PASCAL - PORT ROYAL E GIANSENISMO

IL DIVERTISSEMENT O LO STORIDMENTO DI SE

Pascal ritiene che l'atteggiamento della mentalità comune di fronte ai problemi esistenziale si quello del "divertissement", cioè stordimento di sé nelle occupazioni quotidiane e negli intrattenimenti sociali. E' quindi una fuga da sé, dalla propria infelicità e dagli interrogativi sulla vita e la morte. Niente è più insopportabile all'uomo che stare senza niente da fare, poiché diverrebbe subito triste. Da qui deriva la ricerca del gioco, della guerra, delle cariche importanti, non cercate in vista della felicità, in cerca di una distrazione per non pensare alla nostra condizione. Quindi il divertimento non dà la felicità, ci fa smarrire e ci porta alla morte: l'uomo deve sapere accettare la sua condizione.

I LIMITI DELLA SCIENZA: SPIRITO DI GEOMETRIA E SPIRITO DI FINEZZA

Pascal è convito che la scienza presenti alcuni limiti: limite dell'esperienza, che frena e circoscrive i poteri della ragione; limite dell'indimostrabilità dei principi primi, poiché no risulta possibile una regressione all'infinito dei concetti per cui si deve arrestare a termini primi, oltre questi non si può procedere, ma da questi parte la catena deduttiva dei ragionamenti; l'impotenza di fronte ai problemi esistenziali, ai quali si può dare una risposta. Alla ragione oppone la comprensione istintiva o cuore dell'esistere. Questa opposizione tra cuore e ragione viene espresso anche dai principi di esprit geometrie, che è la ragione scientifica e ha per oggetto verità fisiche e matematiche e procede dimostrativo, e l'esprit de finesse, che ha per oggetto l'uomo e si fonda sul cuore, sul sentimento intimo.

I LIMITI DELLA FILOSOFIA

I FILOSOFI E IL PROBLEMA DI DIO

A differenza della mentalità comune e della scienza, la filosofia si pone come i massimi problemi esistenziali però non li risolve. Per esempio non hanno ancora dimostrato l'esistenza di Dio. I metafisici dimostrano la sua esistenza a partire dalla natura, ciò è sbagliato perché le meraviglie dl creato solo agli occhi di chi già crede appaiono come opera divin, mentre per i non credenti la natura è interpretata senza Dio. Inoltre queste dimostrazioni sono inutili ed astratte, perché parlano di un Dio che è puro ente di ragione, lontano dall'uomo.

I FILOSOFI E LA CONDIZIONE UMANA

Per quanto riguarda la condizione umana, Pascal ritiene che l'uomo occupi una posizione mediana tra infinitamente grande e infinitamente piccolo. Questa medietà si riscontra anche nella conoscenza, un uomo non si trova né nella completa ignoranza né nella sapienza. Pur avendo un desiderio illimitato di conoscere, l'uomo non può cogliere il principio e la fine delle cose, e deve accontentarsi delle cose nella zona mediana dell'universo. Ciò che si trova all'estremo dell'universo o troppo superiore o troppo inferiore a noi. Questa duplicità caratterizza l'uomo anche in relazione al bene e alla felicità, cioè vorrebbe raggiungerli ma è incapace di farlo, così preso dal volere e non potere nasce il desiderio frustante che è la sua miseria. Però visto che l'uomo desidera la felicità vuol dire che in lui c'è una grandezza; questo misto di miseria e grandezza lo rendo unico. Si giunge alla conclusione che ogni tentativo verso un estremo a scapito dell'altro è destinato a fallire; lo sbaglio dei filosofi è stato l'oscillare tra la grandezza dell'uomo, dogmatici, e la sua miseria, scettici.

I FILOSOFI E I PRINCIPI PRATICI

Un altro errore della filosofia è il credere che con la ragione si possano stabilire regole del vivere e del comportamento. Infatti i principi etici e razionali dipendono dalla convenzione, quindi la ragione non ha solide norme comportamentali ma c'è bisogno della fede.

LA SCOMMESSA SU DIO

In favore della fede, Pascal elabora l'argomento della scommessa, il quale afferma che l'uomo deve scegliere tra il vivere come se ci fosse Dio oppure no. Se la ragione non può aiutarlo bisognerebbe fare la scelta più conveniente, cioè una scommessa. Chi scommette sull'esistenza di Dio se guadagna, ottiene il bene inibito che è Di, se perde, lascerà solo beni finiti(es. piaceri mondani)