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LETTERATURA APOLOGETICA
Il termine apologia significa difesa e nel contesto della chiesa sta ad indicare la difesa della fede cristiana nei confronti dello stato. La letteratura apologetica si diffonde in oriente verso la metà del II secolo e poi + tardi nel mondo latino. La produzione latina si differenzia da quella greca x maggior vigore e maggior chiusura nei confronti del mondo classico. Q 121f58b uella greca era stata meno dura nei confronti degli imperatori. I latini invece passano dalla difesa all'attacco e si fanno portavoce degli umili e perseguitati e non si arrendono fino alla vittoria. Uno dei + grandi apologisti latini è Tertulliano. Più tardi affiancherà la letteratura apologetica quella teologica, che si basa sull'interpretazione delle Sacre Scritture, e la letteratura catechetica che intende istruire il popolo.
AGOSTINO
L'opera di Agostino fu vasta. Uno dei principali bersagli furono i manichei che consideravano il Cristo come manifestazione del bene e il Cristo del Vecchio Testamento il principio del male. A. difese il concetto dell'immortalità dell'anima e contro il dualismo del bene-male affermò che il male non può trarre origine da Dio ma da libera scelta umana.
Fa polemica anche contro i donatisti che discutevano l'universalità della chiesa cattolica e l'invalidità dei sacramenti effettuati da sacerdoti indegni. Agostino ribadiva l'efficacia dei sacramenti e sottolineava l'universalità della chiesa che comprendeva sia i buoni sia i cattivi. La polemica più dura fu quella contro i pelagiani che affermavano che solo Adamo aveva commesso il peccato originale e non doveva pagare tutta l'umanità. A. ribadisce l'universalità del peccato. Inoltre afferma che davanti a Dio l'uomo non può nulla è condannato a far parte di una massa dannata e solo dio sceglie chi è degno di salire al cielo. Da qui la predestinazione.
Il capolavoro della teologia agostiniana è il trattato sulla trinità, De Trinitate.
TERTULLIANO
Nato a Cartagine da una famiglia pagana tra il 150 e 160, Tertulliano ebbe una preparazione retorica, giuridica, filosofica e letteraria. Verso il 193 si convertì alla nuova fede e tornò a Cartagine. La sua attività letteraria iniziò verso il 197 e proseguì x tutta la vita. Il rigido moralismo e il carattere intransigente lo indussero ad entrare nella setta dell'eretico Montano poi ne fondò una propria. Le sue opere possono essere divise in apologetiche, dottrinali, morali-disciplinari.
Personalità e pensiero
Ciò che spicca in Tertulliano è l'amore x la polemica. Egli rifiuta l'atteggiamento conciliativo dei cristiani d'Oriente verso la cultura pagana, imponendo con rigidità il Vangelo. E con questo suo carattere polemico che lo spinge all'esasperazione, cade nelle contraddizioni, infatti, si presenta come un avversario della cultura pagana ma allo stesso tempo si serve della retorica e della filosofia pagana. Nei confronti dei filosofi egli assume una posizione di condanna poiché essi vogliono arrivare a conoscere la realtà cosa che può far avere soltanto la fede. Rinnova lingua e stile. Uno stile personalissimo e una linguaggio fatto di parole arcaiche e popolari, ma anche parole tecniche. Inoltre arricchisce il lessico coniando nuovi termini.
Opere apologetiche
L'Ad nationes, in due libri rivolto all'opinione pubblica pagana. Nel primo ci parla dalla vera e propria apologia cristiana, nel secondo fa una critica alla religione pagana.
Apologeticum indirizzato non all'opinione pubblica in generale ma ai governatori delle provincie romane per dimostrare la falsità delle accuse. T rivendica la libertà di espressione e di culto in tono serrato e impetuoso sostenendo che i cristiani sono cittadini leali e onesti ai quali spettano gli stessi diritti degli altri. Respinge l'accusa di ateismo dimostrando che essi seguono il vero Dio, anche x la salvezza degli imperatori; delineando così un'immagine rassicurante. Ma non si limita a difendere i cristiani, anzi, attacca la religione romana negando la divinità degli dei venerati nelle diverse province dell'impero. Contrappone quindi la legge dell'amore cristiano all'etica della società pagana.
Opere dottrinali.
Sono quasi tutte in tono polemico x combattere l'eresia. De praescriptione ereticorum, rivolta contro le interpretazioni che fanno gli eretici delle Sacre Scritture x confermare le loro dottrine, facendo riferimento a un istituto giuridico.
Adversus Marcionem,5 libri contro un'eresia che tendeva a separare l'identità del Dio vendicativo del Vecchio Testamento da quella del Dio di amore del Nuovo Testamento. Quest'opera pone il rischio allo gnosticismo, ossia alla conoscenza del divino, poiché Marcione non identifica il Messia profetizzato nel Vecchio Testamento col Cristo venuto, quindi deve ancora manifestarsi.
Nell'Adversus Praxean confuta l'eresia patripassiana quella secondo la quale sulla croce è morto il Padre e non il Figlio.
Altre 2opere agnostiche sono il De Carne Christi e il De resurrectione carnis.
PETRONIO
Incerte sono le notizie sulla sua identità storica: i manoscritti, che hanno conservato due soli libri dell'opera, non danno infatti alcuna indicazione sul tempo in cui l'autore visse; è tuttavia ormai prevalente l'opinione che Petronio sia da identificare con quel Caio Petronio, illustre personaggio della cerchia degli intimi di Nerone, che Tacito descrisse come uomo colto, raffinato e spiritoso nel XVI libro degli Annales. A lui dedica due capitoli, nel primo ci fa un ritratto della persona e nel secondo ci parla della sua fine molto particolare. Petronio si acquista la fama grazie alla sua ignavia e non all'operosità ottenendo, tra l'altro, il titolo di elegantiae arbiter della vita di corte. Caduto in disgrazia per l'invidia del prefetto del pretorio Tigellino, che lo accusa di essere coinvolto nella congiura pisoniana, decise di togliersi la vita facendolo sembrare una scelta e non un'imposizione: si tagliò le vene e si lasciò morire durante un convito con degli amici.
Satyricon
Il titolo greco è
un genitivo e significa "Racconti satirici". Esso si giustifica col fatto che
il romanzo presenta la mescolanza di prosa e versi tipica della satura e un forte
elemento satirico. L'operaci è giunta senza parte iniziale e molto lacunosa,
quanto ci è rimastocorrisponde ai libri XIV-XVI del romanzo che doveva contare
all'incirca di una ventina di libri, quindi una decima parte di esso.
L'episodio più famoso, e quello più completo, è
Il protagonista del
Satyricon è Encolpio, un giovane perseguitato dalla maledizione del re Priapo,
che lo ha privato della potenza virile. Suoi compagni d'avventure sono l'amato
Gitone, un bellissimo ragazzo piuttosto disponibile al tradimento sentimentale,
e Ascilto, un giovinastro spregiudicato aggregatosi successivamente alla
coppia, perché attratto da Gitone. La parte a noi giunta dell'opera si apre
nella scuola del retore Agamennone dove Encolpio discute delle cause che hanno
fatto decadere l'oratoria. Poco dopo troviamo Encolpio e Ascilto al mercato di
una Graeca Urbs (forse Napoli, Cuma o Pozzuoli), che intendono vendere un
mantello rubato per rifarsi di un furto subito. La vendita ha successo poiché
lo riescono a barattare con la tunica rubata, tanto più preziosa, poiché al suo
interno c'erano nascosti dei soldi. Rientrati in albergo ricevono la visita di
un'ancella che li invita a partecipare ad una celebrazione espiatoria,
consitente in pratiche sessuali di ogni genere, poiché hanno violato i segreti
del re Priapo. Vengono salvati dal servo di Agamennone, che annuncia loro un
invito ad una cena organizzata dal ricco liberto Trimalchione. Segue la cena
più famosa della latinità dove l'autore si sbizzarrisce nella descrizione delle
abitudini e della casa di questo ricco volgare, durante la quale i convitati si
raccontano delle storie che rappresentano vere e proprie novelle. I tre giovani
approfittano della confusione che nasce per lasciare
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