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"DEI SEPOLCRI" ( UGO FOSCOLO )

letteratura



"Dei Sepolcri" ( Ugo Foscolo )


Il carme "Dei Sepolcri", fu scritto nel 1806 e, il motivo fu la disputa occasionale avvenuta a Venezia che il Foscolo, ebbe con Pindemonte. Quest'ultimo, era un cattolico che si opponev 313b17d a alla filosofia moderna a cui si ispirava la nuova legislazione poiché essa, induceva a trascurare il pietoso culto dei defunti, in parte difesa dall'autore che poi, si accorse che quelle tesi non corrispondevano al suo intimo sentire, pertanto compose il suo carme, come se fosse una ripresa e, ampliandone il significato ad una considerazione più vasta del destino umano.



Il materialismo del Foscolo lo portava a negare l'esistenza di Dio, ed è infatti proprio con questa concezione che si apre il carme, proclamando <<il nulla eterno>> e l'inutilità delle tombe. Ma proprio da questa triste visione, emerge l'inno ala vita, alla bellezza della natura, alla gioie dell'amicizia e dell'amore e soprattutto alla dolcezza delle "illusioni" infatti, questa illusione, che tale appare alla luce della ragione, diviene anche l'incentivo che spinge l'uomo a opporre alla perenne metamorfosi delle cose e di se stessi, dai valori che durino infatti nel tempo e diano un significato alla vita.

Su questo contrasto, è fondato tutto lo svolgimento della carme, poema della morte e della vita, della loro continua e drammatica compresenza nella incomprensibile e solenne legge della natura.

I sepolcri fondano, dunque, una nuova religione tutta laica e terrena, del vivere che se si oppone alla trascendenza cattolica, inconcepibile per il Foscolo, s'oppone anche al credo razionalistico, asaltando il sentimento e l'eroismo dunque, dalla disperazione dell'Ortis, il poeta è giunto a una coraggiosa accettazione della vita, non ignare dalla morte, dall'angoscia, dal nulla eterno .

Stilisticamente i Sepolcri uniscono all'impeto, alla passione e alla romantica ricerca del sublime, una rigorosa architettura classica. Questo avviene soprattutto all'inizio quando il poeta è ancora legato a modelli settecenteschi, per creare nuovi grandi miti, immaginazioni potenti e conclusive, facendo divenire i Sepolcri, come una grande sinfonia della vita e della morte.




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