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Jhon Locke - INDAGINE SUI LIMITI DELLA RAGIONE

filosofia



Jhon Locke

J. Locke è un grande esponente dell'empirismo e del razionalismo (vive verso la fine del 1600 e muore nel 1704).

In qualche modo si prefigge l'obbiettivo della semplicità. La verità non per forza deve essere oscura. L'obbiettivo è conoscere la conoscenza possibile e non valicare il confine che porta ad una verità non conoscibile. L'indagine sulla ragione si associa pertanto al conoscimento della inoccultabilità della verità conoscibile.


INDAGINE SUI LIMITI DELLA RAGIONE

La ragione è paragonata ad un "isolotto"= dominio della ragione

La ragione è valida in quanto serve per vivere la vita. E' uno strumento parziale e fallibile, ma è l'unico che l'uomo possiede. 939c25j (David Hume  arriva a condurre l'empirismo ai limiti dello scetticismo).


PROBLEMA DELL'ORDINE DEGLI ELEMENTI

Dal "Saggio sull'intelletto umano" ,"Epistola al lettore" pag. 353

Nell'Epistola J.Locke comunica al lettore il perché della sua opera. (Precedente a questa scrisse l'epistola sulla tolleranza anch'essa molto importante.)

Sebbene l'analisi preliminare sia simile a quella di Cartesio, egli sottolinea già l'elemento di limitatezza della ragione. Nel momento in cui, infatti, si demarca il limite della verità non si può pretendere di utilizzare lo stesso procedimento nella ricerca di una verità oscura, non semplice e chiara.



Egli ha una concezione del termine STORICO di tipo positivo.

Ambito nominalistico della filosofia (il termine IDEA è stato ripreso dal Cartesianesimo, mutandone però il significato)

COSTITUZIONE DEL SAGGIO:


1° PARTE: carattere critico. Critica delle idee innate e aprioristiche (critica al Cartesianesimo e ai platonici di Cambridge)

L'Inghilterra è patria del realismo filosofico, di una filosofia: realista, empirista, pragmatica, nominalista, utilitarista. I platonici di Cambridge invece no; attuano una reminiscenza platonica ragionando sulle questioni filosofiche del loro tempo. (Platone = dottrina della reminiscenza "conoscere vuol dire ricordare"). Perciò la loro è una concezione innatista e idealista.

2° PARTE: metodo di tipo empiristico

3° PARTE. Riflessione su ciò che va oltre la ragione (Dio)


Dal IV° libro del "Saggio sull'intelletto umano"

OBIETTIVO: fondare valore empiristico della conoscenza.

Non vi è conoscenza che non riposi sull'esperienza sensoriale. L'empirismo fornisce i materiali su cui si basa poi la conoscenza, ma è anche ciò su cui poi si basa l'esperienza (CONOSCENZA RAZIONALE)

Se si ammette l'INNATISMO allora perde valore l'empirismo, in quel caso infatti l'empirismo avrebbe solo valore di conferma. Ma l'innatismo non è credibile perché se fossero presenti le idee sin dalla nascita, noi le sapremmo già da appena nati. La dimostrazione di questo sono i bambini e i deficienti .


L'ORIGINE DELLA CONOSCENZA

Dal libro II° del "Saggio sull'intelligenza umana" pag. 359

Vi sono due campi da cui provengono materiali empirici per Locke: esteriore ed interiore.

Realtà esterna = sviluppa conoscenza sensoriale (sensazioni)

Realtà interna = sviluppa conoscenza razionale (riflessione)

Gli unici a mettere in dubbio la veridicità della conoscenza sensoriale sono i filosofi idealisti come Cartesio.

Elemento di innovazione lockiano: CAPACITA' UMANA DI CREARE UNA DIMENSIONE SENSORIALE ALL'INTERNO DI SE, ED ATTRAVERSO LA CONOSCENZA SENSORIALE CONOSCERE CIò CHE è DENTRO OGNUNO. Mentre si pensa ci si coglie nell'atto del pensare. Si può dare perciò una conoscenza di tipo SCIENTIFICO anche all'universo interiore dell'uomo.

IDEE = segni che l'esperienza imprime sulla mente. (Idea della chimera = frutto di riflessioni empiriche.) Tutto ciò che si percepisce diviene contenuto idealizzato della mente e cessa di essere materiale.


IDEE





Esempio:    ZUCCHERO




Questi sono due LIVELLI DELLA STESSA CONOSCENZA!


Vi è un'ulteriore divisione delle IDEE COMPLESSE in:

idee DI MODI

idee DI RELAZIONI

idee DI SOSTANZE


realtà che sussiste solo in dipendenza da un'altra. Esempio = DECINA non esiste perché non è un'idea semplice, ma che sussiste solo in relazione ad un'altra. Bellezza non esiste; esiste invece "l'esser bello di.".

Non ha carattere empirico. Vi sono due tipi di RELAZIONE: d'identità e di causa-effetto. La prima, ad esempio, la troviamo come identità psichica che da luogo all'IO (identificazione di sé con sé, con i propri atti). NO alla RES Cartesiana poiché l'uomo non è "cosa", ma un insieme di percezioni identificate. La 2° è la relazione scientificamente più importante .

Entrambe le relazioni hanno un carattere soggettivo che deriva dalla composizione di idee semplici o di altre idee complesse. Nel caso dei modi e delle relazioni non supponiamo l'esistenza di una realtà aggiuntiva, quella della fukh. Perciò non vi sono problemi di rapporto con la realtà esterna. Es. xxx è bello = non esiste xxx e la bellezza, ma solo l'idea che xxx è bello.

Sostanza = sostegno delle idee semplici

Problema della relazione tra IDEA e RES. Vi è infatti la pretesa, da parte di Locke, che ad ogni idea corrisponda una realtà esterna (critica al concetto di sostanza). "Lo zucchero è bianco" = sostanza come sostegno dell'idea di "bianco". In realtà non si è in grado di dire cosa lo zucchero sia, se non con l'utilizzo delle idee semplici; non possiamo dire perciò che lo zucchero sia altro, oltre alle idee semplici. La sostanza non ha nessun valore di tipo conoscitivo. Perciò non è data dignità gnoseologica alla res. (Dio = idea empirica complessa che però non può essere rilevata empiricamente in nessun modo).

Tutto questo però non è la conoscenza vera e propria. Lo zucchero e il caffè sono due idee: (l'idea) zucchero che nel (idea) caffè lo addolcisce = relazione tra idee che produce una conoscenza. La conoscenza può essere: di accordo (conoscenza vera) o di disaccordo (conoscenza falsa). Esistono idee di tipo diverso e la conoscenza è una relazione corretta tra le idee, o l'affermazione di una relazione sbagliata tra idee. Questo accordo tra idee si può cogliere attraverso:

conoscenza sensibile

conoscenza intuitiva

conoscenza dimostrativa

Mentre le prime due hanno carattere immediato e pertanto sono sempre vere, con la conoscenza  dimostrativa vi è maggiore possibilità di sbagliare perché è una conoscenza che si compone di più passaggi di tipo empiristico.La conoscenza di tipo intuitivo invece si compone di passaggi evidenti. (Lo stesso Cartesio afferma questo con le 4 regole sul metodo!!)

Vi sono, inoltre da parte di Locke, prove supplementari a sostegno di questa tesi:

i sensi possono essere ingannevoli, ma di fatto sono comuni a tutta l'umanità, dunque tutti hanno le stesse percezioni.

testimonianza reciproca dei sensi (testimonianza l'una per l'altro)


RIFLESSIONE SULL'ESISTENZA DI DIO

Ripresa dell'argomento della CAUSALITA' Aristotelico e presa di distanza dalle posizioni aprioristiche di Cartesio.

L'esistenza di Dio è dimostrata a posteriori: deduzione dell'esistenza di dio dalla conoscenza intuitiva dell'esistenza umana che non può essere derivata dal nulla (perché nulla produce nulla!) . Dio non è l'insieme delle idee semplici, ma è un'idea metafisica ed ha derivazione empirica.














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