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LA ZATTERA DELLA "MEDUSA" Theodore Gèricault

storia dell arte



LA ZATTERA DELLA "MEDUSA"

Theodore Gèricault

Olio su tela, 491 x 716 cm

Parigi , Louvre


Vita: Theodore Gèricault nasce a Rouen nel 1791 e muore a Parigi nel 1824 a soli 32 anni. La breve durata della sua vita non offuscarono tuttavia il suo genio artistico che si rivelò in opere bellissime e dense di emozioni forti come la Zattera della "Medusa", l'opera soggetto di questa scheda di analisi.


Come nasce l'opera: Gèricault rappresentò quest'opera a seguito di un evento drammatico avvenuto in quegli anni che suscitò non poco scalpore fra i contemporanei. A seguito di un naufragio della nave "Medusa" 150 persone saltarono in mare su di una zattera e solo 15 rividero la terra, dopo numerosi episodi di cannibalismo, disperazione, pazzia e annegamenti. Fu un evento tragico e proprio la tragicità dell'evento fece riflettere Gèricault che, mentre progettava il quadro, si chiedeva quale fosse il 111f53b momento piu' idoneo per essere ritratto, il naufragio, gli atti di cannibalismo, la salvezza, la morte. Diversi aspetti di un unico risvolto storico.fra tutti questi Gèricault ne scelse uno particolarmente originale, cioè l'avvistamento della nave-salvezza Argus da un lato e la profonda desolazione della loro condizione animalesca dall'altro.condizione peraltro dettata dai numerosi giorni trascorsi in mare




Analisi dei colori: I colori sono uno degli elementi che piu' mi han colpito di questo dipinto.generalizzando possiamo dire che i colori sono cupi, richiamano desolazione, ed è raro trovare tinte brillante e forti. La camicia dell'uomo di colore che viene usato come bandiera per essere avvistati è si di colore rosso, ma di un colore rosso cupo, rosso "sangue" direi, e tutta la scena è offuscata da un enorme nube nera che oscura la zattera (aumentando il senso di desolazione e incertezza sul destino di questi uomini, perché se da un lato hanno scorto la nave in lontananza, dall'altro sia la direzione del vento che la lontananza della nave mettono in dubbio l'avvistamento dei naufraghi). Quindi colori cupi, scuri, che sono in qualche modo oscurati dalla nuvola sopra le teste dei sopravvissuti.


Sprazzi di crudo Realismo: Gèricault in questa scena volle introdurre alcuni elementi che ponessero l'osservatore vicino alla disperazione dei naufraghi. Compaiono in questo quadro alcuni elementi realisti che rendono il quadro "terribilmente vero", come per esempio l'uomo in basso a sinistra che spossato mostra un calzino bianco in un piede. O anche l'uomo in basso a destra, che fu aggiunto solo in un secondo momento per bilanciare la composizione, che ha la testa completamente immersa in acqua, con una posa innaturale e scomoda che ne denuncia chiaramente la morte. Dai contemporanei questi elementi non furono visti di buon occhio e li ritennero eccessivamente macabri se così si può dire, perché come sempre in caso di queste tragedie quando la memoria è ancora viva è sempre meglio far finta di niente piuttosto che ricordare.


La composizione: tutto il dipinto è ben controbilanciato e mentre a sinistra abbiamo la vela che spinge la zattera lontano dall'Argus, dall'altro abbiamo la composizione piramidale ripresa da Leonardo con in cima un uomo di colore che sventola la sua camicia rosso sangue. Mi ha particolarmente colpito la figura quasi marginale del vecchio in basso a sinistra che tiene sulle ginocchia un uomo, probabilmente morto. Nei suoi occhi non c'è né tristezza né la speranza degli altri naufraghi (che invece si stanno sbracciando nel tentativo di farsi vedere). Nei suoi occhi c'è la triste accettazione della propria condizione, dell'immane disastro che è accaduto. Sembra quasi fuori luogo, questo vecchio, perché non tenta quasi di girarsi e vedere se la nave Argus li abbia avvistati o no, nave che rappresenta per lui come per gli altri l'unico sottile filo con la vita.


Uso della luce: L'uso della luce è una delle caratteristiche di questo quadro che piu' risalta agli occhi dell'osservatore. La luce non è luminosa e trasparente ma è velata da quella nube già trattata parlando dei colori, quella nube che oltre ad appiattire i colori rende l'atmosfera tenue e quasi irreale. La luce proviene da destra, e i corpi sono rischiarati almeno in parte da questa luce. Sul corpo inerte dell'uomo in basso a destra crea anche un effetto trasparenza molto acuto, un effetto che mette in risalto le costole dell'uomo dopo diversi giorni di digiuno. La scelta di rappresentare i corpi a torso nudo in questo quadro denota anche una tendenza all'usare figure classiche, una tendenza che è sottolineata dall'uso della luce che mette in risalto i muscoli e i corpi tipicamente classici dei personaggi. L'ombra che non ci permette di vedere completamente l'onda che sta arrivando può infine essere intesa e interpretata simbolicamente come futuro incerto. L'onda potrebbe significare la fine, la morte della zattera, e quel che è peggio è che Gèricault sembra credere che la zattera affonderà, e ce lo mostra disegnando la vela protesa verso l'onda, senza possibilità di salvezza.




Gioco di trasparenze: ma l'uso della trasparenza non si delinea solamente sulle vesti bagnate dei naufraghi. Un particolare, a mio modo di vedere bellissimo, è la spuma del mare, in basso centralmente e lateralmente alla zattera. Gèricault riesce benissimo a descrivere il tipico effetto-spuma del mare sulla zattera che sembra "inglobare" la zattera e mescolarsi con essa. La spuma viene resa con un bianco puntellinato, ed è cosi ben visibile perché in contrasto con le acque scure del mare, sinonimo di profondità e quindi di pericolo e incertezza per gli uomini.


Giudizio personale: fra tutti i quadri analizzati del Romanticismo la "Zattera della Medusa" di Gèricault assieme a "Monaco in riva al mare" di Friedrich sono le due opere che piu' mi sono piaciute. Entrambe rappresentano uno dei temi principali del Romanticismo, il forte rapporto (non sempre positivo) fra uomo e Natura. La Natura è comunque una forza, terribile, che a seconda degli artisti può essere vista piu o meno consolatoria (si prenda per esempio Wordsworth e Coleridge nella letteratura inglese, entrambi romantici ma con una visione della Natura profondamente diversa). Mi ha colpito la scelta di rappresentare il quadro nel suo momento piu' drammatico e non durante la tragedia di per sé (viene descritto il "dopo" e non il "durante"). Il groviglio di uomini, poi, rende secondo me benissimo l'idea della piccolezza dell'uomo rispetto alla Natura. La battaglia Uomo-Natura è gia persa in partenza, e Gèricault fa capire che l'uomo di fronte alla potenza della Natura può fare ben poco. Per concludere Gèricault mi ha colpito perché ha saputo riunire in un unico quadro tantissime tendenze, piu magari di Friedrich o gli altri pittori romantici: in questo quadro ci sono elementi romantici come la Natura, elementi classici come i corpi, elementi realisti come il calzino o l'uomo morto in basso a destra, e tutti contribuiscono a creare uno dei piu bei quadri, secondo me, del periodo Romantico.







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