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Tito Livio - La vita

letteratura latina



Tito Livio

La vita

Secondo S. Girolamo nasce nel 59a.C. a Padova da una famiglia ricca ma non di origini senatorie. Fu quindi il primo storico latino con origini non senatorie,perciò non era pienamente competente nel campo del diritto pubblico e della tecnica militare. Visse a Roma vicino al circolo di Augusto. Muore a Padova nel 17d.C.

Le opere

Quintiliano ricorda una Epistula ad filium dove consigliava al figlio di leggere Cicerone e Demostene,mentre Senaca cita dei Dialoghi di filosofia e storia.

L'opera che occupo l'esistenza di Livio fu Ab urbe condita libri dove racconta la storia del popolo romano. In origine si trattava di 142 libri ma ce ne restano solo 35;il resto è andato perduto per la mole dell'opera.

I libri erano raggruppati in decadi e ogni decade in due pentadi ma non è sicuramente questa la struttura dell'opera.



L'interesse maggiore di Livio tuttavia va alla storia più recente e ciò spiega al progressivo ampliamento del racconto a partire dalla distruzione di Cartagine.

Non si sa con certezza fin dove arriva la narrazione:alcuni si fermano al 9a.C,anno dei funerali di Druso,erede di Augusto,altri invece al 9d.C poiché morì.

La praefatio

Alla raccolta è premesso un proemio in cui viene sottolineata la mole dell'opera che copre tutta la storia di Roma, e la sua difficoltà.

Egli preferisce il racconto delle origini per non pensare alle guerre civili.

Ciò che interessa Livio è il recupero degli antichi valori di Roma sul mondo come gli uomini forti,l'arte,la moralità attraverso esempi del passato di Roma. Perciò punto di riferimento è Cicerone perché mette in risalto le personalità e le loro vite.

La I e la III decade

Nella I decade è contenuta la storia di Roma dalle origini mitic 141c25b he,la fuga di Enea da Troia, alle guerre con i Sanniti.

Il 6° libro è una nuova praefatio dove Livio dice che in seguito alla distruzione di Roma da parte dei Galli vi è una nuova fondazione di Roma perché inizia ad espandersi fino a dominare il mondo.

Livio preferisce gli annalisti recenti come fonti principali e usa il restante materiale per correggere alcuni dettagli.

Nella III decade che va dalle guerre contro Cartagine alla 2guerra punica. Si ispira a Fabio Pittore  ma diversamente da lui Livio accusa il Senato.

Da Polibio  trae la 2° guerra punica e la descrizione di personaggi come Annibale e Scipione l'africano,aristocratico ideale per la sua pietà,clemenza,cultura ed affabilità..

Differenze invece tra Livio e Polibio dove il 2° preferisce racconti di politica e milizia mentre Livio si concentra sulle personalità come Romolo,pater patriae.

Invece Livio e Cicerone sono simili perché entrambi aristocratici e repubblicani e contro la corruzione dei costumi.



La IV e la V decade

La 4° decade e la prima metà della 5° trattano della 2° guerra macedonica fino alla guerra con Antioco fino alla 3° guerra macedonica.

Per Livio la differenza tra le guerre puniche e la campagna in oriente sta nel fatto che le prime scoppiarono in seguito ad aggressioni,mentre la seconda fu per motivi espansionistici. Questo secondo motivo è giusto perché i romani erano sempre di buona fede e generosi.

Alla realizzazione dell'impero hanno contribuito la fortuna,la provvidenza divina,e la virtù militare dei romani che sono di grande forza morale.

La polemica moralistica è rivolta alle nuove classi che danneggiano i costumi e quindi la repubblica.

Livio e Augusto

Livio era accusato di provincialità perché proveniente da Padova,città chiusa al traffico. Augusto invece lo aveva nominato pompeiano per le grandi lodi espresse per Pompeo. Livio quindi era repubblicano e specialmente anticesariano,come Augusto.

Simili anche per la politica restauratrice di Augusto che vuole ritrovare la vecchia purezza di Roma.

Ideologia e stile

Quintiliano dice che la poesia è vicina alla storiografia che è senza metro. Egli stesso sconsiglia Livio per gli oratori perché breve ma comunque ampio e fluente nei discorsi.

Livio predilige il dramma della storia e per renderla viva si fa testimone. La lingua poetica di Livio si fonda su vocaboli arcaici. La prefazione è quindi indispensabile per capire l'opera.

Caligola vuole quindi ritirare le opere di Livio. L'attenzione per Livio è comunque sempre costante ma si affievolisce nel medioevo ma viene ripreso da Dante e Machiavelli che scrive i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio. Degli stranieri Montagne,Shakespeare e Racine si ispirano a lui.


Ovidio

La vita

Egli stesso ci da informazione nei Tristia,scritti durante l'esilio. Nasce nel 43 a.C. a Sulmona da famiglia di rango equestre. Viene mandato a Roma a studiare  scopre le orazioni.

Completa la sua formazione in Grecia ad Atene per un anno. Tornato a Roma copre magistrature minori per far felice il padre essendo morto il figlio primogenito. Inizia a partecipare alla vita mondana e al circolo di Messalla Corvino,minore rispetto a quello di Mecenate. Qui conosce Tibullo che però muore subito. Conosce Properzio e Orazio.

Nel 15 a.C. pubblica la prima edizione degli Amores di 5 libri poi sintetizzati in 3.

Nel 10 a.C. pubblica 15 Heroides più 3 epistole e 3 risposte e poi una tragedia,la Medea, che darà fama ad Ovidio.

Continuando sulla scia amorosa compone 3 opere in distici elegiaci,il metro della poesia d'amore: i primi due libri dell'Ars Amatoria destinati a chi volesse  imparare ad amare, e Medicamina Faciei Femineae contenenti ricette per la bellezza femminile,i Remedia Amoris in cui il poeta,assunti i panni del medico,insegna a guarire da una passione senza speranza.

Chiuso il ciclo erotico si dedica al genere epico-mitologico con le Metamorfosi,in esametri, nel 3 d.C. comprensivo di 5 libri.

Nell'8 d.C. viene relegato a Tomi,sul Mar Nero,l'odierna Costanza. I motivi di tale provvedimento restano ignoti e il poeta pensa ad un errore. Il contenuto dell'Ars illustrava come portare a buon termine amori adulteri,in netto contrasto con la moralizzazione dei costumi di Augusto. Forse allude alla figlia e alla nipote di Augusto,adultere.

Durante i 10 anni dell'esilio scrive i Tristia di 5 libri,le Epistule ex Ponto,l'Ibis contro un calunniatore,l'Haulieutica sulla pesca e la fauna nel Mar Nero. Muore a Tomi nel 7 e lì viene seppellito.

I motivi della diversità

I poeti neoterici e gli elegiaci preferirono l'attività letteraria alla vita politica e Ovidio riconosce pienamente tali aspirazioni. Tuttavia egli rivaluta l'impegno civile e dice che l'amore deve essere legato ai valori di riconoscimento sociale.


Gli Amores


Probabilmente iniziati nel 20 a.C. vennero pubblicati prima nel 15 in 5 libri e poi in 3libri per esigenze di brevità,più comunque la prefazione. Il tema centrale è l'amore del poeta per Corinna,pseudonimo,perché dice di non potersi accontentare di un solo amore. Si uniscono varie allusioni a Properzio e Tibullo. Egli cerca appunto di imitare Properzio ma fallisce perché non è sincero come il suo predecessore. Mentre per Properzio e Tibullo l'esperienza d'amore era totalizzante, per Ovidio è un'esperienza come le altre.

Il poeta poi si sdoppia che essendo innamorato deve essere fedele all'elegia amorosa ma deve essere più colto perché poeta. Accade addirittura che il poeta trova interesse nella ruffiana,che come il poeta appunto,è maestra d'amore. L'ironia è chiave essenziale della poesia erotica di Ovidio.


Le Heroides  


La pubblicazione avvenne in due fasi diverse,una prima raccolta di 15epistole scritte da altrettante donne agli amanti. Prima dell'esilio poi aggiunge 3 epistole di 3 personaggi mitici alle loro amanti,che rispondono. Nella prima raccolta quindi sono le donne del mito,tranne la poetessa Saffo, che scrivono agli amanti ed è il personaggio importante,dal punto di vista psicologico.

Nei consigli che da agli amanti parla degli sforzi di conquista dell'amore e di donne che si dicono fedeli e lamentano il tradimento,come ad esempio Penelope. L'epistola perciò diventa un monologo che non attende risposta. Per interrompere tale monologo inserisce le epistole doppie. Nelle Heroides è comunque il patetico che domina e a volte sconfina nel tragico.



L'Ars Amatoria e la didascalica d'amore


Trattato in 3 libri dove vengono esposte le tecniche per conquistare la donna. I destinatari non sono le matrone romane ma le liberte che hanno più spregiudicatezza.

L'ars è il mondo galante dove ci si può corteggiare. Il 1° libro spiega come conquistare la donna,dove incontrarla,come sceglierla. Il 2° come mantenere viva la fiamma,il 3° si rivolge invece alle donne. L'impianto del poema didascalico si forma sull'esempio di Lucrezio nel De rerum natura, e su Virgilio nelle Georgiche. Nel 1°libro in particolare dice come comportarsi al circo:ci si siede vicini,si fa la stesso tifo della donna in questione,le si danno molte attenzioni.

L'innamorato a cui si rivolge il poeta deve apprendere l'arte della finzione,deve recitare il ruolo dell'innamorato come nella tradizione elegiaca. Si abbandona l'elemento passionale perché non si racconta una storia d'amore,ma tanti esempi. Inoltre il mutamento dalla retorica elegiaca ad un poeta precettore crea meno ironia. Egli si distacca dai suoi predecessori perché cerca di conciliare la poesia elegiaca con la società perché l'amore è necessario all'uomo. Accetta perciò i principi di Augusto ed indica Roma come città ideale per l'amore.


I Medicamina Faciei Femineae


Scritte prima dell'Ars,di questo trattato ci giungono solo 100versi divisi in due sezioni,la prima che funge da proemio e la seconda dove vengono elencate le ricette della cosmesi del volto,di cui ce ne restano solo 5. Per i romani la cosmesi era come il lusso e le pietre preziose,ovvero aspetti negativi della società. Per questo Ovidio entra in conflitto con la morale di Augusto.


I Remedia Amoris


Scritti dopo l'Ars,indica come liberarsi dalle malattie d'amore. La struttura è quella di un trattato scientifico e c'è un proemio e un'ampia trattazione con un epilogo. La terapia suggerisce di intervenire in due fasi e soprattutto di fuggire all'ozio. La guarigione avverrà enfatizzando i difetti fisici e morali e semmai inventarli. Le ricadute potrebbero avvenire guardando una coppia di innamorati appassionati o frequentando i posti dove si era soliti andare insieme. L'amore deve scomparire poco a poco e bisogna più che altro separarsi in pace. Vieta ai lettori poeti erotici come Callimaco,Saffo e Anacreonte.


Le Metamorfosi


Iniziati a scrivere nel 30 d.C. in 15 libri, raccontano di trasformazioni in piante, animali o fenomeni naturali.

Si parla dell'origine del mondo dal caos primordiale e la creazione dell'uomo,con continue fasi di decadenza fino al diluvio universale. Racconta del mito di Fetonte che vuole guidare i cavalli del sole ma precipita sulla terra. Poi ci sono i miti delle origini di Tebe,Narciso innamorato e di Eco ridotta a voce.

Quindi parla di Piramo e Tisbe,Teseo e Andromeda,della lotta delle Muse contro le Pieridi che vengono trasformate in gazze dopo la gara di canto. Lotte di Ercole,storia di Troia,morte di Achille,caduta di Troia,storia di Enea,viaggio di Ulisse e la trasformazione di Cesare in astro. Antecedenti di tale genere furono i poeti neoterici.

La veste del poema è quella epica con esametro. Callimaco esra stato criticato perché aveva un'argomentazione troppo prolissa e aveva poca cura formale. Ma in questo caso Ovidio si giustifica perché non parla di un unico argomento,ma di tante storie diverse. Il proemio è composto da soli 4versi,ed una novità è che il poema è tra epico ed elegia,tra sublime e ironia. Il carme di Ovidio viene definito perpetuum perché aveva tre caratteristiche,continuità,varietà ed unità che prevedeva un argomento comune. La struttura di base è quella della leggenda,lo stile è uniforme. Umanizza i personaggi che hanno sentimenti e passioni come gli uomini;l'amore è quindi sempre dominante perché è tipico negli uomini. A questo proposito racconta il mito di Cadmo e Armonia che vengono trasformati in serpenti che però non attaccano gli uomini perché ricordano sempre la loro condizione precedente. Alle metamorfosi quindi non seguono delle separazioni,ma diventa solo momenti di equilibrio. Per questo le metamorfosi sono definite ambigue perché sono mutamenti nella continuità,diventa punizione ma anche premio,come per Cesare,evento tragico da cui deriva nuova vita.

La retorica è sempre presente,mentre meno la filosofia tranne nel caso di Pitagora nel discorso delle metempsicosi,trasmigrazione dell'anima,secondo cui nulla si crea e nulla si distrugge.


I Fasti


Poema in distico elegiaco,indica i giorni in cui si può svolgere l'attività giudiziaria. Al plurale indica il calendario. Il disegno originale era appunto un calendario delle ricorrenze romane. Scritto nel 1 a.C. in12 libri,ce ne restano solo 6 perché Ovidio,relegato a Tomi,rivide l'opera e anche perché la seconda parte dell'anno era di difficile traduzione. Ovidio morto Augusto riapre il 1° libro con una dedica a Germanico,nipote di Tiberio, per ottenere la revoca dell'editto. L'argomento è di astronomia,mista ai costumi e alle tradizioni popolari. Antecedenti di tale opera furono Properzio, Callimaco e Arato dal punto di vista astronomico.

L'interesse per l'antichità era tipico di Augusto perché elogiava la vita semplice e bucolica e gli eroi della repubblica. Altre fonti sono Varrone,Valerio Flacco e Tito Livio per le origini.


I Tristia


Vengono composti tra il 9 e il 12 d.C. a Tomi di 5 libri per avere la revoca dell'editto di Augusto. Costruisce un personaggio epico descrivendo l'ultima notte che passa a casa con la moglie e gli amici,come Enea quando parte da Troia;inoltre la simbologia della tempesta per figurare un'esistenza distrutta essendo mandato a Tomi che egli stesso indica come ultimo mondo,ai confini,terra fredda e popolata da ostili e rozzi,i Geti,che hanno barba lunga e girano con coltelli e arco. Ovidio tuttavia non critica Augusto perché vuole tenere viva la speranza di tornare,quindi rincara i suoi elogi,ma tuttavia da ad Augusto una lezione di storia.

Elenca qui alcuni doveri dell'amicizia,al quale amico si affidano i propri segreti e si chiedono consigli. Violando l'amicizia,tali amici diventano nemici.


L'Ibis


Viene scritta nell'11 d.C. subito dopo l'esilio,in 642 versi contro anonimi,come nei Tristia. La fonte è un uccello egiziano che si nutre di escrementi,esempio preso da Callimaco. Il genere è quello degli oraii,maledizioni. Utilizza il distico ma egli stesso dice che sarebbe stato più idoneo il giambo.



Le Episulae Ex Ponto


Scritte nel 12 a.C. in 3libri in forma epistolare perché può trattare più argomenti con tono didascalico. I destinatari sono amici influenti e vicini al principe.

Le tematiche sono l'errore per l'editto e il fatto che Augusto è troppo impegnato che non può non ha neanche letto l'Ars.

Il ruolo della moglie è quello di un personaggio fatto di tanti miti,ma Ovidio la riprende perché dice che è inutile e la riprende.

Riceve critiche da Seneca retore e Quintiliano. Nel rinascimento viene ripreso da Petrarca,Dante e Boccaccio che lo ammirano. In Inglese viene però ripreso da Byron e Shelley.







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