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BASILICA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI - CIMABUE E GIOTTO

storia dell arte



BASILICA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI

La costruzione della basilica viene iniziata immediatamente dopo la morte del santo. La basilica si sviluppa su 2 livelli. Il piano più basso è la cripta, la tomba del santo. E' un luogo molto buio, che incita alla meditazione, alla riflessione, alla p 212e44c reghiera. Questo senso di oscuro, questa pesantezza è enfatizzata anche dagli archi a sesto ribassato presenti nella cripta. Un arco a sesto ribassato è costituito solamente dalla parte finale di un arco a tutto sesto, apparendo più basso. Nel secondo piano invece troviamo uno spazio molto aperto. Alle pareti sono presenti numerosi affreschi. Quelli a livello d'uomo, di più facile consultazione, rappresentano le varie fasi della vita di S. Francesco e sono tutte stai dipinti da Giotto. Gli affreschi posizionati più in alto mostrano invece degli episodi tratti dall'Antico Testamento. Questi affreschi furono dipinti anche da altri artisti, non solo da Giotto. Le finestre sono collocate soltanto nella parte superiore proprio per non interrompere e spezzare gli affreschi riguardanti la vita di S. Francesco. Il cantiere della basilica raccoglie i maggiori artisti di quel periodo.

Percorso del fedele: C'è uno stretto legame tra l'architettura, la struttura della basilica e la sua funzione. La basilica è un monumento celebrativo di S. Francesco, l'obiettivo della sua costruzione è quindi quello di visitare la tomba del santo ma per poter fare ciò è necessario conoscerne la vita. E' per questo che i pellegrini dovranno passare prima nella parte superiore, luogo didattico, dove attraverso gli affreschi apprendono notizie riguardo la vita di S. Francesco. Una volta scesi nella cripta, l'ambiente cupo e solenne li inciterà alla meditazione e alla preghiera in onore del santo. Soltanto adesso potranno visitare la tomba.




CIMABUE E GIOTTO

Ciambue è il maestro di Giotto. Giotto tuttavia si allontanerà dallo stile di Cimabue, il quale era ancora legato allo stile bizantino, per sperimentare invece un nuovo stile più moderno, apportando molte innovazioni. Una di queste è l'affinamento della tecnica dell'affresco. Questa tecnica consiste nell'intonacare una parete per poi dipingerci sopra quando la vernice dell'intonaco è ancora fresca. I due strati di pittura si asciugano quindi insieme. In questo modo l'affresco resiste molto al tempo e agli agenti esterni. Queste sperimentazioni sull'affresco arrivarono fino a Leonardo. Dante ci parla di Cimabue e di Giotto. Egli scive: "Credette Cimabue ne la pintura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido / si che la fama di colui è scura". Si dice che Giotto è stato per l'arte quello che Dante è stato della letteratura.


CONFRONTO TRA IL CROCIFISSO DI CIMABUE E DI GIOTTO

Il crocifisso di Giotto è in generale più naturalistico, le linee sono meno in contrasto, le figure assumono posizioni più naturali. In generale Giotto si distacca dallo stile bizantino. Questo maggiore naturalismo porta ad un avvicinamento del fedele, di chi guarda il crocifisso, con Cristo. Cristo, nel dipinto di Giotto, assomiglia di più ad un uomo, un uomo come noi, che è realmente esistito e che ha realmente compiuto delle azioni. Giotto quindi storicizza Cristo portandolo ad una figura, un' immagine, una rappresentazione più naturale, più umana, più reale. Giotto fa lo stesso per San Francesco.

Cimabue (pag 154)

- Cristo mantiene la tipica posizione bizantina del corpo a serpentina.

- i chiaroscuri sono più forzati, più evidenti, meno naturali.

- Il volto del Cristo ha l'espressione tipica dello stile bizantino

- Le figure ai lati assumono tipiche posizioni bizantine, come ad esempio con le mani sulla testa.

- Il sangue che fuoriesce dalla mano di Cristo non scorre in modo naturale.

- Il corpo di Cristo no casca ma si trattiene rigidamente in un modo innaturale.

- le mani sono rigide.


Giotto (pag. 181)

- La base del crocifisso sembra come conficcata in un tumulo di terra. Questo elementi si distacca dello stile bizantino e appare invece più naturalistico.

- Cristo non assume la posizione del corpo a serpentina.

- I chiaroscuri sono naturali, dando volumetria al corpo.

- Il volto ha un'espressione diversa da quella tipicamente bizantina.

- Le figure ai lati assumono nuove posizioni.

- Il sangue che esce dalle mani di Cristo scorre in un modo naturale.

- Il corpo casca, è pesante

- Le mani sono abbassate in una posizione detta "a scorcio".


GIOTTO

Dopo anni trascorsi ad Assisi viene chiamato a Roma in occasione del Giubileo del 1300. Dopo il Giubileo si reca a Padova che in quel periodo era un centro culturale importante e dove c'era anche Donatello. Giotto a Padova si occupa non solo di pittura ma anche di archiettura. Giotto era già stato architetto, a Firenze infatti aveva costruito la parte inferiore di quella che poi verrà chiamata la cappella di Giotto.

Dono del mantello (affresco pag. 178 n. 3): In questo affresco sono raffigurate due persone: quella vestita in azzurro è San Francesco che sta donando ad un cavaliere (persona vestita in rosso) un mantello. Il paesaggio è naturalistico, anche i chiaroscuri, soprattutto quelli del mantello, sono naturalistici conferendo un carattere reale agli oggetti e ai personaggi. San Francesco è il personaggio principale dell'affresco. Esso infatti si trova al centro della scena e costituisce il fulcro del paesaggio. Sulla sua testa confluiscono infatti le linee delle due colline che gli stanno dietro. Su queste due colline è raffigurata una città (collina di sinistra) e un complesso ecclesiastico (collina di destra). Notiamo che San Francesco, pur essendo collocato al centro dell'affresco, è tuttavia spostato leggermente a destra, in direzione, quindi, del complesso ecclesiastico. Questo perché San Francesco, donando il mantello al cavaliere, si comincia a liberare della sua materialità (città della collina di sinistra) avvicinandosi alla religione (complesso ecclesiastico della collina di destra).

Presepe di Greccio (affresco pag. 180 n. 8): La croce girata ci dà l'idea che c'è un altro spazio al di là del muro. In questo affresco è importante notare che Giotto ha dato una disposizione degli oggetti, dei personaggi e dello spazio che accenna ad una prospettiva anche se questa è soltanto una prospettiva intuitiva, ancora lontana a quella che si affinerà in seguito.

Compianto sul Cristo morto (affresco pag. 185): In questo affresco tutti i personaggi guardano il Cristo, due personaggi sono addirittura posizionati di spalle, posizione abbastanza insolita per quel periodo. I volti, soprattutto quello di San Giovanni (vedi figura n. 20 pag 185), sono tutti molto addolorati, riempiendo di sofferenza e di dolore l'affresco, aumentandone il pathos.






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