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DonaldWinnicott - Vero sé

psicologia



DonaldWinnicott



.Vero sé


contiene il senso del Sé, la certezza di esistere e di essere reali, 242c23c di poter essere se stessi, creativi e spontanei; ad esso appartiene la percezione di una continuitàdella propria esistenza.

al centro di ciascuna persona, c'èun elemento segregato, e questo èsacro ed estremamente degno di essere preservato (Winnicott).





.Essere vivi significa non essere semplicemente reattivi alle circostanze esterne, reagire a stimoli, ma anche sentire di essere vivi quando lo stimolo èsospeso L'essere viene prima del fare la creativitàcorrisponde al naturale senso di espansione di séche si sperimenta in quanto si èvivi.

.Essere vivi significa avere la capacitàdi provare gusto nell'essere vivi.

.Essere vivi significa essere creativi, perchéogni cosa che facciamo aumenta il senso di essere noi stessi (Winnicott1970).



"Fuori dalla mia finestra c'èuna pianta, e il sole, e razionalmente so che deve essere uno spettacolo piacevole, per chi lo può vedere. Ma questa mattina per me tutto ciò non ha senso. Non riesco ad esserne partecipe e ciò mi rende profondamente conscio del fatto di non sentirmi reale"(Winnicott1970).



.Cosa significa essere creativi? Significa, afferma Winnicott, "mantenere qualcosa che appartiene all'esperienza infantile: la capacitàdi creare il mondo".



.Ma l'essere creativi implica incontrare il mondo, la realtàesterna. Ma affinchéciò possa accadere ènecessario èil bambino possa strutturare gradualmente una sua autonomia.



.Inizialmente èla madre che si adatta ai bisogni del bambino per consentire che egli compia esperienze che sono coerenti con i suoi stati mentali. La madre, con la sua capacitàempaticaècapace di dare qualcosa di buono al bambino che, al suo livello, può solo fantasticare e "allucinare"degli oggetti: il bambino èsolo con le sue illusioni, la madre conosce la realtàe può far sìche la fantasia del piccolo si connetta con la realtà. Ella, infatti, basandosi sulla sua intuizione, può fornire al bambino quegli oggetti che egli sta allucinando. L'esperienza del piccolo risulteràarricchita di elementi reali ed egli stesso inizieràa sentirsi reale. Il suo essere e sentirsi reale, che sta alla base della salute psichica, dipende dunque dal fatto che le connaturali tendenze alla crescita e all'espansione del suo Séhanno trovato un ambiente favorevole e degli oggetti che corrispondevano alle sue fantasie.



.La madre, insomma, supporta l'Io del bambino: calandosi al suo livello, gli consente di credere che le esperienze che compie possano trovare un corrispettivo nella realtàesterna, protegge l'Io del bambino e supporta l'evoluzione della sua identità("preoccupazione materna primaria"). L'"essere"viene garantito al bambino dalla madre.



."Ma nei momenti di tranquillitànon c'èconfine tra il mondo interno e il mondo esterno, solo una quantitàdi cose separate: il cielo visto attraverso gli alberi, qualcosa che ricorda gli occhi della madre che vagano fuori e dentro di lui.Manca ogni necessitàdi integrazione.


Questa èuna cosa estremamente importante da ricordare: senza di essa ci manca qualcosa. Èun concetto che ha a che fare con l'essere calmi, rilassati, riposati, sentendosi tutt'uno con le altre persone e le cose, quando non c'èeccitazione in giro"(Winnicott1948).



Cos'èla salute mentale?




.La salute non èsinonimo di tranquillità. La vita di un individuo sano ècaratterizzata da paure, sentimenti conflittuali, dubbi e frustrazioni, come pure da elementi positivi. La cosa fondamentale èche si senta di stare vivendo la propria vita, assumendosi le responsabilitàdi quanto si fa, il merito del successo e la colpa del fallimento. In tal caso si può dire che l'individuo èpassato dalla dipendenza all'autonomia.



La madre sufficientemente buona


.Quando la capacitàallucinatoria si èconsolidata spetta allora alla madre una progressiva disillusione. Si procede ad una fase di separazione-individuazione e, "se tutto va bene", ad una diminuita funzione di sostegno all'Io da parte della madre corrisponde solitamente un aumento delle funzioni dell'Io del bambino. Di lìin poi il bambino saràcapace di attacchi aggressivi verso la madre. A partire da questa fase èpossibile apprendere dall'esperienza, ovvero da qualcosa che èfuori dal controllo onnipotente del bambino.



L'oggetto transizionale


.L'oggetto transizionaleconsente di mantenere interrelate due aree altrimenti separate, quella della realtàinterna e quella della realtàesterna. L'oggetto transizionalecompare tra i quattro e i dodici mesi. Il bambino ha bisogno di investire un oggetto del potere transizionale, tali che rappresentino un ponte tra la realtàinterna e quella esterna. Si colloca tra la "creativitàprimaria e la percezione obiettiva basata sull'esame di realtà". Anche se non tutti i bambini vi fanno ricorso, la presenza dell'oggetto transizionaleèun indice sicuro di una potenziale capacitàdi elaborare l'onnipotenza e la separazione. L'oggetto transizionaleviene progressivamente dimenticato. Può rimanere nell'adulto nella consapevolezza di mantenere un "luogo di riposo", ove lasciar fluttuare la mente e giocare con le proprie idee. Oppure come spazio del gioco, della creatività, del sentimento religioso, ma anche della perdita del sentimento affettuoso, dell'assuefazione alla droga, dei rituali ossessivi. W.distingue a tal proposito l'oggetto transizionaledall'oggetto feticcioo oggetto tossico. Quest'ultimo mantiene il soggetto in uno stato di continua dipendenza, distoglie da sée dalla realtàesterna.



.Motivazione alla relazione


(spinta alla relazione interpersonale, alla cooperazione, alla socializzazione, al chiedere/offrire attaccamento-affiliazione, al "fare-insieme").

.Motivazione all'autonomia o assertività


(aggressività, egoismo, competizione, esplorazione).



La creatività:

fra onnipotenza e principio di realtà


.La vita creativa che corrisponde alla possibilitàdi non essere continuamente uccisi o annientati dalla compiacenza verso o dalla reazione a un mondo che fa violenza all'individuo; si tratta di riuscire a vedere ogni cosa in modo sempre nuovo.



."Le fotografie dei grandi cacciatori che, come H.Hemingway, si fanno immortalare di fianco a un leone massacrato, ci danno un'idea degli sforzi estremi che un essere umano può compiere nel tentativo di trionfare sull'oggetto percepito oggettivamente".



Falso sè


Giàa questo livello si pone per Winnicottun problema di veritàdel Sé. Laddove il vero Sésia stato traumatizzato, esso non deve piùessere ritrovato e ferito di nuovo. Si sviluppa un falso Séa difesa del vero Sé. Questo falso Sépuò funzionare perfettamente, eppure sta all'opposto della salute psichica perchésorge dalla negazione del vero Sé.





Comunicare o non comunicare?

"Nell'ambito della salute esiste un nucleo della personalitàche corrisponde al vero Sé. Ritengo che tale nucleo non comunichi mai direttamente con il mondo degli oggetti percepiti e che l'individuo sappia che questo nucleo non deve entrare in comunicazione con la realtàesterna névenirne influenzato. Sebbene le persone sane comunichino e amino comunicare, èanche vero che ogni individuo èun essere isolato che non comunica in modo permanente, in permanenza sconosciuto e mai realmente scoperto. [.] Le esperienze traumatiche, che portano all'organizzazione delle difese primitive, rappresentano una minaccia al nucleo isolato, la minaccia che venga scoperto, modificato e che ci si metta con esso in contatto. La difesa consiste in un ulteriore occultamento del Sénascosto.Il problema è: come isolarsi senza doversi circondare di barriere?"



In sintesi


.Ogni individuo nasce con un Sé, che possiede una duplice dimensione: una autonoma (ogni persona ha il suo Sée il suo mondo di sentimenti che per certi versi non deve comunicare col mondo esterno) ed una relazionale (non si può esistere al di fuori della protezione e della relazione con altri individui). Avere un vero Sésignifica avere la sensazione si stare vivendo la propria vita

.Per svilupparsi e diventare autonomo questo Sédeve essere protetto e deve entrare in comunicazione con gli altri (la madre che opera un contenimento). Per W.esistono due tipi di persone: quelle che nell'infanzia sono state abbandonate e quelle che non lo sono state. Esiste anche un gruppo intermedio

.Nessuno, per tutta la vita, può essere considerato al riparo dal crollo del mondo affettivo. La fuga nella salute non èuna cosa sana. Anzi: le persone che hanno un Séfragile possono fare cose eccezionali. Il precipitare all'infinito

.Il contatto con la realtàesterna: fra creativitàe annicchilimento.




.Se l'impostazione freudiana era centrata sulle pulsioni e sulla evoluzione che esse assumono (evoluzione che èpeculiare ad ogni persona perchédipende dalla sua storia e dalle modalitàcon cui ella ha legato pulsioni ad oggetti);

.se in Fairbairnsi trova come centrale l'idea che gli individui hanno bisogni di stare in buone relazioni con gli altri e che, quando queste relazioni non sono buone, allora essi creano degli oggetti interni di tali relazioni insoddisfacenti (oggetti cattivi) pur di "stare in relazione";

.in Winnicotttroviamo invece l'accentuazione di una dimensione di dialogo fra la realtàinterna dell'individuo e la realtàesterna. La realtàesterna non èsolo motivo di conflitto, ma èanche il luogo dove l'individuo psichicamente sano può essere creativo, può realizzare i suoi sogni, stare in relazione con altri individui, creare una dimensione culturale del suo esistere. Tuttavia tale relazione con la realtàesterna presuppone che l'individuo abbia consolidato un senso di sé, ovvero che egli senta di appartenersi, che sappia intuire, come se fosse il filo rosso della sua esistenza, una continuitàdel suo esistere, che non si senta estraniato ed alienato da se stesso. Affinchéciò accada èindispensabile che egli abbia vissuto nella sua infanzia la sensazione di essere stato protetto e guidato verso la realtàdalle figure genitoriali, dove per protezione Winnicottintende anche una primaria difesa da angosce di annicchilimento. L'"oggetto transizionale"di cui parla Winnicott(come la coperta di Linus, l'orsacchiotto ecc.) deriva proprio dal tentativo del bambino di avere un rapporto con oggetti "reali", e quindi comnicarecon la realtàesterna, senza rinunciare alle fantasie del mondo interno, alla dimensione soggettiva. Gli "oggetti transizionali"sono degli "oggetti soggettivi".












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