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ANTONIO E CLEOPATRA - William Shakespeare

letteratura inglese



ANTONIO E CLEOPATRA - William Shakespeare


Shakespeare scrisse quest'opera tra il 1603 e il 1608


2 - FABULA


I ATTO

Antonio è costretto a partire da Alessandria per andare a Roma lasciando Cleopatra in Egitto. Infatti sua moglie Fulvia è morta. Inoltre Pompeo sta diventando un problema 919f53j sempre più grande per il triumvirato di Antonio, Cesare e Lepido. Infatti sta acquisendo molti appoggi tra la popolazione.


II ATTO



Quando Antonio arriva a Roma ha subito un litigio con Cesare causato da un'antecedente. La moglie e il fratello di Antonio, infatti, avrebbero intrapreso una guerra contro Cesare. Quest'ultimo quindi accusa Antonio di aver agito, anche se indirettamente, contro di lui. Antonio, allora, dopo aver spiegato a Cesare che non era sicuramente questa la sua intenzione, gli chiede perdono. A questo punto intervengono le figure di Enobarbo, amico di Antonio, e Agrippa, amica di Cesare. Questi, dopo avergli ricordato che sarebbe stato meglio rimandare i litigi fin quando Pompeo non sarebbe stato sconfitto, propongono ad Antonio di sposare la sorella di Cesare, Ottavia. In questo modo la loro alleanza sarebbe stata eterna. Antonio accetta la proposta. A questo punto i triumviri, dopo aver risolto la questione del matrimonio (che però non viene rappresentata ma solo accennata da una battuta di Antonio: "ma prima risolviamo quello che abbiamo detto"), si preparano ad incontrare Pompeo a Capo Miseno. Intanto Cleopatra viene a sapere del matrimonio tra Antonio e Ottavia. Alla notizia impazzisce di gelosia prendendosela addirittura con il messaggero che le aveva riferito la notizia. Alla fine, però, anche grazie all'aiuto dell'amica Charmian, si calma ma pretende dal messaggero più informazioni sulla nuova moglie del suo amore. Intanto, a Capo Misero, Antonio, Cesare, Lepido e Pompeo sono riusciti a trovare un accordo che eviti la battaglia: i triumviri offrono a Pompeo la Sardegna e la Sicilia; in cambio Pompeo dovrà liberare dal mare i pirati e mandare a Roma grosse quantità di grano. Avendo concluso e firmato l'accordo decidono di festeggiare con un banchetto.


III ATTO

Poco dopo, però, l'amicizia che univa Antonio e Cesare si scioglie poiché Cesare, come dice Antonio, "ha scatenato un'altra guerra contro Pompeo. Ha fatto e ha reso pubblico il suo testamento. Di me ha parlato di sfuggita, e quando - costretto - mi ha rivolto un elogio è stato avaro di parole, freddo e di malumore". A questo punto assistiamo alla crisi di Ottavia costretta a dover scegliere tra lo sposo e il fratello. Questa sceglie di tornare dal fratello che l'accoglie caldamente. Naturalmente quest' episodio allontana ulteriormente Cesare da Antonio. Inoltre Lepido finisce in carcere perché accusato da Cesare di tradimento a favore di Pompeo durante una battaglia intrapresa dai due triumviri nelle quale, tra l'altro, Cesare aveva negato a Lepido la parità della gloria. Quindi si prepara la battaglia tra Cesare e Antonio nei pressi di Azio. In teoria Cesare avrebbe dichiarato guerra non ad Antonio, bensì a Cleopatra. Infatti due triumviri non si potevano dichiarare guerra fra di loro. Proprio per questo motivo Cleopatra insiste per partecipare alla battaglia. Intanto Antonio sceglie di affrontare Cesare sul mare, pur sapendo che il suo rivale aveva una potentissima flotta, sicuramente migliore della sua. Durante la battaglia, però, Cleopatra fugge con la sua nave verso il Peloponneso. Viene immediatamente seguito da Antonio. Per questo motivo i due perdono la battaglia. La scena si sposta quindi ad Alessandria dove Antonio, disperato per la sconfitta, offre ai suoi soldati tutto il suo tesoro. Poi si incontra con Cleopatra che si scusa con lui per la sua fuga e gli spiega che non pensava che l'avrebbe seguito. Antonio le risponde che lei avrebbe dovuto sapere le conseguenze della sua azione. Intanto Cesare riceve i messaggi inviatogli da Antonio e Cleopatra. Il primo chiede di poter rimanere in Egitto o in Atene come uomo libero; Cleopatra, invece, supplica a Cesare di concedergli la corona dei Tolomei per i suoi figli. Cesare risponde che per Antonio "non ha orecchi". A Cleopatra, invece, dice che le concederà quello che ha chiesto solo se caccerà Antonio dall'Egitto. Antonio, allora, sfida Cesare ad un duello. Intanto Cleopatra riceve Thidias, che era stato mandato da Cesare. Cleopatra le dice di riferire a Cesare che si inchina alla sua potenza e che la sua sorte è nelle sue mani. Intanto Enobarbo comincia a pensare seriamente di tradire Antonio e di schierarsi invece dalla parte di Cesare. La scena tra Cleopatra e Thidias è però interrotta dall'entrata di Antonio che sorprende il messaggero di Cesare baciare la mano del suo amore. A questo punto la sua ira e la sua gelosia si scatenano e lo portano a cacciare brutalmente Thidias e ad accrescere maggiormente lo sdegno verso Cesare.


IV ATTO

Nello stesso modo Cesare quando viene a sapere del comportamento di Antonio annuncia ai suoi soldati che il giorno successivo ci sarà "l'ultima battaglia", la quale si svolgerà in Egitto nei pressi di Alessandria. Il giorno dopo quindi i due triumviri si preparano a scontrarsi. Assistiamo così alla scena di Antonio che scopre di essere stato tradito da uno dei suoi più cari amici, Enobarbo. Egli però non disprezza il suo compagno, ma ordina ad un soldato di mandargli i suoi tesori e di augurargli che "non trovi mai più motivo di cambiare padrone".  Intanto nel campo avversario, Cesare ordina ai suoi soldati di prendere Antonio. Arriva, quindi, il soldato mandato da Antonio per Enobarbo. Quest'ultimo, venuto a sapere della reazione del suo comandante alla notizia del suo tradimento, capisce di aver compiuto un gesto sbagliato e decide di punire con la morte il suo grave errore. Intanto Cesare si ritira dal campo e Antonio riesce a vincere la battaglia. Il giorno dopo si prepara un nuovo scontro, questa volta "per mare". Durante quest'ultima battaglia, però, Antonio pensa che Cleopatra lo abbia tradito aiutando Cesare. Per questo motivo Cleopatra decide, consigliata da Charmian, di simulare la sua morte per scoprire e poter vedere la reazione di Antonio. Così si chiude in un mausoleo e manda a dire ad Antonio che il suo amore era morto. Quando Antonio riceve la terribile notizia comprende realmente l'amore che provava per Cleopatra e decide di uccidersi perché solo così sarebbe potuto essere felice, solo raggiungendo il suo amore nell'aldilà. Allora chiede ad Eros, un suo fedele liberto, di colpirlo con la spada. Eros, non riuscendo a colpire il suo padrone e non volendo assistere alla sua morte, si uccide. Allora Antonio prova a trafiggersi da solo ma non muore subito. Intanto arriva Diomede, un messaggero mandato da Cleopatra. Questa, infatti, sospettando conseguenze dolorose aveva mandato Diomede, appunto, proprio per rivelare ad Antonio qual'era la verità. Così Antonio, compresa la situazione, chiede di poter essere portato al mausoleo dove Cleopatra era nascosta per poterla vedere un'ultima volta e lì muore.


V ATTO

Intanto Cesare, ricevuta la notizia della morte del suo rivale pensa subito a come comportarsi con Cleopatra. Ha quindi un comportamento ambiguo, ovvero si dimostra accomodante con la regina d'Egitto quando invece la sua intenzione era quella di portarla come segno di trionfo a Roma. Cleopatra che capisce le intenzioni di Cesare e non vuole sicuramente essere umiliata da lui decide di uccidersi, ritenendo questo gesto molto più carico di onore. Per questo motivo fa portare al palazzo un serpente molto velenoso. Questo, prima di uccidere Cleopatra, toglie la vita ad Iras, una fedele compagna di Cleopatra. Poi, una volta morta la regina d'Egitto, muore anche Charmian. I corpi delle tre donne vengono ritrovati da Cesare che promette di preparare grandi onori per i loro funerali e di portare il corpo di Cleopatra nella tomba di Antonio.


ANALESSI

"Antonio e Cleopatra" non è caratterizzato da analessi di rilevante importanza. Vi sono, però, almeno 2 riferimenti a fatti accaduti precedentemente che meritano di essere citati. In primo luogo abbiamo il racconto di una battaglia organizzata dalla moglie di Antonio, Fulvia, e da suo fratello. Questo episodio è accennato nel I atto alla scena II e nel secondo atto alle scene I e II. Il riferimento a questo episodio è fondamentale per comprendere al meglio l'intero sviluppo del dramma. La successione degli avvenimenti non è, però, come abbiamo visto, esplicitamente raccontata. Viene piuttosto accennata all'interno dei discorsi dei vari personaggi ed'è il lettore che, battuta dopo battuta, deve raccogliere le varie informazioni utili a ricostruirla. Più avanti nel testo, sempre nella scena II dell'atto II, troviamo il racconto del primo incontro tra Antonio e Cleopatra fatto da Enobarbo ad Agrippa. Questo passo è, a mio parere, uno tra i più belli e tra i più ricchi di metafore, figure retoriche ed espressioni nobili dell'intero dramma. A livello di trama non ha una funzione rilevante, infatti, a differenza della precedente analessi, questa non porta conseguenze sullo svolgimento della tragedia. E' però fondamentale per evidenziare e comprendere l'amore che univa Antonio e Cleopatra. Shakespeare, con questa battuta, vuole descrivere la passione che univa i due innamorati, quasi a voler giustificare, anticipatamente, le loro azioni. Crea, per questo motivo, un concentrato di tenerezza e dolcezza espresse attraverso la descrizione dell'ambiente, della situazione e dei personaggi.


PROLESSI

Anche le prolessi, come le analessi, non comportano, all'interno del brano, una presenza fondamentale e rilevante. Anticipano, è vero, i fatti ma, talvolta, confondendo il lettore. Nella seconda scena del primo atto, ad esempio, vi è la comparsa di un indovino. Questo predice a Charmian che vivrà più a lungo della sua padrona. Come sappiamo l'indovino aveva detto bene: Charmian è vero che vivrà più a lungo di Cleopatra ma per un arco di tempo che non supera i 5 minuti! Ritroviamo il personaggio dell'indovino anche nel secondo atto alla scena terza. Qui svela ad Antonio chi vincerà tra lui e Cesare e lo consiglia di non restare vicino a lui. Infine troviamo degli accenni ad avvenimenti futuri in vari personaggi scettici sulla buona riuscita del matrimonio tra Antonio e Ottavia e quindi sull' "eterno" patto di alleanza tra Antonio e Cesare.


3 - TEMA

L'intero dramma si basa sulla dualità. Si mettono continuamente a confronto due mondi: l'Oriente e l'Occidente, Alessandria e Roma, il Nilo e il Tevere, Cleopatra e Cesare. L'autore realizza questa evidente contrapposizione attraverso anche i continui cambiamenti di scena. In questo modo crea due sfere, una dominata dalla maschilità di Cesare, l'altro dalla femminilità di Cleopatra. Realizza tutto questo per esaltare la bellezza di questo secondo mondo. Attribuisce infatti a Cleopatra, e quindi anche ad Antonio, aspetti positivi. Li dipinge come personaggi veri, ricchi di sentimento e di passione. Con Cesare vuole, invece, realizzare un personaggio pieno di rigore, di disciplina, non scava nel suo interno dandocene un' immagine fredda e povera di emozione. Il dramma, quindi, è incentrato sicuramente sulla figura di Cleopatra e di Antonio. Quest'ultimo, in particolare, potrebbe essere l'incarnazione dell'esempio morale da non seguire, infatti il personaggio, lasciandosi trasportare dal suo folle amore, cade nella sconfitta. Penso, però che l'autore abbia voluto incentrarsi sul tema dell'amore, sul sentimento volendolo rappresentare come valore assoluto e non come causa della sconfitta. Infine "Antonio e Cleopatra" è nato, sicuramente, come dramma storico. La storia è alla base della tragedia, è il tema di fondo, è la ragione per la quale l'autore ha scritto quest'opera. Infatti Shakespeare da una grandissima importanza, all'interno dell'opera, agli avvenimenti storici, esaltandoli, talvolta anche esagerando volutamente. Ne è un esempio calzante la prima scena del III atto. Qui l'autore introduce un episodio completamente distaccato dall'intreccio e irrilevante per la comprensione dei fatti. Addirittura i personaggi presenti appaiono solo in questa scena. Il significato, quindi, del passo è puramente storico, vuole semplicemente riportare un fatto realmente accaduto anche se questo è completamente fuori dall'intreccio.  


Il dramma è diviso in 5 atti. Il primo atto è diviso in 5 scene, il secondo in 7 scene, il terzo in 13 scene, il quarto in 15 scene e il quinto in 2 scene.


L'azione risulta piuttosto dinamica, infatti vi sono numerosi cambi di scena, ovvero di luoghi dove si svolge il dramma. Inoltre durante l'opera vi è un veloce susseguirsi di personaggi che escono ed entrano dalla scena. Per quanto riguarda i dialoghi vi è un'importante presenza di lunghi monologhi, attribuiti soprattutto ai personaggi più importanti, ovvero Cleopatra, Antonio e Cesare. Tuttavia questi non caratterizzano il linguaggio dell'intero dramma.


Non vi è, all'interno del dramma, alcuna presenza di "a parte" o cori. Non vi è neanche il prologo. Penso che questo sia dovuto al fatto che "Antonio e Cleopatra" è un dramma storico. Gli avvenimenti antecedenti a quelli narrati, quindi, appartengono alla storia del popolo Romano, e sono, per questo motivo, noti a tutti. L'utilizzo di un prologo come introduzione al dramma sarebbe quindi privo di alcun senso.


Le didascalie, a parte rare eccezioni, si riferiscono tutte all'entrata e all'uscita dei vari personaggi. Sono quindi piuttosto scarne e irrilevanti per la buona riuscita della lettura del dramma. Le uniche didascalie che, a mio parere, sono veramente importanti sono quelle che indicano la morte di un personaggio come ad esempio nell'atto V scena II dove indicano la morte di Iras, Cleopatra e Charmian. Non vi sono comunque didascalie relative al sentimento o al tono di voce dei personaggi.


Nel corso del dramma vi sono numerosi cambiamenti di scena. Si passa velocemente da Roma ad Alessandria, dall'Oriente all'Occidente. I luoghi dove si svolge il dramma sono in primo luogo Alessandria e Roma nei rispettivi palazzi di Cleopatra e di Cesare. I triumviri incontrano Pompeo nei pressi di Capo Misero. Le battaglie tra Antonio e Cesare si svolgono, la prima nei pressi di Azio, la seconda vicino ad Alessandria. Inoltre vi è anche la residenza di Antonio ad Atene.


10 - PERIODO STORICO

Cesare Ottaviano prende il potere quando muore Giulio Cesare. Il suo potere si scontra, però, con quello di Antonio. La tensione sale e basta poco a portare Antonio ad assalire il suo rivale a Modena. Viene, però, sconfitto ma le sue perdite sono lievi. Riesce, in questo modo a raggiungere la Gallia Transalpina e a unire le sue forze con quelle di Lepido, un ufficiale di Cesare. Intanto Ottaviano si fa eleggere, nell'anno 43 a. C., console. Le forze militari che Ottaviano, Antonio e Lepido avevano riunito erano, però, i residui del vecchio esercito di Cesare. Questi soldati avrebbero quindi malvolentieri combattuto tra di loro. Anche per questo motivo, quindi, Ottaviano, Antonio e Lepido decidono di firmare un accordo e formano il secondo triumvirato. All'interno di questo Lepido fu presto emarginato e gli venne attribuito il titolo di pontefice massimo, Ottaviano si attribuì l'Oriente, Antonio l'Occidente. Mentre Ottaviano, a Roma, Raccoglie consensi tra la popolazione e si avvicina al senato; Antonio si stabilisce presso la corte di Cleopatra a cui si lega sentimentalmente. La tensione tra i due sale (ed'è all'incirca a questo punto della storia che si apre il dramma di Shakespeare) e nel 32 a. C. il senato dichiara guerra a Cleopatra (non potendola dichiarare ad Antonio) e affida il comando della spedizione a Ottaviano. Così lo scontro tra i due uomini più potenti dell'impero romano, tra l'Oriente e l'Occidente si riduce ad un'unica battaglia nei pressi di Azio. Ne esce sconfitto Antonio. A questo punto Antonio e Cleopatra si rifugiano in Egitto, ma alla notizia che un'armata romana stava per raggiungerli si suicidano. In questo modo il regno d'Egitto diventa una provincia e Ottaviano, a soli 32 anni, diventa unico padrone dell'intero impero romano.

L'arco di tempo che occupa la tragedia è, a mio parere, di circa un anno, massimo un anno e mezzo.


11 - PERSONAGGI PRINCIPALI


CLEOPATRA

Cleopatra è la regina d'Egitto. Lei è sicuramente il personaggio più affascinante, intrigante e complesso dell'intero dramma. E', probabilmente, il personaggio che ha ispirato Shakespeare per la realizzazione del dramma.

Cleopatra è legata da un sentimento molto forte ad Antonio. Lei è follemente, perdutamente innamorata di Antonio. L'autore ci manifesta, ci descrive il suo amore soprattutto nella prima parte del dramma e in particolare nella quinta scena del primo atto. Si dimostra anche molto gelosa nei suoi confronti. Cleopatra risulta essere un personaggio molto impulsivo e sicuro di sé. E' l'opposto di Ottavia, donna-oggetto di Cesare e Antonio. Cleopatra si rende, invece, partecipe nelle battaglie e, soprattutto, dimostra grande intelligenza nella parte finale della tragedia, quando, comprendendo le vere intenzioni di Cesare, preferisce uccidersi piuttosto che cadere nel disonore. Esaltando Cleopatra e ricoprendola di virtù Shakespeare vuole, quindi, portare la femminilità a livelli molto alti.


ANTONIO

Antonio è, come Cleopatra, follemente legato al suo amore, anche se, a mio parere, in maniera diversa. Infatti il suo amore lo porta a compiere atti folli e che vanno gravemente a suo danno. Cleopatra, invece, risulta, nella coppia, l'elemento più intelligente, che sa meglio calcolare le conseguenze delle sue azioni. Antonio, quindi, ci viene rappresentato come un personaggio estremamente sensibile e romantico. E' impulsivo come la sua compagna. Agli occhi di Cesare risulta essere un personaggio sciocco, ingordo, che ama solo lo svago e il divertimento. Infatti, come Cleopatra è l'opposto di Ottavia, così Antonio è l'opposto di Cesare. Cesare vive per il potere, intraprende la battaglia contro Cesare mirando a diventare il padrone dell'impero romano. Antonio, come ce lo descrive Shakespeare, vede la sfida contro Cesare più una questione personale, lui, infatti, avrebbe preferito un duello corpo a corpo. Per lui è l'onore la cosa più importante, non il potere. Antonio risulta comunque essere un personaggio molto valoroso e leale, soprattutto queste sue caratteristiche emergono nelle scene di battaglia.


CESARE

Cesare Ottaviano è il figlio adottivo di Giulio Cesare. Quando sale al potere è giovanissimo, infatti diventa padrone incontrastato dell'impero romano a soli 32 anni. Questa caratteristica viene più volte, all'interno del dramma, sottolineata attraverso aggettivi attribuitegli. Cesare risulta essere piuttosto freddo come personaggio, o meglio, Shakespeare dandocene una descrizione e un'analisi piuttosto scarna ed essenziale ci proietta di meno verso di lui proprio per esaltare le figure di Antonio e Cleopatra che diventano i protagonisti del dramma. L'autore in questo modo ribalta, nel passaggio da "storia" a "tragedia", i ruoli dei personaggi.


ENOBARBO

Un'attenzione particolare penso meriti questo personaggio. Enobarbo, personaggio di nessuna rilevanza storica, è invece importante, a mio parere, nel dramma, non tanto per la sua funzione all'interno dell'intreccio, ma piuttosto sono importanti le sue osservazioni e le sue azioni prese in esame e confrontate con il tema del dramma. Enobarbo, fedele amico di Ottavino, risulta, secondo me, la proiezione dell'autore all'interno del dramma. Non a caso Shakespeare dedica a questo personaggio una particolare attenzione nel linguaggio. Enobarbo è l'unico, eccetto Cleopatra, che direttamente ci da un'esaltazione del personaggio di Antonio. Con il suo tradimento, infatti, ci da inizialmente una visione negativa di Antonio, esaminando e mettendo in evidenza i suoi aspetti più brutti. Pentendosi, però, è come se negasse tutto portando quindi alla luce gli aspetti positivi del suo comandante.


PERSONAGGI SECONDARI


Lepido - è il terzo triumviro

Sesto Pompeo - "nemico" del triumvirato

Al seguito di Antonio

Conidio - luogotenente di Antonio

Eros

Scaro

Decretas

Demetrio

Filone

Ventidio - generale

Silio - ufficiale di Ventidio

Al seguito di Cesare:

Ottavia - sorella di Cesare

Tauro - luogotenente di Cesare

Mecenate

Agrippa

Dolabella

Proculeio

Thidias

Gallo

Pirati al seguito di Pompeo:

Menas

Menecrate

Vario

Alle dipendenze di Cleopatra:

Charmian

Iras

Alexas

Mardian - eunuco

Diomede

Seleuco - tesoriere


Un indovino

Un ambasciatore di Antonio e Cesare

Un clown

Un egiziano

Messaggeri, ufficiali, soldati, capoguardia, e sentinelle, guardie, servi e altre persone del seguito


12 -REGISTRO LINGUISTICO

Il registro linguistico occupa, nel dramma, una funzione molto importante. Shakespeare cura moltissimo il linguaggio cercando, anche, di fare in modo che questo sia la proiezione del carattere, del ruolo che i personaggi hanno all'interno della vicenda. E', quindi, un registro linguistico molto ricercato, ricchissimo di metafore e figure retoriche. Inoltre, come ho già detto prima, cambia da personaggio in personaggio. Cleopatra ha un linguaggio ricco di dolcezza e di sentimento. Inoltre, dalle sue parole si percepisce una grande intelligenza. Antonio, come Cleopatra, è un sentimentale, è un romantico e, infatti, l'autore vuole trasmettere al lettore (o al pubblico), attraverso di lui, (ma la stessa cosa vale anche per Cleopatra) forti emozioni, e lo fa per mezzo di periodi molto lunghi nei quali abbondano, come ho già detto, metafore e frasi intense e ricche di significato. Allo stesso modo Shakespeare vuole, attraverso il personaggio di Enobarbo, trasmettere al pubblico emozioni, o piuttosto, messaggi. Utilizza con questo personaggio un linguaggio diverso da quello utilizzato per Antonio e Cleopatra. Infatti le sue frasi sono, nella maggior parte dei casi, più sintetiche ma più ermetiche, o meglio racchiudono, in poche frasi, importanti messaggi. Con Cesare entriamo nell'altro "mondo", nell'altra "sfera" creata da Shakespeare. Il linguaggio a lui attribuitegli sarà quindi più freddo, trasmette di meno. Inoltre Cesare lo vediamo parlare quasi sempre di affari riguardanti le battaglie. Nelle sue parole, inoltre, sono meno ricorrenti quelle metafore, quelle figure retoriche che invece abbondano negli altri personaggi. In generale, comunque, penso che il più grande pregio di quest'opera sia il suo registro linguistico. La cura con la quale Shakespeare ha scritto questo dramma penso sia veramente qualcosa di incredibile e magnifico.


L'AUTORE

William Shakespeare nasce nel 1564 a Stratford - on Avon. Frequenta la liceale Grammar - School ricevendo un'adeguata istruzione. Anche avendo solo 18 anni sposa Anne Hathway. Nel 1589 è a Londra e qui rimase anche per il periodo che va dal 1592 al 1594. In questo periodo i teatri erano stati chiusi per la peste. Durante questi anni scrive le opere "Venere e Adone" e "Il ritratto di Lucrezia". Dopo la riapertura dei teatri comincia a frequentare la compagnia dei "Lord Chamberlain's Men". Nel 1599 frequentava il Globe theatre dove produsse e rappresentò i suoi più grandi drammi. Quando Giacomo I Stuart divenne re, la compagnia teatrale che frequentava Shakespeare passo sotto il diretto patrocinio del re e per questo motivo cambiò nome in "King's Men". Nel 1610 Shakespeare si trasferisce nuovamente a Stratford - on - Avon dove muore nel 1616.

La sua produzione poetica comprende 154 sonetti. Queste sono soprattutto pensieri e riflessioni sulla bellezza dell'amore e della poesia.

La sua produzione drammatica, invece, 37 drammi composti molto probabilmente tra il 1590 e il 1613. Tra i drammi storici ricordiamo:Riccardo II, Riccardo III, Enrico IV. Tra le commedie: La commedia degli errori, La bisbetica domata, Sogno di una notte di mezza estate, A piacer vostro, Molto rumore per nulla. Tra le tragedie: Giulio Cesare, Amleto, Otello, Macbeth, re Lear, Antonio e Cleopatra, Giulietta e Romeo, La tempesta.  

Giulia Luci





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