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Tema dell'assenza (dal deserto alla guerra)
Ciò che dai critici letterari viene definito il "tema dell'assenza" aveva in Ungaretti un terreno fertile: assente dall'Italia fino a 24 anni, vissuto in una 636h76g natura assente (il deserto, il porto sepolto), tra compagni che vivono l' "assenza", come gli emigrati anarchici ospitati dalla sua famiglia. Tutto ciò ritrova una continuità nel paesaggio desolato del Carso e nell'assenza che la guerra determina (assenza di individui, che muoiono, assenza di valori, assenza di vita...). La continuità tra i due paesaggi, benché diversi tra loro (Deserto e Carso), la continuità delle situazioni (emigrazione in Egitto e guerra intesa come allontamento dalla vita e dalle radici), è un motivo autobiografico di estrema importanza per comprendere Ungaretti. E questo tema andrebbe indagato a fondo. Invece la critica letteraria ha generalmente spostato l'accento più sugli aspetti formali ed estetici. In diverse liriche de L'Allegria sono presenti immagini che riportano al vuoto della vita, all'assenza. Per esempio: si veda anche "San Martino del Carso", " Veglia" o "In memoria" .Certamente questa tematica del "negativo", dell'"assenza", del "vuoto"non è una negazione del presente, del valore degli oggetti della vita stessa di Ungaretti. Al contrario, si tratta di affermarne la forza ed il valore, proprio partendo dalla loro mancanza, dalla loro negazione. Sempre secondo critici, successivamente nel Sentimento del tempo, Ungaretti, si rivolgerebbe al 'mito' come tentativo di recuperare dei valori che la dialettica dell'assenza non può riprendere (il nulla distrugge, non costruisce). Al contrario, se è vero che la tematica dell'assenza spinge Ungaretti a 'negare' la realtà dapprima e cercare di superarla poi (Sentimento del tempo), è altrettanto vero che questa problematica ha un aggancio biografico ben reale, non è campata in aria:
"un compagno/massacrato/con la bocca digrignata"
e, sempre in Veglia, consideriamo anche il finale:
"Non sono mai stato/tanto/attaccato alla vita".
Anche nello stesso San Martino del Carso:
"e' il mio cuore/il paese più straziato"
indicano elementi ben reali, ben fondati sul presente: una condanna ed una denuncia proprio di quell' "assenza" che la guerra provoca. La critica riconduce questa relativizzazione del tempo e quindi questa "presenza dell'assenza", alle teorie di Bergson. Tuttavia Ungaretti incontra Bergson non tanto sul piano del contenuto, a nostro parere, quanto maggiormente su quello dello stile, dell'artifizio, per esaltare meglio un contenuto assai concreto. Ancora una volta quindi possiamo concludere che i temi autobiografici, siano di gran lunga preponderanti su quelli stilistici e questa ci sembra la chiave determinante per comprendere Ungaretti.
Veglia (contenuto)
Parafrasi
Ho passato tutta la notte vicino ad un compagno morto, con la bocca aperta in un ghigno di sofferenza che guarda la luna, con il gonfiore delle mani che tormenta il poeta, scrive lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto legato alla vita.
Questa lirica fa parte della raccolta di poesie "Il Porto Sepolto" (1917), scritte al fronte durante la prima guerra mondiale.I singoli termini, esprimono la tragedia del poeta in trincea e dell'umanità nella guerra. Il tema tipico dell'assenza è presente nella prima parte della lirica che poi volge ad una riscoperta della vita. Tutta la formazione poetica di Ungaretti confluisce, in forma originale, in questi versi. Il Porto Sepolto farà poi parte della raccolta "Allegria di naufragi" (poi semplicemente "L'Allegria").
Parole chiave:
Digrignata
(...con la sua bocca digrignata...)
L'isolamento del termine "digrignata" accentua la sensazione di una sofferenza spaventosa, di una vera e propria agonia. Ma è anche un elemento di resistenza e rivolta che introduce poi alla fine della lirica. La tragedia del soldato si concentra in un questa parola e nel successivo contrasto con il "plenilunio"
Plenilunio
Si volge al plenilunio cercando un filo di vita al quale aggrapparsi in quel giorno morente, come era morente egli stesso? L'angoscia per la giornata che finiva e la lunga notte lunare nella quale era immerso si aggiungevano all'angoscia della sua stessa fine? Nell'infinito panorama del cielo lunare quale speranza impossibile cercava il soldato "massacrato"...? Qui il termine "plenilunio" lascia a ciascuno il diritto di evocare. Questi versi conducono inoltre a riflessioni filosofiche.
Congestione
(... Con la congestione/delle sue mani/penetrata/nel mio silenzio ...)
Qui passiamo a un dato di realtà che colpisce Ungaretti come un oggetto che lo "penetra". Penetra il suo "silenzio", cioè la solitudine dell'individuo in guerra: una dimensione nella quale l'individuo, confrontato con la propria e l'altrui morte, è un elemento isolato ed a se stante. Solo la morte di un compagno interrompe questo "silenzio", questa solitudine. Da notare il contrasto con la vita "normale" nella quale il senso di solitudine è accentuato e non allontanato (come in guerra), dalla morte di un "compagno". Il silenzio del poeta qui esprime il passaggio dalla situazione oggettiva della guerra alle sue reazioni che si manifesteranno chiaramente nella fine della lirica.
Considerazioni sulla ristrutturazione del verso
La necessità di ristrutturare il verso, cioè la forma della poesia, dipende dal contenuto che Ungaretti intendeva trasmettere, dalla sua formazione sia geografica, che culturale, e dalle necessità della vita, come nel caso della prima guerra mondiale. Il compito del critico consiste nell'indagare l'insieme di queste relazioni per restituire al lettore, per quanto possibile, il processo di elaborazione poetica di un determinato autore. Limitare il proprio campo all'analisi del verso, alla forma stilistica, senza chiedersi da cosa dipenda questa variazione stilistica che, ripetiamolo, in Ungaretti esiste ed è fondamentale, è un puro gioco superficiale che dà l'illusione di scendere nel profondo dei problemi restandone invece, allo stadio preliminare dell'indagine.
Non gridate più (commento)
Parafrasi
Smettetela di odiare i morti
Non gridate più, non gridate
L'unica speranza di non morire,
L'unico modo per essere uomini, è ritrovare la pietà e il perdono, e mettere da parte l'odio, e ascoltare l'insegnamento dei morti.
Hanno un sussurro debole
Non fanno più rumore
Del crescere dell'erba
Felice dove non passa l'uomo, perché porta solo distruzione.
Commento
Basta con la guerra!
E' il messaggio della poesia
"Non gridate più" composta da Ungaretti in occasione del
bombardamento del cimitero romano del Verano nel
La madre (commento)
La poesia "La madre" di Ungaretti ha per soggetto la madre deceduta che attende il proprio figlio e lo protegge anche di fronte al giudizio di Dio:
"sarai una statua davanti all'Eterno".
L'amore materno è qui presentato con una forza senza eguali, in grado di sfidare la volontà superiore dell'Eterno.
Mattina
M'illumino
d'immenso
E' questa forse la lirica più breve ma anche tra le più famose del Novecento.
Anche i critici si sono chiesti qual'e il soggetto dando risposte diverse. Per alcuni il soggetto è <<io>>, cioè Ungaretti che con la luce chiara della mattina si anima di speranza per il nuovo giorno.
Altri vedono come soggetto la mattina stessa personificata, per cui è l'inizio del giorno che si riempie, dopo la notte buia, di immensa luce
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