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Gli arabi in Sicilia
La dominazione araba è stata per l'isola un periodo felice.
È questo il periodo in cui le nuove tecniche di canalizzazioni consentono di apportare fondamentali innovazioni nell'agricoltura, 535d37f i commerci si intensificano e le arti fioriscono: il tutto in un atmosfera di tolleranza.
Di tutto questo, ovviamente, la cucina isolana ci porta testimonianze.
Quei piatti di allora si continuano a portare in tavola ancora oggi.
Nelle abitudini alimentari degli Arabi erano presenti i cetrioli, le melanzane, la pasta e il caffè.
Ad essi dobbiamo: il sesamo, le carrube, il miglio, i meloni, la canna da zucchero, la palma da datteri e i fichidindia.
Introdussero nell'isola la coltivazione del pesco, dell'albicocco, degli asparagi, del riso, del cotono, del pistacchio e dei gelsomini.
Sembra inoltre che risalga a tale periodo anche la complicata tecnica della pesca del tonno in uso ancora oggi.
È fra tanti prosperità che compare la pasta reale che come, lo stesso nome dice, è la regina della pasticceria siciliana.
I toponimi arabi:
Numerosi sono:
Caltanissetta, Caltagirone, Calatafimi, Caltavuturo, Calascibetta derivano il loro nome da KALAT cioè castello
Marsala e Marzamemi da Marsa cioè porto
Mongibello, Gibellina, Gilbimanna, Gilbirossa da GEBEL cioè monte
Racalmuto, recalvuto, da RAHAL cioè casale
Misilmeri e Mezzoiuso da MUSIL cioè cascinale, fattoria
Termini commerciali ancora in uso:
fondaco, tariffa, sensale cafiso
Termini agricoli
zagara, zibbibbo
Alcuni cognomi
Badalà, Vadalà (servo di Allah), Fragalà (gioia di Allah), Zappalà (forte in Allah), Cangemi (barbiere), Morabito (astemio)
Parole del linguaggio comune
- Ammatula (invano), bizzeffe (in abbondanza), camula (tarlo), sciarpa (lite)
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