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L 'elegia

letteratura greca



L 'elegia

Accanto all'epigramma, fu il genere letterario più coltivato dai poeti ellenistici. Pur avendo in comune con l'epigramma il metro (distico elegiaco); l'elegia presenta significative differenze con quest'ultimo; è un componimento di maggior lunghezza, e per questo non raggiunge subito l'acme della poesia e non sempre riesce a mantenerlo fino al termine; l'individualismo è meno accentuato e spesso il pr 626h72g otagonista non coincide con il poeta, ma è un personaggio mitico, i cui sentimenti rispecchiano quelli dell'autore. Il tema più trattato fu quello amoroso, ma spesso l'amore del mito si sostituiva all'amore del poeta; si sviluppò anche un particolare tipo di elegia, detta elegia etiologica, che è dedicata a spiegare l'origine di una festa o di un nome e ha la sua massima espressione negli Aitia di Callimaco.



Filita

Filita fu il padre della nuova elegia ed uno degli iniziatori della poesia ellenistica. Nacque a Cos verso il 340 e dimorò per qualche tempo ad Alessandria, dove fu educatore del futuro sovrano Tolomeo Filadelfo. Trascorse gli ultimi anni della sua vita nell'isola natale, che anche per merito suo diventò un importante centro culturale. Morì intorno al 280.

Filita riunì nella sua persona le doti dell'erudito e dell'artista, creando un'arte dotta e raffinata: egli è come l'ontano sul monte che scure di boscaiolo non reciderà ("io conosco l'ornamento delle parole e con molte fatiche ho appreso la via di ogni canto"). Purtroppo la sua produzione, tranne scarsissimi frammenti dei Pagnia (poesie leggere) e degli epigrammi, è andata perduta: sappiamo che scrisse una raccolta di parole rare, le Glosse sparse, e diverse elegie dedicate all'amata Bittide. La bellezza dei frammenti e i numerosi elogi che gli sono stati fatti (da Callimaco, Teocrito, Properzio.) ci fanno ritenere la perdita dell'opera di Filita una delle più gravi della letteratura greca.

Ermenesiatte

Nato verso il 300 a Colofone, sulla scia dei cuoi compatrioti Mimnermo e Antimaco compose un poema elegiaco, intitolato Leonzio, dal nome della donna amata. Di quest'opera conserviamo un lungo brano del terzo libro, che raccoglie uno strano elenco di poeti e filosofi tormentati dalla passione d'amore. Da questo arido elenco è impossibile farsi un'idea dell'arte di Ermenesiatte.

Fanocle

Poco più giovane di Ermenesiatte, scrisse un'opera intitolata gli Amori o i belli, una raccolta di amori efebici (tra un uomo maturo e un adolescente) tratti generalmente dal mito. A noi è pervenuto quello di Orfeo, innamorato del giovane Calai ed ucciso per gelosia dalla donne di Tracia: la sua testa fu gettata nel mare inchiodata alla cetra, e venne trasportata dalle onde sulla spiaggia di Lesbo, a rendere feconda di canti la terra di Saffo e Alceo. Il brano si chiude con un aition: il tatuaggio delle donne tracie ricorda le lividure che i mariti inflissero loro per punirle dell'uccisione di Orfeo.







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