questo dipinto un'opera sicuramente impressionista. Pennellate molto differenti rispetto agli altri artisti, anche impressionisti, colori meno puri: scabrosità e una corposità inusuale mostrano gia la volontà dell'artista di andar oltre la ricerca degli amici impressionisti. Secondo Cezanne "nella pittura ci sono due cose: l'occhio e il cervello, ed entrambe devono aiutarsi tra loro", l'artista deve penetrare all'interno degli oggetti per coglierne l'essenza. Ciò vuol significa che la lettura semplicemente percettiva della natura (considerata solo quale appare, come si mostra ai nostri sensi) non è sufficiente. Esiste infatti un secondo livello di lettura, quello intellettivo. L'intelligenza deve spronare il pittore ad indagare la realtà per scoprirne l'essenza, la verità nascosta dalle apparenze che la rivestono. È la geometria, che permea tutte le cose, e cui tutto può essere ricondotto, la verità cui Cezanne tende. Le sue figure, pur nell'essenzialità delle forme, acquistano quindi una maggiore monumentalità e una potenza architettonica, l'uso costruttivo del colore determina curve, spigoli, mutamenti d'inclinazione, differenze di luce, come in una scultura di creta appena abbozzata, ma che già mostra il modellato finale. Scriveva Cezanne " trattare la natura secondo il cilindro, la sfera, il cono, il tutto posto in prospettiva, in modo che ogni lato di un oggetto o di un piano si diriga verso un punto centrale".

1898 I giocatori di carte: personaggi geometrizzati ma con introspezione psicologica; la bottiglia è asse poiché i personaggi non sono mai disassati, Seurat riesce a dare un valore introspettivo e coscienziale ai personaggi. Due uomini in un'osteria di paese giocano a carte davanti ad uno specchio. Potrebbe sembrare un tema tipicamente impressionista: basti ricordare il bar alle Folies Bergeres di Manet o l'assenzio di Degas. Non c'è più nulla d'impressionista in questo dipinto. Lo specchio sembra far parte della boiserie, cioè del rivestimento ligneo e l'attenzione di Cezanne è sui giocatori: il modo in cui sono rappresentati li avvicina a dei manichini. Ma è proprio questo che importa; l'aver isolato i puri volumi, geometria di cui i corpi son fatti. Le pennellate contribuiscono alla resa volumetrica organizzandosi in pezzature di diverso colore che sembrano colpi d'ascia su un tronco da scolpire.

Negli ultimi anni della sua vita Cézanne sarà affascinato e quasi ossessionato dal paesaggio che era abituato a vedere sin da bambino: quello dominato dalla montagna Sainte-Vietoire che dipingerà innumerevoli volte e sempre in modo diverso. Nel dipinto di Filadelfia alla rappresentazione dei volumi, cioè alla scomposizione delle cose (paesaggio naturale e paesaggio creato dall'uomo) in essenzialità e loro ricomposizione tramite superfici accostate, si somma la ricerca della profondità senza prospettiva, ma attuata tramite i colori. Sono lo spessore e la corposità dell'aria che Cezanne intende mostrare. E l'aria e il cielo assumono anche i colori delle case e degli alberi: il verde è pure nel cielo da cui solo un tenue contorno azzurrino riesce a separare il monte, tanto i loro colori sono simili. La profondità è tutta lì, in quel cielo unito al monte dall'aria palpabile che si interpone tra il pittore e l'oggetto ritratto. Diverso da altri impressionisti ad esempio Renoir dipinge qualcosa di carezzevole e limpido. Un dipinto che riconcilia uomo e natura, un paesaggio paradisiaco mentre quello di Cezanne mostra una natura vinta e svelata, pronta per essere consegnata ai pittori-ricercatori delle generazioni future (Cubisti).


GEORGES SEURAT (il neo-impressionismo o impressionismo scientifico)

CROMATICA

Teoria empirica cioè desunta per via sperimentale che fissa i criteri per la classificazione dei colori.


- Chevreul fece ricerche di cromatica. Aveva esposto il principio di «contrasto simultaneo» secondo il quale se si accostano due colori complementari le qualità di luminosità di ognuno sono esaltate. Il ragionamento di Chevreul, noto già agli Impressionisti, parte dall'osservazione che ogni colore considerato isolato contro un campo grigio, appare circondato da una tenue aureola del colore suo complementare. Se allora si accostano due colori qualsiasi, l'aureola di ognuno andrà a sovrapporsi all'altro dando luogo, visivamente, a due colori velati che si presentano un po' diversi da come sarebbero apparsi se si fossero tenuti isolati. Ma se accostiamo due complementari, l'aureola di ognuno andrà a rafforzare l'altro che apparirà più deciso, vivo e brillante di quanto non sarebbe apparso se considerato isolato. Chevreul aveva anche predisposto un cerchio cromatico diviso in 72 parti in cui i colori primari rosso, giallo e blu e i secondari complementari cioè rispettivamente: verde, violetto e arancio sono accompagnati da numerose sfumature che da un colore trapassano verso l'altro e dove ogni colore è opposto al suo complementare.

Georges Seurat apprese queste teorie come una rivelazione, anch'egli disegnò un proprio cerchio cromatico in cui, partendo dal centro e procedendo verso al periferia, i vari colori disposti a raggiera vanno schiarendosi lentamente fino alla corona circolare completamente bianca.

Nato a Parigi nel 1859 da famiglia agiata Seurat compì i suoi studi alla scuola d'arte di Parigi e successivamente all'École des Beaux-Arts. La sua vita artistica fu molto breve poiché morì trentaduenne, nella sua città natale.

I suoi inizi furono impressionisti, 1886 egli aveva creato il suo primo dipinto con la tecnica da lui stesso messa a punto, quella divisionista, consistente nell'accostamento di colori puri tenuti divisi, derivante proprio dalle teorie di Chevreul sul colore. A ciò Seurat aggiunse il principio della ricomposizione retinica: i colori accostati sulla tela sarebbero stati ricomposti nella rètina dell'occhio senza l'intervento meccanico del pittore che avrebbe dovuto operare una mescolanza per dar luogo a un colore diverso (massima luminosità). Occorreva che i colori fossero depositati con la punta del pennello sotto forma di puntini. Da ciò il termine Pointillisme con cui la tecnica divenne nota. La pittura di Seurat fu definita inizialmente «neo-impressionista», poiché un perfezionamento della tecnica impressionista ed anche "Impressionismo scientifico" in contrapposizione a quello "lirico" - la definizione proviene dallo stesso Seurat - di Monet, Renoir e Degas. Il compito che Seurat si assunse nei confronti della pittura impressionista fu quello di darle una sistematicità e di conferirle una dignità scientifica: perciò furono importanti i suoi riferimenti alle teorie di Chevreul e di altri che scrivevano di cromatica. Gli inizi di Seurat furono impressionisti: egli supera l'impressionismo e rende la prassi pittorica più tecnica-scientifica.

Une baignade à Asnières: se il tema e la tecnica impiegata per definire i prati, gli alberi, il cielo e l'acqua sono impressionisti, certamente non è tale il formato della tela che impediva il dipingere en plein air. E neppure possiamo più dire impressionista la statuaria e innaturale immobilità delle figure. Queste, governate dal pallore brillante dei corpi e della geometria compositiva (la ripetizione della direzione degli sguardi verso destra e l'arcatura delle schiene), sono diversissime dagli uomini e dalle donne colte in un movimento spesso concitato e vorticoso, tipico della maggior parte dei dipinti impressionisti. Colore puro è luce, quello mischiato è più spento (il colore mischiato è più buio).

1883-1885 Un dimanche aprés-midi à l'Ile de la Grande Jatte: evidenziata la tecnica meccanica dell'autore, prende in giro il gusto dell'esotico della sua epoca, per esempio rappresentando una donna che porta al guinzaglio una scimmia, dandoci modo di apprezzare il suo gusto satirico. Seurat ebbe bisogno di numerose sedute sul posto per realizzare dei bozzetti nella stessa ora del giorno e con la stessa luce. In questo dipinto Seurat si prende gioco dei canoni tradizionali (es. cappello da colonialista, scimmia al guinzaglio), siamo nel periodo colonialista e questo denota la spiccata ironia che fa parte della sua personalità. Il soggetto è impressionista, i puntini di colore sono pressoché infiniti, ognuno è stato deposto sulla tela badando a quello vicino, tenendo presente la teoria del contrasto simultaneo e il cerchio cromatico per ottenere la massima luminosità e prestando attenzione a che la ricomposizione retinica desse luogo proprio a quei colori registrati dall'artista durante le sedute sul posto. Su tutta la scena domina una calma e un assoluto silenzio, assieme ad un'innaturale immobilità (che è una costante nell'arte di Seurat). Il caos è solo apparente: è immediata la constatazione geometrica e quasi scenografica delle persone e degli animali. I loro rapporti reciproci sono studiatissimi e armoniosi. La realtà e la somiglianza al vero sono anch'esse apparenze. Seurat pare aver dipinto un qualcosa d'inanimato pronto a sparire da un momento all'altro; le sue figure e la sua natura senza peso paiono bolle di sapone dalla forma inusuale colte in quell'attimo in cui la superficie dell'acqua che riveste l'aria sta subendo quel rapido processo di dissoluzione che le trasforma in un velo nebbioso prima che svanisca rompendo un equilibrio quasi magico. Per parlare con immediatezza al cuore e alla mente dell'osservatore e per trasmettergli delle precise sensazioni (o per accrescerle, somministrandole al colore e alla tecnica puntinista) Seurat creò altri capolavori sperimentali: le Chahut, , il tentativo disperato di Seurat di applicare la tecnica divisionista alle luci di un interno.













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