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GIUSEPPE UNGARETTI (1888-1970) - VITA,PENSIERO E POETICA, OPERE

letteratura italiana



GIUSEPPE UNGARETTI




INTRODUZIONE: GLI INTELLETTUALI E IL FASCISMO


Nell'età fascista la posizione degli intellettuali è combattuta e non è per niente univoca:

- Ci sono intellettuali come Gramsci e Gobetti, fondamentalmente contrari al fascismo e definiti "organici": il popolo va cioè educato a crescere culturalmente in modo che si possa emancipare dal potere. Quotidiani e riviste diventano quindi tribune e strumenti di questa "educazione"; giornali dove fra l'altro si sostiene un'acuta critica alla cultura aristocratica e borghese.

- Altri intellettuali decidono invece di aderire al fascismo. Pirandello è tra questi: all'inizio segue il fascismo e approva i suoi propositi ma poi, quando scopre che dietro questa cultura non c'è altro che il nulla, lo lascia perdere, pur mantenendo la tessera del partito che gli garantiva, fra l'altro, numerosi benefici. Ungaretti aderisce tenendo però separata la politica dall'arte, ovvero l'impegno sociale da quello lavorativo: egli è infatti legato al fascismo ma non scrive per esso. C'è poi Gentile, che fu uno fra i più importanti teorici e filosofi del regime, autore di rilevanti riforme e promulgatore di leggi.



- Ci sono infine gli antifascisti convinti come Croce - antifascista, figura particolare e personaggio scomodo -, che viene tenuto calmo e un pò in disparte anche perché considerato "pericoloso" e fastidioso per il regime - il quale non ha il coraggio di incriminarlo -, e Montale.

Durante il regime fascista il Minculpop (Ministero per la cultura popolare) censura molte opere, tra le quali numerose che a prima vista sembravano rivoluzionarie ma che in realtà non lo erano (come quelle di Ignazio Silone e di Emilio Lussu). Gli intellettuali, sentendosi quindi censurati, non sono più liberi di scrivere quello che vogliono.



UNGARETTI


VITA

Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria d'Egitto, dove i genitori si erano trasferiti e gestivano una panetteria. Quando il padre muore egli frequenta, sempre in Egitto, il collegio. Nel 1912 viene però mandato in Francia, a Parigi, a studiare per la scuola superiore. Degli anni africani rimane in Ungaretti la memoria, ovvero il ricordo delle immagini del deserto e dell'acqua. Comincia a occuparsi di letteratura, sia antica che moderna, e si appassiona soprattutto a Leopardi e a Nietzsche. Si interessa anche della letteratura francese decadente e simbolista (da Baudelaire a Mallarmè), dalla quale viene influenzato. Durante il soggiorno in Francia conosce la filosofia moderna: egli è infatti allievo di Bergson.

Nel 1914 ha l'occasione di arrivare in Italia come volontario sul Carso. Nel 1916 pubblica a Udine la prima raccolta (Il porto sepolto) e in seguito la seconda (Allegria di naufragi): entrambe le raccolte le riunirà poi insieme nell'Allegria. In Italia si fa conoscere come poeta ma, finita la guerra, ritorna a Parigi, dove si sposa e pratica la professione di giornalista.

Nel 1921 ritorna però in Italia e lavora come giornalista, corrispondente e saggista. Nel 1936 ottiene la cattedra di letteratura italiana all'Università di S. Paolo in Brasile. Nel 1942 ritorna in Italia perché ha una cattedra a Roma. La casa editrice Mondadori cerca di riunire tutte le sue opere pubblicandole nel 1969 nella raccolta Vita di un uomo, che mette insieme raccolte come Il dolore e La terra promessa.


PENSIERO E POETICA

Dal Decadentismo Ungaretti riprende l'analogia. Tutta la sua poesia è sempre di stampo autobiografico e, in questo senso, introduce l'opera di Proust. Poiché il rapporto tra letteratura e vita è interiore, la poesia è intesa come ricerca dell'interiorità e l'arte si configura quindi come esperienza assoluta, totale, unica e irripetibile. La poesia è in grado di cogliere i momenti e di ridurli in immagini essenziali. Quello di Ungaretti è quindi un viaggio veloce attraverso memoria e innocenza.

La figura di Ungaretti è di fondamentale importanza per tutta la poesia del Novecento, ma in particolare per quella ermetica, la quale riprenderà la sua lezione soprattutto per quanto riguarda le innovazioni metriche (scarnificazione del verso), sintattiche (sintassi complessa e difficile) e linguistiche (linguaggio poetico iperletterario e straniante trascinamento analogico della parola). In questo senso Ungaretti può essere infatti considerato come il primo importante ermetico in Italia.


OPERE

Le fasi del pensiero e della poetica di questo autore sono riconoscibili con l'evoluzione delle raccolte, le quali sono disposte cronologicamente. Le più importanti sono tre e comprendono L'allegria - la quale mette insieme raccolte come Il porto sepolto, Allegria di naufragi a altre -, Sentimento del tempo e Il dolore.

Il porto sepolto

E' la prima raccolta. In questi componimenti la ricerca dell'interiorità viene fatta in un attimo, quindi la poesia risulta scarna e caratterizzata dalla presenza di immagini ricorrenti. L'innocenza e la memoria contraddistinguono questi scritti, che quindi riprendono, in un certo senso, il Decadentismo. La memoria è intesa come l'insieme delle conoscenze accumulate dall'uomo nel corso del tempo mentre l'innocenza rimanda alla purezza dell'Eden primitivo.



Secondo Ungaretti mentre la poesia precedente serviva come ponte tra passato e futuro, la poesia moderna e innovatrice i ponti li distrugge perché il viaggio è veloce e puro.

Dal punto di vista tecnico queste sono poesie ridotte "all'osso", scarnificate all'essenziale, che mettono da parte ogni elemento capace di distrarre l'attenzione del lettore e di sviarlo: il verso è quindi isolato. Perciò il messaggio della parola colpisce e arriva subito (è questa una lezione che Ungaretti impara dalla tradizione simbolista): la parola poetica acquista significati magici.

Ricorrente è l'uso delle immagini, le quali ricordano e rimandano a periodi e ad eventi specifici della vita dell'autore:

- immagini dell'infanzia: la sabbia, il deserto, l'Egitto, ...;

- immagini dell'esilio: fanno riferimento al tema del viaggio e allo "sradicamento" del poeta;

- immagini della guerra: crude e dure e presenti nelle poesie che parlano di quando Ungaretti è in guerra. Queste liriche sono prive di retorica ed evidenziano il tema della scomparsa delle cose.

Questi sono componimenti nei quali il poeta si "immerge" nel racconto. Questa piccola raccolta, inoltre, confluirà insieme ad altre nella più ampia raccolta L'allegria, la quale prende il nome da Allegria di naufragi, ossimoro col quale l'autore indica il momento in cui, dopo aver capito di essere ancora vivi, ci si rallegra di questa scoperta. L'allegria si configura quindi come la più importante raccolta delle liriche di Ungaretti, che mette insieme, fra l'altro, Il porto sepolto e Allegria di naufragi.


Sentimento del tempo

E' la seconda raccolta, nella quale si assiste ad un "cambiamento" di poetica, soprattutto per quanto riguarda la concezione del tempo. Ungaretti ricostruisce e recupera l'idea del tempo come durata e continuità.

Riprende l'endecasillabo e fa uso di un verso meno "distrutto" e frammentato. Opera una rilettura di Dante/Leopardi e Petrarca, poiché entrambi sentono e vedono nella propria età l'ombra della decadenza.

Quando Ungaretti ritorna a Roma ha un incontro col barocco. Ha infatti l'opportunità di vedere i tesori della civiltà e dell'arte barocca, la quale ha in sé due componenti: distruzione-ricostruzione, umano-divino.

Concepisce e recupera quindi l'idea del tempo come metamorfosi e cambiamento, individuando in esso tre momenti:

- tempo come profondità storica;

- tempo come realtà umana effimera (la vita e la condizione stessa dell'individuo nel mondo sono infatti precarie e Ungaretti comincia e rendersi conto che l'esistenza umana ha una natura problematica);

- tempo come trasformazione e trasformatore del proprio corpo (Ungaretti inizia infatti a sentirsi vecchio).

In questa raccolta sono presenti alcuni elementi religiosi quali gli inni.


Della terza importante raccolta, Il dolore, l'autore non parla molto, perché per lui è stato molto sofferente e doloroso scriverla. Il dolore di cui parla Ungaretti è sia un dolore personale che una sofferenza causata dalla società. Come risposta ad esso egli propone la fede e il credere nel valore sacro della religione.






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