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IL SECONDO ROMANTICISMO

letteratura italiana



IL SECONDO ROMANTICISMO

La lirica è il genere che trova maggiore adepti nell'ambito del romanticismo. Quest'ultimo è il foriero di nuovi generi letterari come la ballata e la novella in versi. Inoltre le esperienze poetiche sono molto differenti l'una dall'altra come quella di Manzoni e quella di Leopardi. In Italia la lirica, al di là di questi due grandi artisti, si esprime prevalentemente attraverso la poesia patriottica, poiché in quel periodo c'è il problema del risorgimento italiano: unificare l'Italia e gli italiani. Quindi non è strano che la poesia si occupi prevalentemente di quelle passioni risorgimentali, che andavano tanto di voga, e che avevano come fine principale quello di favorire l'unificazione d'Italia. Questo spiega perché la letteratura romantica italiana di questo periodo si è infarcita di inni al passato, di celebrazioni delle virtù del passato, di amor di patria, e di fratellanza nazione, tutti temi che ritornano e sono fondamentali per 515f55f il fine che prima abbiamo individuato. Uno dei principali autori di poesie patriottiche è Giovanni Berchet, ottimo scrittore anche di testi in prosa, che scrisse il Giuramento di Pontida, in cui vengono descritti episodi gloriosi che dovevano servire a risvegliare l'amor di patria. La poesia patriottica, ha anche un carattere fortemente oratorio, che spiega l'uso costante di metri rapidi e martellanti( ottonari, settenari e endecasillabi) che danno l'impressione dell'inno di battaglia. Sono frequenti anche esclamazioni, interrogazioni, o tutte le figure retoriche che danno pathos al testo. Questa poesia ebbe un grandissimo successo, e tra gli scrittori da ricordare ci sono Luigi Mercantini, Goffredo Mameli con Fratelli d'Italia. Oltre alla poesia patriottica c'è anche quella religiosa, che trovava in Manzoni un forte exemplum con l'esperienza degli inni. Un nome che va ricordato è quello di Niccolò Tommaseo, autore di un bellissimo romanzo. C'è anche la poesia dialettale, con il Porta, grandissimo amico di Manzoni, e Gioacchino Belli. Questi non solo usano il dialetto come forma di linguaggio, ma affrontano anche nuove zone della realtà tradizionalmente escluse dalla letteratura. In questi scritti il punto di vista non è più quello della classe media, ma è quello della realtà plebea, in modo che c'è una visione dal basso che prende il sopravvento. C'è anche una poesia satirica, di cui l'esponente maggiore è Giuseppe Giusti, con l'opera Scherzi, satire di costume, politiche e patriottiche. Si usa il toscano parlato, molto vivace e adatto al genere.



Al fianco della poesia c'è il genere della novella in versi, a torno a cui si forma un vero e proprio gruppo di poeti definiti seconda generazione romantica o secondo romanticismo. Coloro che caratterizzano questo gruppo sono i poeti attivi nella seconda metà del secolo, da ricordare sono Giovanni Prati e Aleandro Aleandri. La loro è una poesia che accentua l'effusione sentimentale, puntando all'enfasi e alla languidezza. Questo tipo di sentimentalismo prende corpo attraverso un linguaggio poetico semplice e cantabile, molto musicale. Questi poeti non hanno avuto tanta attenzione dalla parte della critica, soprattutto da Benedetto Croce e Carducci. Così vennero definiti salici piangenti della letteratura italiana ma hanno avuto il merito di aver fatto conoscere in Italia un certo tipo di romanticismo(onirico fantastico e irrazionale). Le loro novelle in versi commossero tanto pubblico dell'epoca, fra tutti la classe media- borghese. Il secondo romanticismo ebbe un grande successo col pubblico ma non riuscì a dare quel contributo essenziale alla letteratura italiana.

Nell'ambito del romanticismo bisogna soffermarsi nell'ambito del romanzo. Sul modello di Manzoni si assestarono altre esperienze. Siccome il romanzo nel 900 divenne una forma prioritaria bisogna vedere come questo genere si assesta alla fine del 800.

Durante l'età romantica il romanzo giunge anche in Italia, che conquista immediatamente il pubblico, anche se inizialmente fu disprezzato e considerato un genere inferiore e per ignoranti. Tale disprezzo prevalentemente sorgeva da pregiudizi retorici, poiché era un genere nuovo, che non rispondeva ai generi tradizionali, non rientrava nel poema, nella novella e nella prosa stoicista. In Europa invece era di gran moda , espressione più tipica della classe borghese, immessa nel clima culturale. In Italia il romanzo arriva sotto forma di romanzo storico, creato da Manzoni ispirandosi a Walter Scott. La diffusione del romanzo storico si ha intorno la fine degli anni venti, più precisamente intorno il 1827, quando escono i Promessi Sposi, la Battaglia di Benevento di Guerrazzi, il Castello di Trezza di Buzzoni, e altri romanzi abbastanza importanti. Si ha, quindi, una comparsa quasi simultanea di una serie di romanzi, molto significativo perchè sta ad indicare che c'è stato un lungo processo sommerso sotto, che si è concluso con la venuta alla luce di questa serie di romanzi. Per cui si sentiva nella società italiana la necessità del romanzo: da una parte ci sono autori scottiani, che fanno riferimento a Walter Scott, e sono Bazzoni, Varese che scrive la Sibilla; dall'altra parte si forma una scuola manzoniana, in cui ci sono personaggi che ruotano attorno a Manzoni per un legame culturale e per una serie di relazioni. Da ricordare Tommaso Grossi, col Marco Visconti, opera di grande successo, poi l Ettore fermo sta scritto da Massimo D'Azeglio, ispirato alla disfida di Barletta, un romanzo pieno di ideali patriottici , senza trascurare l'elemento comico e patetico. Infine tra coloro che gravitano attorno al modello manzoniano c'è Francesco Domenico Guerrazzi, di cui si ricorda la Battaglia di Benevento, l'assedio di Firenze e Isabella Orsini. In Italia si diffusero anche altri tipi di romanzo come quello sociale, rappresentazione della società attuale, con Antonio Ranieri che pubblica Ginevra l'orfana della Nunziata( all'estero Dickens e Austin in Inghilterra, Destare e Balzac in Francia). Abbiamo anche una certa diffusione di una narrativa rusticale, di romanzo psicologico come Fede e Bellezza di Nicolò Tommaselli, lontano dal clima culturale italiano e che affonda le radici nel clima culturale francese. Ci furono anche romanzi che si aprono verso la modernità, di cui uno in particolare va ricordato, perchè è un capolavoro, Le Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo: scritto tra il 1857 e il 58 ma pubblicato postumo, ben 10 anni dopo. È un libro memorialistico, infatti il poeta ricostruisce le memorie del protagonista, che è lui stesso, e rievoca le vicende di 80 anni di storia italiana:dalla società ancora feudale, alla rivoluzione francese. Il romanzo di Inievo, quindi, segna la fine del romanzo storico di origine scottiana inaugurando una nuova maniera di narrare, dove le vicende psicologiche dei protagonisti si legano ai grandi processi politici e sociali(romanzo moderno). Nell'opera c'è una bellissima figura di donna, l'amata dal protagonista, ed è una delle più belle figure femminili della letteratura italiana. Intorno al 1800 c'è tutta una serie di letteratura memorialistica, di cui possiamo citare I miei ricordi di Massimo d'Azeglio, Ricordanze di una vitadi Luigi Settembrini, e le mie prigioni di Silvio Copernico.









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