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Arthur Rimbaud - POETICA DI RIMBAUD

letteratura francese



Arthur Rimbaud


POETICA DI RIMBAUD


La poesia di Rimbaud è in primo luogo da intendersi come realizzazione di quegli abbozzi teorici iniziati da Baudelaire. Con quest'ultimo inizia un processo di spersonalizzazione della poesia, che conduce a quella freddezza e a quella distanza che caratterizzano la poesia contemporanea. In Rimbaud tutto ciò è portato allo stremo. La spersonalizzazione non consisteva solo nella distanziazione del poeta dalla sua poesia (non più incentrata sull'Io poetico come nel Romanticismo); essa era da assegnare anche all'importanza attribuita alla forma più che al contenuto.

Con Rimbaud si ha una nuova concezione del linguaggio poetico: non conta tanto cosa voglia effettivamente dire una parola, ma cosa essa musicalmente evoca; il poeta gioca con 838b18i i suoni, con i foni, senza necesarriamente trasmettere un messaggio. L'idea romantica per cui il poeta debba essere una guida per la società e tramite la sua poesia debba diffondere un messaggio, civile e politico, è ormai superata. Fino a Baudelaire si è cantato della difficoltà di comunicazione tra il poeta e il suo pubblico. Da Rimbaud in poi non è più una poesia eloquente, parla per se stessa, non si preoccupa più di comunicare un messaggio.

Nel 1871 Rimbaud scrisse due lettere in cui abbozzò il programma della sua poesia, lettere passate alla storia con il nome di "Lettres du voyant".

Rivendicare al poeta il rango di veggente non è certo una novità. L'origine di quest'idea risale ai Greci. Essa fu ripresa dal platonismo rinascimentale, giungendo a Rimbaud tramite Montaigne. Ma ciò che è decisivo è la svolta che Rimbaud conferisce a questo pensiero.




« Je dis qu'il faut être voyant, se faire voyant.

Le Poète se fait voyant par un long, immense et raisonné dérèglement de tous les sens.»


Rimbaud rinnega il Romanticismo e i Romantici ; disprezza tutto ciò che c'è stato prima. Solo Baudelaire sembra per Rimbaud degno di essere preso come modello poiché per primo aveva intuito l'importanza del lavoro poetico, sopra l'intuizione.


«Du reste, libre aux nouveaux! d'exécrer les ancêtres [.]

Car Je est un autre. Si le cuivre s'éveille clairon, il n'y a rien de sa faute. Cela m'est évident : j'assiste à l'éclosion de ma pensée [.]»


La spersonalizzazione della poesia è resa ancora meglio dall'utilizzo della terza persona singolare in riferimento al pronome personale « je » ( « Car Je est un autre »). In questo modo viene poi messo in discussione lo statuto del poeta. Il programma poetico espresso da Rimbaud nelle Lettres du voyant, infatti, fa riferimento ad una rivoluzione poetica oltre che linguistica.


Cette langue sera de l'âme pour l' âme


Sebbene Rimbaud rinneghi il Romanticismo, è proprio dai poeti romantici che desume l'idea che il poeta possiede una conoscenza superiore, di tipo analogico - intuitivo, che gli permette di vedere oltre l'espressione materiale di qualcosa che esiste a livello di puro spirito.


Car il arrive à l'inconnu. Puisqu'il a cultivé son âme, déjà riche, plus qu'aucun !


La prima preoccupazione dell'uomo che vuole diventare poeta deve dunque essere quella di conoscere se stesso, concetto tuttavia lontano dal "Conosci te stesso" socratico. "Coltivare la propria anima" per Rimbaud non vuol dire renderla migliore da un punto di vista morale ma vuol dire coltivare una maggiore sensibilità poetica.


Donc le poëte est vraiment le voleur de feu.


Il poeta è come Prometeo che ruba il fuoco agli dei : ruba loro la conoscenza.




PRIME POESIE


All'inizio della sua carriera poetica Rimbaud scrisse poesie molto formali, seguendo un po' la scia dei Parnassiani, prima di considerare la poesia come un mezzo di denuncia del mondo grazie al potere delle "visioni".

Nella sua prima raccolta dal titolo "Cahier de Douai" sono raggruppate poesie composte dal 1868 al 1870. C'è chi ha voluto leggere questi componimenti avendo come riferimento le vicende biografiche dell'autore. In effetti, partendo da questo punto di vista, è possibile delineare due grandi gruppi di poesie: un primo gruppo "giovanile", in cui le poesie esprimono per lo più le prime emozioni adolescenziali; un secondo gruppo più impegnato, che si presenta come rivolta contro il Male per opera del mondo, ad esempio attraverso la guerra, come denuncia nella poesia "Le Durmeur du val".

Tuttavia, in poeti come Rimbaud, interpretare un componimento in base alla biografia dell'autore è come leggere parzialmente o non leggere affatto il componimento. La lirica di Rimbaud, infatti, diventerà sempre più astratta. Il concetto dell'astratto non si limita al significato di "non visibile", "non concreto". Esso deve piuttosto indicare tutti quei versi che, bastanti a se stessi, quasi non permettono di individuare una relazione con il reale. Si prenda ad esempio la poesia "Le Bateau ivre". Rimbaud la scrisse senza conoscere quei mari e quei paesaggi esotici che vi risplendono. Protagonista degli avvenimenti è un battello. Non è detto, ma è evidente che quegli avvenimenti sono insieme quelli del soggetto poetico. Le immagini hanno una potenza cosi veemente che l'accostamento simbolico tra nave e uomo è riconoscibile solo nel corso del movimento di tutta la poesia. La tecnica poetica utilizzata costruisce il testo come una metafora assoluta, parlando solo del battello, mai dell'Io simboleggiante. Da un punto di vista più tecnico, inoltre, la poesia presenta una struttura periodica estremamente semplice; ogni strofa si conclude con un punto fermo, il che in ogni caso dà all'espressione una trasparenza almeno dal punto di vista formale.




LES ILLUMINATIONS


Les Illuminations è il titolo della raccolta pubblicata nel 1874. Il titolo significa tanto "miniature" quanto "rischiaramenti". Non è possibile fare una ripartizione contenutistica dell'opera, a maggior ragione se si pensa che è raro che il titolo di un componimento giovi alla sua comprensione. Les Illuminations sono un testo che non pensa ad un lettore. Esse non vogliono essere comprese. Sono una tempesta di sfoghi allucinanti. Un'opera senza Io, poiché l'Io che emerge in taluni passi è quell'Io artificiale, estraneo che già si era profilato nelle lettere del Veggente ("Car Je est un autre"). Les Illuminations confermano che il loro poeta è, come dice lo stesso Rimbaud, "un inventore che ha un merito diverso dai suoi predecessori". Esse costituiscono il primo passo verso un nuovo tipo di fantasia moderna, divenuta assoluta. Ciò era visibile, come detto sopra, già nel componimento "Le Bateau ivre"; ma se qui il poeta manteneva una certa trasparenza almeno dal punto di vista formale, in poesie come "Marine" anche l'aspetto tecnico è completamento mutato. "Marine" è una poesia scritta nel 1872, un anno dopo "Le Bateau ivre", ed è in Francia il primo esempio di verso completamente libero: dieci versi ciascuno di lunghezza diversa, senza rima, senza alternanza tra finali maschili e femminili. Rimbaud è ormai sempre più proiettato verso una prosa lirica.


MARINE

Les chars d' argent et de cuivre --

Les proues d' acier et d' argent --

Battent l' écume, --

Soulèvent les souches des ronces.

Les courants de la lande,

Et les ornières immenses du reflux,

Filent circulairement vers l' est,

Vers les piliers de la foret,

Vers les futs de la jetée,

Dont l' angle est heurté par des tourbillons de lumière


Marine comincia con un verso che non si accorda affatto col titolo : i carri d'argento e di rame. La seconda riga è più appropriata: le prue d'acciaio e d'argento. Gli uni e le altre, tanto i carri quanto le prue, "battono la schiuma sollevano i cespiti dei roveti". Il testo procede tutto in questo modo: si toccano due sfere, una marittima e una terrestre; queste due sfere si compenetrano a tal punto che l'una sembra fusa nell'altra. Non si tratta affatto di metafore, come se per esempio si volesse dire : la nave solca l'acqua come il carro la terra. I verbi combinano le due sfere; vengono messi sullo stesso piano elementi oggettivamente diversi. Il componimento inoltre non parla del mare, ma di schiuma e di riflusso; non parla della nave, ma della prua. Nominare una parte per il tutto in questo caso non vuol dire utilizzare una figura retorica che si ritrova nella poesia di ogni tempo (la metonimia). Nominando in prevalenza solo le parti delle cose Rimbaud introduce quella distruzione che attaccherà poi l'ordinamento reale nel suo complesso. Questa di Rimbaud è una realtà decomposta; l'ordine seguito nella ricomposizione della realtà però non segue un principio semantico. È un'irrealtà sensibile, una non realtà.




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