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Il tempo e lo spazio

letteratura



Il tempo e lo spazio   pag. 164 - 165 Luperini Rosso


L'idea viva di modernità di Boccaccio la ritroviamo nel fatto che ottanta novelle su cento sono ambientate dopo il 1300. Le altre raccontano vicende dell'antichità classica o del 121g61b regno longobardo o dell'epoca del Saladino. Generalmente alle novelle del passato vengono affidati gli esempi di nobiltà; molto spesso poi all'allontanamento nel tempo corrisponde quello nello spazio: le novelle della Decima giornata, che raccontano esempi di magnificenza e di liberalità, sono ambientati lontano da Firenze e dalla Toscana. Le città toscane esprimono, infatti, il momento della vita contemporanea, più difficile da mitizzare. In Toscana sono sempre collocate le vicende di motto e di beffa. La contemporaneità che interessa Boccaccio non è quella politica, bensì quella dei costumi.



I due poli del libro sono da un lato Firenze e le città toscane, dall'altro il Mediterraneo. Un polo è dunque il Mediterraneo, con i suoi porti, le sue città di mare, i popoli che ne abitano le coste, con le diverse consuetudini e le diverse religioni, in particolare, oltre che alla cristiana, la musulmana e l'ebraica.

Per la prima volta nella letteratura italiana la folla urbana diventa protagonista.

In Boccaccio le coordinate spaziali e temporali sono definite con precisione e caratterizzate con una preoccupazione di verosimiglianza che già introduce al tema del realismo boccacciano.
























Il realismo e la comicità   pag. 165 - 166 Luperini Rosso


Come risultato dell'attenzione che Boccaccio presta alla definizione precisa di spazio e tempo, abbiamo che luoghi e personaggi non sono più rappresentazioni schematiche e convenzionali. Boccaccio presta inoltre attenzione a tutte le categorie sociali, rivelandosi capace di dare vita a un'ampia e articolata commedia sociale.

Il realismo boccacciano si esprime poi particolarmente nel comico.

Nel Decameron la comicità realistica si accompagna sempre a un distacco, tipicamente umanistico, a un atteggiamento di sorridente superiorità che non si lascia mai completamente coinvolgere e che riflette quello analogo della brigata dei giovani. Il comico privilegia il basso, il corporeo, ed è dunque strettamente collegato alle manifestazioni concrete della vita.

Esiste anche una censura dovuta a un valore positivo, quell'onestà di cui varie volte parlano i dieci novellatori, e che niente ha a che vedere con l'ipocrisia. Anzi, la brigata giovanile e l'autore non esitano a mostrare l'osceno. Tuttavia l'onestà è chiamata a fare i conti con le esigenze della vita associata e della civiltà.





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