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Mimnermo frammento 23

greco



CLASSICI Dalla <<Teogonia>> di Esiodo alle <<Metamorfosi>> di Ovidio, così la cultura greca e romana parlava di religione

La fabbrica del mito ai tempi di Ercole

Il cielo degli antichi era affollato di dei. Un mondo che influenzò i cristiani


Le religioni del mondo classico, di cui la mitologia costituisce il <<racconto>>, o per meglio dire, l'enciclopedia, sono state per secoli screditate dalla polemica confutazione dei padri della Chiesa cristiana ,con una pervasiva, martellante negazione totale. Ciò ha ingenerato ,per un lunghissimo tempo, un modo altezzoso di considerare le religioni antiche, viste quasi unicamente come un'accozzaglia di insensatezze.

Ciò, in verità, non ha impedito alla tradizione cristiana, via via che si radicava in ambienti geografici sempre più vasti, di assorbire moltissimo del <<paganesimo>> che man mano soppiantava. Non avremmo quell'iperuranio sovraffollato di santi,angeli ed altre entità sovrannaturali di varia natura(al quale incremento l'attuale pontefice ha dato il suo robusto contributo), se non ci fosse stata ,come humus(terra,suolo) ricettivo, un'umanità già assuefatta a una vasta e variopinta popolazione soprannaturale. A ben vedere, c'è poca differenza fra Ercole e Padre Pio, tranne che quest'ultimo fu molto più industrializzato nei suoi comportamenti. L'affondamento ,all'apparenza sconcertante, delle religioni antiche del mondo mediterraneo, si spiega anche con l'osmosi profonda, determinatasi man mano, tra vecchie e nuove superstizioni, tra vecchi e nuovi culti.



Oltre a <<paganizzarsi>>, recuperando forme di politeismo, il cristianesimo ha inoltre innestato nel suo universo concettuale molti elementi provenienti dalle filosofie del mondo greco. E questo ha contribuito a farne un sistema di valori più appetibile per i ceti dirigenti dell'epoca tardoantica.Di qui il suo successo, rinsaldato dal fascino che la versione popolare e paganizzante dei suoi dogmi esercitava sulle masse. E' dunque giusto,per lo storico ,sottrarsi agli influssi della polemica strumentale, che fu propria dei secoli di passaggio ,e considerare le religioni antiche in tutta la loro ricchezza. Essa tuttora traspare dalle numerose opere superstiti di età greca e romana ,davvero impregnate,se così si può dire, di religiosità.Si potrebbe anzi dire che,fatta eccezione per alcuni generi letterari, come la storiografia e l'oratoria-e neanche qui mancano le eccezioni-, tutta la tradizione scritta antica è colma di concetti,allusioni,racconti,rievocazioni inerenti al mondo religioso. Il bagaglio mitologico è onnipresente nella scrittura e nell'arte figurativa degli antichi ,i quali vivevano immersi nel sacro in un rapporto di stretta familiarità (come oggi i devotissimi dei santi cristiani).

Essendo libera da dogmatismi ,ignorando il concetto di eresia, la religione antica,ricca di varianti dei suoi stessi miti ,assolveva una funzione multipla e totalizzante. Facciamo qualche esempio. Nell'età più antica, il racconto mitologico,materia dell'epos,era tout court il racconto del passato: di tutto il passato fino al tempo più recente,senza fratture tra spazio storico e spazio mitico(distinzione che si affermerà tardi,con Erodoto,nella seconda metà del V sec. a. C.).Quanto alla tragedia,essa,salvo rare eccezioni,parla essenzialmente del mito, in forma didattica.Educa la città,raccontando e rappresentando ogni volta in forma originale e libera il remoto passato degli dei e degli eroi. E' dopo Alessandro Magno che i greci hanno conosciuto da vicino altri dei, forse anche troppi per poter continuare a serbare intatta la loro fede scevra da dubbi. Quando il cielo si affolla troppo è necessaria una mediazione concettuale e senz'altro filosofica,che renda accettabile la situazione. E si apre allora un varco alla considerazione scettica,o invece alla drastica soluzione di accettare un esclusivismo monoteistico. Il quale comporta la radicale,frontale,drammatica, e alla fine violenta repulsa di tutti gli altri dei,di tutti gli altri popoli. E' la premessa per fare della religione l'alimento della guerra. Il mondo romano,che fu teatro di un lungo processo di sincretismo rispetto alla religione greca,appare a noi,rispetto all'antica Grecia,come un mondo già moderno. A Roma, i differenti tipi di reazione cui si accennato sono tutti compresenti : dallo scetticismo allo sforzo di conciliare religione e filosofia ,praticando la duplicità di piani tra pubblico e privato ,tra colti e popolo.Una doppiezza di cui Cicerone fu esempio insigne. Alla fine,quell'immenso bagaglio mitologico-sincretistico divenne soprattutto materia di poesia dotta e raffinata o anche un serbatoio di curiosità erudite. Un'immensa materia poetica che non richiedeva necessariamente un alto tasso di fede ,né da parte di chi scriveva ,né in chi leggeva.E' il caso del più grande monumento epico-mitologico della romanità, le Metamorfosi di Ovidio ,opera del poeta che più apertamente di ogni altro esaltò,al tempo della bigotta restaurazione augustea,la grandezza dell'insegnamento fisico-scientifico lucreziano, cioè del poeta materialista per eccellenza. La distanza tra la Teogonia di Esiodo e le Metamorfosi di Ovidio è forse l'indicatore più significativo della trasformazione intellettuale e religiosa intervenuta in quasi un millennio di storia e di storia della religiosità.


(Luciano Canfora)


Appunti aggiunti da me!


Nella sua evoluzione biologica ed intellettuale l'uomo primitivo sentì il bisogno di spiegare i fenomeni che andava osservando ,ma prima di cercare spiegazioni razionali e di arrivare alla pratica scientifica egli trovò nella propria fantasia un modo semplice e rassicurante di risolvere molti problemi.

Era il tempo in cui la sua immaginazione si nutriva di miti: egli stesso creò un mondo superiore di esseri divini e di eroi, e con riti e cerimonie sacre cercò di ottenerne la protezione.Generati dall'inesauribile fantasia dei popoli mediterranei, i miti classici rivelarono una sorprendente vitalità ancora prima dell'invenzione della scrittura.Alcuni rispondevano particolarmente bene alle esigenze della fantasia umana e li ritroviamo assai simili in paesi e presso popoli molto lontani: così il mito del diluvio che prepara una profonda rigenerazione dell'uomo,o quello di una divinità femminile che scende in autunno nel regno dei morti e ritorna a primavera portando nuova fertilità sulla terra. Queste leggende sono studiate dall'antropologia e dall'etnologia e aiutano a conoscere gli stadi iniziali della civiltà; esse esercitano un fascino intenso su poeti e filosofi perché illuminano anche oggi la psicologia profonda dell'uomo. I nostri progenitori credevano che nominare le cose bastasse per possederle. All'origine il termine Vindicava genericamente un <<discorso>>; più tardi, nel V sec. a. C. , esso assume il valore di <<racconto intorno ad esseri divini o ad eroi>> e cominciò a svolgere una funzione decorativa nel discorso poetico. Ancora oggi si assiste alla creazione di miti (es. extraterrestri): per mezzo del distacco fantastico dalla realtà i miti sono provvisti di un'autonomia logica interna, evocando mondi e sogni che si sovrappongono al quotidiano senza mai identificarsi pienamente con esso.Del resto una delle caratteristiche dei miti è di ospitare nuove aggiunte, sottrazioni, impercettibili spostamenti, di dilatarsi continuamente a ventaglio in una serie di favole divergenti e cangianti. E' questo il modo in cui i miti mantengono un rapporto con il mondo dell'apparenza ,con il gioco delle forme ,con la metamorfosi ininterrotta della natura e della vita.Quando l'umanità si avviò a conoscere razionalmente la realtà e a modificarla, i popoli che avevano elaborato i miti più ricchi di ottimismo e di fiducia furono in grado di dar vita alle civiltà più sviluppate. Primi fra tutti i Greci ,i cui miti fin dai tempi di Omero esaltavano la varietà del cosmo e veneravano divinità con caratteri molto simili ai migliori degli uomini ,non privi persino delle loro debolezze e delle loro contraddizioni.Anche a Roma la mitologia e la religione pagane non assunsero forme dogmatiche e riuscirono a fondere tradizioni ed esigenze molto diverse: dal luminoso culto di Apollo, simbolo di armonia e serenità ,alle appassionate speranze di redenzione del culto di Bacco.Generati in un mondo arcano e da una religione politeistica, elementi della mitologia classica hanno mantenuto il loro carattere consolatorio e popolare per tutto il medioevo e sono confluiti quasi senza modificazioni nelle vite dei santi cristiani ,generando immagini di divina bellezza anche in splendide opere d'arte del mondo moderno.



IL SIGNIFICATO DEL MITO (Geoffrey S. Kirk)


<<La conclusione a cui siamo arrivato è che i miti da una parte storie ben riuscite, dall'altra veicoli di messaggi importanti circa la vita in generale e la vita nell'ambito della società in particolare.In una cultura illetterata e altamente tradizionale ,i racconti sono una forma primaria non solo di intrattenimento ma anche di comunicazione e di istruzione- di comunicazione tra coetanei ed anche tra giovani ed anziani ,e quindi tra le generazioni.E' difficile per noi ,che viviamo in un'età superletterata ma anche dominata dai <<media>> e dalla pubblicità ,concepire un modo di vita in cui le uniche forme di comunicazione di massa (da distinguersi dalla comunicazione pratica fra individuo ed individuo) sono da una parte il rituale,dall'altra il racconto. Pure, fu proprio da una simile forma di vita che i miti emersero e vennero trasmessi dalla tradizione finché non furono fissati per iscritto dagli etnologi ,dai grammatici e dai missionari. L'evolversi entro questo tipo di società nel corso di parecchie generazioni conferì ai miti la loro caratteristica densità e complessità, la loro profondità fantastica ed il loro richiamo universale. [.] Le società produttrici di miti usano i racconti a mo' di commento ad ogni aspetto della vita ,e vi inseriscono i riflessi di una quantità di interessi e preoccupazioni. I miti non sono uniformi ,non sono logici né interiormente coerenti ;sono multiformi, fantasiosi e poco rigorosi nei particolari. Inoltre i loro interessi precipui possono mutare da un anno all'altro o dall'una all'altra generazione>>












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