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Il Participio

letteratura



Il Participio.


Il participio è così chiamato perché << partecipa >> delle caratteristiche sia del nome sia del verbo: si comporta infatti come un aggettivo (concorda, quindi, con il sostantivo cui si riferis 131b15b ce in genere, numero e caso e può essere sostantivato), ma ha anche valenza verbale ( può, quindi, avere valore attivo o passivo, esprimere rapporti di tempo - contemporaneità, anteriorità, posteriorità - essere seguito da un complemento diretto o indiretto o da una proposizione dipendente).


Il LATINO conosce tre participi:

Participio presente con valore attivo: Es. laudans, laudantis, mittens, mittentis.




Participio perfetto con valore passivo per i verbi attivi transitivi (e, come si vedrà in seguito, con valore attivo per i verbi deponenti): Es. laudatus, a, um ; missus, a, um


Participio futuro con valore attivo: Es. laudaturus, a, um; missurus, a, um.



L'italiano invece ha mantenuto solo due participi:


Participio presente con valore attivo (lodante, mandante, dicente), che ha perso però valenza verbale ed è rimasto nell'uso per lo più con funzione di sostantivo (lo studente, il cantante, l'amante);



Participio passato che ha valore attivo con i verbi intransitivi (andato, venuto, caduto), valore passivo con i verbi transitivi (lodato, mandato, fatto, detto).



Ricorda.

Il participio, con l'infinito, il gerundio, il gerundivo e supino, fa parte dei modi indefiniti del verbo latino, così detti perché non hanno desinenze differenziate per marcare il numero e la persona, ma presentano un'unica forma. I modi indefiniti sono anche detti nomi verbali perché partecipano sia della natura del verbo (possono esprimere rapporti di tempo) sia di quella del nome (possiedono una declinazione).


Il participio presente.


Il participio presente è un aggetivo verbale che ha sempre valore attivo (dunque lo possiedono tutti i verbi, sia transitivi che intransitivi) ed esprime un'azione contemporanea a quella della proposizione reggente.

Si forma aggiungendo al tema del presente una terminazione in cui si distinguono : la vocale tematica propria di ciascuna delle quattro coniugazioni e le desinenze -ns per il nominativo singolare -ntis per il genitivo singolare.








CASO TERMINAZIONI

1° CONIUG. 2° CONIUG. 3° CONIUG. 4° CONIUG.

NOM. -ans -ens -ens -iens


GEN. -antis -entis -entis - ientis



CASO laudo, as, avi, atum, are. Lodare Moneo, as, nui, itum, ere. Ammonire


NOM. Laudans lodante, lodando; che Monens , ammonente, ammonendo,

Loda , che lodava; mentre loda, che ammonisce, che ammoniva,

lodava mentre ammonisce, ammoniva.


GEN. Laudantis Monentis



CASO Mitto, is, misi, missum, ere. Mandare audio, is, itum, ire. Udire


NOM. Mittens mandante, mandando, audiens, udente; udendo, che

che manda, che mandava, mentre ode, che udiva; mentre ode,

manda, mandava. Udiva.


GEN. Mittentis Audientis



Ricorda

Il participio presente di declina come gli aggettivi della II classe a una sola terminazione, ma all'ablativo singolare esce in -i quando è usato in funzione di aggettivo, mentre presenta la terminazione -e quando è usato in funzione di sostantivo o di verbo.


Ulixes trunco ardenti Polyphemum excaevavit. Ulisse accecò Polifemo con un tronco

Ardente.


Ardenti è ablativoo sing. Del participio presente del verbo ardeo, << bruciare >>, usato in funzione di aggettivo.


Cum sapiente de philosophia dissero. Con il sapiente discuto di filosofia.


Sapiente è ablativo sing. Del participio presente del verbo Sapio, << aver sapore >>,

<< essere saggio >>, usato in funzione di sostantivo.


Ardente urbe, Aeneas Troia effugit. Mentre bruciava la città, Enea fuggì da

Troia.

Ardente, participio presente di ardeo, è qui usato con valore verbale nel costrutto dell'ablativo assoluto.


Il verbo SUM non ha il participio presente.


Uso del participio presente.

Il participio presente viene usato in funzione nominale o verbale.

Quando è usato in funzione nominale, cioè come aggettivo o sotantivo, può essere reso italiano:

a)    Con un aggettivo o un sostantivo corrispondente, qualora sia possibile;

b)   Più spesso con una subordinata relativa la cui azione è sempre contemporanea a quella della principale.


Alcuni participi hanno perso il loro originario valore verbale e sono diventati veri e propri aggettivi della II classe a una sola uscita: è il caso di potes, entis, potente; sapiens, ientis, sapiente; valens, entis, valente, valido; praesens, entis, presente, benevolo, e altri.


Quando il participio è usato in funzione verbale, corrisponente per lo più a una proposizione subordinata temporale o causale e può essere reso in italiano:

a)  con un gerundio semplice, che indica sempre un rapporto di contemporanietà con la principale ed esprime in forma implicita la subordinata temporale o causale.

b) Con una subordinata temporale o causale di forma esplicita, la cui azione, di valore attivo, è sempre contemporanea a quella della sovraordinata.





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