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ESIODO
A differenza di Omero, Esiodo è una realtà storica: è infatti esistito veramente, lui stesso ci dà indicazioni su di sé. L'unica indicazione temporale che abbiamo è una guerra, che però non sappiamo datare, per cui l'indicazione storica che lui ci dà non ci serve.
Dice di abitare ad Ascra, un piccolo villaggio in
Beozia, famoso solo grazie a lui. Non sappiamo però se è nato lì: lui dice che
il padre capitò lì venendo dalle colonie dell'Asia Minore. L'episodio più
importante della sua vita fu quando partecipò ai Ludi Funebri di Anfidamante,
eroe della guerra in Eubea per il possesso di un fiume. Esiodo recitò qualcosa
e vinse la gara di poesia. Ma perché Esiodo, che parla male del suo piccolo
paese, è stato chiamato in Eubea, che è un'isola più grande? Deve aver avuto,
lui stesso o il padre, rapporti di qualche genere con quell'isola. Anfidamante
muore in questa guerra, di cui non sappiamo la data precisa, è datata attorno
al
Esiodo dice che il padre è venuto lì fuggendo l'odiosa
povertà. Ma Ascra è in Beozia (a nord dell'Attica), è penosa dal punto di vista
agricolo, montuosa, c'è poca produzione agricola e il commercio è dunque
impossibile, anche perché le coste sono a picco sul mare, per cui non ci sono
porti, e non c'è legname per costruire le navi. Vive sull'allevamento di ovini,
che rende meno rispetto a quello di bovini, non arricchisce. Di conseguenza può
sembr 252f59c are assurdo che suo padre si sia trasferito lì per arricchirsi sfuggendo
la povertà dall'Asia Minore, che per di più è ricchissima. Probabilmente il
padre era un commerciante fallito; è impossibile però che un uomo sia partito
da solo dall'Asia Minore per
La prima colonizzazione era la calata degli Ioni e
Eoli; con "seconda colonizzazione" si intende invece lo spostamento dalle zone
occupate dai Greci verso
Opere di Esiodo
Delle opere di Esiodo ci sono giunte:
Teogonia
Le Opere e i Giorni (di cui lui ha scritto solo "Le Opere", "I Giorni" è un'aggiunta)
Le altre opere a lui attribuite, ma che non abbiamo, sono:
Catalogo delle Eroine, diviso in "piccole Eoie" e "Grandi Eoie". Questi ultimi non sono i titoli veri; vengono chiamati così da η οιοα cioè "colei che è": così infatti cominciava ogni vicenda, passando da una all'altra. Per questo sono chiamati anche "Eee". Sono due cataloghi, di cui il secondo è un'aggiunta, ne abbiamo solo alcuni frammenti.
Scudo di Eracle (imitazione dello scudo di Achille). Non abbiamo il testo, ed è difficile che sia giusto attribuirlo a lui. Gli è attribuito dalla tradizione perchè Omero presenta lo scudo di Achille, Esiodo lo scudo di Eracle; tuttavia è difficile che abbia parlato di un eroe come lui.
Esiodo presenta nelle sue opere il mondo dello sfruttamento delle conquiste, si vive una vita normale. Nelle "Opere" parla del LAVORO: è un mondo più limitato, con più rischi, non ricerca più la gloria, la felicità sta nell'avere ciò di cui vivere. La società è ORGANIZZATA, già divisa in contadini, pastori, artigiani, commercianti (Omero non mostrava specializzazioni). L'artigiano dà al contadino il suo lavoro, il lavoro è migliore perché fatto da persone specializzate. È una società STANZIALE che ha diviso i compiti: un ruolo conta sull'altro. Non parla tanto di schiavi: è povera, non c'è tanto lavoro da aver bisogno di schiavi.
Parla delle generazioni degli Dei, delle varie fasi.
Omero parlava degli Dei già organizzati. Con
invocazione alle muse
dice per la prima volta di essere un poeta, c'è una sorta di investitura poetica.
Il poeta diventa una persona scelta dagli dei (le Muse), al quale queste dettano cosa deve scrivere. Più tardi il processo di "investitura" avviene attraverso i sogni. È interessante il fatto che le Muse, 9, abbiano dei nomi: è la prima volta che viene dato un numero e il nome alle Muse, in seguito 3 nomi cambieranno. Qui agiscono tutte insieme; in epoca Ellenistica, quando i nomi saranno consolidati, ogni Musa avrà un'arte in base al suo nome. Le Muse di solito si trovano sul Parnaso, dove c'è Apollo, il loro "capo". Esiodo le chiama "Elicanie", da "Elicania", un monte della Beozia.
Un poeta definì
Il mondo nasce dal CAOS, una materia indistinta e disorganizzata. Si trasforma in COSMOS, organizzazione e armonia. Non si sa da cosa derivi il Caos: "Καος εγενετο", ci fu il Caos: è lui l'inizio; la terra non nasce dal Caos, semplicemente c'è, nasce la terra.
Dalla Terra nascono il buio Tartaro e Amore: Platone
dice che Amore è uno dei primissimi Dei, se non il primo. È una forza
civilizzatrice colossale. Più tardi si dirà che Eros è figlio di Afrodite. Poi
dalla Terra nascono l'Erebo,
Fra gli Dei c'è Tea, o Rea: da rew (scorro), indica lo scorrere del tempo. La prima coppia
è quella che domina: Urano non vuole essere spodestato dai figli, così li
nasconde nel ventre della madre perché non nascano. La madre soffre, così si
accorda con Chronos: gli dà una falce e di sera, quando Urano e
Zeus ha il potere, preso con la violenza, e spodesta Chronos, il Tempo: il tempo va avanti per i mortali, ma il suo potere è αθάνατος, immortale. Zeus subisce attacchi dai Titani e dai Giganti, suoi zii: la violenza cerca di attaccare il nuovo potere, ma non riesce. Il potere vince. Da questo momento le 12 (numero magico) divinità fondamentali non cambieranno più.
Il mondo è nato con la violenza: la lotta è terminata con l'ultimo vincitore, Zeus. Si parla anche di un'altra moglie di Zeus, Meti (che significa moderazione, nessun eccesso); Zeus la ingoia e produce Δίκη, la giustizia. Grazie alla misura, nasce la giustizia: ora nel regno c'è giustizia con moderazione. Eris, la contesa, figlia di Urano e Gea, non è più al potere.
Gli Dei si succedono con la violenza: il mondo è dominato da una divinità, Eris. Ancora Zeus è assalito dai Titani e dai Giganti. Zeus prendendo il potere supera anche Chronos: passa da un mondo di lotta ad un mondo di pace. La lotta era sempre negativa, produceva dolore ecc., Zeus la supera: domina con giustizia e concordia fra gli Dei.
Le opere e i Giorni
È un POEMA SAPIENZIALE, consigli saggi che un uomo saggio
dà ad un altro. Questo tipo di poema c'era in Oriente; con
una cattiva, presente nella prima fase degli dei (ne è rimasta un po' in Zeus che condanna gli uomini) e nel mondo degli uomini, dove è sempre in agguato, e porta ad arricchirsi non con il lavoro, ma con la truffa
una buona, la contesa che fa migliorare, la concorrenza.
L'Eris cattiva non solo rovina il singolo, ma contagia tutta la società: non c'è giustizia nel lavoro.
L'Eris buona è l'invidia per il vicino che guadagna lavorando, si cerca di imitarlo per valere di più.
Perché gli uomini sono stati condannati al lavoro? Quando i Titani hanno attaccato l'Olimpo, Prometeo si è schierato con Zeus. A questo punto ci sono due versioni:
Prometeo si divertiva a prendere in giro Zeus
Zeus si è arrabbiato per conto suo
In ogni caso Zeus toglie la luce agli uomini, Prometeo, loro protettore, ruba la luce ad Efesto e la riporta agli uomini. Da qui si hanno:
la punizione di Prometeo
la condanna al lavoro degli uomini.
Tutto ciò indica che la rabbia esiste ancora. Questo fatto è presente anche nella Bibbia, dove però è una punizione del condannato, l'uomo ha commesso un peccato per cui è stato punito. Qui gli uomini non ne possono niente. Il Paradiso terrestre corrisponde all'età dell'oro (o di Saturno), all'epoca prima della condanna dell'uomo al lavoro. Gli uomini vengono cacciati per una loro colpa nella Bibbia, per un atto di sdegno nel mito greco, per un atto di bontà secondo Virgilio: la difficoltà serve infatti a darci soddisfazione una volta superata, per poterci progredire. Non potendo conciliare i miti, Esiodo dopo questo attacca il mito di Pandora. Gli Dei tengono nascosti agli uomini i mezzi della vita.
Zeus è irato nel suo cuore χολωσάμενος (sdegnato) perché Prometeo l'ha ingannato. Esiodo collega le due versioni: Zeus si arrabbia sia perché Prometeo lo ha deriso sia perché gli ha rubato il fuoco. Si arrabbia tantissimo e lo punisce. Vuole punire anche gli uomini, suoi protetti: li punisce con Pandora.
Dice, prendendoli in giro, che la sventura che subiranno gli piacerà: infatti si tratta della donna (come Eva). Il nome Pandora significa tutti i doni. La fa costruire da Efesto, bellissima come le dee. Atena le insegna a tessere e a ricamare (lavori femminili). Afrodite la rende affascinante, tormento delle passioni amorose. Il suo carattere è ingannevole, l'animo di cane (negativo). Ermes le infonde la menzogna. Ogni Dio le dà un dono che sia rovinoso per gli uomini. Epimeteo (vuol dire che valuta dopo, cioè cretino), fratello di Prometeo, porta Pandora agli uomini, senza ascoltare il fratello che gli aveva detto di non accettare doni di Zeus che saranno disgrazia per gli uomini. Gli uomini aprono il vaso di Pandora e ne escono tutti i mali; lo chiude, ma rimane solo la speranza. Fra gli altri mali ci sono le malattie, alle quali Zeus ha tolto la parola: infatti attaccano in silenzio.
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