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18.1 Il Piemonte liberale
Dopo i moti del '48, il Regno di Sardegna era rimasto l'unico in cui
non si erano presentate reazioni rivoluzionarie e il governo liberale era
sopravvissuto. Vittorio Emanuele II, succeduto a Carlo Alberto, proclamò subito fedeltà allo statuto
Albertino. Ma la decisione del nuovo sovrano nasceva da una profonda crisi
politica. Lo stato sabaudo, infatti, era sul punto di una grave guerra civile:
da un lato vi era
18.2 Le riforme e la politica cavouriana
Cavour era nato a Chieri nel 1810. Dopo aver lasciato l'esercito sabaudo, aveva girovagato per vari Paesi europei comprendendo la necessità di un rinnovamento del ruolo dell'aristocrazia e della proprietà terriera. Cavour aveva fato le sue prime esperienze politiche come direttore del giornale "Il Risorgimento". Eletto deputato, ebbe poi la nomina di Ministro dell'Agricoltura e delle Finanze. La lettura e la conoscenza di alcuni esponenti del liberalismo europeo lo convinsero di un collegamento esistente tra libertà economica e libertà politica. I punti principali del suo programma furono: libera circolazione delle merci, abolizione delle dogane, tasse sulle attività economiche improduttive, ricerca di nuovi equilibri per assicurare una condizione dignitosa ad una più grande parte della popolazione, lotta sia contro i reazionari che contro i democratici. La ricerca di nuove forme di mediazione e l'allargamento della classe dirigente lo portarono ad accordarsi con il leader del centrosinistra Rattazzi allo scopo di sostituire d'Azeglio. Questi era stato costretto a dimettersi per la crisi causata da un progetto di legge sul matrimonio civile. Così Cavour ottenne l'incarico di presidente del Consiglio. Iniziano quindi i 7 anni del ministero Cavour.
Al centro delle riforme cavouriane vi fu la riduzione del numero di cariche pubbliche, di uffici ministeriali e di corte, delle pensioni concesse agli aristocratici. Tutto ciò portò ad una parallela riduzione del numero di nobili all'interno della magistratura. All'interno dell'esercito vennero eliminati alcuni privilegi di casta con l'adozione di nuovi regolamenti volti a sancire il rapporto tra ufficiali e truppe. Importante fu anche la sua politica ecclesiastica: presentò un progetto di legge che sanciva l'abolizione di alcuni ordini religiosi e l'incameramento dei loro beni da parte dello Stato. Questo provvedimento portò all'opposizione della destra conservatrice che, in un primo momento, fu appoggiata anche dal re, che costrinse Cavour alle dimissioni. Di fronte alla crisi politica che si aprì per questa mancanza e per il fatto che nessuno riuscì a conquistare la fiducia della Camera, Vittorio Emanuele II fu costretto a richiamare Cavour.
Molto incisiva fu anche il suo rinnovamento dell'economia. Venne istituita una Banca Nazionale e una Tesoreria per sostenere la diffusione del credito mobiliare. Vennero prese alcune iniziative per sostenere l'imprenditoria privata. Vennero rafforzate la rete telegrafica, stradale e ferroviaria. Aumentarono le cifre delle esportazioni e vennero stipulati trattati commerciali con Francia, Inghilterra e Belgio. Infine un nuovo rilievo assunse la borghesia di imprenditori, finanzieri, intellettuali che sostennero l'azione politica di Cavour.
18.3 Cavour e la questione orientale
L'egemonia
del Piemonte venne rafforzata grazie a Cavour con l'emergere della "questione
orientale", riaperta da Nicola I di
Russia, intenzionato a proseguire una politica di espansione sui Balcani. A
questo proposito aveva chiesto all'Inghilterra un piano di smembramento
dell'Impero turco. Cercò poi di imporre al sultano turco il riconoscimento
della protezione e della tutela dello zar sulle popolazioni ortodosse soggette
al dominio ottomano. Ovviamente il sultano rifiutò, sicuro dell'appoggio di
Francia e Inghilterra. L'esercito russo quindi invase
Cavour
sapeva benissimo che la nuova posizione del Piemonte doveva coniugarsi con
un'opposizione sempre più netta all'Austria. Lo scontro in Oriente, però, non
prese la piega che sperava: Francia ed Inghilterra, per assicurarsi l'appoggio
contro
Lo
scontro militare avvenne nella penisola della Crimea. Al battaglia si concluse
col vittorioso assalto francese. Nel frattempo Nicola I era morto e a lui era
successo il figlio Alessandro II. Con il congresso di Parigi furono
stipulate le condizioni di pace.
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