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La struttura dell'opera

letteratura latina



LE CONFESSIONES


La struttura dell'opera


Agostino scrive i tredici libri delle confessiones , nei primi anni del suo episcopato dal 397 al 401.

I primi nove libri sono di taglio autobiografico e raccontano la vita dell'autore fino alla conversione, al suo abbandono dell'attività professionale e al ritorno in Africa.



Il X verte sulla cond 414e45e izione di Agostino nel momento in cui attende alla stesura dell'opera contiene una lunga riflessione sulla memoria e sulla relatività del concetto di tempo. Gli ultimi tre contengono un commento al racconto biblico della creazione.


Il significato delle Confessiones


Il titolo ha un significato polivalente  che accosta alla ricognizione di un passato vissuto all'insegna della colpa (confessio peccatis) la professione di fede (confessio fidei) e la lode a Dio (confessio laudis): riconoscendo i suoi peccati agostino canta le lodi a Dio direttamente ispirandosi alla Bibbia, e non c'è modo migliore per lodare Dio che quello di celebrarne l'onnipotenza creatrice mediante l'esegesi.

Ma la potente originalità dell'opera, che ne fa un unicum e una pietra miliare nella storia della letteratura occidentale, sta nella concezione medesima, che combina la narrazione autobiografica con la meditazione e la preghiera. Agostino sentimenti e momenti significativi della sua vita scavando nella propria interiorità con una disposizione introspettiva profonda e impietosa che non risparmia le zone meno nobili della coscienza e rivisita ogni esperienza con l'attenzione volta non alla sua importanza oggettiva ma al significato interiore. Episodi banali come il furto delle pere o l'incontro con un mendicante ubriaco sono scandagliati in profondità, perché contengono elementi esemplari per la consapevolezza della propria miseria. Si vede dunque come l'elemento della memoria trattato nel libro X costituisca un filtro totale che condiziona la lettura spirituale del vissuto, consentendo un'appropriazione del tutto originale del genere autobiografico.


Lo stile delle Confessiones


Nelle Confessiones lo scrittore avverte soprattutto l'esigenza di uno stile immediato capace di interpretare i moti della vita interiore, l'esperienza mistica della fede e delle realtà spirituali. A questo scopo egli riprende lo stile libero e franto della poesia neosofistica arricchito da molteplici apporti:

il parallelismo antitetico che crea corrispondenza tra parole e idee di significato opposto; è presente anche nei salmi nelle lettere di San Paolo e in generale in tutta la Scrittura Sacra



Il sermo humilis della Bibbia e il vocabolario tecnico del latino cristiano: dopo le prime opere scritte nel ritiro di cassiciarum, ancora determinate dalla soggezione allo stile profano, in Sgostino non agisce più quello scrupolo selettivo che aveva indotto gli scrittori cristiani precedenti ad escludere dalla loro prosa i termini specificatamente cristiani.Il recupero a fini artistici di argomenti di stile umile dipende dalla convinzione che tutto è grande quando persegue agli scopi della Chiesa.

L'uso dell'immagina come espressione privilegiata del linguaggio spirituale. Il linguaggio immaginoso è in parte eredità manichea e neoplatonica, in parte sfrutta suggestioni bibliche, desunte soprattutto dal libro dei salmi.







Originalità delle Confessiones.


Tutti questi elementi (compresenza di destinatari, originalità costruttiva, dimensione spirituale) fanno dell'opera un libro atipico e imprevedibile, sfuggente rispetto alle categorie letterarie tradizionali, affascinante ma irto di problemi interpretativi.

Osserva a ragione Stefano Pittaluga che esistono molti modi di leggere le Confessiones: " in chiave storiografica come documento storico di un epoca, in chiave storico.letteraria come genere autobiografico, in chiave mistica come itinerarum mentis in Deum, in chiave filosofica come allegoria dell'umanità, o ancora in chiave linguistica come testo cardine dell'evoluzione della lingua latina e della stilistica, o se si vuole, in chiave psicanalitica, come autoanalisi catartica, in cui, ricordare il passato significa esorcizzarlo, sia pure con inconsce rimozioni e scelte selettive.






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