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Lirica
Componimento poetico di intensa emotività che esprime sentimenti, opinioni, stati d'animo individuali.
Nell'antica Grecia, dove veniva accompagnata dal suono della lira, si distingueva in lirica monodica, cantata da un solo esecutore, e lirica corale, eseguita da un coro 747f59h . Al primo tipo, dedicato all'amore, all'amicizia e alle passioni politiche, appartiene la poesia di Alceo, Saffo, Anacreonte; al secondo, riservato alla celebrazione di vittorie sportive, all'esaltazione di divinità o di ideali patriottici, quella di Alcmane, Stesicoro, Ibico, Bacchilide, Simonide di Ceo e Pindaro.
In seguito fu definita lirica ogni forma di poesia soggettiva; in questo senso appartengono alla lirica greca anche autori di giambi come Archiloco o di elegie come Tirteo, Solone, Teognide, Mimnermo. Nella poesia di età ellenistica si svilupparono molte forme espressive quali inni, peana, odi, epitalami. Fra i maggiori lirici della letteratura latina si ricordano Orazio, Ovidio e Catullo.
Nel Medioevo trovatori e trovieri componevano canzoni e rondò, mentre in Germania si diffondeva la poesia dei Minnesänger. In Italia la poesia del Duecento, sperimentatrice di nuove forme come il sonetto e la ballata, culmina con il dolce stil novo fiorentino, cui fece seguito, in pieno Trecento, la grande stagione di Francesco Petrarca. Grandi poeti lirici furono l'inglese Chaucer e il francese François Villon.
A partire dal Rinascimento la poesia europea fu fortemente influenzata dal petrarchismo, i cui effetti durarono fino all'età neoclassica. Nella poesia elisabettiana, ai madrigali si affiancarono altre forme liriche; sonetti di argomento civile e religioso furono composti dai francesi Pierre de Ronsard e Joachim du Bellay oltre che dagli inglesi William Shakespeare e John Donne. Esponenti di spicco della poesia inglese fra il XVI e il XVII secolo furono Edmund Spenser, Ben Jonson, John Milton e John Dryden.
Dalla seconda metà del Settecento e soprattutto nel Romanticismo le più diverse forme espressive trovarono interpreti straordinari in autori come, in Italia, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, che ridiede vita agli idilli; in Germania, Johann Wolfgang von Goethe, Friedrich Schiller e Heinrich Heine; in Gran Bretagna, Thomas Gray, William Blake, William Wordsworth, John Keats e Percy Bysshe Shelley.
Una notevole varietà formale è presente anche nelle opere di Robert Browning e Alfred Tennyson; a partire dalla seconda metà dell'Ottocento eccelsero nella poesia i francesi Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé, i tedeschi Stefan George e Rainer Maria Rilke, l'austriaco Hugo von Hofmannstahl accanto agli statunitensi Walt Whitman ed Emily Dickinson. In Italia sulla scena di fine secolo si imposero Giovanni Pascoli, Giosue Carducci e Gabriele d'Annunzio.
Nella poesia del Novecento, spesso caratterizzata dalla sperimentazione di nuove forme metriche e stilistiche, si affermarono correnti come quelle del futurismo, dell'espressionismo, del surrealismo e dell'ermetismo. Tra i poeti più grandi e rappresentativi del secolo si annoverano l'americano Ezra Pound, l'irlandese William Butler Yeats, gli inglesi T.S. Eliot, W.H. Auden e Stephen Spender, il gallese Dylan Thomas, il tedesco Gottfried Benn, l'austriaca Ingeborg Bachmann, i francesi Guillaume Apollinaire, Paul Valéry e Paul Eluard, lo spagnolo Federico García Lorca, il messicano Octavio Paz e il greco Konstantínos Kaváfis. In Italia si ricordano, tra gli altri, Dino Campana, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Umberto Saba.
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