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LA PITTURA VISIONARIO - FANTASTICA

storia dell arte



LA PITTURA VISIONARIO - FANTASTICA


La sconfitta di Napoleone e la successiva restaurazione delle monarchie assolutiste portano a un'inevitabile crisi di idee all'interno della società contemporanea.

All'artista impegnato a svolgere in prima persona un ruolo di educatore morale e civile, attraverso la piena partecipazione alla vita sociale, si sostituì, du 111f54b rante i primi anni del secolo, l'immagine dell'artista solitario, del genio incompreso, che ha deciso di chiudersi in se stesso, convinto dell'impossibilità di modificare le sorti della società. Questa chiusura porta l'artista romantico ad immaginare mondi fantastici e visionari in cui poter rifuggiarsi, dando vita ad una produzione di opere molto lontane da quella elaborazione dei miti del passato che aveva caratterizzato il Neoclassicismo.

Si matura, pian piano, un'autentica "passione per le componenti più irrazionali dell'animo umano". Già nel corso del XVIII secolo si manifestano i primi sintomi di una forma di rifiuto della razionalità. Persino Diderot nel 1775 dava importanza alla dimensione "oscura" non rischiarata dai lumi della ragione, ammettendo l'esistenza di un "patto segreto" tra la morte e la notte. Nel Salon di Parigi dello stesso anno venivano esposti numerosi dipinti di notturni e di rovine, immagini di un mondo misterioso, lucubre. La sensibilità romantica è sollecitata dal desiderio di verificare i limiti della ragione e di spingerli fino alle estreme conseguenze. La rappresentazione artistica offre una possibilità di trasformare le forze occulte del sogno in una forma visibile. Questa nuova espressività si pone in opposizione alla religione: gli artisti cominciarono a maturare un pessimismo assoluto che li portava a concepire l'assoluto come un qualcosa di cupo ed indefinito come "sinodo di notte e morte". Come ci spiega Novalis si contrappongono il finito e l'infinito, il reale e l'irreale.



La pittura visionario-fantastica, che si sviluppa nel pieno Romanticismo, aveva avuto origine già nel passato, infatti il sogno era l'unico strumento per avvicinarsi al culto del Dio onnipotente nella mentalità medievale. In seguito nel Rinascimento il sogno è una delle armi attraverso le quali l'uomo si sente superiore ad ogni "particolare". Nel '700, invece, la pittura visionario fantastica nacque in contrapposizione alla tormentata presenza della ragione.

L'"L'Esorcismo" la "La lampada del diavolo" di testimoniano il fascino che l'occulto esercitava in ambiente artistico verso la fine del XVIII secolo. In "Saturno" Goya si spira al mito greco del signore dell'Olimpo il quale divora i figli per sfuggire all'adempimento della profezia, secondo la quale uno di essi l'avrebbe ucciso. Altro esempio di pittura visionario-fantastica lo possiamo trovare nel dipinto di William Blake "La bestia della rivelazione". L'acquerello raffigura "ibrido" cioè un'immagine che combina l'animato e l'inanimato. Il forte contenuto simbolico dell'immagine è finalizzato al testo letterario religioso, il libro della Rivelazione della Bibbia.

Ingres fu uno dei pittori francesi ad avvicinarsi, per alcuni versi, alle tematiche del Romanticismo ispirandosi per la realizzazione del dipinto "Il sogno di Ossian" ad un passo dei canti di omonimi. Il ciclo epico nordico di Ossian, di ispirazione medievaleggiante, fu inventato dalla fertile fantasia del poeta scozzese James Macpherson e si diffuse in Francia per volere di Napoleone che commissionò a Ingres questo quadro per la sua stanza da letto nel palazzo del Quirinale a Roma. Diversamente da Goya Ingres separa la situazione "reale" di Ossian assopito e quella "onirica".

La tela presenta in primo piano la figura di Ossian, il leggendario bardo scozzese del III secolo dopo Cristo che, addormentatosi con accanto il suo cane, vede in sogno il figlio Oscar, raffigurato a destra con l'elmo alato e lo scudo. Sulla sinistra si staglia la figura statuaria della vedova di Oscar Malvina, mentre a centro Ingres pose l'immagine del re delle navi con a fianco le figlie intente a suonare l'arpa. Chiude il dipinto la lunga fila diagonale degli eroi e dei guerrieri della mitologia Ossianica. Ciò che Ingres ha voluto rappresentare in quest'opera è la netta separazione fra il mondo dei vivi, esaltato dai colori accesi del rosso e del verde della veste di Ossian, e quello visionario dei morti, illuminato, invece, da una luce abbagliante ed irreale che oltre ad imprimere un movimento circolare intorno alla figura del guerriero addormentato, accresce l'effetto di estraneità e di sogno. Da notare come Ingres aumenti il segno di profondità della intera scena utilizzando una particolare soluzione: far appoggiare Ossian ad un' arpa dipinta in posizione diagonale.





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