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L'asilo nido in Italia - L'inserimento

psicologia



L'asilo nido in Italia

Glia sili nido in Italia sono strutture che hanno il fine di soddisfare le esigenze dei bambini che accolgono, sono considerati un'esigenza della società, perché accudiscono il bambino mentre la madre lavora, e soprattutto perché sono utili anche 919g69j al piccolo dato che la vita in comunità è una delle condizioni più importanti per un corretto sviluppo psico-fisico. Nella società attuale il bambino non ha occasione di avere tanti rapporti umani al di fuori della famiglia poiché le case sono piccole e la vita del bambino si svolge in solitudine e abbandono, anche le attività all'aria aperta, del piccolo, sono poche, ciò è dovuto alla mancanza di spazi verdi.

Nel 1950 è stata emanata una legge che obbligava i datori di lavoro ad istituire o a finanziare asili nido per i figli delle lavoratrici, tale legge non fu attuata correttamente, poiché la maggior parte degli asili furono aperti dall'Opera Nazionale Maternità ed Infanzia, mentre altri dai comuni o da privati. Verso la fine degli anni 60 sul territorio Italiano esistevano circa mille strutture sovraffollate, poiché accoglievano quarantamila bambini, tale situazione, nel 1971, spinse il parlamento ad emanare una legge che istituiva asili nido comunali con il concorso dello stato. Tale legge dichiarava che l'assistenza ai bambini, all'interno degli asili nido, costituiva un servizio sociale pubblico e denunciava lo scopo di queste strutture, ovvero assicurare assistenza alla famiglia provvedendo alla custodia dei bambini e facilitare l'accesso della donna al lavoro; in questo decreto non viene tenuto conto del ruolo educativo dell'asilo nido, ma si punta sul sociale. La stessa legge specifica che spetta alla regione decidere i criteri per la costruzione, il controllo e la gestione degli asili nido, che devono essere realizzati in modo da soddisfare le esigenze delle famiglie, e per questo la gestione deve avvenire con la partecipazione di queste e dei rappresentanti del personale, quali: coordinatore, educatori, ausiliari, cuochi, tirocinanti, psicologi, pediatri, figure specialistiche, personale che deve essere qualificato ed idoneo per garantire assistenza psico-pedagogica ai bambini; le strutture devono inoltre possedere requisiti tecnici, edilizi e organizzativi per poter permettere lo sviluppo armonico dei bambini. L'asilo nido non veniva considerato come un'istituzione educativa, ma un servizio sociale, mentre, ora è un servizio educativo ed integrativo delle cure familiari.




L'inserimento

L'inserimento, ovvero i primi giorni del bambino al nido, è un avvenimento delicato che coinvolge la famiglia, gli educatori r il bambino. Questo momento va studiato e progettato per creare una continuità affettiva tra la famiglia e il nido. L'inserimento graduale è un insieme di fasi delicate che hanno lo scopo di aiutare il bambino ad entrare gradualmente nella sezione del nido, a rimanervi e a permettere che il genitore possa lasciare il bambino con l'educatrice. Se l'inserimento non è vissuto bene dal bambino può creare o rafforzare comportamenti incoerenti che portano ad un inserimento fatto male o alla rinuncia da parte dei genitori e al ritiro del bambino dal nido. Per evitare ciò

1. L'educatrice fa un incontro preliminare con le famiglie per spiegare cosa sia l'inserimento, perché viene realizzato gradualmente e quali sono gli obbiettivi posti. Le famiglie da questo primo incontro dovranno capire bene il senso dell'incontro e le variabili del comportamento utili, per una verifica successiva.

2. Verrà richiesto un colloquio individuale con ogni genitore poiché l'educatrice deve conoscere e capire la persona con cui verrà svolto l'inserimento. Durante il colloquio l'educatrice dovrà raccogliere quante più informazioni possibili sul bambino, soprattutto ciò che il genitore dice di se e del piccolo; l'educatore deve cogliere tutto ciò che il genitore vuole dire, le preoccupazioni, le angosce, le richieste, le opinioni di sé e del figlio; non sempre l'adulto chiede tutto ciò che vuol sapere e dice ciò che vuol dire, per questo va aiutato ad aprirsi. Il colloquino non deve essere troppo sbrigativo, né troppo lungo, il linguaggio non deve essere troppo diretto, l'educatore deve porgere domande e il genitore non deve sentirsi in soggezione, in modo tale che si crei un clima di collaborazione.


Inizialmente i bambini verranno suddivisi a seconda della sezione o del tempo a disposizione, in modo tale che i nuovi inserimenti vengano seguiti da una delle educatrici presenti nella sezione. Il genitore con il bambino, nel momento dell'ingresso al nido, andranno direttamente nella sezione prestabilita, dove potranno affidarsi all'educatrice di riferimento, ciò consente continuità degli interventi dell'educatrice e una conoscenza approfondita del intera relazione. L'inserimento dura due settimane, durante le quali il genitore accorcia sempre più i tempi di presenza al nido, e si allungano quelli di permanenza del bambino. Durante la prima settimana il bambino e la madre sono presenti soprattutto al mattino, mentre nella seconda settimana il genitore si allontana per brevi periodi, salutando il bambino e tornando in sezione poco dopo. Nei momenti dove il genitore non è presente l'educatrice ha il compito di far diventare consapevole il bambino del ritorno della madre, di consolarlo se ne sente la mancanza e di aiutarlo a capire che l'educatrice sarà sempre presente. La comprensione dell'educatrice dei sentimenti di rifiuto, del periodo dell'inserimento, è determinante per decodificare alcuni comportamenti del bambino. L'educatrice deve dare messaggi chiari alla classe per prepararla all'arrivo di un nuovo compagno e del genitore di questo, per evitare che i bambini già inseriti abbiano nuove crisi di separazione. L'educatrice deve chiedere al genitore di avere un ruolo marginale ma disponibile, di non intervenire nei confronti degli altri bambini presenti e di accompagnare il figlio all'interno della sezione e verso gli altri bambini. Il genitore non deve sentirsi offeso per le richiese dell'educatore, ma sono atteggiamenti utili all'educatore per diventare padrone della situazione. La verifica di un inserimento si ha quando il bambino inizia ad adattarsi, ovvero quando il bambino entra nei ritmi di vita del nido e inizia ad avere fiducia nelle figure di riferimento, si addormenta e dorme facilmente; il momento del sonno viene facilitato con ciucci, carillon, pelouches, copertine, ecc. In questa fase di adattamento c'è il rischio che il bambino si attacchi fortemente ad una educatrice, spostando il maternage dalla madre all'educatrice, se accade ciò la madre può pensare che il bambino sia ostile nei suoi confronti. Tale spostamento, della funzione di maternage, diventa necessario quando viene intaccata l'area delle relazioni primarie del bambino, e in questi casi l'asilo nido offre un'alternativa ai bisogni primari del piccolo. L'attuazione della funzione di maternage deve contare su tutto il gruppo delle educatrici, sia per lo svolgimento di attività, strategie e modalità di lavoro, sia per aiutare i colleghi direttamente interessati; ciò è importante al fine di non scatenare gelosie o invidie nei confronti di un'educatrice, e poiché non si instauri, tra il bambino e l'educatrice, un rapporto troppo stretto. Quando il bambino è ben inserito al nido, e ha concluso anche la fase di adattamento, conoscendo le figure e gli spazi presenti, la figura di riferimento non dovrebbe più essere così profondamente necessaria al bambino. A questo punto il piccolo è in grado di accettare, riconoscere ed esplorare gli spazi e i tempi del nido con sicurezza e padronanza. Al nido è possibile anche l'inserimento di portatori di handicap, per questi bambini, però, è necessario, oltre al colloquio preliminare è necessario fare incontri costanti con i genitori e con i servizi sanitari dove il bambino è in cura ed è conosciuto; oltre all'insegnante di riferimento il bambino avrà un educatrice di sostegno. Se gli educatori hanno una corretta conoscenza della situazione possono essere avvantaggiati nella relazione con il bambino e la famiglia.

Il bambino al mattino ha bisogno di ritmi e di riti particolari prima e durante il suo ingresso al nido. Al momento dell'arrivo, in sala giochi, dovranno essere strutturati angoli di diverse attività, con le educatrici divise per gruppi di bambini. I genitori al momento dell'arrivo dovranno rispettare i tempi di attesa dei bambini, e dovranno salutarli e rassicurarli sul fatto che torneranno a riprenderli successivamente. Poi il genitore dovrà accompagnare il bambino nella zona nel gruppo gioco prescelto dal bambino e lo lascerà all'educatrice di quell'attività. Il genitore non deve essere ne troppo sbrigativo, ne troppo lungo.


Spazi

La sezione dei piccoli, ove vi sono ammessi bambini dai 3 ai 15/18 mesi, spesso, se lo spazio lo consente, è suddivisa in bambini molto piccoli, dai 3 ai 10 mesi, e bambini grandicelli, dai 10 ai 18 mesi, ciò garantisce più tranquillità e maggiore flessibilità di ritmi e tempi. Gli spazi sono raccolti, con giochi morbidi a portata dei bambini, la sala pranza è dotata di tavoli con seggiolini per la pappa, mentre nella camera le culle sono dotate di paracolpi ai lati, di carillon e di figurine appese. Il soggiorno, dove i bambini passano gran parte della giornata, viene suddiviso in diverse zone:

- una morbida dotata di cuscini e cuscinoni, allestita vicino ad un grande specchio, per garantire ai

bambini una serie di giochi basata sul riconoscimento, sul nascondino.

- una del gioco euristico, ove si trovano dei cesti "dei tesori" contenenti oggetti di uso comune,

come barattoli, tappi, scatolette, mestoli di legno, cucchiai, mollette, ecc., oggetti naturali, come foglie, legnetti, pigne, ecc., con i quali i ambini possono giocare

- una del movimento, caratterizzata da giochi rigidi e morbidi che permettono ai bambini di

fare esperienze di movimento, in posizione eretta o in posizione verticale. Si possono trovare macro giocattoli, scalette, scivoli, ecc. questo angolo deve garantire sicurezza e stabilità, perciò è consigliabile utilizzare materassini o cuscinoni.

- una delle figure e dei libretti, ove si trovano libretti di plastica, di cartone, di giornali, di figure di

vario genere, di materiale tattile, per la coperta e la ricerca di nuove parole ed immagini.

- una del caucciù o del nascondersi, allestita con una tenda o un paravento.

- una della manipolazione, caratterizzata da materiali morbidi per la manipolazione, come acqua,

farina, das, pongo, colori, ecc.

Se vi è l'opportunità di avere uno spazio esterno questo deve essere sicuro, vicino alla sezione (per facilitare il trasporto dei bambini) con zone d'ombra, un buon tappeto erboso, una piccola sabbionaia e una pista pavimentata.


La sezione dei mezzani e quella dei grandi, ove vi sono accolti bambini dai 15/18 ai 24 mesi, nella prima, e dai 24 ai 36 mesi nella seconda, hanno spesso spazi in comune. Il gruppo dei medi è formato da bambini con insicurezze nella padronanza dei movimenti, perciò gli spazi sono ancora ristretti e protettivi. Il soggiorno dei mezzani deve garantire libero movimento e esplorazione, ma anche zone raccolte e morbide.

Perciò è diviso in angoli: - uno morbido, con cuscini e cuscinoni, allestito vicino ad uno specchio

per permettere ai bambini i travestimenti.

- uno per i giochi simbolici, con bambole, orsacchiotti e l'angolo casetta

- uno per il movimento, con una scaletta, un tunnel, un cubo su cui fare

movimento

- uno per le costruzioni

- uno con i libretti


Nella sezione dei grandi vi sono bambini sicuri e con grandi capacità di scoprire e conoscere, perciò lo spazio è caratterizzato da macro strutture per facilitare i movimenti. Nella sezione vi sono diverse zone: - una delle costruzioni, che ospita giochi con mattoncini, ad incastro, domino e blocchi logici,

ecc.

- una tranquilla e morbida, sempre vicino ad uno specchio, con cuscini, libretti sensoriali e

libri di favole, fiabe o storie

- una del gioco simbolico con bambole e il gioco della casetta

- una dei burattini e delle video attrezzature, dove i bambini possono fare spettacoli con

marionette o vedere programmi videoregistrati dalle educatrici durante le uscite o le

attività dei bambini, tale materiale è un buon modo di conoscenza e di gioco per i

bambini, e può anche essere rivolto, come documentazione, ai genitori durante le

riunioni.

Gli spazi esterni devono avere la possibilità di garantire giochi tranquilli, di movimento e di esplorazione, nel giardino deve esserci un angolo con la sabbia, l'acqua, le altalene, le giostre, gli scivoli, le piste ciclabili per i tricicli. Se vi è sufficiente spazio si potrebbe costruire un orto che può offrire spunti didattici e di gioco, e i bambini sarebbero gioiosi e stupiti di veder spuntare ortaggi e di poterli mangiare.


Area plastico-manipolativa

Piccoli Mezzani e Grandi

Obbiettivi: sviluppo della percezione sensoriale:  Obbiettivi: coordinazione oculomanuale,

tattile, uditiva, visiva, ecc., coordinazione    affinare la motricità della mano

manuale, esigenza esplorativa e di conoscenza,  con esercizi di prensione e pres-

soddisfacimento del piacere.    sione. Provare esperienza di

piacere dello sporcarsi,

volontario ed involontario.

Conoscere le materie e

scaricare la tensione.


Attività: giochi liberi spontanei o con   Attività: giochi di travaso, di riempimento

sostegno dell'adulto. Afferrare, premere,  e svuotamento, impastare e

scuotere, battere, spalmare, schiacciare,  modellare, schiacciare, prendere

strappare, mettere dentro-fuori, nascondere   e battere.

e ritrovare, piacere di sporcarsi.


Materiali: acqua, farina bianca e gialla, sabbia,    Materiali: acqua, farina bianca e gialla,

pelati, piselli, colori a dita.materiali specifici    colori a dita, sabbia, pasta, pane,

come stoffe,  soffici, lisce e ruvide, carta e cartoni. pongo, carta, pomodori, piselli,

colla, contenitori grandi e

piccoli, materiali per travasi.





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