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'500, quale fede cristiana?
Con la chiusura del Concilio di Trento si ha la definitiva frattura nel mondo cristiano. Il periodo di crisi e corruzione ha portato alla creazione di nuove linee di pensiero teologico. Così sulla scia di Martin Luther si sono creati il Calvinismo svizzero e quello degli Ugonotti in Francia e l'anglicanesimo in G.B.(anche se quest'ultimo per uno scontro con il papa che non voleva accettare un 'divorzio' nobile).
Il cristianesimo porta, nel '500 ad angosce religiose che sfociano in ossessioni o esagerazioni escatologiche. Quello che deve essere un punto di riferimento in cui sperare si è trasformato in una fonte di ulteriore preoccupazione. E' diventato quasi impossibile ottenere una visione laica della realtà, che viene deformata, esagerata o minimizzata a seconda delle molteplici situazioni.
La fede cieca nella religione cattolica, la quale vede nella confessione e nel pentimento la via del perdono, ha portato ad un esasperato tormento redentore nelle anime di coloro che sono più deboli e insicuri nella loro analisi interiore.
Tutto questo per la valorizzazione del mondo dell'oltretomba la quale trasmette un ansia ininterrotta nel dubbio di un incerto 'futuro' oltre la morte.
"Quale mortale avrebbe potuto vantarsi di poter ottenere la remissione dei suoi peccati, prima di rendere l'estremo respiro e comparire innanzi al suo giudice?"
Per quanto riguarda l'ambito 'eretico', il pericolo turco fa risaltare anche i difetti del pensiero luterano.
Secondo l'autore delle 95 tesi, infatti, i turchi sono un castigo del diavolo, mandato da dio per attaccare un cristianesimo indebolito. Questi, infatti, rappresentano lo strumento della punizione. Unico rimedio a questo male non sono le armi, che non scalfiscono i demoni, ma la FEDE e la PREGHIERA.
"Contro i diavoli, bisogna che noi abbiamo degli angeli presso di noi; è quello che succederà se noi ci umiliamo, se preghiamo Dio e se abbiamo fiducia nella sua parola".
Un'altra interpretazione la riceviamo da Erasmo Da Rotterdam, letterato umanista. Egli ritiene il pericolo turco un elemento terreno, pericoloso per la comunità, e non per i singoli vicini interessati.
Dopo il fallimento dei tentativi di negoziato, il 'cattolico-protestante' si vede costretto all'abbandono del PACIFISMO e ammette la necessità di una guerra difensiva.
Indipendentemente dai particolarismi nazionali, Erasmo riesce a frenare l'impulso religioso e ad esprimere il suo pensiero, che risulta il più realista.
Nonostante questo, anch'egli è soggetto alle angosce della religione. Sicuramente egli riesce a mantenere un certo sangue freddo, mentre "in Lutero l'angoscia raggiunge un livello panico: se la città è assalita da Satana, Dio solo può difenderla".
Erasmo ebbe un ruolo chiave nel moderare i contrasti fra cattolici e protestanti al tempo della Riforma, e sembrerebbe che dopo di essa sia il pensiero più equilibrato da seguire, poiché "in medium est virtuus" ; ma non è sempre vero. Fra due verità ve n'è sempre una terza, completamente diversa dalle precedenti:
Perché stressarsi o subire le ansie di una religione che ancora attualmente entra nel privato di ognuno di noi e speso i pone limiti dettati non da dio, ma da Papi e vescovi?
Perché i sacramenti? Perché la messa? La nostra società, come le precedenti, vede veramente nella chiesa un valido, sicuro e sincero punto di riferimento? Vogliamo credere in dio per fede o per bisogni?
Sarebbe meglio che ognuno di noi si impegnasse sinceramente in opere di bene per il nostro mondo, e se vuole, pregare nella sua intimità verso quell'entità ignota che ha rivoluzionato la storia Europea!
.La migliore religione è dentro di noi.
Bibliografia
J.Delumeau, La paura in Occidente (secoli XIV-XVIII). La città assediata, Torino, 1979.
L.febbre, Studi su Riforma e Rinascimento, Torino,1982.
Schade Alessandra
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