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TEORIE SOCIOLOGICHE - TEORIE DELLE AREE CRIMINALI, DISORGANIZZAZIONE SOCIALE

psicologia



TEORIE SOCIOLOGICHE


Tali teorie ricercano le cause della criminalità nelle disfunzioni della società. All'interno delle teorie sociologiche troviamo 2 teorie fondamentali: 1) teorie del consenso, secondo le quali le regole poste dalla società si reggono sul consenso della maggior parte dei cittadini ai qu 343i88d ali si contrappongono come eccezione i devianti; 2) teorie del conflitto, secondo le quali i modelli normativi e comportamentali della società non esprimono le scelte della maggioranza, ma sono il frutto dell'imposizione delle minoritarie classi dominanti. Cambia il modo di intendere la devianza.

All'interno delle teorie del consenso abbiamo:


TEORIE DELLE AREE CRIMINALI

Negli anni 40 la scuola di Chicago elaborò la teoria ecologica o delle aree criminali. Si osservò che nelle zone urbane economicamente e socialmente depresse ed alta concentrazione criminale, il rischio di divenire delinquente è molto alto.


TEORIE DELLA DISORGANIZZAZIONE SOCIALE

Secondo tale teoria esiste una stretta dipendenza tra destabilizzazione dei valori culturali di una società e la irregolarità di condotta dei suoi membri. La disorganizzazione sociale può prodursi anche quando in una società esistono contraddizioni normative o conflitti di norme. Ciò avviene quando: a) vi sia socializzazione difettosa o mancante; b) quando vi siano deboli sanzioni per certi delitti; c) quando vi sia inefficienza o corruzione nell'apparato giudiziario.




TEORIA DEI CONFLITTI CULTURALI

Per la teoria dei conflitti culturali la condotta deviante nasce da conflitti tra norme culturali diverse alle quali un soggetto o un gruppo di persone si trova esposto.

Partecipare a due sistemi culturali diversi può generare disagio, incertezza e insicurezza in un individuo e queste condizioni possono sfociare in malattie mentali e criminalità.


TEORIE DELL'ASSOCIAZIONISMO DIFFERENZIALE

Secondo tale teoria il comportamento criminale si apprende attraverso l'associazione interpersonale con altri individui che sono già criminali.

L'unicausalità di questa teoria fu ritenuta inizialmente un pregio, ma successivamente criticata perché incapace di spiegare le origini della criminalità che deve esistere prima di essere appresa da altri.


TEORIE FUNZIONALISTICHE: DEVIANZA ED ANOMIA

I processi di socializzazione mirano a condurre l'individuo alla conformità, ossia ad uno stile di vita regolato da norme e comportamenti conformi alla cultura dominante. In antitesi alla conformità si pone la devianza, che si concreta nella non osservanza delle regole normative e sociali.

Per essere definito deviante, il comportamento deve violare volontariamente la regola culturale.

Il concetto di devianza si è affermato grazie allo struttural-fuzionalismo, i cui maggiori esponenti sono Durkheim e Merton.

Durkheim vide la causa principale della devianza nell'anomia, intesa come "frattura di regole sociali" provocata dalla società.

Merton riprese tale concetto allargandone il significato: l'anomia è intesa come sproporzione tra mete culturali e mezzi legittimi per il conseguimento di queste ultime.






TEORIA DELLA NEUTRALIZZAZIONE

Tale teoria vuole dimostrare che la delinquenza non deriva dall'apprendimento di norme o valori devianti, ma il comportamento deviante è il risultato di tecniche psicologiche, di razionalizzazione, così dette di neutralizzazione. Tali tecniche sono concepite secondo 5 forme principali:

la negazione della propria responsabilità;

la minimizzazione del danno provocato;

la negazione della vittima;

la condanna dei giudici;

l'appello a obblighi di lealtà.

Il delinquente, mediante queste tecniche, si sente scaricato delle sue responsabilità e per le sue azioni si considera più come soggetto passivo che come soggetto attivo.


All'interno delle teorie del conflitto abbiamo:


TEORIA DELL'ETICHETTAMENTO

Per la teoria dell'etichettamento il deviante non è tale a causa del proprio comportamento, ma in quanto la società etichetta come deviante chi compie determinate azioni da essa vietate.

Successivamente può accadere che alcuni soggetti, le cui condotte sono state definite dalla società devianti, reagiscano a tale etichettamento accentuando tali condotte. A tal proposito si parla di consolidamento della devianza.


LA CRIMINOLOGIA RADICALE

Tale teoria ritiene i ceti dominanti responsabili di definire delinquente chi si oppone al sistema neo-capitalistica. In quest'ottica si sostiene una correlazione tra opposizione al sistema dominante e devianza.


LA CRIMINOLOGIA CRITICA

Tale teoria muove da analisi sociali e politiche marxiste, reinterpretando il concetto di devianza come lotta della classe operaia per l'instaurazione del socialismo.

La devianza si identifica col dissenso di un soggetto nei confronti di un sistema che ne criminalizza la classe sociale di appartenenza.




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