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SIGMUND FREUD

filosofia



SIGMUND FREUD


Freud e la scoperta dell'inconscio

 Freud non si considerò mai un filosofo ma piuttosto il fondatore di una nuova disciplina scientifica cui diede il nome PSICOANALISI.

La novità introdotta dalla psicanalisi consiste nell'aver assunto ad oggetto privilegiato di analisi la dimensione inconscia della vita dell'uomo e di aver costruito una teoria che chiarisce la sua struttura e i modi con cui essa influenza l'attività cosciente.

La scoperta dell'inconscio avviene in quel particolare laboratorio di ricerca che è la stanza di consultazione di un medico privato.

Le teorie del tempo sostenevano che le cause delle nevrosi fossero da individuarsi in lesioni del cervello o in fattori di tipo ereditario. Freud abbandonerà la centralità del corpo 636e48g quale causa di queste malattie e individuerà piuttosto nella psiche umana, che non ha una collocazione anatomica, la causa del disagio mentale, aprendo così la strada a un nuovo modello terapeutico e teorico che avrà una straordinaria fortuna.




La tecnica delle associazioni libere e il meccanismo della rimozione

 Freud abbandona la tecnica ipnotica e introduce quella che costituisce la regola fondamentale della terapia psicoanalitica: le libere associazioni. Il paziente viene fatto sdraiare in modo che possa rilassarsi e far fluire liberamente ricordi, fantasie e immagini. L'esperienza clinica mostra a freud come i pazienti cerchino piuttosto di dare una forma logica e accettabile ai loro pensieri, di non riferire le fantasie più sgradevoli: tale strategia viene denominata resistenza.

La teoria della rimozione rappresenta il grande risultato di anni di lavoro con pazienti nevrotici: una teoria che consente una prima definizione dell'inconscio come luogo di ciò che è stato rimosso.


Dal trauma reale al trauma immaginario

E' il bambino che nella prima infanzia sperimenta un intenso amore per il genitore del sesso opposto, il maschio per la madre, la femmina per il padre. Sulla base di tali sentimenti il bambino sviluppa una serie di fantasie che, rimosse a causa del loro scontrarsi con il tabù dell'incesto,vanno a far parte della riserva inconscia di ogni uomo. Nell'inconscio, afferma Freud, non esiste segno di realtà, così che le fantasie sessuali incestuose, elaborate da tutti gli uomini, vengano ricordate come fossero esperienze reali. L'inconscio appare allora come una struttura transindividuale che, pur sottraendosi alle regole della realtà fenomenica, non è luogo caotico dove le fantasie si organizzano a caso. Il soggetto, nel corso della sua vita, non fa che rielaborare un conflitto fra pulsioni sessuali infantili e il divieto sociale a soddisfarle, che lo riguarda in quanto partecipe della storia dell'umanità.


La teoria della sessualità

Nel neonato la zona esogena maggiormente investita è la bocca. Attraverso l'attività di suzione, legata all'alimentazione, il bambino sperimenta una eccitazione orale che trova nel contatto con il seno della madre la possibilità di una completa soddisfazione. A questo periodo dello sviluppo sessuale, denominato fase orale, segue, nel secondo anno di vita, un migrare del piacere verso la zona anale e uretrale. Tale mutamento è strettamente legato all'educazione degli sfinteri di cui il piccolo diviene oggetto. Il bambino infatti è spinto dalla madre a imparare a trattenere le feci e l'urina e a espellerle in modo controllato e consapevole. Le feci trattenute hanno la capacità di produrre una speciale eccitazione in quanto l'ano come la bocca è dotato di mucose particolarmente sensibili. La fase anale -sostiene Freud -è inoltre caratterizzata da una speciale e importante relazione affettiva fra madre e figlio: il bambino ritiene che le feci siano qualcosa di piacevole e prezioso da donare al genitore. Attraverso la pratica clinica Freud coglie come l'energia sessuale (libido) sia per sua natura errabonda, investendo nel corso del tempo parti diverse del corpo. Intorno al terzo anno la fase fallica inaugura una nuova stagione della sessualità infantile, che si concentra sugli organi genitali.

Il complesso di Edipo

E' in questo periodo che prende l'avvio quella speciale distribuzione degli affetti e dei desideri che Freud denomina complesso di Edipo. Se la fase orale e la fase anale sono essenzialmente autoerotiche, la fase fallica porta il bambino a individuare nel proprio ambiente familiare un oggetto d'amore capace di rispondere alle sue fantasie di accoppiamento: l'esito più naturale è che il maschio identifichi nella madre, e la femmina nel padre, il destinatario di questo precoce e intenso desiderio. Il genitore del proprio sesso viene allora vissuto come un rivale. Si tratta di antagonisti troppo potenti per il bambino per motivi sia biologici sia sociali. La passione edipica si dissolve a fronte del timore di essere severamente puniti (angoscia di castrazione) dal proprio rivale in amore. Al bambino dunque non resta che rinunciare a una sfida che si pone a un tempo come perdente e terrificante. Le passioni edipiche vengono col tempo dimenticate (rimosse); il loro tramonto porta a un radicale capovolgimento di fronte: il maschio si identifica col padre e la femmina con la madre, con la speranza di poter trovare in futuro, fuori dalla famiglia un oggetto d'amore capace di soddisfare gli antichi desideri non realizzati.


La sistemazione della teoria psicoanalitica

Alla descrizione del funzionamento dell'apparato psichico corrisponde quella che Freud denomina la prima topica cioè una delle due strutture che egli ha messo a punto per renderne "visibili" determinati luoghi (topos = luogo). La descrizione di un processo psichico dal punto di vista topico prevede dunque la ricostruzione dei passaggi tra i differenti luoghi della psiche.

Nella prima topica vengono distinti tre gruppi psichici: l'inconscio, il preconscio e la coscienza. L'inconscio è costituito da rappresentanti pulsionali (per esempio il rappresentante pulsionale della pulsione orale è il ricordo del seno) caricati di energia che tende alla scarica, creando così i moti di desiderio. L'unico scopo del pensiero inconscio è la realizzazione di questi desideri. Il preconscio si differenzia dall'inconscio fondamentalmente per il fatto che il suo funzionamento è retto dal processo secondario, ma anche in quanto le rappresentazioni in esso presenti sono prevalentemente parole e non immagini, tipiche invece della dimensione inconscia. Per le sue caratteristiche la coscienza costituisce il nucleo dell'Io, anche se non vi è una completa sovrapposizione tra le due strutture, in quanto buona parte dell'Io è inconscia.

Proprio la mancanza di coincidenze tra l'Io e la dimensione del preconscio-coscienza porta Freud a elaborare una differente concezione della psiche, denominata seconda topica, che però non sostituisce la prima ma le si affianca.Questa nuova formulazione struttura l'apparato psichico in tre istanze,l'Es,l'Io e il Super-io.

L'Es: il luogo originario dell'energia pulsionale

Con il termine Es Freud intende definire tutto ciò che è patrimonio ereditario della psiche umana, dunque in primo luogo l'energia pulsionale. In questo senso l'Es è aperto nei suoi strati più profondi alla sua dimensione somatica, anche se è proprio in esso che le pulsioni trovano una prima forma di rappresentazione. Dell'Es fanno parte anche ciò che Freud denomina i fantasmi originari, strutture innate che veicolano il desiderio del soggetto nella formazione del complesso edipico, il cui articolarsi rimane comunque legato alle vicende personali e alle circostanze particolari proprie della vita di ciascun individuo.


L'Io: la mediazione tra dinamiche pulsionali interne e realtà esterna

La seconda istanza, l'Io, è un entità estremamente complessa e contraddittoria. Esso si costituisce mediante l'identificazione del soggetto con le figure parentali, per cui il soggetto ama se stesso come amava i propri genitori (narcisismo). In tal senso l'Io rappresenta un convergere su di se le cariche libidiche dirette verso oggetti esterni (libido oggettuale), abbandonate e neutralizzate della loro carica sessuale. Da un altro punto di vista l'Io può essere considerato come un derivato dell'Es, cioè un apparato con funzioni adattative che permette al soggetto di entrare in relazione con la realtà esterna, riconoscendone l'autonomia e accettando le limitazioni alla soddisfazione dei propri desideri. L'Io funziona come mediatore fra le dinamiche pulsionali interne e il mondo esterno.

Il super-Io: l'istanza normativa che fonda la convivenza civile

Il Super-Io appare infatti assimilabile a un giudice o a un censore interiorizzato; è l'erede del complesso edipico nel senso che risulta costituito dalle norme e dai divieti genitoriali assimilati dal soggetto e con i quali, a termine della vicenda edipica, egli si identifica. L'istanza del Super -Io non è però da riferirsi ad una identificazione con dei soggetti reali ma piuttosto con il loro stesso Super-Io, ovvero con un insieme di norme che costituiranno poi la legge morale, travalicando l'ambito della singolarità dei personaggi in causa.


Il disagio della civiltà

In uno dei saggi della maturità, Il disagio della civiltà, Freud propone una chiave di lettura di quello che appare uno tra gli effetti più evidente del vivere in organizzazioni sociali sempre più vaste e sicure. Si tratta di un insoddisfazione diffusa, di un disagio appunto, che sembra avere una diretta relazione con il progredire della civilizzazione. L'analisi effettuata da Freud sui modi in cui si articola il nostro desiderio lascia emergere pienamente che nell'uomo vi è sempre un conflitto insanabile fra il principio di piacere e quello di realtà, tra le pulsioni sessuali e quelle dell'Io. Da una parte vi è una tensione a volere tutto subito, mentre dall'altra si tratta di accettare la frustrazione data dal procrastinare nel tempo la realizzazione del desiderio, così come dal doverlo indirizzare su mete più accettabili agendo nel contempo sul mondo esterno per raggiungerle.




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