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FROBEL

pedagogia



FROBEL



Frobel nasce nel 1782 da un pastore protestante. I suoi studi, piuttosto disordinati, rendono difficile connotare con sicurezza le native tendenze della sua personalità. Un significato rivelatore è l'esperienza vissuta dal Frobel nel suo primo soggiorno a Yverdon, all 626d31g 'età di 23 anni < mi sembrò di aver trovato qualcosa che non avevo mai conosciuto, e che avevo sempre desiderato, come se la mia vita avesse ad un tratto scoperto il suo elemento originario! Mi sentii felice come un pesce nell'acqua o un uccello nell'aria >. Se considerati da quest'ottica, è chiaro che anche gli anni precedenti non appaiono più come anni sciupati, ma lasciano intuire, pur nella diversità delle esperienze vissute, la loro direzione di senso: le lunghe escursioni, da ragazzo, nelle foreste native, le cure che dedica all'ampio orto-giardino del padre; il suo primo impiego come apprendista forestale ad appena 15 anni. Il suo rapporto con la natura non è quello del Pestalozzi, mediato da logiche socio-economiche, ma è di ordine mistico-sentimentale (estetico), ancora confuso, certamente, ma fondamentale per capire le ragioni lontane della sua adesione alla filosofia idealistica. Sulla stessa linea si possono collocare anche gli studi universitari, concentrati sulle scienze e soprattutto sull'architettura e la cristallografia; ormai è chiaro: della natura a Frobel interessano l'interna struttura e le leggi che la regolano, l'intuizione che nella molteplicità dei suoi aspetti essa è riconducibile all'unità. Sarà questo il motivo fondante la sua visione filosofica dell'educazione, coerente con una concezione unitaria della realtà e della cultura. < la più elevata idea sorse in me: tutto è unità, è fondato sull'unità, muove dall'unità; tutto tende conduce e ritorna all'unità. Di conseguenza l'aspirazione e il raggiungimento dell'unità è la base delle molteplici attività umane >. Il chiarimento definitivo gli giunge dal suo incontro con lo Schelling, che gli mostra la sostanziale unità di Natura e Spirito: cosa che spiega da un lato, il suo sogno di ricavare dalla natura chiaramente e sicuramente le leggi e i processi evolutivi, formativi ed educativi dell'uomo, e, dall'altro lato, il suo progressivo distacco dal Pestalozzi ( considerato che i principi educativi del Pestalozzi non prendono le mosse dall'essenza assoluta dell'uomo). Ora il Frobel è in possesso di un solido fondamento teorico ma il distacco dallo sperimentalismo pestalozziano lo espone ai rischi dell'astrattezza e del simbolismo didattico. Il Frobel apre il suo capolavoro, " L'educazione dell'uomo" con la dichiarazione del suo credo pedagogico: < in tutte le cose è riposta, agisce e domina una legge eterna. Questa si rivelò e si rivela, sempre ugualmente chiara e determinata, all'esterno, nella natura, e all'interno, nello spirito, e nella vita che insieme li congiunge. Si rivela tanto a colui che, in virtù del sentimento e della fede, è compenetrato e animato dalla necessità che non possa essere altrimenti, quanto a colui che, in virtù del suo sguardo mentale, sereno e tranquillo, scorge l'interno nell'esterno e mediante l'esterno, e vede procedere necessariamente e sicuramente l'esterno dall'intima essenza dell'interno. Base necessaria di questa legge dovunque imperante è necessariamente una Unità, chiara a se stessa, vivente, autocoscienze, e quindi eterna. Questa unità è Dio >. Al Frobel va riconosciuto un originario interesse filosofico-pedagogico, anche quando egli sembra occuparsi d'altro, di scienza, di matematica, di cristallografia: e ciò perché, in questi studi apparentemente disordinati, è evidente che quello che lo interessa veramente è la scoperta di una legge o di un principio di unificazione della molteplicità dei fenomeni che si offrono alla sua osservazione. < Io riconobbi attraverso l'intera natura come una regola alla quale fossero sottomesse le quiete e belle piante di fiori. Da allora in poi la vita naturale e umana, la vita dei fiori e dell'animo, apparve ai miei occhi non più slegata, e considerai le mie fioriture, simili ad angeli,come se mi aprissero il gran tempio divino della natura >. L'intuizione di un'essenziale unità del mondo della natura e del mondo dello spirito sembra costituire, com'è dato di vedere, un motivo originario dell'atteggiamento del Frobel di fronte alla realtà. Quel che Frobel scrive ci fa assistere ad un continuo bisogno teoretico del suo pensiero, ad un interrotto sforzo per cogliere, nello studio interiore e nella riflessione sul mondo esterno, una legge che unifichi la molteplicità che appare nell'universo, qualche cosa di semplice, di unico, di originale e di finale che spieghi la vita. Questa ricerca è molto anteriore alla sua vocazione di educatore, il Frobel osservò il mondo con spirito filosofico molto prima di considerare gli uomini come pedagogista. È quanto basta per sostenere che i fondamenti della filosofia dell'educazione precedono la pedagogia; così come deve essere, se è vero che la pedagogia, come metodologia, non può prescindere da una presupposizione teoretica, da una filosofia e, dunque, da una determinata visione del mondo. Il problema che Frobel cerca di risolvere è quello del superamento del dualismo di Spirito e Natura, di unità e molteplicità. Frobel sostiene che in tutte le cose opera, agisce e domina una legge eterna, presente sia all'interno (nel soggetto) che all'esterno (mondo della natura), egli fa evidente riferimento ad un principio unico e assoluto, che egli rende esplicito in Dio. Il rapporto di Dio-mondo per il Frobel non è ne un rapporto di trascendenza, ne un rapporto di immanenza, bensì si esprime, per così dire in un rapporto di implicazione. Per Frobel lo sviluppo è un processo lineare e continuo, come esplicazione progressiva dell'energia divina che è in noi. Per Frobel non si può determinare e stabilire un ordine gerarchico tra i diversi gradi della formazione e dello svolgimento umano, eccetto l'ordine necessario della loro manifestazione. Cosa che lo conduce a scoprire l'infanzia, e cioè il valore pedagogico dei primissimi anni di vita. Dopo aver accennato ai primi mesi di vita durante i quali il poppante dà espressione alla propria intima forza attraverso lo sviluppo del corpo il Frobel passa alla fase dell'infanzia, che definisce come fase della prima educazione. La funzione psicologica che segna il passaggio a questo stadio è rappresentata dal linguaggio, la cui comparsa introduce nell'unità indifferenziata dello spirito la molteplicità dei sentimenti e delle impressioni che il bimbo progressivamente traduce in rappresentazioni e, quindi, in azioni, per effetto dell'impulso creativo che è in lui. Secondo il Frobel è il momento in cui all'allevamento succede l'educazione diminuendo le cure per il corpo, ed accentuando, invece, le cure e le attenzioni per lo spirito. È un passaggio questo estremamente delicato, perché la necessità dell'intervento educativo in funzione dello sviluppo può compromettere la spontaneità del bambino, che va salvaguardata in ogni caso, anche perché la natura del linguaggio ha un correlato espressivo di estrema importanza, qual è il gioco. < Avviene in questo periodo che il linguaggio e il segno linguistico sono per lo stesso bambino una sola cosa con l'oggetto da indicare. Il tutto è dimostrato dal giocare del bambino che parla volentieri e, quando può, molto. Gioco e linguaggio sono l'elemento nel quale ora il bambino vive, perciò il bambino attribuisce ad ogni cosa capacità di vivere, di sentire, di parlare e di sentire. Proprio perché il bambino comincia a rappresentare esternamente il suo interno, suppone una simile attività anche in tutto quello che lo circonda. Siamo in presenza della grande scoperta del Frobel. Prima di lui nessuno aveva identificato l'infanzia col gioco, o aveva visto nel gioco l'attività fondamentale del bambino. La centralità del gioco fa si che, nel Frobel, accanto alla sua funzione metafisica, l'attività ludica promuova l'intero sviluppo del bambino in direzione del disegno, dell'evoluzione linguistica, di quella logico-matematica, e nello stesso tempo prepari al futuro lavoro. Se si tiene presente che, nel quadri pedagogico de questa fase dell'educazione infantile il Frolbel inserisce anche il movimento e gli esercizi corporei, il ritmo, la musica, la danza, nonché le possibili attività domestiche che il bambino può svolgere in seno alla famiglia, si deve riconoscere che mai l'educazione della prima infanzia aveva conosciuto spazi e momenti di attività e di creatività così ampi. La direzione metodologica dell'educazione nella seconda infanzia assume, nel pensiero del Frobel, coerentemente con la sua metafisica, un orientamento opposto rispetto a quello della fase precedente. È l'esterno attraverso la curiosità e l'interesse che deve essere interiorizzato (momento dell'apprendimento). La scuola è dunque quella dove l'uomo è condotto fuori di lui e arriva alla conoscenza degli oggetti secondo le particolari e generali leggi in essi insite. Il primato di Dio, come creatore, e la conseguente considerazione che tutte le cose e l'uomo stesso derivano da Dio e sono in Dio, conduce il Frobel a collocare la religione al primo posto nell'ordine degli oggetti di insegnamento. Come per l'insegnamento religioso, anche sull'insegnamento scientifico grava il peso della metafisica frobeliana.








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