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Psicologia dello sviluppo (TEORIA DELL'ATTACCAMENTO DI BOWLBY)

psicologia



Psicologia dello sviluppo

Cos'è la psicologia dello sviluppo?

Prima si chiamava psicologia dell'età evolutiva, per indicare per indicare le fasi dell'età della vita più soggette a cambiamenti, ad evoluzioni.

Copre le fasi che vanno dalla nascita (anni 0) all'adolescenza e all'età giovanile.Sviluppa le tematiche dell'ambiente ecologico, dello sviluppo cognitivo, emotivo e le aree d'interazione tra gruppi, tra figure, più l'area delle modalità tramite cui il bambino acquisisce modalità di pensiero sempre più complesse fino ad attuare un cambiamento radicale, in pratica a raggiungere una compiutezza delle facoltà intellettive nell'adolescenza.

Per ciò emotivamente e cognitivamente un adolescente e un adulto sono uguali, la differenza sta solo nella qualità.

È cambiata l'immagine del bambino piccolo. Si è notato come le prime relazioni che quest'ultimo intrattiene sono tali da contribuire fortemente all'orientamento della personalità futura, in altre parole come sarà la sua vita adulta, anche se non in modo deterministico.

Prima si pensava che queste relazioni fossero predittive, ora invece si è più elastici, anche se in ogni caso si ritiene che siano molto importanti. L'essere umano non è capace di conquistare la propria autonomia da solo, ha bisogno di cure iniziali, d'attenzioni, altrimenti muore. Egli dipende inizialmente dagli altri, sia per la sopravvivenza fisica sia psicologica.



È importante, in primo luogo, la qualità delle cure, ma è basilare anche la quantità, in pratica se al bambino vengono a mancare figure.

Anni fa era ancora possibile osservare queste forme negli orfanotrofi.

La relazione affettiva del bambino si basa su sottili forme di relazione; legami che si compongono su una predisposizione del bambino alle relazioni. È come se l'essere umano nascesse con uno spirito di relazione verso gli altri.

Il bambino ha prerequisiti per il riconoscimento del volto umano, ma più ancora è predisposto in maniera selettiva ai suoni, alla voce umana. In passato si pensava che riconoscesse le cose, e dopo il volto della madre; ora invece si sa che riconosce precocemente i suoni, e la voce umana, ma anche suoni privi di significato.

Per questo il ruolo dell'adulto è essenziale come cocostruzione di competenze. In passato si credeva che il bambino fosse egoista, in altre parole improntato al piacere personale e bisognava indurlo alla relazione; oggi, invece, si ritiene che il bambino abbia spinte presociali, altruistiche.

Anche l'emozione EMPATICA si ritiene presente nei bambini. Per emozione empatica s'intende spinte determinanti verso il comportamento volto a sollecitare, a valorizzare la cooperazione.

Nei bambini che non sono stati abba 555c24f stanza curati da piccoli l'emozione empatica è <. Più il bambino è curato, più è, e sarà, altruistico e viceversa.

L'emozione empatica manca a chi ha avuto gravi carenze, danni alla propria identità, e addirittura arrivano a non reagire davanti alla sofferenza altrui, fino a livelli estremi di sadismo.

Il bambino che ha ricevuto violenza mette in atto dei meccanismi di difesa, uno tra i tanti è quello di negare a se stesso di provare dolore, rimovendo così l'emozioni connesse all'evento doloroso.

Il fatto però di non provare più dolore, porta il bambino non solo a non provare più il suo dolore, ma anche di diventare incapace di provare quello degli altri.

Egli, infatti, vorrebbe provare a non sentire più dolore ma, non riuscendoci, compromette altri aspetti positivi, e non prova più neanche il dolore per gli altri, senza accorgersene fino a portarlo ad atti di crudeltà verso altri bambini o animali.

Egli non elimina l'empatia, ma la sopprime. Questo ha significati diversi rispetto alla crudeltà "normale" dei suoi coetanei; si rifà su chi è più debole di lui.Ma se questo bambino è aiutato a capire ciò che fa e a ripercorrere ciò che gli è successo allora potrà recuperare la dimensione empatica.

È una soluzione (quella apportata al bambino) controproducente perché col tempo rischia di compromettere il piano psicologico.

(TEORIA DELL'ATTACCAMENTO DI BOWLBY)

Non si può dire con certezza che se il bambino non acquisisce certe competenze a certe età (mesi) allora poi non possa recuperare.

Segnali significativi:

Non verbale pianto

Riso - segnale che attira l'affetto, relazioni positive; diverse

Articolazioni. Può essere un indicatore di sviluppo.

I primi giorni il bambino sorride, ma non per intenzione, bensì per benessere. Non è sociale, ma secondo gli etologi ha funzione relazionale sollecita certi comportamenti d'accadimento / protezione da parte dell'adulto. (nonostante non parli trova altri modi per comunicare)

Malessere: lo manifesta con il pianto. Serve per comunicare con l'adulto. Forza relazionale. Mira alla protezione. Implica avvicinamento.

Alcuni adulti non sopportano il pianto del bambino e cercano di allontanarlo.

Pianto - sorriso, sono soggetti ad interpretazione da parte dell'adulto (ci sono diversi tipi di pianto).

Wolf ha compiuto l'esame del pianto con lo spettrografo.

Pianto segnali svariati e differenziati tra loro. Tre diversi tipi di pianto: per fame, per collera, per dolore.

FAME È caratterizzato da un inizio lento e sommesso, non ritmico, ma si fa via via più intenso e più ritmato.

DOLORE Intenso sin dall'inizio. Grido improvviso intenso e prolungato. Dopo l'urlo c'è l'apnea. Quando l'apnea cessa abbiamo inspirazioni affannose seguite da singhiozzi espiatori.

COLLERA Assomiglia al pianto del dolore. Ma è più rapido e squillante. Caratteristiche sequenziali (brevi).

Es: al 3° mese può soffrire di colica, ma il suo pianto può essere confuso per fame.

EFFETTO PIGMALIONE le aspettative orientano i comportamenti. I pregiudizi che sono fatti (positivi o negativi) possono orientare l'educazione del bambino. Es: incentivare il suo sviluppo intellettivo, come interpreta a prova gioia..Quando nasce il bambino non sa cosa sia la gioia. È l'influenza dell'ambiente che è determinante.

Ci sono altri aspetti: rapporto SENSORIALE - tono muscolare, ritmo con cui un bimbo è tenuto in braccio.

Accumulo bisogni primari.

Scarica soddisfare questi bisogni.

Tramite il canale sensoriale, l'adulto trasmette informazioni al bambino (che è consapevole di avere un corpo). Da come il bambino è toccato, accarezzato, gli permette d'avere consapevolezza d'avere consapevolezza di se stesso, del proprio corpo.

Il rapporto sensoriale è ancora più importante del cibo. L'etologo Arlow studiò le scimmie per capire se il cibo fosse il bisogno primario. Prese due scimmie, una di gomma piuma, senza latte e una di filo di ferro con il latte.

Le piccole scimmie si affezionavano alla scimmia di gomma piuma non è il cibo l'elemento principale per legarsi ad un adulto.

Quando avevano proprio fame andavano dal biberon, ma solo per mangiare. È importante il bisogno di calore per la relazione.

Gli studi sull'etologia hanno dato altri contributi:

Il tempo periodo critico in cui si formano legami.

Ci sono fasi della vita più importanti di altre (imprinting). Per il bambino il più importante è il 1° anno di vita; se non sono sviluppate determinate categorie il bambino avrà dei problemi relazionali.

LORENZ oche. Il comportamento animale è rigido per la sopravvivenza (non avviene nello stesso modo per gli uomini). Le oche nelle prime 12h. imparano a riconoscere una figura di riferimento un importante scoperta per l'imprinting sessuale. Le oche seguivano lui da piccole come figura di riferimento, e lo avrebbero poi cercato come compagno \ a.

Etologia contributo per la comprensione delle caratteristiche del bambino che sollecita il comportamento d'accudimento.

L'etologia studia le caratteristiche del bambino atte a favorire determinati comportamenti da parte dell'adulto. Sono caratteristiche fisiche, intrinseche promuovono la cura della prole.

(testa: fronte, dita, arti più corpo hanno una parte adiposa che sollecita cura più alcune caratteristiche sono dette "canine").

Queste caratteristiche servono per "sensibilizzare" l'adulto; questo per la specie umana raggiunge l'indipendenza molto tardi rispetto alle altre specie animali.Anche i giochi sono fatti rispettando le caratteristiche del bambino per facilitare le relazioni. Il compito dell'adulto diventa quindi particolarmente difficile se il bambino ha dei deficit. l'adulto deve farsi piacere un bambino che non è piacevole. Manca uno stimolo esterno che spinge l'adulto ad occuparsene


RIFLESSI DEL NEONATO

Scompaiono, es. un neonato ha il riflesso di camminare che poi perde per riacquistarlo come una vera e propria capacità.

Riflessi: risposte involontarie del bambino, alcune sono importanti, altre non servono (sono legate all'evoluzione dell'uomo, forse si estingueranno).

Es. chiudere gli occhi ad una forte luce protezione.

Riflesso suzione: serve alla sopravvivenza. Movimento delle labbra presente anche quando non c'è cibo.

Riflesso (automatico) cercare la fonte dell'alimentazione. È capace di cercare il seno materno.

Riflesso dell'afferrare parte il medio, seguono le altre dita e per ultimo il pollice. Sono riflessi adattivi, che scompaiono per lasciare spazio all'acquisizione da parte del bambino di afferrare ciò che vuole (non tutto ciò che gli capita).

Afferrare importante, forse, perché il bambino si afferrava ai capelli della madre (uomo primitivo) perché questa era occupata dalla ricerca del cibo, ed avere quindi bisogno di entrambe le mani. È solo un'ipotesi.

È un riflesso che oggi va spegnendosi perché non più utile. Inoltre il bambino è anche capace di reagire a stimolazioni riflesso del trasalimento. Caratteristiche che pian piano gli permettono di adattarsi.

Riflesso natatorio appena nato è capace di nuotare (forse per garantirgli la sopravvivenza in epoca primitiva). È un riflesso che sparisce dopo 4 \ 5 mesi.



FILMATO: 1 mese di vita.

Neonato tende a camminare a gattoni; seduto gli dondola la testa; poggia il piede se messo in piedi; percepisce suoni e rumori; afferra se gli si accarezza la mano.

1 mese messo prone striscia e cerca di tirare su la testa per alcuni secondi.Questa posizione è la migliore per respirare, dormire perché è difficile soffocare. Il giaciglio deve essere duro. Già a quest'età ha un suo temperamento (calmo, nervoso) se non tende a sollevare la testa può essere sintomo di disturbi.

Bisogna sempre osservare le gambe quando è supino. Devono flettersi. La testa deve flettersi un po' da un lato e un po' dall'altro. La preferenza di un solo lato può provocare disturbi alla schiena. Se da supino il bambino si mette seduto, la testa deve essere dritta, la schiena rimane arcuata, le braccia non si flettono interamente nonostante ciò mostra resistenza su gambe e braccia.

Farlo stare in piedi il riflesso di camminare o è molto tenue o è scomparso; non accenna passi. Il camminare sembra in regresso, ma è una cosa solo apparente e in questa fase che si sta sviluppando il camminare.

L'afferrare è un riflesso che tende a scomparire. Le mani stanno anche aperte, il riflesso è attuato se è messo un dito nella mano del neonato. Molti bambini però tengono sempre le mani chiuse.

Questo riflesso proviene dalla preistoria.

Organi sensoriali: fin dalle prime settimane è capace di osservare un oggetto che si muove (preferiscono i colori luminosi: rosso).

È un gioco che va fatto con molta pazienza perché non sempre riesce : bisogna tenere la testa del bambino ferma e dritta e controllare i movimenti oculari se riesce il bambino e già in grado di vedere cose diverse dalla luce e dal buio.

Emissioni di suoni grida, fame sonno, freddo.

Sono pianti diversi; pianto + grida sono suoni che sono emessi per attirare l'attenzione dichiarando una situazione di disagio. Se è stanco pianto lamentoso.

I suoni che produce nel primo anno di vita sono preparazioni per quando parlerà. Parlare al bambino per vedere i suoi umori. È solo attraverso la pelle che riesce a ricevere distintamente sensazioni. Si calma se preso in braccio perché attraverso la pelle riceve l'affetto materno.

Il bambino mostra preferenza per i suoni e i volti umani; specialmente quello della madre.

Quando comincia a riconoscere il volto della madre:

- tempo fa si pensava che solo dopo tre mesi riconoscesse il volto della madre.

- recentemente si pensa (anche se non è ancora accertato), che riconosce il volto poco dopo la nascita. Percepisce diverse caratteristiche del volto.

L'immagine del bambino è molto cambiata; la psicanalisi ha trattato anche delle fasi di sviluppo del bambino, ha dato dei contributi significativi alle fasi normali di sviluppo.

All'interno di questo filone alcuni hanno concentrato la loro attenzione nello sviluppo dell'io, soprattutto Renè Spits che ha dato importanza alla dimensione relazionale, parlando del ruolo dell'adulto nel rapporto adulto \ bambino.

All'epoca Renè Spits si contrappone alle altre scuole che facevano riferimento per lo più al mondo fantasmatico del bambino.

RAPPRESENTAZIONE OGGETTUALE

Qualcosa che si costituisce tramite la elaborazione del vissuto (passato) del bambino. Alcuni davano più peso a questa rappresentazione,altri davano più peso ai fatti.

Spits non credeva che tutto fosse frutto del mondo interno, per formare l'io. Egli ha analizzato 360 bambini in diversi ambienti, con osservazioni prolungate per due anni, con prove, filmati, e da tutto ciò trasse elle conclusioni che si riferivano alla definizione di 3 stadi diversi di sviluppo nelle relazioni oggettuali.

1) PRE - OGGETTUALI fino a tre mesi di vita.

2) FASE DELL'OGGETOPRECURSORE dai tre agli otto mesi.

3) FASE DELL'OGGETTO PROPRIAMENTE DETTO dagli otto ai dodici mesi.

Secondo Spits il bambino fino ai tre mesi è in una fase di totale indifferenziazione. Come se il bambino avesse reazioni solo in funzione della percezione dei bisogni fisiologici. È la fase dove il bambino vive in una totale simbiosi con la persona adulta. Simbiosi = non distingue lui dall'altro (persona adulta). La tonalità effettiva dei primi mesi è per lo più quella spiacevole. Il bambino non reagisce agli stimoli esterni, è tutto concentrato ai suoi stimoli interni. Intorno ai due mesi per il bambino assume funzione particolare la funzione umana.

Quando un essere umano del suo ambiente si avvicina a lui nell'ora della poppata, mentre il bambino piange, egli tende a smettere e ad aprire la bocca il bambino risponde sempre ad uno stimolo interno in funzione ad un suo bisogno insoddisfatto. Più tardi seguono il movimento del volto dell'adulto con un certo interesse e pian piano osserverà e riconoscerà contorni del viso umano.

Il bambino uscirà da questa fase solo quando intorno al terzo mese reagisce al volto umano, ma non perché lo riconosce o lo distingue, ma perché il suo sviluppo percettivo si è abituato e vedere il volto durante l'allattamento e dalla regolarità con cui egli risponde. Il profilo non suscita risposte, di fronte sì.

Egli la chiama RISPOSTA SORRISO. È nota all'interno della psicologia perché è considerata una risposta che segna il passaggio da una fase in cui non c'era relazione con il mondo esterno a una fase dove pian piano il bambino costruisce in lui tracce di memorie significative di una progressione \ sviluppo.

Spits chiama la risposta sorriso PRIMO ORGANIZZATORE PSICHICO.

La risposta sorriso è la tendenza che il bambino ha di rispondere con un sorriso ad un volto che si presenta a lui di fronte, e quest'ultima tendenza si può osservare sia si tratti di un volto umano sia di una sagoma.

È una risposta ad una forma, non perché riconosce il volto. È un primo elemento di sviluppo che non permette ancora di differenziare.

Spits crede che un altro mese importante sia il sesto mese di vita. Ciò è quello che ha chiamato la risposta che progressivamente si manifesta nel bambino il sesto mese, ma più rilevante ancora nell'ottavo mese, e consiste nella progressiva scoperta della differenza delle persone.

Intorno al sesto mese si costruisce l'altro come un po' diverso da se. L'io si stacca pian piano dall'altro. Intorno a questi mesi separare il bambino dalla mamma e pericolosissimo perché il bambino percepisce l'importanza dell'altro.

L'ANGOSCIA DELL'OTTAVO MESE

(SECONDO ORGANIZZATORE PSICHICO).

Il bambino nell'ottavo mese piange quando è separato da chi conosce e prova angoscia tramite comportamenti di lamento con segnali di disagio quando è messo a contatto con estranei. Se di forza è messo a contatto con estranei piange e ha paura. Ciò è un segnale fisiologico, non una reazione negativa ed è presente in tutti i bambini.

Qui riconosce la madre da chi non ha mai visto. Capacità di differenziare amici \ nemici, noti \ sconosciuti.

È la costituzione del TERZO ORGANIZZATORE PSICHICO LA RISPOSTA DEL NO, che definisce l'acquisizione di una propria identità (in formazione).

Il bambino capisce che esiste un se stesso diverso dall'altro e non un tutt'uno, e questo avviene intorno ai 12 \ 14 mesi di vita. La risposta del no si verifica quando il bambino inizia a camminare, a muoversi da solo.

Fino allora aveva costantemente bisogno di un altro per qualunque attività; poteva solo tramite segnali far capire di volere qualcosa.

Iniziando a camminare, invece, inizia a esplorare il mondo, vedere, decidere se qualcosa piace, farsi male allontanarsi dall'oggetto, e tutto senza che qualcuno gli avvicini gli aggetti.

Questa fase è talmente ricca di stimoli (spinta intrinseca alla scoperta) che difficilmente può essere contenuta o controllata.

Il suo bisogno è paragonabile al bisogno di cibo, questo (quello di camminare \ scoprire) è un bisogno fisiologico. È una spinta all'autonomia contrastarla equivale a togliere qualcosa di vitale e farebbe nascere frustrazioni.

Il bambino tocca tutto ciò che viene a contatto con lui, non valuta il pericolo, il suo bisogno è solo quello di misurarsi; le persone che lo circondano cominciano, così, a dirgli : "No, lì non si tocca!!", "No, qua non si va!" ecc. ecc. Le persone per tutelarlo dicono, NO.

La parola no è dotata di un significato simbolico, perché non è solo il risultato di una imitazione dell'adulto, ma è come se dicesse questo a se stesso.

Questo no è frutto di una elaborazione interna complessa che nasce dall'aver risolto un conflitto. È il primo meccanismo di difesa. Mette insieme il buono e il cattivo, il bene e il male.

Il bambino si trova di fronte ad un adulto che egli ama, su cui ha fatto un investimento affettivo, ma è al contempo colui che proibisce.

Si trova di fronte ad un bivio: amore \ odio.

Per Spits questo sarebbe il primo momento in cui il bambino sperimenta due sentimenti opposti verso una stessa persona. Avviene allora un meccanismo di difesa, cioè diventare = a colui che gli proibisce le cose.

L'io comincia ad organizzarsi nei rapporti con il mondo, con i meccanismi di adattamento.

È un meccanismo di difesa positivo. Si passa così da un essere indifferenziato ad un essere differenziato.

Il 1° organizzatore psichico è nella seconda fase.

Il 2° e il 3° sono a cavallo nella terza fase.Secondo Spits l'assenza di questi organizzatori è una difficoltà per mettere i presupposti nel passaggio da una fase all'altra.

Se non c'è l'organizzatore nell'ottavo mese è molto preoccupante.



FILMATO: 3 mesi di vita.

Cammina: ginocchia, piedi, anche, flesse. Cammina a passi; solleva con enfasi una gamba , ma non può sostenere il peso del corpo.

Mani : si dovrebbero aprire agevolmente. Il riflesso dell'afferramento si è fatto più debole per entrambe le mani. Se gli si da un oggetto in mano lo mettono subito in bocca serve per conoscere gli oggetti.

Occhi : ha sempre maggior sicurezza nell'osservare un oggetto che si muove, in qualunque direzione. Se è felice, le mani si agitano. La percezione dipende anche dalla capacità di movimento del bambino.

Percezione : suoni, rumori. Al 3° mese cerca la provenienza del suono, ma non riesce a girare del tutto la testa.

Suoni infantili : suoni simili a gargarismi. Ripetono spesso la "rrrrr". Lo sviluppo del linguaggio dipende dall'umore del bambino. (I primi due mesi sono casuali. Fondamentale il rapporto degli adulti che gli parlano.) .

I suoni del primo anno di vita anche se sembrano incomprensibili sono la manifestazione di tutte le conoscenze del bambino. Lo sviluppo del linguaggio è fondamentale per lo sviluppo sociale futuro. Il bambino è felice se gli si parla movendo la testa. Il bambino si rallegra anche se gi si avvicina un viso sconosciuto che gli sorride sorriso sociale.

Quest'ipotesi di Spits sembra affermare che il bambino non riconosce i vari volti confondendoli.

In realtà oggi si è scoperto che il bambino riconosce i vari volti e li distingue.

Il bambino non sorride agli oggetti. Risponde anche con una maschera, mentre non risponde alla sua immagine riflessa alo specchio, anche se la osserva.

Il sorriso del bambino da un impulso sempre nuovo all'affetto della madre.

Allattamento: rafforza l'unione madre - figlio, il rapporto col seno della madre da sicurezza al bambino. Allattare in un ambiente buio perché permette al bambino di concentrarsi sulla sua attività. Le carezze che si scambiano in questi momenti sono molto importanti.




SPITS : RELAZIONI MADRE - BAMBINO NEL PRIMO ANNO DI VITA .

Il bambino è un'unità psicosomatica con la madre. Nel bambino non esiste ancora una psiche. Tutto ciò che lo fa soffrire si trasforma in una malattia fisica. Non c'è distinzione tra psiche e soma.

Per un bambino più grande o un adulto è diverso: malattie fisiche, psichiche, psicosomatiche malattie di origine psichica che si manifestano a livello somatico. (Es gastrite)

Disturbi funzionali possono anche essere d'origine psicosomatica. Es mal di stomaco, iper nervosismo. Non si vede con gli strumenti medici, è una via intermedia.

Le difficoltà cui il bambino può essere sottoposto nel primo anno di vita si manifestano come malattie somatiche. Hanno origine psichica (es. la colica del terzo mese non ha origine fisica, non è definibile con agenti organici.).

Malattia psicosomatica ha origine psichica. Si trasferisce sul soma i problemi fisici. Non si sa ancora perché, alcuni lo fanno, altri No.

Spits ha distinto due malattie:

A - TURBE PSICOTOSSICHE. ( terminologia medica).

Insieme di relazioni madre - bambino inadeguate.

Relazioni oggettuali (madre come oggetto di trasferimento affettivo). La qualità della relazione è deformata, danneggiata.

La madre non offre al bambino una relazione adeguata. La madre rappresenta un elemento patogeno diventa come una tossina per il bambino.

Non è tutta colpa della madre, ci sono elementi temperamentali, o costituzionali del bambino, che da soli non producono difficoltà, ma incontrandosi con la madre producono turbe. Per avere problemi devono essere presenti entrambe le condizioni. (la madre da sola non basta).

B - AVITAMINOSI (malattie psichiche dl bambino causate da insufficienti relazioni con la madre. È come se al bambino venissero a mancare strutture vitali (come le vitamine).

Interruzioni del legame del rapporto per un determinato periodo conseguenze del bambino chiamate "turbe da carenze affettive", che possono essere totali o parziali.

Questo avviene nel primo anno di vita. Spits ha individuato specifiche sindromi dedotte dall'osservazione, caratterizzate da un rapporto madre - bambino inadeguato, e dalla presenza nel bambino di caratteristiche intrinseche genetiche temperamentali in assenza delle quali il sintomo non si manifesta.

PRIMA MALATTIA PSICOTOSSICA RIFIUTO PRIMARIO DEL RAPPORTO CON LA MADRE.

Spits non dice l'elemento temperamentale, dice solo che c'è una difficoltà nel processo di suzione, manca proprio la spinta per questo riflesso.

Il rifiuto primario è della madre, questa tra un atteggiamento di non accettazione, di rifiuto suo della maternità, suo della gravidanza, suo del bambino. Questo è un atteggiamento tipico di ragazze madri, di persone che hanno subito violenza (il bambino è frutto di questa violenza), oppure condizioni familiari dove la gravidanza non è un evento lieto.

Si chiama "rifiuto primario" non perché riguarda l'atteggiamento della madre verso il bambino, legata al bambino, ma è un rifiuto che c'è prima ancora che nasca il bambino; nasce dal fatto di dover diventare madre.

Questo produce una difficoltà più o meno grave del bambino ad attaccarsi al seno difficoltà ad ottenere il riflesso di suzione e una tendenza a vomitare il cibo. Spits dice che mentre la mamma allatta il bambino, questa ha un comportamento rigido distaccato, manca di calore il bambino risponde cadendo in uno stato di torpore, manifestando le difficoltà di contatto con la madre attraverso il rifiuto del cibo. Spits ritiene che questo rifiuto sia per il bambino come il rifiuto di voler vivere, che sarebbe sovrapponibile al rifiuto della madre nella gravidanza e nel momento in cui nasce.

C'è nell'atteggiamento della madre una rabbia per la propria condizione esistenziale. Questo avviene nei primi 4 \ 5 giorni di vita del bambino.

SECONDA MALATTIA

PSICOTOSSICA PREOCCUPAZIONE PRIMARIA ANSIOSA DELLA MADRE COLICA DEL TERZO MESE O COLICA DEL LATTANTE.

Madre ansiosamente esagerata. E' chiamata colica del terzo mese perché sparisce nel terzo mese. È una forma che insorge nei primi tre mesi e dopo il terzo scompare. Si manifesta in questo modo: il bambino dopo la terza settimana di vita e fino a tre mesi circa, comincia a piangere e a gridare per lo più nel pomeriggio. Si può tranquillizzare temporaneamente dandogli da mangiare. (la madre crede che il bambino pianga per fame).

Si ha l'impressione che il bambino abbia dolori colici, ma l'esame delle feci non ha nulla di patologico. Verso il terzo mese il disturbo scompare

Questo sintomo è assente nelle condizioni in cui l'alimentazione del bambino è regolata secondo ritmi precisi. Infatti, è assente nei bambini ospedalizzati, o dove le mamme seguono un protocollo alimentare secondo aree precise.

Questo sintomo per verificarsi ha bisogno che il bambino abbia:

1) un'ipertonia muscolare tono muscolare più sostenuto per lo più negli addominali.

2) che sia allevato da una madre ansiosa che si preoccupa eccessivamente per il bambino.

La madre a causa dell'ansia è portata a voler dare subito una risposta alle diverse situazioni del bambino e finisce per sovraccaricare il bambino di cibo; in realtà il bambino non ha bisogno di mangiare. Egli dopo il cibo si calma e la madre interpreta ciò come se avesse risolto il problema, ma il bambino si calma solo perché ha avuto un rilassamento dei muscoli addominali. Inizia così un circolo, e il bambino è iperalimentato. Scompare al terzo mese perché il bambino ha più possibilità di muoversi e perciò di scaricare la tensione.

L'uso della tettarella permette attraverso la saliva che arriva allo stomaco di risolvere il problema.

L'ansia della madre non permette di capire la differenza tra pianto per fame, e pianto di dolore.

TERZA MALATTIA PSICOTOSSICA OSTILITÁ MATERNA MASCHERATA DA STATI ANSIOSI per il versante della madre.

Sono emozioni ostili che la madre non vuole provare o accettare, allora si preoccupa eccessivamente e questo è il contrario di quello che inconsciamente vorrebbe.

Spits lo deduce da alcune elementari osservazioni nel bambino:

- dermatite atopica (senza luogo preciso) si manifesta nel secondo semestre del primo anno di vita. per questo si può essere predisposti.

- disposizione d'eccitabilità cutanea più sviluppata.

- fattore psicologico madre \ bambino.

Nel secondo semestre perché è necessario che la relazione con la madre alimenti l'eccitabilità.

La madre è una che ha un rapporto con il bambino caratterizzato dal fatto che vi è una prima tendenza a non toccare il bambino. Madri che lo toccano poco perché pensano che sia troppo fragile. Nella realtà queste madri hanno quest'idea, ma sono coloro che per prime espongono i bambini ai rischi ( magari lasciandoli soli sul divano ecc.).

Hanno un'ostilità verso il bambino, ma la mascherano. Tante possono essere le cause di quest'ostilità. La madre non da al bambino le attenzioni necessarie e quindi il bambino sembra concentrare tutti i suoi investimenti libidici e affettivi su se stessi.

La dermatite, che è fastidiosa, diventa un segnale che trasmette al bambino l'idea che la sua corporeità esiste, la dermatite fa sentire più vivacemente una parte del suo corpo.

La madre allora porta il bambino dal dermatologo che sicuramente darà lei una pomata, così lei sarà costretta a toccare il bambino. Da questo momento in poi qualcosa cambia.

(la nevrosi sperimentale è una forma sperimentata da Pavlov. Tramite il condizionamento Pavlov ha reso nevrotico un acne. es. se il cane vedeva un cerchio doveva scodinzolare, se vedeva un quadrato doveva alzare una gamba.

Per rendere il cane nevrotico, P. fa vedere prima il cerchio, poi fa sì che il cerchio pian piano si trasformi in un quadrato. Nel tempo che intercorre il cane va in confusione e si comporta in modo nevrotico. Una certa percentuale di questi cani ha poi presentato una dermatite o un eczema.)Da questo Spits deduce che l'eczema del bambino non è dovuto solo al fatto che la madre non lo tocca, ma anche al fatto che la madre è contraddittoria con lui. non lo tocca quando fa il bagno o lo cambia, ma ogni tanto lo abbraccia forte e lo bacia.

QUARTA MALATTIA PSICOSOMATICA. LA MADRE HA GRAVI DISTURBI CHE S'ESPRIMONO CON UNA OSCILLAZIONE D'UMORE CICLICA AD ONDE LUNGHE.

Sono madri che presentano gravi malattie psicotiche o che hanno una depressione con fasi maniacali.

Queste madri hanno periodi lunghi dive sono abbattute, depresse in cui non fanno niente, stanno chiuse in casa ecc., e periodi dove invece sono maniacali, cioè fanno tutto in casa, grandi pulizie; sono iperattive.

Sono madri che determinano nel bambino dei comportamenti di difficoltà semipsicotici. (mangiano addirittura le proprie feci).

Il bambino ha così periodi in cui ha più relazioni oggettuali con la madre e periodi di distacco improvviso. Sono bambini che vivono in una continua oscillazione il bimbo allora introietta oggetti dal punto di vista psicologico che si trasformano in comportamenti psicotici di regressione alla fase orale, e disturbi di relazione con cose e persone.


FILMATO: 4 mesi di vita.

Corpo posizione prona: non più flessa, anche, braccia e gambe sono stese. Può così facendo rotolare su se stesso.

Cercano di cambiare posizione con movimenti bruschi nuotare. Fa molti esercizi per sviluppare i muscoli. Servono spazi grandi. La felicità di potersi muovere lo porta ad emettere grida e versi.

Seduto: trazione (con l'aiuto della madre può stare seduto per alcuni secondi). Si aiuta con gli arti. Le scapole lo aiutano a sostenere la testa. Se inclinato indietro farà fatica a sostenere la testa dritta.

Un bambino sano sviluppa i suoi movimenti con ritmi propri.

Stare in piedi, camminare: non molti sviluppi rispetto al terzo mese. Non è sufficientemente forte per sostenere il suo peso. Le gambe non sono ancora completamente flesse. Tende ad accovacciarsi. Fa molti tentativi d'estensione.

Anche: quando il tronco si piega le gambe si flettono.

Pressione: capacità di muovere la mano verso un oggetto. Cominciano a provarci. Non possono ancora controllare l'apertura e la chiusura della mano. Terrà più forte un oggetto se n'è interessato. È capace di tenere le mani aperte e di afferrare un oggetto per portarlo alla bocca (è un'azione intenzionale).

Usano senza differenza entrambe le mani. Azione congiunta occhio - mano, mano - bocca.

Si allargano le conoscenze legate alla percezione: vista e tatto servono per la conoscenza. Tutto ciò che ha in mano sarà messo in bocca. Se le è suonato un campanello vicino all'orecchio smette ciò che sta facendo e gira la testa.

La vista comunque è molto più progredita degli altri sensi.Ciò che le interessa del campanello è la forma. Possono prestare attenzione solo per un breve periodo.

Parlare: labbra e lingua contribuiscono a formare suoni.

Cominciano a sentire la differenza tra le persone ( non capita a tutti i bambini).

Anche il padre deve cominciare a "partecipare" del figlio, accarezzandolo, giocandoci. Sorridere indiscriminatamente ad ogni volto si protrarrà fino al quinto, sesto mese.

Non osserverà solo i volti ma anche altri oggetti; è ancora importante muovergli la testa e parlare con il bambino. Si svolgono i primi discorsi tra bambino e madre. Il bambino partecipa con tutto il corpo. Tanto più spesso si parla con il bambino più spesso sorriderà.


FILMATO: 5 mesi di vita.

Prono: estensione braccia e tronco. Si appoggia sulle mani, torace sollevato dal supporto, pancia ancora appoggiata. Cosce estese, gambe che scalciano. Volge la testa in ogni direzione. Sposta equilibrio ora su un braccio, ora sull'altro. Un braccio può essere sollevato e rimanere in equilibrio sull'altro. Può oscillare sulla pancia.

Supino: le gambe si possono flettere sulla pancia. Il bambino può rotolarsi e ripiegarsi di lato.

Seduto: flette braccia, testa inclinata in avanti. Le gambe non devono rimanere inerti sul supporto. La testa può essere ritirata nelle spalle. Posizione eretta anche quando è inclinato in ogni direzione.

Usare braccio per appoggiarsi capacità del 7° mese.

In piedi: può sostenere il peso per alcuni secondi. Le gambe sono estese. Si può puntare sulle punte dei piedi. L'estensione del piede è esagerata fenomeno del piede appuntito. Si muove sulla punta dei piedi. Testa completamente eretta.

SPITS - RELAZIONI MADRE - BAMBINO INSUFFICIENTI

Carenze affettive parziali depressione anaclitica.

Carenze affettive totali marasma.

Difficoltà dovute a diverse condizioni, dove la madre viene a mancare e il sostituto non è soddisfacente.

La DEPRESSIONE ANACLITICA si manifesta dopo il sesto mese. Prima dei sei mesi il bambino non ha ancora interiorizzato una figura di preferenza. Ha un legame relazione oggettuale non ancora interiorizzato.

I bambini che nei primi sei mesi di vita hanno avuto un buon rapporto con la madre, e poi per molti casi la madre che non c'è più e la figura di riferimento non è soddisfacente, e cominciano a presentarsi conseguenze.

Al settimo mese diventa piagnucoloso, richiede sempre più attenzioni.

All'ottavo mese arresto nello sviluppo, introverso, depressione, perdita di peso.

Nel nono mese perdita di peso, di vitalità, sta sempre fermo, diventa rigido.

Se dopo tre mesi di questa situazione il bambino può tornare dalla madre, allora questi sintomi scompaiono sorprendentemente.

Se ciò non avviene il bambino cade in MARASMA cioè aggravamento dei sintomi della depressione anaclitica.

grave situazione psichica, proseguimento di mancanza di cura quantitativa. Prima il bambino attraversa tutti gli stadi della depressione anaclitica. Se mai si risolve il bambino avrà poche difese immunitarie; potrebbero arrivare malattie gravi che partono alla morte: difficoltà a resistere alle malattie, non camminerà, non imparerà a parlare.

Hanno problemi anche livello evolutivo (comunicare, parlare). Il bambino risolve tutte le pulsioni aggressive su se stesso; capita soprattutto nei bambini negli orfanotrofi, dove ci sono anche molti bambini e pochi educatori.

Riceve solo cure fisiche e non affettive.

DOMANDE

1) A quale età i bambini riconoscono il volto della madre?

2) A quale età i bambini riconoscono i suoni umani e quelli non umani?

3) Quando sono capaci di differenziare le espressioni facciali (emozioni)?

RISPOSTE

Oggi si ritiene che il bambino sia già alla nascita dotato di una serie d'abilità che rappresentano i prerequisiti necessari per l'interazione sociale. Sono visioni che contravvengono alla visione di Spits, dove il bambino era visto quieto, attento solo su di se.

Oggi predisposizione all'azione sociale.

Il bambino ha una preferenza per i suoni, volti umani; è specifico dell'essere umano. Una delle caratteristiche peculiari:

riconoscimento del volto umano il bambino è molto interessato. Già alla nascita il bambino può entrare in rapporto all'ambiente, grazie agli odori, sapori. È sensibile, preferisce quelli dolci al gusto. Sono capacità del bambino.

Sensibilità spiccata per il volto umano, anche se non vede bene ( il cristallino non si è ancora stabilizzato, non vede altre i 20, 30 cm.).

Via via questa sensibilizzazione per i volti umani matura nei mesi. Primi due mesi ricerche sull'attenzione del bambino per il volto umano. Sono stati dati stimoli diversi il bambino è particolarmente attratto dal volto umano.

Esperimenti del genere sono stati durante le prime ore di vita il bambino preferisce il volto umano anche se schematizzato. Sono cose che non può avere appreso è predisposto.

Una cosa del volto attrae il bambino? Il volto è fatto in modo da avere contorni nitidi ( è contornato dai capelli), è tridimensionale, ed ha possibilità di movimento. Quando il bambino esplora un volto muove gli occhi, le cose che analizza sono: volto, fronte, capelli, mento vestito. Quando il bambino mostra interesse per qualcuno esperimento della TETTARELLA NON NUTRITIVA. Tettarella collegata a meccanismi. Quando è interessato a qualcuno e lo osserva comincia contemporaneamente a succhiare.

Un altro esperimento è attraverso i movimenti oculari. Si è giunti ad un accordo su come il bambino osserva l'altro:

a) preferisce qualcosa che assomiglia ad un volto. Se uno stimolo interessante per il bambino è mostrato insieme con un volto, preferisce il volto.

b) interessante è il contorno del volto ( un mese il bambino focalizza l'attenzione sul contorno). Parte dal mento ed arriva alla parte superiore del volto. Movimento il movimento del volto è preferito dai bambini piccoli (parole, espressioni, movimenti) rispetto ad un volto fermo.

Tridimensionalità tra due volti, piatto e tridimensionale, il bambino preferisce quello tridimensionale. è sicuro che il bambino preferisce il volto umano. Verso i due mesi i bambini imparano a fissare gli elementi interni del volto. Nel secondo mese avviene quindi un cambiamento importante prende in considerazione un numero elevato di caratteristiche.

È particolarmente attratto dagli occhi. Iniziano a sostenere dei veri e propri contatti visivi. Condivisione di uno sguardo importanza fondamentale. Più avanti imparerà a dirigere lo sguardo verso lo sguardo della madre. Assume tutte le caratteristiche di una vera e propria interazione.

Importanza anche della bocca. Intorno al terzo mese capacità di distinguere il volto della madre da quello d'altri familiari.

Riconosce la madre già alla nascita attraverso odore e voce. Le altre persone note, le differenzia al secondo, terzo mese. Capacità di distinguere i volti tra di loro. Verso i tre mesi differenzia il volto della madre da quello di un'altra persona grazia alla vita e non gli altri sensi. Differenzia volti diversi.

Condivisione dello sguardo il bambino intrattiene una relazione ritmica con la madre ( secondo mese).



Il bambino è più sensibile ai suoni umani che a quelli non umani. Sembra che sia in grado di distinguere i suoni già alla prima settimana. Sono più sensibili ai suoni strutturati come il linguaggio umano, che ha suoni puri.

Ma quando differenzia? Forse anche prima della prima settimana. Forse perché gia sente suoni e musica durante la gestazione forse riconosce prima la madre, ma non è del tutto sicuro, perché la voce è modificata dal liquido amniotico. Il bambino è anche più interessato, fin dai primi giorni di vita, a reagire con movimenti (del corpo, volto)a discorsi della voce mostrando sintonia interattiva. Se cioè al bambino nei primi giorni di vita è fatta sentire una voce, si muove con movimenti sincroni alla voce.

È come se si fosse preferenza per un linguaggio ritmico. Capacità di discriminare tra voci diverse. È già presente nei bambini di tre settimane. Si è scoperto facendo esperimenti con la tettarella non nutritiva. Ai bambini erano presentate due voci diverse ( estraneo + madre). Preferiscono la voci intonate rispetto a quelle inespressive (senza ritmo...es. la voce di una madre depressa madre che caratterizza la voce). Voce intonata: ritmica, con cadenza, espressiva...

Ritmo: suzione, sguardo.

SUZIONE, micro ritmo ad alta frequenza, sembra che segua una sua periodicità (es. se ad un bambino è tolto il ciuccio continua il suo corso finché non raggiunge un numero normale di suzione).

Nessun mammifero ha una frequenza ritmica della suzione come quella del bambino. Le succhiate vanno da quattro a dieci e ognuna dura un secondo e ci sono pause di 10,15 sec. tra una fase e l'altra. Regolarità ritmo: non si sa perché, ma si sa che è tipico dell'essere umano.

Dopo una settimana avviene interazione tra madre e figlio. Anche questo è caratteristico dell'uomo la madre stimola il piccolo dopo la pausa. È una interazione peculiare in cui entrambi sono attivi. È la madre che si adegua al ritmo del bambino; la madre può intervenire.

Scansione ritmica sonno - veglia.

Se dopo la pausa la stimolazione è breve riprende l'attività. Se lunga interrompe l'attività, perché non entra in modo adeguato nel ritmo del bambino.

La suzione ricomincia quando finisce l'intervento della madre. Sono cose che non avvengono in modo consapevole.

Già nella suzione ci sono comportamenti legati tra madre e figlio, sono comportamenti contingenti = DIADE.

Il bambino non è passivo. Si regolano sui messaggi che ricevono dall'altro. Fin dall'inizio la relazione non è tutta a carico della madre o del figlio. Il bambino impone dei ritmi cui la madre deve adeguarsi.

SGUARDI

2 mesi sguardi reciproci, sono qualcosa di molto desiderato. Basta un semplice atto motorio dello sguardo che cambia subito l'attenzione. Grande VERSATILITÁ SGUARDO non necessariamente il guardare costante di un bambino significa attenzione. I bambini non fissano in modo costante. Distolgono spesso lo sguardo per poi riportarlo sull'oggetto della loro attenzione pensano, assimilano lo stimolo.

Il guardare e il distogliere lo sguardo hanno una loro CICLICITÁ. Ad un aumento del fissare - diminuzione del distogliere lo sguardo. La regolarità nel ritmo resta uguale. Distogliere lo sguardo funzione d'elaborazione d'informazione.

Si ritorna poi ad osservare la fonte dell'osservazione.



Quando i bambini sono capaci di riconoscere le espressioni facciali?

Stati emotivi gioia, tristezza, paura, rabbia..Ci si riferisce implicitamente al tema delle emozioni, non ci riferisce al riconoscimento delle emozioni, ma solo delle espressioni.

Sappiamo che le espressioni delle emozioni primarie sono riconoscibili e identificabili da specifici elementi detti "pattern mimici" e già Darwin riteneva che fossero universali; esse sono uguali in diverse culture, distinte l'una dall'altra, sia presso popolazioni letterate (asiatiche) sia presso popolazioni pre-letterate (tribù).

Questo spiega che emozioni primarie (gioia, tristezza, paura, collera, sorpresa, disgusto, interesse) essendo uguali in tutte le culture, sono innate.

Il bambino è capace di fare espressioni, smorfie, ma non è ancora in grado di riconoscerle.

Il riconoscimento avviene a partire dai 2\3 mesi.

In relazione ci si occupa di due temi:

uCom'e in quale sequenza il bambino esprime, produce espressioni derivanti dalle emozioni.

vQuando le riconosce.

Non siamo sicuri che la capacità di riconoscere le emozioni sia innata. Non ci sono prove né conferme.

Intorno ai 2 mesi il bambino è in grado di discriminare 3 emozioni: GIOIA, TRISTEZZA, COLLERA.

In questa ricerca uno sperimentatore ha messo la madre vicino al bambino facendo in modo che ella esprimesse emozioni

Già dopo 10 settimane il bambino esprime gioia alle espressioni della madre come il sorriso, inarcava le sopracciglia alla reazione di collera, masticava a vuoto e sbavava in caso di tristezza.

Intorno ai 3 mesi i bambini sono già capaci di distinguere le diverse espressioni in fotografia; distinguono anche la sorpresa.

Questo è il primo riconoscimento segnato alla risposta congrua del bambino, sensibile ai mutamenti emotivi delle espressioni del volto.

ESPERIMENTO madre e bambino sono in comunicazione attraverso il monitor, e il bambino è sensibile alle emozioni della madre; ad un certo punto il collegamento per il bambino è modificato, cessa la registrazione diretta e gli è mostrato un pezzo precedente: Il bambino è sensibile al mutamento dell'espressione della madre.

Il bambino è sensibile alle trasformazioni espressive all'interno di una relazione, e sollecita anche le risposte della madre.

Si è pensato che il bambino possegga fin dalla nascita un istinto, identificato come capacità empatica di accorgersi della risonanza emotiva dell'altro.

Una EMPATIA GLOBALE, il bambino sente precocemente le emozioni dell'altro, coglie la qualità della relazione con la madre.

È un comportamento presociale. Il bambino riconosce dal 3° mese le emozioni in fotografia.

Quali sono e come emergono le espressioni emotive del bambino


Dalla nascita ai due mesi: esprime piacere e disgusto e trasalimento fin dalla nascita. Sconforto e interesse dalla nascita fino ai due mesi.

Dalla fine del secondo mese ad un anno:

Piacere ( sorriso sociale, non selettivo tra la 5° - 8° settimana).

Sorpresa 6 \ 10 settimane.

Gioia e tristezza nel modo del tutto appropriato 3 \ 4 mesi.

Rabbia e collera 4 - 5 mesi.

Paura e circospezione 5 \ 9 mesi

Lo studio della circospezione è fatto tramite l'esperimento del baratro visivo; c'è una sbarra di cristallo sotto la quale tridimensionalmente è disegnata una scacchiera che sembra un baratro. I bambini devono camminare su questa sbarra, e quando arrivano al punto che sembra un baratro i più piccoli proseguono perché non hanno paura, mentre quelli dai 5 ai 9 mesi si fermano perché hanno paura.

Dopo il primo anno: LE EMOZIONI sociali.

Colpa, vergogna, timidezza 12 mesi.

Disprezzo 15 mesi.


Le emozioni sociali dipendono dalla cultura e dalle pratiche e questo vale anche per le emozioni miste. Le emozioni sociali non sono più primarie, ma dipendono dalla società, cioè da diversi fattori.

La timidezza viene un po' prima della colpa e della vergogna e dipendono dai primi segni di consapevolezza di sé che il bambino ha.

Queste emozioni nascono più in là, nascono dal fatto che il bambino deve avere standard di riferimento sociale, devono, per potersi sentire colpevoli, avere la consapevolezza di una norma esterna o interna.




DIFFERENZA TRA COLPA E VERGOGNA.

La vergogna è considerata una emozione che può avere un effetto negativo sullo sviluppo dell'uomo se provata massicciamente.

Sono entrambe presenti nell'evoluzione psicopatologica; più grave è la vergogna per gli effetti che provoca.

Se un individuo prova vergogna mette l'accento sul sé;

se invece prova colpa mette attenzione sul comportamento fatto, non sul modo di essere sbagliato. La vergogna tocca direttamente l'identità.

La vergogna è più grave della colpa, ci si ritira, ci si sente incapaci.

La colpa invece provoca tensione e rimpianto.






colpa

vergogna

- grave.

+ grave.

Accento sul comportamento

Accento sul sé

Rimorso, rimpianto, tensione

Ritirasi, sentirsi incapaci

Si preoccupa dell'effetto che può fare sugli altri.

Il soggetto osserva se stesso, tende a scindere il sé osservante e il sé osservato.Prova preoccupazione per come gli altri possono valutarlo.

Si tende a eliminare la parte del comportamento.

Si tende a eliminare la parte di sé troppo vergognosa.

Desiderio di confessarsi, scusarsi, riparare.

Desiderio di nascondersi, scappare.non dice non racconta, non si confida.



È importante che il bambino provi colpa se ha fatto qualcosa di sbagliato, ma non eccesso di colpa per cose che non ha fatto, e nemmeno mancanza del senso di colpa.

Il bambino a contatto con una madre paziente psichiatrica si sente in colpa, perché non riesce ad aiutarla. Il bambino che si sente in colpa va aiutato a riparare.

La vergogna è disfunzionale; l'individuo tende a rinchiudersi, si sente privo di valore e tende a scappare, a nascondersi, non ha il coraggio di verbalizzare. Il bambino va aiutato per prima cosa a verbalizzare quello che lo fa vergognare; se ha paura di essere diverso dagli altri.

Diventa consapevole della colpa e della vergogna verso i 6\7 anni, prima non le distingue cognitivamente, le provano e basta, non sono capaci di elaborarla, non riescono a rifletterci sopra.

L'emozioni non primarie nascono dai rapporti che il bambino instaura con gli altri. Il bambino a contatto con una madre triste avrà un repertorio ridotto di emozioni e questo determina anche modalità di comportamento con gli altri. Incomincerà da solo a capire che prova sentimenti di vergogna e di colpa.

Senso di colpa eccessivo casi di colpa empatica forma di condizione che rende difficile la vita. Colpa che il bambino prova quando sente di non farcela ad aiutare persone cui è legato che si trovano in difficoltà.

Il bambino è adultizzato quando gli sono dati ruoli che non può sostenere. es. figli di genitori trascuranti bambino più gran cura il bambino più piccolo. Adulto che deve fare qualcosa per la famiglia d'origine.

Spesso si accompagna anche alla vergogna. Assenza di colpa fa star male dal punto di vista sociale, mentre l'eccesso di colpa crea problemi psicologici.

Il bambino che si sentiva colpevole per il maltrattamento non ha mai chiamato con il nome giusto l'emozione che provava. Non prova rabbia per la persona giusta. La rabbia si scaglia contro chi non ha colpa.






Di BOWLBY, ma ampliata anche da altri autori.

È oggetto di molto interesse da diversi autori legami di attaccamento madre figlio influiscono sullo sviluppo anche cognitivo del bambino.

Bowlby ha preso spunto da: psicanalisi, cibernetica, etologia.

B. ha rivoluzionato il modo di concepire il legame tra madre e bambino e il suo disgregarsi durante la perdita e le separazioni.

Sono concetti sviluppati anche da Mary Hanswart Strange situation.

es. la persona innamorata ricerca attivamente la presenza della persona amata, si sente vicino a lei mentalmente, si fa confortare, e aiutare da lei \ lui.

Le situazioni in amore possono essere diverse la persona può avere scatti di ira e fa richieste che la persona amata non può dare.

Queste sono tipologie di comportamento usate per descrivere comportamenti di bambini e adulti; possono riassumere tipi di relazioni che implicano un forte legame di attaccamento si formano nel primo anno di vita e durano per l'età adulta.

* importanza dei legami significamene affettivi.

* influenza sullo sviluppo del bambino del modo in cui è trattato dai genitori, in particolare dalla madre.

Contributo dell'etologia

Nasce nel XIX sec. e si riferisce allo studio del comportamento animale nel suo ambiente naturale.

Domande

Metodi   si differenziano dalla psicologia.

Concetti

Concetto di evoluzione attraverso la selezione naturale; l'etologia studia che funzioni ha un determinato comportamento per la sopravvivenza della specie.

L'etologia si chiede le cause ultime ( es.biologia del comportamento), come il comportamento ha contribuito alla sopravvivenza e alla riproduzione della specie e perché il comportamento è rimasto nel patrimonio genetico; si chiede qual è stato l'iter del comportamento nell'evoluzione della specie ( es.evoluzione filogenetica).

4 livelli di analisi che spiegano il comportamento in base alla funzione dei comportamenti sul piano dell'educazione:

u- cause immediate

v- livello ontogenetico

w- cause ultime

x - cause relative alla funzione filogenetica (comportamento simile a quello dei primati)

Metodo dell'etologia: importanza della descrizione di un comportamento OSSERVAZIONE di un comportamento naturale.

Non bisogna selezionare i comportamenti da osservare - non hanno un'ipotesi precostituita o preconcetti, ricorre a tecniche di osservazione obbiettive e permanenti.

Interpretazione del comportamento si formano le prime ipotesi e si procede alla verifica sperimentale.

Teoria dell'attaccamento nata con l'osservazione in un contesto naturale e poi sperimentalmente.

Anni '50, B. legge l'opera di Lorenz sulle studio delle oche, che rileva che si può sviluppare un legame con una qualsiasi figura senza l'uso del cibo. Le oche seguono la prima figura che vedono in movimento.

Concetto di imprinting apprendimento rapido e precoce delle caratteristiche di un individuo che si può prendere cura dei piccoli della specie. Le oche stabiliscono un legame in un periodo di tempo preciso (dalla schiusa al giorno dopo tempo critico).

Sono messi in atto schemi fissi di azioni sequenze stereotipate di comportamenti specifici in presenza di stimoli. Queste sequenze avvengono in periodi critici in cui le influenze ambientali hanno un maggior effetto.

Studi di Hallort studio sulle scimmie. I piccoli vanno dal manichino molle piuttosto che da quello di ferro che ha il latte; contatto fisico e calore aiutano la scimmia a ridurre l'attenzione.

Bowlby riprende alcuni concetti da Lorenz.

B. indirizza richieste di accadimento alla persona che si prende cura di lui in un periodo sensibile ( da 6 settimane ai 3 anni). In questo periodo il bambino organizza i suoi comportamenti intorno alla figura che si prende cura di lui.

Legame d'attaccamento è il risultato di un sistema di schemi comportamentali a base innata (pianto, vocalizzo, aggrapparsi) e il suo significato adattivo (valori di sopravvivenza e successo riproduttivo) va rintracciato ) va rintracciato nella protezione dai predatori e dagli animali feroci.

Fasi di sviluppo dell'attaccamento

1 fase: 0 - 8 settimana. Orientamento e segnali senza discriminanti della persona.

2 fase: Orientamento e segnali verso persone discriminate e comportamenti verso la madre    8 sett. - 6 mesi

3 fase: 6 mesi - 3 anni. Repertorio più ampio di comportamenti.

4 fase: dai 3 anni. Rapporto madre - bambino + complesso. Il bambino accoglie emozioni e desideri della madre.

La relazione di attaccamento non esaurisce tutta la relazione con la madre si riferisce alla relazione di protezione si attiva solo in particolari situazioni situazioni di pericolo; si attivano una serie di comportamenti del bambino verso la figura di attaccamento. Sono schemi pre - programmati, rimasti nel patrimonio genetico per la protezione.

Il bambino e la madre uniti in uno scopo: protezione per il bambino e successo riproduttivo per la madre.

Il sistema di attaccamento è basato sull'elaborazione delle informazioni provenienti dall'esterno (influsso della cibernetica).

Il bambino quando non è in pericolo è sicuro e si allontana dalla figura di attaccamento per esplorare il mondo; quando è a disagio o in difficoltà scatta l'attaccamento.

MADRE COME BASE SICURA base da cui partire per esplorare l'ambiente e cui tornare in una situazione di pericolo.

Madre sensibile ( cioè che coglie e identifica i bisogni del bambino) e responsiva ( cioè capace di rispondere in modo adeguato alle richieste del bambino) si sviluppano legami di attaccamento sicuri.

Esempio: una madre che cerca di giocare quando il bambino è stanco è una madre non responsiva.

Per il bambino la situazione di pericolo non è solo una situazione che mette in crisi la sopravvivenza, ma anche la situazione di stress o di stanchezza, paura, può anticipare mentalmente che non gli sarà offerto l'aiuto della madre in una futura situazione di pericolo.

Nei bambini insicuri, il sistema di attaccamento è sempre attivo anche in situazioni apparentemente normali.

Madre che può rifiutare aiuto al bambino madri evitanti.

STRANGE SITUATION

Anni '70. Applicata anche ai giorni nostri. Si usano bambini di 1 o 2 anni. Procedura di osservazione in laboratorio, video registrata che dura 20 minuti.

3 diversi stili di attaccamento

* SICURO

* ANSIOSO AMBIVALENTE

* EVITANTE.

Solo negli anni '80 negli studi di Main si è discriminato un altro stile di attaccamento DISORGANIZZATO bambini che subiscono maltrattamenti o che hanno madri depresse o con psicopatologie.

Il bambino si trova in un luogo estraneo con una figura estranea ed è lasciato solo situazione in cui il bambino può attuare l'attaccamento.

La procedura si basa su 8 episodi:

1 - madre e bambino sono in una stanza di laboratorio.

2 - il bambino esplora i giochi.

3 - Un estraneo entra nella stanza e gioca con il bambino.

4 - la madre si allontana e il bambino rimane solo con l'estraneo.

5 - la mamma torna 1°episodio di riunione.

6 - la mamma esce e il bambino rimane da solo.

7 - ritorna l'estraneo.

8 - torna la madre episodio finale di riunione.

Sono importanti gli episodi della riunione. Il bambino prova stress ed è giusto che esprima il suo conforto con il pianto e la ricerca della madre.

Il bambino sicuro andrà facilmente verso la madre e sarà facilmente consolato (drammi a lieto fine). Ci sono anche bambini che non guardano la madre quando lei torna bambino che si concentra sui giochi perché ha sperimentato la madre evitante in altre situazioni, è una modalità che ha già imparato.

Ci sono bambini che hanno scoppi d'ira perché sono arrabbiati non accolgono l'aiuto della madre perché lei non c'è sempre quando loro hanno bisogno.






Nato nel 1907. Il padre era chirurgo reale. Quarto di sei figli avviato agli studi di medicina. Morto il padre lavorò in una scuola di disadattati. Lavorò con una psicanalista nella soc. di psicanalisi inglese.

Due filoni: Anna Freud (teoria di Edipo come punto di partenza della nevrosi), e Klein (fantasia, primato dell'istinto di morte per l'aggressività).

Bowlby sosteneva l'importanza del ruolo dell'ambiente nella genesi della nevrosi. Klein non guardava l'approccio alla situazione del bambino, ma si occupava delle fantasie, non del trauma reale, come Bowlby.

TRAUMA REALE adulto come cura il bambino.

Bowlby individuò nell'esperienza di separazione alcuni elementi che influivano sullo sviluppo. B. osservò i bambini in clinica dopo le guerre. Si convinse dell'importanza della separazione lavorando con Hansworth e nel '70 con Robertson ( scrisse libri sull'ospedalizzazione infantile, situazioni che interrompono le relazioni del bambino con i genitori).

Queste teorie hanno riportato alla riorganizzazione dei reparti pediatrici ( Bow. E Robert.).

Bambini in ospedale progressiva reazione caratteristica a causa della separazione dalla madre a causa dell'ospedalizzazione.

Reazione in diverse fasi:

* quando la madre va via, il bambino protesta ( pianto, urla, rifiuta figure sostitutive, fa capire che il suo desiderio è che ritorni la madre).

* dopo due settimane disperazione. L'aspettativa che la madre si possa fermare diminuisce. Il bambino è meno attivo, piange in modo silenzioso e si chiude in se stesso.

* negazione o distacco. Il bambino mostra interesse per l'ambiente ( gioca, socializza, sembra adattato all'ambiente e diminuisce l'attaccamento verso la madre sembra che abbia trovato un equilibrio ).

Se non mostra contentezza per la madre adattamento che disconnette un legame con la madre, figura significativa che lo ha deluso. Si affeziona a degli estranei senza l'aiuto della madre.

Se questa situazione continuasse a lungo ( ospedalizzazione prolungata) porterebbe dei problemi al bambino disagio del bambino

disagio psicologico per la separazione

dalla madre.

Ha portato cambiamenti di organizzazione dei reparti periodo di critica generale alle istituzioni psichiatriche.

La teoria dell'attaccamento è ancora attuale. Si applica sia ai bambini sia agli adulti.

Strange situation simula in laboratorio una situazione reale. Osservazioni fatte hanno individuato 3 diversi modelli di attaccamento ( stili di attaccamento). Ogni modello ha una sua coerenza.

1 - insicuro - evitante

2 - sicuro

3 - ansioso ambivalente.

Tre modelli organizzati che indicano una modalità di relazione con la figura di attaccamento peculiare ai 3 diversi stili.

*Alcuni bambini al momento della separazione non protestavano, non piangono, continuano a esplorare la stanza. Quando la madre torna, il bambino la evita, continua a giocare, distoglie lo sguardo, s'irrigidisce se la madre lo prende in braccio, rivolge l'attenzione ai giochi, mente segnali di stress, non mostra reazioni emotive. ( bambini del primo stile

* Alcuni bambini quando la madre se ne va, piangono, protestano vivacemente, la separazione li disturba.

Quando la madre torna, sono capaci di farsi consolare dalla madre, e accolgono l'abbraccio della madre.(bambini del secondo stile

*Alcuni bambini piangono, protestano. Quando la madre torna non si fanno consolare, reagiscono attivamente al conforto, e continuano a manifestare segni di protesta. (bambini del terzo stile

I bambini che per tutto il primo anno di vita hanno determinate caratteristiche nelle relazioni con figure significative, mostrano comportamenti diversi.

1° stile madre insensibile che rifiuta il contatto soprattutto quando il bambino è in difficoltà. A causa delle esperienze reali, non manifestano paura o bisogno di essere accuditi; i bambini imparano che dalla relazione con la madre possono ottenere poco e si concentrano su altre cose, mostrando un eccesso di autonomia.

Studi fisiologici hanno dimostrato che mentre il bambino mostra un atteggiamento distaccato, provano stress pur non dimostrandolo. Sviluppano un atteggiamento organizzato spostando l'attenzione su qualcos'altro così non ricevono delusioni. Il bambino si difende dalle emozioni che impara a disattivare. Bambini un po' adultizzati.

2° stile questi bambini hanno una madre responsiva e sensibile ai loro bisogni.sensazione di poter avere una base sicura. Trasformano una sensazione di sicurezza in un'azione che fa sentire il bambino sicuro.

I bambini sono capaci di esplorare l'ambiente perché sanno di poter contare sulla madre in caso di bisogno. Sono bambini che piangono meno.

3° stile madre imprevedibile nelle risposte, nell'agire quando il bambino è in difficoltà manifesta un comportamento affettuoso non quando il bambino ha bisogno, ma quando lei ne ha bisogno. I bambini strutturano un legame ambivalente, non hanno una base sicura, ma hanno anche sperimentato un atteggiamento affettuoso e sono ansiosi perché lo sperano; scaricano la rabbia sulla madre; mostrano una rabbia disfunzionale non possono fidarsi della madre.

Tutte e tre le forme, hanno un focus relazionale:

Primo stile

Attenzione per l'ambiente

Secondo stile

Attenzione per la madre

Terzo stile

Attenzione sulla madre, bambino organizza il comportamento di attaccamento alla madre.






















Non c'è organizzazione mentale e affettiva nella relazione con la madre. Non c'è strategia (invece è presente nei primi tre). Tutti e tre gli stili sono possibili in diverse culture.

Attaccamento bambini con madre maltrattante o con madre traumatizzata. La madre spaventa il bambino e lo disorganizza. Il bambino si attacca perché ha una spinta biologica ad attaccarsi quando ha paura.

In tutti e tre i casi precedenti, la madre non dimostra paura, invece nel quarto il bambino esprime sentimenti di paura e riceve sentimenti di paura il bambino non può organizzare una risposta sul piano comportamentale.

La madre esprime rabbia e aggressività.

Il bambino si vede rispecchiato addosso le paure che ha mostrato si disorganizza la possibilità del bambino di formulare un legame di attaccamento; può stimolare molteplici risposte.

Questa quarta tipologia è la più recente, elaborata alla fine degli anni '80 da una studiosa che ripreso Bowlby, cioè Mary Main e per lo più il modello di attaccamento dell'adulto.

Questo modello di attaccamento dell'adulto è un modello molto diffuso perché l'analisi avviene sulle categorie di contenuto e sulle variazioni. Il processo consiste in un colloquio, dove l'adulto deve rispondere a delle domande. Il tutto è registrato su delle cassette. Le cassette registrate sono poi sbobinate perfettamente; si tiene conto di tutto ( di quanto tempo l'adulto ha impiegato a rispondere, le pause di silenzio, ogni minimo particolare).

E' poi fatta un'analisi delle caratteristiche formali del discorso, ed è poi definito il ruolo di attaccamento dell'adulto.

Non è un questionario semplice, infatti, non è ancora uscito.

Mary Main, insieme con un'altra studiosa, ha constatato che le tre tipologie precedenti erano insufficienti per spiegare i comportamenti rilevanti in bambini che erroneamente erano classificati in una delle tre, ma che in realtà non rientravano in nessuna categoria.

Hanno visto come bambini vittime di maltrattamenti manifestavano un attaccamento disorganizzato.

Sono state individuate alcune categoria guida che permettono di collocare i bambini nella categoria giusta di attaccamento disorganizzato.

1 - IN SEQUENZA Pattern di comportamento contradditori: il bambino ha una forte emozione di attaccamento, ma subito dopo manifestano un comportamento di esitamento.

2 - SIMULTANEO Pattern di comportamento contraddittorio: restano in braccio alla madre, ma continuano a guardarsi intorno scontrosi e storditi.

(in questi casi il bambino o cerca di avvicinarsi alla madre, o le sta già vicino, ma contemporaneamente ha comportamenti contrari, non risponde al genitore in modo totale, ma non riesce neanche a distogliere l'attenzione da quest'ultimo totalmente)

3 - ATTEGGIAMENTO AGGRESSIVO, MA INCOMPLETO: il bambino alza la mano come per dare uno schiaffo al genitore, ma la lascia poi cadere lentamente.

4 - STEREOTIPI O MOVIMENTI ASIMMETRICI (POSTURE ANOMALE): I bambini hanno comportamenti come tirarsi le orecchie, battere la testa contro il muro, o le mani sulla faccia ecc. Questi sono anche elementi che segnano la paura del bambino, come un sorriso con un'espressione di paura; si avvicina all'adulto ma con paura; espressioni al rallentatore.

A tutto aggiunto anche il disorientamento dei bambini, cioè la difficoltà del non sapere cosa fare, o la confusione.

Nelle stereotipi, bisogna anche stare attenti ad analizzarli perché quegli atteggiamenti li hanno anche i bambini con danni neurologici.

Il comportamento disorganizzato è dovuto al fatto che il bambino ha una sensazione di spavento. L'emozione della paura interpretata in chiave di attaccamento spiega come il bambino si possa sentire.

Questi studi hanno dimostrato che l'80% dei bambini maltrattati, o con una madre che durante l'infanzia o l'adolescenza ha subito un trauma che non ha ancora elaborato, ha un comportamento disorganizzato. Il genitore che maltratta è fonte di paura il bambino si allarma e rimane senza una strategia organizzativa.

Mary Main dice che i bambini si trovano come in uno stato dissociato di trance. Anche il genitore che maltratta ha leggere manifestazioni di trance nella coscienza, che si manifestano nel bambino.

COME SI SPIEGA LA TEORIA DELL'ATTACCAMENTO? COME VIENE SPIEGATO CHE L'ATTACCAMENTO DURA NEL TEMPO, OLTRE I PRIMI ANNI DI VITA?

Le forme di attaccamento hanno continuità nel tempo. La teoria dell'attaccamento non nega i legami multipli, ma non sa ancora come loro influiscono e determinano delle caratteristiche particolari nell'individuo.

L'emozione della paura è quella che caratterizzata il comportamento disorganizzato. La teoria dell'attaccamento tende a ritenere che siano soprattutto due principali modalità che determinano la costanza nel tempo, la permanenza.Già a 14 mesi, nella strange situation il bambino dimostra nel suo comportamento quello che è attribuito all'una o all'altra categoria di attaccamento. COME PUÓ QUELLO CHE APPARE A QUELL'ETÁ PERGIURARE ANCHE PER TUTO IL RESTO DEL TEMPO, ADDIRITTURA ANCHE NELL'ETÁ ADULTA, NELLA RELAZIONE SOPRATTUTTO QUELLA CHE EMERGE QUANDO SI RICHIEDE UN ATTACCAMENTO? La teoria dell'attaccamento non dice che noi diventiamo in un certo modo, in base al tipo di legame, ma dice che il tipo di legame di attaccamento ha un suo effetto soprattutto quando devono entrare in azione i meccanismi dell'attaccamento. Bowlby spesso parla di tre principali legami di, condizioni che fanno emergere legami di attaccamento:

- la relazione del figlio con i genitori

- il legame affettivo con il patner



- il legame con i propri figli.

Il sistema di attaccamento diventa evidente soprattutto con queste tre relazioni; sono modalità antiche che entrano in azione quando si hanno legami importanti come questi tre. Che cosa e quali elementi sono ritenuti significativi? La teoria dell'attaccamento inizia attraverso il comportamento reale che il genitore ha nei suoi confronti; il bambino interiorizza una serie di comportamenti che vengono a far parte della memoria episodica. Progressivamente nella memoria del bambino si imprimono episodi significativi della relazione con gli adulti ma contemporaneamente, questi episodi sono interpretati in un certo modo perché entra a far parte anche la memoria semantica. I due meccanismi della memoria episodica e della memoria semantica fanno sì che l'individuo attribuisca un certo significato nella percezione di sé e nella percezione degli altri alle singole unità comportamentali che entrano a fare parte e che costituiscono, nel loro complesso, quello che l'adulto trasmette al bambino, e quello che poi, col tempo, diventa la relazione di attaccamento.

FILMATO 11 mesi di vita

CAMMINARE:

Il bambino dovrebbe essere capace di portare in avanti i suoi arti con un'alternanza ritmica: al braccio destro segue la gamba sinistra, e al braccio sinistro la gamba destra.

La capacità dell'atto quadrupedico è la tappa finale dello sviluppo di andare a carponi.

NB se alla fine dell'undicesimo mese il bambino non è ancora in grado rimuoversi sulle mani e sulle ginocchia bisogna interpellare un pediatra.

STARE SEDUTI: esaminando l'equilibrio del lattante vediamo che non cade più indietro o di lato. Il bambino si protende in avanti con le braccia o con il tronco, oppure si appoggia ad un braccio per non cadere.

Ha una padronanza sicura del suo equilibrio e sta seduto con il dorso dritto. Con ciò lo sviluppo dello stare seduto ha raggiunto il suo completamento.

Anche quando il bambino è occupato a giocare con un giocattolo l'equilibrio è sempre tenuto sotto controllo per evitarne la perdita.

NB: a 11 mesi tutti i lattanti devono stare seduti con sicurezza e per un tempo piuttosto lungo; la superficie più sana è un pavimento duro ma non freddo.

STARE IN PIEDI E CAMMINARE: la posizione eretta che il bambino può assumere con le proprie forze e tutte le volte che vuole è una caratteristica dell'essere umano e di nessun altra creatura viva.

Lo sguardo è diretto in avanti, il tronco è eretto, il peso poggia sulle piante dei piedi. Le reazioni di equilibrio devono proteggere il piccolo dalle cadute in qualunque posizione si trovi il corpo.

Basta anche un piccolo sostegno per evitare al bambino l'insicurezza dei suoi primi passi. Moltissimi bambini fanno i loro primi passi di lato, tenendosi attaccati a un mobile spostando il peso da una gamba all'altra.

Nel camminare, mentre una gamba è stesa e sostiene tutto il pesi corporeo, l'altra è già sollevata. La testa e il busto seguono le gambe facendo determinati movimenti di compensazione.

La maggior parte dei lattanti a 11 mesi riesce non solo a fare passi di lato, ma anche in avanti quando sono condotti per mano.

Si può parlare di passi solo dal momento in cui il bambino soleva con le proprie forze la gamba su cui si appoggia e la sposta in avanti.La posizione del corpo in avanti è tipica.

Il bacino è nettamente spostato in avanti tutto il peso grava sulla pianta del piede. I passi inizialmente sono ancora esitanti e a gambe divaricate.

Solo la metà dei lattanti sani è in grado di muovere i primi passi a 11 mesi senza bisogno di appoggio.

NB se il bambino a quest'età no è ancora in grado di camminare correttamente non è ancora il caso do preoccuparsi.la cosa migliore è fare camminare il bambino scalzo, ma se il pavimento non è troppo freddo.

L'arrestarsi nel primi passi è difficile quanto lo spostarsi.

Il camminare in un bambino dipende da: il suo ritmo di sviluppo, il peso e dal comportamento dei genitori.

L'importante è che a 11 mesi il bambino sappia camminare a carponi in modo sciolto.

PRENSIONE: la prensione è sempre più sviluppata, addirittura riescono a raccogliere piccole briciole dalla tavola. L'indice è flesso e insieme al pollice forma una specie di tenaglia.

NB se il bambino non è ancora in grado di afferrare a pinza è perché forse i genitori non glielo hanno ancora dato l'occasione facendogli prendere piccoli oggetti.

Ormai il bambino può essere messo a giocare a tavola seduto su di un seggiolone, perché nonostante non abbia tutta la libertà di movimento che aveva per terra è però più concentrato al gioco.

Il prendere e il lasciare andare sono organizzati benissimo tra loro.

PERCEZIONI: era già emerso dagli ultimi mesi che la percezione non può essere considerata come una funzione singola. Si verifica nel quadro del gioco.

Le funzioni sensoriali, le prestazioni della memoria, e le funzioni del pensiero sono collegate tra loro. giocare a nascondere qualcosa diverte molto i bambini da quando sono lattanti e per molto tempo dopo ancora.

La madre deve sempre condividere la gioia del bambino quando vede che quest'ultimo si diverte nel fare un gioco.ora i bambini non si accontentano più dei vecchi giochi ma vorrebbero sperimentare qualcosa di nuovo.

Il bambino ora scopre che si possono raggiungere giocattoli anche se non sono direttamente a portata di ano ad esempio con l'aiuto di una corda.

LINGUAGGIO: il lattante sa dire qualche parola infantile con la quale intendono designare qualche cosa di determinato. La maggior parte dei bambini a11mesi è già in grado di comprendere una richiesta semplice. La comprensione delle parole emerge chiaramente quando al bambino è invitato a compiere un gesto che già conosce. Noi con alcuni gesti esprimiamo determinato concetti.

Il gesto "ciao ciao" fatto con la mano significa commiato. Alcuni gesti possono determinare giochi, ad esempio le mani sugli occhi, il gioco della nascondarella.

Il lattante reagisce a singoli divieti che sono ripetuti spesso. I bambini amano fare ciò che è proibito.NB proibite al bambino solo quando ciò è necessario, ma una volta che lo avete pronunciato rimanete fermi sul divieto.

SPIRITO SOCIALE: cominciano a fare le prime cose da soli, come bere, andare sul vasino.anche il magiare con la propria mano può farlo basta dargliene l'occasione, come con i biscotti.mangiare con la mano è più facile di bere da una tazza, perché il bere da una tazza richiede una buona azione congiunta di entrambe le mani.

NB per sviluppare le sue capacità il bambino ha bisogno di incoraggiamento.Qualunque cosa lui fa lo fa giocando.

Il bambino con il comportamento non mostra quale attaccamento ha strutturato, perché tutte le fonti emozionali, e i segnali non verbali sono elaborati dal bambino in un modo che è per noi ignoto.

( la teoria dell'attaccamento ha contribuito strutturare un immagine di sé).

Sebbene si pensa che l'adulto abbia un ricordo di quand'era bambino, si è scoperto che al massimo si può arrivare a 3 o 4 anni di vita, prima ricordarsi è molto difficile.

Che cosa accade nel primo anno di vita nel campo delle emozioni? Ancora con certezza non si sa, ma evidentemente se il comportamento è stato modificato vuol dire che qualche emozione ha provato.

La teoria dell'attaccamento ritiene che il tipo di legame che il bambino struttura dipende sia dai singoli episodi diversi, sia dal significato globale complessivo sia il bambino attribuisce all'insieme di questi episodi.

Abbiamo due tipi di memoria:


Memoria episodica:

Organizza soprattutto i dati autobiografici,la storia dell'individuo: cosa egli ha fatto, percepito, conosciuto, privato emotivamente: le varie informazioni sono collocate in un contesto spaziale e temporale. Episodi datati cronologicamente.


Memoria semantica:

Le informazioni sono organizzate per definizioni, secondo il nostro modo di vedere le cose che deriva o dall'esperienza personale, o dall'apprendimento derivato da altri o da entrambe. É più logica e meno vincolata ai contesti spazio - temporali.


Mentre i singoli episodi del bambino con la madre sono immagazzinati e recuperati in base alla memoria episodica, il significato, cioè le idee generali e le considerazioni emotive concernenti il padre, la madre, e se stesso, saranno immagazzinate in modo semantico.

La memoria episodica e semantica insieme contribuiscono a organizzare:












B - attaccamento sicuro

Modello FDA disponibile e sensibile.

Modello del sé persona degna d'amore, affetto e conforto.


A - attaccamento evitante

Modello FDA Non disponibile, distante, rifiutante, ostile.

Modello del sé Persona non degna d'amore affetto e conforto.


C - attaccamento ambivalente

Modello FDA Non disponibile, distante, rifiutante, ostile, disponibile e sensibile.

Modello del sé Persona degna d'amore affetto e conforto, e non degno di tutto ciò.

Questo modello di attaccamento è tipico di una persona gelosa.


ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO E DISORIENTATO.


Modello FDA : 1- potenzialmente disponibile.

2- misteriosamente minaccioso.

3- vittima.

4- vittima indifesa di fronte ad un pericolo esterno.

5- debole e indifeso.


Modello Sé 1- accettabile.

2- vittima.

3- pericolo mostruoso

4- vittima indifesa di fronte ad un pericolo esterno.


6- incapace, inefficace, colpevole.


Il modello operativo interno si compone di tre punto principali:

1 - previsione dell'esito del rapporto.

2 - modo di spiegare questo esito.

3 - strategie comportamentali utilizzabili per massimizzare la prevedibilità del rapporto.


Il modello operativo interno è un insieme di pensieri, emozioni, ricordi, un impressione che la persona ha di avere successo o fallire sulla base di una aspettativa di essere accettato o rifiutato e di poter prevedere una relazione positiva con gli altri.

È un'emozione primitiva dell'accettazione o del rifiuto. Forma del rapporto al sé che il bambino ha ed è quella più profonda.

Questa è un emozione di fondo, la più antica e la più difficile che cambia; un livello superiore che è la spiegazione dell'esito del rapporto, cioè il bambino riflette su di sé come essere amabile o non amabile e da qui prevede l'esito del rapporto.

IL BAMBINO SVILUPPA PRIMA UN MODELLO DELL'ALTRO E POI UN MODELLO DI SÉ.

Il modello che il bambino ha dell'altro è quello più importante per l'immagine che il bambino ha di sé.

Il bambino può darsi molte spiegazioni del perché è o meno accettato; e può anche portarlo a capire che non è lui che non va , ma l'altro.

La spiegazione che si da si innesta sul come si sente, e lo può modificare, È più facile modificare il secondo livello che il primo.

Il modo in cui il bambino è stato trattato lascia un segni indelebile. "sono un essere degno o indegno?". L'individuo si costruisce un motivo del perché non è degno, o degno, e questa idea nasce dal riflesso del come è stato trattato, e le spiegazioni possono essere relativo del come è lui o dal come è l'altro.

Il livello di spiegazione è più accessibile all'elaborazione rispetto al primo, e può cambiare nell'individuo o il modo di vedere se stesso, o il modo di vedere l'altro.

Questo bambino per ciò e probabile che guarisca , ma potrà avere anche dei momenti di crisi.

Il modello operativo è un complesso di strategie comportamentali utilizzabili per mantenere il maggior grado di vicinanza compatibile con i modelli comparativi.

Il terzo livello stabilisce il comportamento che una persona assume, e queste strategie si possono riferire a due polarità:

- modalità di controllo

- modalità di distacco.

Servono per mantenere la relazione.






CONTINUITÁ DELL'ATTACCAMENTO E COME I TIPI DI ATTACCAMENTO SI CONSERVANO NEL TEMPO

Quello che la teoria dell'attaccamento ha cercato di spiegare è la continuità nel tempo dei modelli operativi interni.

Parte dal presupposto che questa relazione non si esaurisca nella semplice osservazione del comportamento, ma trattandosi di una relazione continuativa,intima, significativa e soprattutto biologicamente rilevante, (perché ha la funzione di permettere la sopravvivenza, e nasce da una progressione del bambino biologica d'attaccarsi), questa è una relazione si caratterizza per il fatto che è costituita da tante interazioni che quotidianamente il bambino con le figure di attaccamento.

Questa relazione potrebbe finire per definire in che modo il bambino percepisce gli altri e percepisce se stesso, fino a dare una sorta di unitarietà al suo modo di interpretare il mondo, che sono i famosi modelli operativi interni, che nascono dai diversi episodi realmente vissuti di memorie episodica, dal significato che viene ad essi attribuito, e che in sostanza, determinano tre grossi nuclei:

Un nucleo originario, e profondo, di come l'individuo si sente.

Un nucleo di come l'individuo interpreta le coda che gli sono accadute.

Un nucleo più superficiale di comportamento.

Proprio queste caratteristiche del modello operativo interno fanno sì che il bambino tende, a questo punto, nello sviluppo successivo, a mantenere un immagine degli altri e di sé, un po' modellate sulla qualità e sulle caratteristiche di queste prime relazioni; quindi in qualche modo analizzabile ancora attraverso le tipologie dell'attaccamento.

È vero questo? Sono tante le ricerche che hanno cercato di capire com'è l'attaccamento nell'età più avanzate; evidentemente gli strumenti non possono più essere gli stessi, perché noi non possiamo mettere un bambino di 5 anni a fare la strange situation, perché non è più la situazione di separazione quella che diventa indicativa di un piccolo trauma legato alla condizione di distacco dalla figura di attaccamento.

Un nuovo strumento si chiama : SAT Separation Anxiety Test.

Un test che parte analizzando i livelli di percezione, di ansia, di concettualizzazione che il bambino fa della separazione. Ci sono delle vignette, di diverso tipo, in cui ci sono delle separazioni brevi, più lunghe; un bambino che è lasciato la sera con la zia mentre i genitori vanno al cinema; un bambino che è accompagnato in un collegio dove deve restare per un certo periodo di tempo.

Diverse situazioni, sempre di separazione, in cui il bambino è già più grande (4 o 5 anni) deve raccontare che cosa vede in quella situazione, come la percepisce, come si sente il bambino, come si sente la mamma, il papà; deve raccontare che cosa vede in quelle vignette.

E proprio ancora proponendo condizioni di separazione è possibile, sulla base delle verbalizzazioni definire che tipo di attaccamento ha.

Quei modelli che noi abbiamo descritto sul piano del comportamento non verbale, come il pianto, si trasformano anche in un modo di percepire se stesso e gli altri; quindi il bambino evitante dirà che sta bene da solo (estremizzando); il bambino sicuro dirà che gli dispiace che i genitori vadano via, però, in fondo la zia è una persona che conosce, per ciò sentirà la mancanza dei genitori, però resterà bene anche con la zia ecc.

Le prove sembrano dimostrare che esiste una qualche continuità nell'attaccamento.

In una ricerca fatta su bambini di età scolare che erano stati precedentemente analizzati quando erano piccoli con la strange situation,( quindi era già possibile sapere che tipo di attaccamento avevano quei bambini ) sono stati riesaminati in età scolare attraverso diverse misure: un disegno, vignette, hanno mostrato, per esempio, la continuità del modello di attaccamento nel 95% dei casi.

Un po' tutte le ricerche tendono a dimostrare questo. Da cosa dipende?

Dipende dal fatto che questi studi longitudinali ( Sono quegli studi che prendono un campione e lo osservano con misure ripetute nel tempo) hanno dimostrato che in generale non cambia il modo in cui i genitori trattano i figli, nel bene o nel male; ogni schema di comportamento tende ad autoperpetuarsi, così per esempio un bambino sicuro è un bambino che da meno preoccupazioni al genitore, perché piange meno.

Negli anni passati c'era un teoria che diceva: "lasciate piangere il bambino quando esprime capriccio quando è piccolo, perché se lo prendete in braccio quando piange, non estinguete la risposta dl pianto, ma tendete a rinforzarla. Perciò lasciatelo piangere nel lettino finché non smette, e di fatto questo estingue la risposta del pianto".

Questa teoria si è poi rivelata falsa; la teoria dell'attaccamento non ha mai usato questo tipo di categoria, ma dice fondamentalmente il contrario: più un bambino è curato, prontamente seguito, aiutato quand'è in difficoltà più si sente sicuro e meno avrà bisogno di piangere.

Anche perché la sua risposta emotiva è una risposta che è regolata dal punto di vista delle emozioni e quindi se noi lo lasciamo piangere gli rinforziamo, viceversa, l'emozione di pianto, di rabbia, e lui tenderà a riprovare dolore nelle situazione , invece di abituarsi a capire che il suo dolore può essere solo momentaneo e quindi a calmarsi.

La teoria dell'attaccamento dice che proprio i bambini sicuri sono quelli che danno meno problemi dei genitori e sono bambini che già da subito si vede, già dai primi mesi piangono meno degli altri, per esempio.

Il pianto dal punto di vista etologico serve per far sì che l'adulto si avvicini, e quindi è inutile lasciare che questa risposta venga più e più volte emesso, perché meno è soddisfatto e più tenderà ad emetterlo.

Questo segnale è più forte nei bambini meno curati, meno accuditi o che trovano dei genitori che sono delle persone che preferiscono seguire un tipo di accudimento di tipo evitante.

Da un lato entrambi i genitori tendono a adottare uno stesso schema comportamentale, dall'altro lato dato che lo schema di adattamento comportamentale tende a perpetuarsi, un bambino sicuro è meno esigente di un bambino ansioso.

Il modello operativo interno tende ad organizzarsi in modo da definire l'esperienze esterne alla famiglia. Quindi un modello operativo interno sviluppato i rapporto con una figura di attaccamento è poi proposto anche nel rapporto con una educatrice nell'asilo nido, nella scuola materna.

Il modello operativo interno che si costruito in rapporto con la madre tende ad essere proposto dal bambino anche nel rapporto con gli altri adulti; questo modello, quindi, diventa un organizzatore anche di esperienze relazionali esterne alla famiglia, cioè definisce e organizza il modo in cui il bambino si comporta con l'insegnante, con i coetanei.

COME SONO QUESTI BAMBINO QUANDO DIVENTANO UN PÓ PIÚ GRANDI?

Diventano dei bambini capaci, per esempio, nel caso di bambini sicuri di una più elevata competenza sociale, che manifestano meno ansia dei coetanei di fronte ai piccoli ostacoli nelle relazioni,piccoli rifiuti, dotati di aspetti più positivi, più fiduciosi nel risolvere i problemi e risultano dei bambini più disposti ad appoggiarsi agli insegnanti; sono abituati a chiedere, sono abituati ad essere certi che le loro richieste saranno ascoltate e sono quindi nel complesso meglio capaci di rapportarsi con un adulto e anche più socievoli e pieni di amici e di relazioni profonde. Sono anche più capaci degli altri di negoziare con i compagni. Non significa che questi bambini evitino l'aggressività o evitino di inserirsi in situazioni in cui possono esprimere la loro rabbia..sono capaci di farlo, ma il loro aspetto più significativo che poi si manterrà anche nell'età successiva e in quella adulta è che fin da piccoli imparano a parlare delle proprie difficoltà, cioè raccontano ciò che li fa stare poco bene e quindi hanno una migliore capacità narrativa.

Come faranno i bambini evitanti?

I bambini evitanti tendono a non mostrare le loro emozioni, il loro stato emotivo, soprattutto quando hanno bisogno. Risultano con maggiori difficoltà nelle relazioni (nell'ambito della norma), sono più isolati, mantengono una distanza emotiva con i compagni. Sono i bambini che più degli altri tendono a incolpare gli altri nei conflitti a credere che gli altri sono "pericolosi". Sono meno capaci di competenza sociale.

Quelli ansiosi ambivalenti sono costantemente preoccupati di non avere "abbastanza", giocattoli, cibo, affetto. Sono bambini più permalosi, più sensibili all'ironia, alla critica,sono iperattivi alle piccole frustrazioni. Fanno sempre dei confronti con gli altri.

Si arrabbiano di più.

C'è tutto un filone di ricerche interessanti in cui per esempio si mette a confronto, l'insegnante che diventa una grande figura d'attaccamento per un bambino, perché passa più tempo con lui, perché assume molte funzioni, ed è considerata una figura molto importante, perché il modo in cui lui/lei si comporta non dipende solo da come è il bambino, ma anche dal tipo di legame di attaccamento che ha lei insegnante. E quindi siccome le combinazioni nella vita sono molto difficili da prevedere bisogna tener conto che ci possono essere dei bambini casualmente "sfortunati" ; non stiamo parlando di insegnati incapaci, ma di insegnati che hanno un certo tipo di attaccamento che quando incontrano uno stile di attaccamento di quel bambino finiscono per entrare un po' in collisione.

Questo entrare in collisione significa che quel bambino perde l'opportunità di sperimentare un modello alternativo di tema comportamentale nel rapporto con gli altri e con se stesso.

Perché se il bambino è evitante e trova un insegnate evitante è confermato che è proprio così che lui è.

Questo legame è così importante che potremmo metterlo al terzo posto come legame significativo.

Anche nelle età successive restano delle caratteristiche che abbiamo già visto in età precedenti. Per esempio di fronte alle famose vignette i bambini già di età scolare, di 7 anni, sottoposti a questo test offrono delle soluzioni(i bambini sicuri):

Descrivono in modo corretto quelle emozioni di tristezza quando per esempio il bambino è separato dalla famiglia, che la vignetta presenta; però rispetto agli altri bambini sono più capaci di offrire delle soluzioni costruttive, sa cosa quel bambino potrebbe fare. Sono pieni di risorse.

Tendono a trovare più alternative e anche a costruire delle storie a lieto fine.

I disegni di questi bambini a 6 anni comprendono i componenti della famiglia ben individuati con i piedi in terra, e spesso questi disegni includono elementi del modo reale (casa, bicicletta, macchina ecc.)

Quando al bambino si presenta ad esempio, una fotografia di una famiglia, sorride.

L'aspetto che ha più attratto l'attenzione degli studiosi è il tipo di conversazione che il bambino con l'adulto, cioè come racconta, in che modo conversa con il genitore o con l'adulto. Tendenzialmente il discorso si presenta come dialogo, nel senso che si ha una certa fluidità da parte di entrambi (domanda e risposta).

Come sono i bambini evitanti rispetto alle caratteristiche che abbiamo appena descritto?

Il bambino descrive il bambino nella vignetta come bambino triste. Colgono bene le emozioni, forse le esagerano un po'. Invece di dire che il bambino è triste dice che si sente male, perché non sa e il papà e la mamma torneranno, quindi l concezione è pessimistica. Il finale è pessimistico.

Sono bambini inattivi, rispetto a cosa fare in una situazione di separazione. Tendono a dire "non lo so".

Quando gli si presenta una fotografia di una famiglia si gira dall'altra parte, non ha molto piacere.

Nel disegno tendono a disegnare delle figure imprecise che sono a volte prive di braccia e che sono a volte messe per aria, fluttuano, sono distanti l'una dall'altra.

Nella conversazione tendono a dare risposte minime,non sono fluidi, fanno molte pause. La conversazione non è bilanciata, l'adulto parla di più.

Come sono i bambini ansiosi ambivalenti?

Manifestano un comportamento infantile. Restano più attaccati al genitore.

Cercano di dibattersi per allontanarsi di colpirlo con un giocattolo e poi gli si riattaccano.

Tendono a disegnare delle figure familiare poste in modo irrisorio l'una dall'altra e o troppo grandi o troppo piccole.

Nel raccontare delle storie fanno frequentemente delle regressioni . Il filo della storia è costantemente interrotto (in relazione alle capacità di quest'età, perché un po' tutti i bambini raccontano storie in modo interrotto).
























Quando il bambino prende consapevolezza delle intenzioni dell'altro? Questo permette la relazione sociale e permette di sviluppare l'intelligenza in termini di rappresentazione.

L'intenzione dell'altro in che rapporto è con la consapevolezza di sé ?Quando lui bambino diventa consapevole di sé?

Gli psicologi hanno risolto ciò tramite l'analisi di caratteristiche che indicano la consapevolezza di sé per mezzo:

Reazione emotiva di timidezza, colpa o vergogna.

Da quando il bambino riconosce se stesso allo specchio.

Se poi la conoscenza di sé precede la comprensione delle intenzioni degli altri o se questa premette l'altra, ancora non si sa. Forse si strutturano insieme.

(nella teoria dell'attaccamento il bambino percepisce se a seconda di come ha percepito l'altro). La consapevolezza di sé emerge tramite lo specchio attraverso i 18 mesi. Il bambino è fatto giocare in una stanza; poi si prende una bambola con un puntino rosso sul naso e si dice al bambino di pulirla il bambino esegue. Dopo si ricomincia a giocare e si attacca senza che il bambino se n'accorga una macchiolina rossa sul naso. Gli si da uno specchio e si dice di pulirla (senza dire dove la macchia si trova). Se pulisce lo specchio, non ha consapevolezza di sé, se pulisce se stesso sì.

Il bambino ha una percezione di una propria immagine corporea, ma capisce le intenzioni e i desideri dell'altro + o - in contemporanea, intorno al secondo anno di vita.

Comprende gli stati d'animo altrui che è più semplice rispetto alla comprensione di pensieri dell'altro.

È una teoria che si è imposta negli anni '80. LA TEORIA DELLA MENTE, quando il bambino attribuisce gli stati d'animo mentali altrui.

Il bambino comprende sia capire cosa vuole qualcun altro o lui stesso, sia attività più astratte come pensare, credere, o conoscere. A 2 anni il bambino comprende lo stato mentale altrui, anche se non completamente, e si comporta di conseguenza DISPETTI.

Il ragionare nei panni dell'altro avviene dopo. Prima c'è la comprensione di ciò che gli altri desiderano, e poi ciò che gli altri credono.

In una ricerca sui fratelli, Julie Dan, vede che a 2 anni il bambino prevede i sentimenti altrui comportamento dispettoso.

Se il bambino provoca e poi è punito si lamenta di meno, se vittima si lamenta di più.

Intorno ai 2 anni i bambini cominciano a fingere, a capire la differenza tra realtà e finzione.

Intorno ai 4/5 anni il bambino comprende i pensieri e le credenze altrui. La capacità si rileva tramite test si riferisce all'ipotesi della falsa credenza.

Capire quando il bambino riesce a prevedere il comportamento di qualcuno. Si basa su due alternative:

1) si comporta su cosa lui sa e ha visto.

2) cosa il bambino ritiene che il personaggio della storia farà.

Il bambino, pur conoscendo i fatti, s'immedesima nel personaggio che ancora non li conosce, penserà quindi come lui. Differenti modi di percepire la realtà; diverse esperienze di percepire le situazioni possono dare interpretazioni differenti.

Si rendono conto che una persona che conosce alcune informazioni agirà in base a quello che conosce e che pensa, e non in base a ciò che è empiricamente vero. J. Dan afferma che gli ambienti familiari dove i bambini sono sollecitati a pensare, sono quelli che stimolano di più questa capacità, per lo più in relazione a fratelli.

La teoria della mente è una scoperta dell'abilità del bambino che anticipa ciò che dirà Piaget.

L'applicazione del modo di concepire il bambino autistico in chiave della teoria della mente.

Lo studio di tali aspetti permette di capire il comportamento degli altri. Noi non abbiamo bisogno quando ci rapportiamo con gli altri della relazione vera, reale, ma ci basiamo sulle intuizioni.

L'inferenza nasce da una comprensione degli eventi basata sulle deduzioni.

AUTISMO un comportamento gravemente disturbato che si presenta nel bambino. Può essere diagnosticato solo quando questa malattia si è instaurata (dopo i 30 mesi di vita); è un disturbo di cui non si conosce la causa, e provoca l'incapacità di entrare in relazione con gli altri.

L'indicatore vero è descritto nel manuale DSM4 dove sono descritti i sintomi di tutte le malattie mentali. L'autismo deve precludere anomalie gravi nella colonna vertebrale, mancanza di parole o frasi o articolazione sbagliata.

Bambino che ha un parlare monotono ed ecodico, con un repertorio comportamentale ristretto; mancanza di gioco simbolico. Fa sempre le stesse attività, mancanza di reciprocità emotiva.

Il bambino autistico non ha capacità eccezionale, dipende solo dalla ripetizione frequente di una cosa.

Non si conoscono le cause non possono essere curati. I teorici della mente si sono accorti dell'inferenza con bambini autistici dopo avergli fatto il test. Hanno comparato bambini autistici con bambini di = età cronologica e altri gruppi hanno verificato che i bambini autistici non avevano la capacità di comprendere le azioni degli altri. Sono stati comparati con bambini Down con età mentale superiore, ma gli unici a non riuscire a risolvere la scenetta erano i bambini autistici.

Ma i bambini autistici riuscivano a fare i test d'intelligenza. Questi riescono a fare quello che fanno tutti gli altri bambini con la stessa età mentale.

I bambini autistici, pur possedendo capacità d'intelligenza come gli altri bambini, non riuscivano a fare le prove d'intenzionalità.

Egli non sa mettersi nei panni dell'altro.

Elementi in gioco: i bambini autistici sono incapaci di seguire i passaggi? No. sono state fatte delle prove con tre storie:

STORIA MECCANICISTICA: mettere in sequenza 4 cartoncini.

STORIA COMPORTAMENTALE.

STORIA METALISTICA.

I bambini autistici mettono in sequenza le prime due storie, la terza non perché richiede un pensiero sull'intenzione.

I bambini autistici sono dei comportamentalisti, ma non sono capaci d'attività psicologica.

Concludendo:

- tutti i suggerimenti ai genitori volti a cercare di sollecitare la riflessione e il pensiero mettono in ansia il bambino, il quale reagisce senza intenzione; risponde alla lettera, non fa risposte di convenienza.

- l'adulto a volte pensa che il bambino stia male seconde sue supposizioni, ma differente è la base del comprendere.











Intelligenza adattamento creativo ed intelligente all'ambiente. Gli studi di Piaget sono a fondamento di prove sullo sviluppo mentale.

Piaget vedeva l'attività cognitiva umana come una forma specifica d'adattamento biologico in virtù della quale un organismo complesso si adatta ad un ambiente complesso. Gli esseri umani interagiscono in continuazione con l'ambiente, conferiscono un'organizzazione alle esperienze che fanno e sviluppano strutture organizzative nuove in risposta alle esperienze nuove.

Questo processo d'adattamento avviene grazie all'azione di due processi complementari: assimilazione e accomodamento.

ASSIMILAZIONE: Piaget intende "le iniziative prese dall'individuo per cercare di integrare l'ambiente nelle strutture già esistenti nel proprio organismo, per così dire incorporandolo". Gli oggetti nuovi o le idee nuove sono compresi interpretandoli alla luce delle idee o dei concetti già acquisiti.

ACCOMODAMENTO: il processo complementare all'assimilazione, accade quando le caratteristiche dell'ambiente non si armonizzano bene con i concetti già esistenti nel singolo. L'accomodamento consiste nel modificare i propri concetti in risposta alle esigenze poste dall'ambiente.

L'assimilazione e l'accomodamento operano sempre insieme. Dapprima il bambino tenta di comprendere un'esperienza nuova ricorrendo a idee e soluzioni vecchie (assimilazione); qualora queste non funzionano, il bambino si trova obbligato a modificare la propria struttura o modo d'interpretazione della realtà (accomodamento).

Così attraverso assimilazione e accomodamento il bambino acquisisce una serie di capacità per adattarsi all'ambiente. Questo processo è diviso in fasi gerarchicamente ordinate.

INTELLIGENZA SENSO - MOTORIA.

Da 0 a 18 mesi. Il bambino acquisisce delle capacità per adattarsi all'ambiente. Il bambino ha bisogno d'oggetti per esercitare l'intelligenza successivamente è capace di cercare l'oggetto nascosto; si è mentalmente rappresentato l'oggetto. INTELLIGENZA RAPPRESENTATIVA.

Da 2 ai 4 anni. Il bambino gioca, imita, è capace di linguaggio verbale l'oggetto esiste nella mente anche quando non c'è nella percezione vicina.

Imitazione è differita il bambino imita qualcosa che ha visto fare il giorno prima, (prima imitava solo quello che vedeva poco tempo prima); imitazione è interiorizzata, non meccanica. Parola suscita un'immagine mentale; parola sta a significare qualcosa, è un simbolo.

Gioco è funzionale per capire come sono le cose. È capace di staccarsi dall'elemento vocativo fa dei giochi simbolici.

Presenza mentale di qualcosa: capacità d'immaginarsi l'oggetto, di imitare e di esprimersi attraverso il linguaggio.

Acquisisce un numero notevole di vocaboli. Non ha concetti, ma preconcetti. Non distingue gli elementi dalla classe che si rappresentano usano indifferentemente singolare e plurale.

Usa i simboli in modo indifferenziato.sono capaci di risolvere determinati problemi solo su una base di pura casualità ed intuizione. Il bambino sa cogliere intuitivamente l'uguaglianza tra due fili di perle, ma se si sposta qualcosa in modo che le due file non sono più parallele il bambino non dirà più che sono uguali.

La risposta è data da un'intuizione. Pensiero si basa sulla percezione del dato percettivo, sulla forma.

Pensiero è egocentrico dal punto di vista mentale modo di pensare segue una sua logica che lo porta a concepire il mondo sul modello di come funziona lui stesso.

Fino a 5 anni ( e il 50% dei bambini fino ai 7), i bambini hanno il pensiero egocentrico.

Piaget pena che il bambino non percepisce il punto di vista dell'altro, ma non è così.

Caratteristiche secondo Piaget:

ANIMISMO bambino che pensa ce gli oggetti che lo circondano sono animati, hanno intenzionalità e volontà. Attribuisce al mondo la sua volontà.

ARTIFICIALISMO concezione secondo cui quello che c'è intorno a lui, è stato costruito dall'uomo.

FINALISMO bambino è convinto che tutte le cose hanno uno scopo. Oggi si pensa che i bambini acquisiscono prima delle capacità che secondo Piaget acquisiscono quando sono più grandi.



Piaget ha studiato solo il modo in cui i bambini si relazionano con gli oggetti del mondo, e non con le persone. Il bambino è concentrato sugli aspetti d'immediata evidenza, anche per i giudizi morali e sociali. I bambini sono capaci di giudicare solo in base all'effetto, ma non sulle intenzioni. Giudica l'entità dal danno.

INTELLIGENZA OPERATORIA - CONCRETA.

Dai 7 agli 11 anni.

Il bambino possiede una maggiore capacità d'astrazione. Possiede la funzione mentale aggregante, capace di unire le informazioni e di differenziare parametri di riferimento il pensiero è più complesso. Concetti sono tutti acquisiti in questa fase.

Il bambino comincia ad acquisire anche diverse nozioni:

- invarianza di numero.

" di lunghezza.

" area. Rispetto ad una sostanza liquida.

" sostanza Rispetta ad una sostanza solida.

- invarianza di peso (intorno agli 8 /10 anni).

- invarianza di volume (intorno ai 11 / 10 anni).

Nell'adolescenza si forma il pensiero ipotetico deduttivo.

Capacità di staccarsi dal dato ipotetico, si formano preconcetti per compiere processi di logica, di deduzione.

Adolescenza prova un'ebbrezza ed un senso d'impotenza che caratterizza la sua vita emotiva sensazione di poter fare tutto.

A 16 anni ha le stesse capacità intellettive di un adulto.

I bambini molto piccoli sono moto sensibili importanza COMUNICAZIONE NON VERBALE. Influenza il suo comportamento con i coetanei. Il bambino sicuro = popolare. Legge in modo significativo le relazioni. È generoso, ma mantiene comunque un suo atteggiamento deciso senza essere prepotente.

Questi bambini mantengono queste caratteristiche anche nella scuola elementare.

Tipologie generalizzabili

bambini dominanti aggressivi possono essere confusi con i bambini leader perché hanno un seguito. In realtà ci sono sostanziali differenze: il bambino dominante è brusco nei movimenti ed instabile nelle occupazioni; ha difficoltà a concentrarsi per tempo superiore a 5,6 minuti su una stessa attività. Disorganizzano le attività degli altri. Fanno piangere e disorientano gli altri bambini. Hanno però capacità di aggregare bambini intorno a sé nei giochi di movimento. Sono bambini con una buona vitalità. Sanno trascinare, sono seguiti ed incitati dagli altri.

Con questa loro capacità di creare un gruppo: doppia attività



Attirano giocano per poco tempo


Sono un polo di riferimento, di forza. Sono seguiti da bambini dominanti. Sono definiti capi, no leader. Se c'è un altro bambino come loro, gli altri bambini lo lasciano, perde seguito. Non ha vere relazioni affettive. Non mantiene un suo gruppo di riferimento. Tendono a creare disaccordi e liti. Non mantengono un gruppo d'amici di riferimento.

bambini leader quando vede qualcosa che gli interessa in mano ad un altro bambino, raramente si catapulta verso l'altro bambino con un segno di minaccia. Agiscono diversamente; si avvicinano tranquillamente, toccano serenamente l'oggetto, sorridono al bambino, piegano leggermente la testa di lato, toccano il compagno. Nel 70% dei casi il compagno gli dall'oggetto che ha in mano. Non mettono mai in campo segni di minaccia. Anzi tranquillizzano il compagno. Non lo tiene per sé, anzi dopo un po' glielo ridà, lo fa per tranquillizzare il compagno.

bambino aggressivo apre bocca, tende le braccia, brusco avanzamento del busto, aggrottamento delle sopracciglia.

bambino leader ha pochissimi stili accompagnati da minaccia. Tende a rassicurare. La testa di lato è un comportamento etologico, gli animali lo fanno per mancare la resa. È un comportamento non verbale ritualizzato. Gli animali mostrano la giugulare per indicare le rese mostrano il loro punto più debole, "sono nelle tue mani". Così l'altro animale finisce di combattere.

Quello del bambino è un segnale molto antico, significa "non sono aggressivo". Tende ad accogliere gli altri quando piangono. Si avvicinano ai bambini in difficoltà, indipendentemente dal rapporto di amicizia che hanno con loro. Si avvicinano agli isolati per giocare con loro. Riduce i tempi dell'isolamento degli altri bambini. Organizzano in modo creativo l'attività. Hanno tempi più lunghi di concentrazione. Hanno bambini che si avvicinano a loro. I bambini leader sono bambini di cui ci si può fidare. Non sono incapaci di difendersi. Hanno consapevolezza di ciò che vogliono. Sono generosi ed empatici capiscono il disagio di un altro bambino. Questo è un forte segnale perché si possono organizzare i comportamenti di altruismo, volti verso l'altro. Capacità di cogliere i sentimenti d un'altra persona ed agire di conseguenza è un sentimento che attiva un comportamento.

Per i bambini questa capacità non è cognitivamente elaborata. I bambini questa capacità non è cognitivamente elaborata. I bambini di circa 1 anno vedono se un altro bambino è in difficoltà, ma non sanno ancora come agire rispondono al disagio dell'altro in modo buffo (se hanno in bocca un ciuccio glielo mettono in bocca. Pensano che ciò che rende felici loro può rendere felice anche gli altri). Solo verso i due anni riescono a capire cosa piace o meno all'altro. È una capacità che va affinandosi.

Ci sono poche forme di comportamento altruistico dare gioia agli altri senza trarne giovamento per se stessi. Comportamento presociale da un vantaggio agli altri indipendentemente dalle intenzioni (poso fare una cosa per ottenere qualcos'altro).

I piccoli hanno una minore gamma cognitiva, non fanno calcoli di vantaggio. I bambini che sono soggetto di sopruso non hanno comportamenti empatici. Non sopportano veder soffrire perché questo gli ricorda le loro sofferenze. Anzi, se vedono un bambino che piange lo strattonano.perché la smetta.





bambini dominATI:

Dominato timoroso si ritirano nell'interazione ed interrompono l'attività che stanno facendo quando sono minacciati. Sono molto sensibili. Piangono tanto e s'isolano. Quando escono dall'isolamento si accodano ai bambini aggressivi. Sono bambini ansiosi. Hanno talvolta disturbi del sonno. Quando sono accettati nel gruppo hanno comportamenti molto positivi nei confronti dell'altro. Sono pacifici, tranquilli. Tendono a mantenere buoni rapporti, e non avare rapporti aggressivi. Però non sono capaci di far fronte alla competizione e al conflitto. Si spaventano e piangono. Non si sanno difendere e non difendono gli altri.

Dominato aggressivo sono i bambini più difficili. Aggressioni senza ragioni apparenti. S'isolano per 15, 30 minuti. Sono fatti interventi sulla madre per cercare le cause. Si buttano nelle competizioni. Sequenze non verbali di minaccia. Prendono gli oggetti dagli altri. Dopo essersi buttati nella competizione si mettono da lato. Sono imprevedibili. Forse hanno avuto madri trascuranti. Sono forme che in modo più accentuato si riscontrano nei bambini maltrattati che arrivano a forme di autolesionismo. Difficoltà del bambino a concentrarsi sulle cose. Non sa cogliere il disagio che c'è nell'altro bambino.

FAMIGLIE DEI BAMBINI

Importanza del comportamento non verbale.

Atteggiamento madri nel bambino leader lo accarezza e poi gli lascia il tempo di salutare gli amici e di prepararsi. Non da proibizioni al bambino ma decide poche regole di comportamento e su quelle mantiene un atteggiamento ferreo. Non da importanza a quali siano le regole, l'importante è che non tentenni. È la stessa cosa che fa il bambino. Su alcune cose non transige. Rimprovera raramente, ma quando lo fa mantiene una posizione decisa.

Atteggiamento madri bambini aggressivi non si accovacciano, ma si piegano con il busto. Atteggiamento etologico di aggressione.

Atteggiamento madri bambini dominanti hanno madri superprotettive che vedono nell'ambiente esterno qualcosa di minaccioso. Madri che hanno un atteggiamento di vittima. Tendono ad isolarsi. Sono stimolati ad andare, ma sempre con la paura che gli altri gli siano ostili.

Atteggiamento madri di bambini dominanti e aggressivi genitori intellettualmente elevati con fortissime aspettative nei confronti del figlio. Sono molto "scandite" bambini sollecitati.

Lo sollecitano a saper fare sempre delle cose. Scaricano l'aggressività e poi s'isolano. Non riescono ad avere un comportamento equilibrato.


Ciò che rende lo sviluppo di un soggetto problematico sono le costanti negative delle diverse fasi della vita. Le persone con difficoltà forse cause: traumi d'infanzia.

Il persistere immutato del persistere delle cose = caratteristiche determinate, qualità negative perché non sono mai compensate da altri fattori.

Nelle fasi dello sviluppo fattori    rischio

Protezione.




RISCHIO



VULNERABILITÁ



FATTORI DI STRESS

(amplificazione rischio)  FATTORI PROTETTIVI









In alcune situazioni della vita ci sono fattori d rischio fanno parte della vita delle persone (Es. estrema povertà di una famiglia ha molte conseguenze, può determinare la carenza di beni primari). Es. Psicopatologia di uno o entrambi i genitori. Il bambino che nasce in tale famiglia si trova in una situazione di rischio. Isolamento sociale, come famiglie immigrate, hanno carenza dovuta a scarsa integrazione sociale. Hanno meno reti di supporto. Es basso livello di istruzione dei genitori che gli impedisce di stimolare il bambino, può essere un fattore di rischio:

- non ricordano scadenze.

- non prestano attenzione a determinate modalità di alimentazione.

- rischio per la salute psico/fisica del bambino.

Per ogni singola condizione ci sono fattori di rischio specifici.

Certe condizioni di rischio non sono più collegate al disadattamento, si pensi alla vulnerabilità.







Può creare disagi. Mediatore tra fattori di rischio un po' lontani dall'esperienza quotidiana, questo per l'effetto che hanno sulle conseguenze = fattori distali. Può creare un certo esito indiretto. Predetermina condizioni particolari. Fattori prossimali = sono più vicini alla causa del disagio.

La vulnerabilità è un mediatore tra    protettivi


Rischio.






Condizioni che colpiscono l'individuo nel corso dello sviluppo, come per esempio: perdite, lutti, carenze, separazioni prolungate.sono eventi più specifici per quell'individuo. Sono quelli che riguardano più da vicino quel singolo bambino. Tendenzialmente incidono sullo sviluppo di quel singolo individuo.

Sono fattori che aumentano (+) la vulnerabilità. Rendono ancora più potenti i fattori di rischio.















I fattori protettivi inducono meno (-) la vulnerabilità. I fattori di rischio incrociano altri eventi che possono aumentare o diminuire la vulnerabilità il modo in cui entrano in contatto è dinamico. Interagiscono in modo unidirezionale.

Es: situazione bambino numero > fattori a rischio + stress si rischia di percepire solo le cose che non funzionano. Non si può dare un giudizio generale. Possono esserci fattori protettivi di cui non mi sono accorto, che non ho preso in esame. Le persone reagiscono in modo diverso. Possono uscire fuori anche da situazioni molto difficili. Questo modello fu applicato anche allo sviluppo: VERNER.

Ha tentato di capire quali sono, nelle fasi di sviluppo i fattori di rischio alla nascita (povertà, disturbi della nascita) creano vulnerabilità che può essere aumentata o diminuita durante l'infanzia. Es. i fattori protettivi possono derivare sia dal bambino sia dall'ambiente di cura (lavoro stabile; coerenza valori; amicizie coetanei; accesso ai servizi sociali e educativi).

Fattori di stress (separazioni prolungate; nascita di un fratello nei primi due anni di vita; molte malattie; no papà, no lavoro; trasferimenti casa e scuola).

Fattori protettivi individuali: tappe dello sviluppo che si seguono con regolarità rispetto all'età. autonomia, primogenito/a, orientamento positivo, capacità senso motorie alte, interessi, buona stima di sé.

Cure inadeguate nel primo anno di vita condizioni di rischio, ma non possono essere considerate da sole le cause di ciò che avverrà dopo.

Importanza interazione veri elementi: il fattore protettivo entra in azione quando mancano fattori per lo sviluppo, non quando ci sono. Es se viene a mancare un genitore un altro parente diventa molto importante altrimenti non incide sullo sviluppo del bambino.

Importanza che riveste una società civile verso le persone che sono in difficoltà assumono un ruolo di protezione.

Essere primogeniti fattore positivo perché attrae molto le attenzioni, l'entusiasmo della famiglia. Ci sono aspettative positive. Nel primo anno di vita il bambino ha maggiori responsabilità, quando poi ci sono fratelli, si ha un maggior grado di responsabilità e gratificazione. Da una serie di possibilità in più.

Ma ciò non significa che chi nasce dopo vive situazioni di stress. Si ha una maggiore tendenza all'autostima, porta ad essere più competente in molte circostanze con i fratelli.

Avere un figlio con handicap influisce sugli altri figli perché ci sono ritmi diversi, gli altri figli si sentono trascurati, si sentono a disagio. Non deve per forza essere un handicap, può essere anche un disturbo che insorge nel tempo e cambia per un determinato periodo i ritmi della famiglia. (es. sorella anoressica). Questo disagio non può essere verbalizzato poiché si vede il disagio di chi sta peggio di loro.

Fattore di stress può essere anche la nascita di un fratello nei primi due anni di vita; o la separazione dai genitori, o genitori che vivono insieme in discordia cronica.

Il bambino reagisce meglio al divorzio quando è piccolo, più di quando è grande. Il bambino reagisce alla situazione di discordia cronica non perché gli mancano informazioni sul conflitto. Se i genitori spiegassero ciò che accede il bambino capirebbe. La discordia si accompagna al coinvolgimento nel conflitto. Non solo è coinvolto, ma si coinvolge. Si pone delle domande cui risponde da solo quando non trova risposte adeguate, o si fa un'idea parziale in questi casi pensa o di essere la causa delle liti o che qualcosa ne sia la causa.

Nascono atteggiamenti di aggressione o verso se stessi o verso chi giudicano colpevole.

È la mente che guida le emozioni e le dirige vero la certa persona aggressivo

depresso (perché si colpevolizza per la lite dei genitori).


Quando il conflitto è cronico il bambino subisce danni. Può essere superata se il bambino non è stato coinvolto in terribili conflitti.

Fattore protettivo: lavoro stabile della madre, routine stabile.

Fattori di rischio: bassa istruzione della madre.

Il fatto di avere un lavoro fuori casa da stabilità.

Fattori protettivi: coerenza dei valori educativi.

Connessioni tra adolescenti (loro disagio) e fatti concreti di violenza / maltrattamenti subiti.

Forme di violenza ai danni del bambino. Esistono diverse tipologie:

1 - maltrattamenti fisici.

2 - trascuratezza.

3 - maltrattamento psicologico.

4 - abuso sessuale.

Il bambino se non è coinvolto direttamente nelle categorie precedenti, lo è indirettamente. È comunque un soggetto a rischio. Sono maltrattamenti psicologici (es liti tra genitori, violenze su fratelli).

1 = tutto ciò che danneggia fisicamente il bambino. Atti, comportamenti. Questi sono scoperti da una pediatra che si accorge che le ferite riportate dai bambini non corrispondevano alla storia raccontata dai genitori. Anziani da parte di adulti che maltrattano i bambini. Il pediatra è tenuto a fare diagnosi differenziali (trovare cioè qual è la causa vera.).

la mentalità che sostiene il maltrattamento fisico si basa sul fatto che affermano che per educare servono le punizioni è la giustificazione che danno i genitori.

2 = può assumere molte forme:

EMOTIVA, costante atteggiamento di disamore nei confronti del bambino.

MEDICO - SANITARIA, genitori che non curano, non vaccinano il bambino.

EDUCATIVA, genitori che non mandano i bambini a scuola.

Queste forme sono spesso compresenti. È la forma di violenza più diffusa negli USA.

3 = comportamento, emozione negativa nei confronti del bambino. Si denigra tutto ciò che fa e come lo fa. È un costante atteggiamento di denigrazione. Porta il bambino ad essere oggetto di qualcosa che non va. Sul piano dl comportamento verbale (non fisico).

Anche il bambino che è invischiato in liti tra genitori, o quando le persone che lui ama sono minacciate (una verso l'altra), anche se lui non è l'oggetto della lite.

4= implica sempre violenza. Abuso sessuale che è esercitato con violenza o con seduzione, passione travolgente.

La violenza esiste comunque. Abuso sessuale implica molti aspetti, non indica solo l'atto sessuale completo verso il bambino.


Sindrome di Münchausen è molto insidiosa e difficile da scoprire. Quando un adulto soprattutto la madre (per patologie) manifestano una tale ansia nei confronti del bambino, fino a farlo ammalare con medici non prescritti o facendogli continuamente cambiare medico fino a volere farlo operare Questa preoccupazione prima l'avevano per se stesse, ma poiché nasce il bambino trasferiscono su di lui tutte le sue malattie.

Appaiono come persone molto premurose. Se il bambino sta bene loro stanno male. Per confermare questa loro idea danno farmaci non consigliati. I medici se n'accorgono quando durante un ricovero scoprono nel bambino sostanze che non avrebbero dovuto esserci. Non riuscivano a capire come e quando la madre somministrava medicine.

È difficile fermare queste madri, perché continuano a cambiare medico e ospedale.

Sindrome IPERCURA sono forme di violenza nei confronti del bambino. Queste diverse forme sono intrinsecamente diverse l'una dall'altra. Quando il bambino comincia a capire, se maltrattato fisicamente comincia a capire ciò che gli sta succedendo, ma un bambino trascurato non riesce a capire ciò che gli accade.

Solo con un rapporto prolungato con una figura che si prende cura di lui riesce a capire cosa era successo.

Ma questo come per il maltrattamento psicologico portano le loro conseguenze nell'età adulta.

Conseguenze caratterizzate da continuità e oggettiva gravità del danno.

Se l'abuso non è ripetuto è difficile affermare che si avranno conseguenze a lungo termine.




























In ricerche su come il bambino percepisce il conflitto, egli emerge attivo non è solo coinvolto ma reagisce emotivamente, cioè si aspetta di fare qualcosa strettamente collegato a emozioni e comportamenti.

Se il bambino pensa di poter fare qualcosa (aspettative alte) mette in atto un comportamento di coping per far fronte agli stati in cui si trova.

Se le aspettative sono basse si sentirà smarrito e impotente e le aspettative di fare qualcosa di buono saranno meno consistenti.

Queste aspettative di efficacia portano il bambino ad entrare nel conflitto, a coinvolgersi. Se il bambino pensa che la causa del conflitto è attribuibile al comportamento di uno dei genitori tenterà di fare qualcosa perché quel genitore modifichi o elimini la causa che lo ha portato ad agire contro l'altro genitore.

Se pensa che la causa sia lui, avrà delle aspettative di efficacia nei confronti di se stesso, e per ciò tenterà di cambiare il suo comportamento.

Le aspettative sono più alte tanto più se nel passato lo stesso comportamento ha avuto successo.

Es: se il bambino pensa che se lui sta male i genitori litigano meno, starà male. Se ha sperimentato che mostrandosi accondiscendente, o meno ribelle può modificare il comportamento dei genitori, lo metterà in pratica.

In conflitti familiari cronici il bambino diventa a volte alleato di uno di due genitori, e può nutrire sentimenti negativi verso l'altro genitore; o può porsi in una prospettiva parziale.

Questo avviene non solo perché i genitori coinvolgono il bambino, ma perché lui stesso ha delle aspettative di poter fare qualcosa perciò si lascia anche lui coinvolgere.

Questa è detta CAPACITÁ DI COPING

Le aspettative di efficacia sono articolate in relazione all'età. sappiamo che fino a 6 anni il bambino vive intensamente le emozioni ma ancora non è in grado di strutturare una strategia. Più grande invece, verso 7/9 anni entra in campo, e mette in pratica strategie di coping. In questa età sono molto sensibili perché le strutture di coping rischiano di essere originate dal bambino su una base di prospettiva parziale.

Verso i 10/11 anni i bambini sono più capaci di differenziare meglio le responsabilità e per ciò si lasciamo meno coinvolgere nel conflitto. Prendono più le distanze.

In tutte le ricerche emerge che vi è una differenza tra M e F. Le femmine sono più propense ad elaborare il problema; riflettono di più e pensano di più.

I bambini più grandi hanno una visione più realistica del conflitto dei genitori, mentre i bambini più piccoli pensano di avere un'idea magica, cioè che con il loro comportamento potranno cambiare le cose.

Il conflitto tra i genitori, le separazioni, sono meno dannose quando i bambini sono molto piccoli; diventano più gravi quando il bambino ha tra i 5/9 anni; mentre dai 10 anni insù hanno maggior capacità di pensiero e riescono a prendere le distanze.

Questo però non vuole assolutamente dire che non provino emozioni di dispiacere ecc.

Gli adulti non hanno il tempo di spiegare la causa dei ,oro conflitti, così il bambino vive e tenuto in uno condizione di scarsa informazione porta a conseguenze sulla base ciò che lui vede e non su ciò che gli è spiegato.

Quando la condizione di conflitto diventa cronica, e i livelli di rabbia portano a rivolgere all'altra persona minacce di morte o picchiare l'altro, questo si configura come una condizione traumatica. Assume cioè le caratteristiche di un evento traumatico.

Solo in anni recenti il conflitto è stato paragonato al trauma. In passato il trauma è stato applicato solo a vittime di guerra, sopravvissuti da torture, l'olocausto ecc.

Il concetto di SINDROME POST TRAUMATICA DA STRESS era ritenuto sintomo solo da chi viveva esperienze estreme , non comuni.

Il trauma = eccezione, ciò che avviene nella mente, come conseguenza di ciò che turba l'ambiente di vita, che lo modifica. Evento che implica, morte, minaccia di morte, percezione di pericolo, di lesione all'integrità corporea, fisica.

Di fronte ad eventi così, la persona prova pura, si sente impotente.

In passato la SPTDS non era attribuita a tante condizioni che pure avevano queste caratteristiche, che non erano eventi eccezionali.

Negli anni '80 si è visto che bambini maltrattati, donne vittime di violenza, di stupro, condizioni in cui si è in pericolo, come ad esempio, solo un rapina, o ladri che hanno rubato in casa, sono attribuibili alla SPTDS .

Nell'ultima versione del DSM4 si parla di un evento che implica morte o minaccia di morte. Il DSM4 ci da dei sintomi standard, necessari perché ci possono dire se c'è il disturbo, anche se il modo in cui l'individuo lo vive è diverso a seconda del tipo di aggressione subita.(es: se è stato per un terremoto causa naturali, non volontario ma casuale. Se è stato un uomo è peggio; e ancora peggio se a quella persona eravamo legati affettivamente).

DISTURBO ACUTO I sintomi durano per un periodo inferiore a tre mesi.

DISTURBO CRONICO i sintomi durano per un periodo superiore ai tre mesi.

DISTURBO RITARDATO i sintomi compaiono sei mesi dopo l'vento stressante.


Non tutte le persone reagiscono ad eventi traumatici come vedremo, ma più della metà sì.

SINTOMI DI UN DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS:


1° Gruppo Tendenza a rivivere persistentemente l'evento traumatico. (Es: rapina in ascensore la persona metterà un po' di tempo prima di entrare di nuovo in un ascensore).

La persona rivive continuamente l'evento:

attraverso ricordi spiacevoli, intrusivi, improvvisi, composti di immagini pensieri e percezioni. Nel bambino avviene tramite la presenza di giochi ripetuti in cui è espresso qualcosa che ricorda l'evento traumatico (es: far sbattere 2 macchinine una contro l'altra).

Attraverso sogni spiacevoli ricorrenti che possono somigliare all'evento traumatico.

Agire o sentire che l'evento traumatico si ripresenta tramite flash back, illusioni, allucinazioni che durano frazioni di secondo.

Disagio psicologico.

Reattività fisiologica all'esposizione di fattori scatenanti(esterni o interni) il trauma.


2° Gruppo sintomo di evitamento degli stimoli associati al trauma.

Sforzi per evitare luoghi, pensieri ed azioni che gli ricordano il trauma subito.

Cerca di evitare le conversazioni che riguardano il trauma.

La persona che subisce un trauma può anche non ricordare un aspetto o più del trauma. (se raccontasse il trauma, anche per iscritto, e sotto forma anonima, potrebbe giovargli sia per se stesso, sia perché lo aiuterebbe a ricordarlo meglio). Se non lo racconta, lo dimentica danno + danno.







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