![]() | ![]() |
|
|
FICHTE
Crisi del kantismo. Il pensiero kantiano era visto come un insieme di intuizioni particolari, che attendevano di essere riorganizzate → per queste ci sono i post- kantiani
VITA E OPERE: nacque in Sassonia 1762 (romanticismo). Fu aiutato da un aristocratico (finanziariamente) che lo adottò e gli permise di studiare Rousseau e Kant (lo conobbe realmente) a cui consegnò un saggio : "saggio di una critica di ogni rivelazione". Kant lo fece pubblicare in modo anonim 252e42c o ma poi i critici lo attribuirono a lui quindi rivelò il nome dell'autore così F. divenne famoso e ottenne a Jena la cattedra dove insegnò per 5 anni → qui passò dal criticismo all'idealismo. Nel 1799 si lascia coinvolgere dalla cosiddetta POLEMICA sull'ATEISMO che avrà come conseguenza le sue dimissioni dall'università di jena. Trasferitosi a Berlino venne in contatto con il circolo romantico a cui facevano parte i fratelli Schlegel ma anche questa volta avvelenò i rapporti. Gli anni berlinesi vedono anche un'astiosa polemica con Schelling. Insegnò a Erlanger (ma solo nei mesi estivi) poi a Konigsberg, e poi all'università di Berlino appena fondata. Morì nel 1814 al culmine della guerra contro Napoleone avendo contatto il tifo dalla moglie.
Il primo principio suona : l'io pone se stesso cioè a causa del proprio essere. Io indica quello che per Kant era il soggetto trascendentale → l'io penso.
Per F. l'io è anche fondamento della morale, non solo della conoscenza. Questo è il principio dell'identità che può fungere come punto di partenza del discorso. La coscienza dell'identità dell'io con se stesso coincide con il riconoscimento dell'attività con cui l'io pone la sua stessa realtà. Questo principio è detto tetico in quanto occupa la posizione della tesi .
Ad esso si contrappone il secondo principio come antitetico: all'io è opposto assolutamente un non io. L'io oppone a se stesso un non io cioè pone una realtà che ha i caratteri opposti a quelli dell'io, realtà che è il contrario della soggettività e si presenta come indipendente da essa come oggetto. La produzione del Non - io da parte dell'io è quindi una forma di autolimitazione dell'io, il quale pone esso stesso ciò che lo limita. La contrapposizione tra io e non io provoca nell'io puro una riflessione, la quale genera la coscienza.
Il terzo principio è quello che F. chiama Sintetico: all'interno dell'io, l'io oppone all'io divisibile un non io divisibile. L'io a cui il non -io si oppone non è l'io infinito, bensì l'io divisibile. L'io prende coscienza della relazione esistente tra io e non io che si limitano l'un l''altro. L'io puro è assoluto quindi non è limitato né divisibile invece l'io è opposto come limitato e divisibile ed è produzione dell'io puro entro l'io puro stesso.
Ogni attività conoscitiva prende l'avvio dall'intuizione sensibile cioè dalla presenza di un oggetto che condiziona il soggetto, ogni conoscenza comporta la determinazione dell'io da parte di un non io. Il soggetto appare come passivo rispetto all'oggetto intuito che esercita su di esso un'azione limitativa. L'oggetto intuito come una realtà esterna al soggetto, è esso stesso posto, cioè prodotto dall'io.
IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA: per kant era la facoltà della conoscenza preposta alla determinazione degli schemi trascendentali in modo da operare una prima sintesi provvisoria dei dati empirici e prepararli alla sintesi trascendentale dell'io penso, attraverso le quali le intuizioni empiriche potevano finalmente essere tradotte in concetti. Per F. l'immaginazione produttiva è una vera e propria produzione del contenuto empirico della conoscenza il quale appare come dato alla coscienza e quindi indipendente da essa solo perchè l'immaginazione è produzione inconsapevole. Per mezzo di questa intuizione intellettuale l'io perviene a una conoscenza adeguata di se stesso.
L'opposizione del Non-io all'io è condizione sia dell'attività teoretica dell'io ma anche di quella pratica. Nella morale l'io pone se stesso come determinante il non-io → io sul non-io. L'io è essenzialmente atto, attività infinita. Il suo compito morale fondamentale è quello di esplicare questa attività, realizzando con ciò la propria destinazione. Ma affinché l'attività possa essere esercitata ci deve essere qualcosa su cui esercitarla, deve quindi opporsi a una resistenza, a un ostacolo → questo è il non-io. Il dovere morale sorpreso è quello della libertà con la quale l'io puro realizza la sua indipendenza del mondo della natura (non io). La liberazione completa dell'io sul non-io non è conseguibile nell'uomo → ad ogni vittoria dell'io sul non io c'è la ricomparsa di un nuovo non-io. Liberazione dell'uomo dalla natura è un compito infinito. Morale di F. è un etica all'azione che esige un intervento nell'ambito politico sociale. L'attività pratica è la missione dell'uomo e vanta un primato rispetto a quella teoretica. La filosofia di F. per questo è stata detta anche IDEALISMO ETICO. Il male non è un principio metafisico, che si contrappone positivamente al bene, come suo antagonista, di esso F. ha una concezione negativa: è mancanza d'azione. Il male consiste nell'accidia, nella pigrizia, nell'inerzia morale. Nulla è più spregevole per F. che perdersi nella ricerca del piacere sensibile, del riposo come fine a se stesso. Male = assopimento dell'energia morale dell'uomo. All'etica illuministica oppone un'etica del sacrificio. Recupera il rigorismo Kantiano con la sua polemica contro i movimenti sensibili dell'azione (felicità in primo luogo). Ma in Kant il principio morale era razionale e dava luogo a una legge morale che forniva regole ben precise. In F. si configura talvolta con una spiritualità ispirata nel quale l'entusiasmo conduce all'esaltazione di un'attività che ha valore in se stessa.
Nell'incessante superamento del limite, l'io conquista la propria libertà. L'io è autonomo→ causa di sé stesso → senza il proprio operare non è nulla, ciò che esso deve diventare deve farselo con la propria attività → questo diviene possibile se viene contrapposto un ostacolo =non io. L'attività morale è l'azione del soggetto sull'oggetto. Il dovere è determinante per lo sviluppo dell'io, legge morale consiste nell'agire: agisci sempre secondo la miglior convinzione del tuo dovere ovvero agisci secondo la tua coscienza.
La dottrina della scienza determina l'immagine di F. presso i
contemporanei. L'idealismo di F. è quello che vede nell'io assoluto il
fondamento ultimo di ogni realtà. Hegel definì la filosofia fi F. idealismo
soggettivo → questo esaurisce la prima fase del suo pensiero. Dal
L'essenza ultima dell'assoluto non è conoscibile. Ciò che l'uomo può cogliere non è l'assoluto stesso ma soltanto la sua immagine. Per spiegare l'assoluto ricorre al modello teologico di tipo gerarchico (dottrina giovannea perché preso dal vangelo di Giovanni). In essa di distinguono tre gradi fondamentali della realtà:
al livello superiore vi è l'assoluto → Dio in se e per se → essere puro
livello intermedio si colloca l'idea di Dio ossia la sua manifestazione in forma di ragione assoluta .
la ragione assoluta produce il mondo sensibile.
Il destino dell'uomo sta nel conseguimento della beatitudine ovvero nell'unione con Dio. A ciò non è sufficiente il sapere assoluto nel quale l'uomo attinge soltanto l'idea di Dio. Lo stesso sapere può aprirsi all'assoluto pur senza conoscerlo.
Nel pensiero di f. non trova posto un essere divino come cosa in sé, in quanto si verrebbe a negare praticamente l'assolutezza della libertà → per questo fu posto sottoaccusa di ateismo ed è per questo che nella sua ultima fase di pensiero si porta verso posizioni nuove che presentano una chiara impronta religiosa. Egli riconosce al di là dell'io puro, il vero principio originale, nell'assoluto Dio uguale a se stesso, immutabile, eterno, indistruttibile. Il sapere si confonde e si identifica con l'assoluto. Fuori di Dio non esiste nulla.
IL GIUSNATURALESIMO:
Anche il pensiero politico si articola in diversi periodi/fasi:
anni 90 → in questa fase rimane fedele ai principi del giusnaturalesimo (come kant) → precedentemente e indipendentemente dalla costituzione di un diritto positivo esiste un diritto naturale o azionale cosiddetto iscritto nella natura stessa dell'uomo ossia nella ragione. Il diritto e la morale trovano nella ragione il loro comune fondamento. Morale riguarda l'ambito dei rapporti che l'individuo intrattiene con sé stesso , il diritto concerne la sfera delle relazioni tra diversi individui.
Morale = interiorità della coscienza
Diritto = l'esteriorità della vita sociale
I due hanno in comune la promozione della libertà.
Scopo della morale = libertà ma nella sua azione l'individuo si trova di fronte altri individui. La ragione comanda di istaurare un ordine sociale che randa possibile la realizzazione della libertà di ciascuno senza pregiudicare la libertà degli altri. Il giusnaturalesimo è integrato con la dottrina della scienza. All'interno dei diritto naturali F. distingue tra diritti Inalienabili che entrano nella definizione essenziale dell'uomo e sono indispensabili per realizzare il suo compito morale e diritti Alienabili che sono indifferenti per la coscienza in quanto non influiscono né positivamente né negativamente sulla realizzazione del dover. I diritti alienabili possono essere ceduti o scambiati mediante la stipulazione di contratti dando cos' origine alla società. Nell'ambito della società nasce l'istituzione della proprietà la quale ha il suo fondamento naturale nel lavoro con cui il possessore imprime la sua impronta individuale all'oggetto di cui ha preso possesso (es il campo dove ha lavorato). Solo attraverso il contratto il possesso si trasforma in proprietà giudirica. Anche la cultura richiede l'azione della società. Un caso particolare di contratto è il Contratto Sociale attraverso il quale si passa dalla società naturale allo stato. Le funzione dello stato solo due:
conferisce potere coercitivo al diritto naturale, trasformando i comandi della ragione in vere e proprie leggi positive.
Introduce nuove norme, indifferenti dal punto di vista del diritto naturale, ma intese a promuovere determinate finalità specifiche sulle quali tutti i cittadini concordano.
Il contratto sociale è possibile rescinderlo, ogni contratto può essere sciolto. Per F. l'istituzione statale non è indispensabile neppure per il mantenimento forzoso dell'ordine sociale. Il futuro di un'umanità moralmente maggiorenne è una società senza stato.
L'ORGANICISMO E IL NAZIONALISMO.
Dal
L'idea fondamentale è che il compito dello stato è prima di tutto di dare a ciascuno il suo, immettendolo nella proprietà e poi proteggerlo. Funzione dello stato non è solo giudirica ma anche economica. La concezione negativa e liberale dello stato di diritto è sostituita da quella positiva di un organismo preposto alla pianificazione globale dell'economia nazionale. Le funzioni primarie dello stato sono quindi:
la divisione della popolazione in tre ceti destinati a diverse attività economiche.
Controllo del numero degli appartenenti ad ogni ceto
Garanzia dell'equilibrio tra i diversi settori della produzione, la determinazione del prezzo delle merci.
Per realizzare questi equilibri F. ritiene indispensabile imporre lo Stato commerciale chiuso. Lo stato è costituito dall'insieme di persone ma non è un semplice aggregato di individui ma una TOTALITA' UNITARIA.
F. riconosce l'esistenza degli altri individui. Il singolo non può affrontare la dura e incessante lotta che l'io impegna per superare la sua finitezza, ma deve aver accanto a sé chi lo aiuti e lo stimoli a compiere il proprio dovere. Il rapporto giudico: ciascun individuo deve limitare la propria libertà con il concetto della possibilità della libertà dell'altro → rapporto giudirico costituisce il principio di diritto. Esso garantisce la libertà dei singoli nelle loro reciproche limitazioni e viene realizzato dalla funzione dello stato. Lo stato commerciale chiuso: lo stato deve difendere la proprietà degli individui e per non rendere questa attività illusoria deve provvedere perché tutti abbiamo una proprietà e un lavoro. Lo stato deve curare la distribuzione della proprietà e della ricchezza. Lo stato deve essere radicato nella coscienza dei cittadini. La patria = Germania unica patria divisa in molti stati.
La storia del genere umano è la storia della progressiva realizzazione della libertà dell'uomo cioè la storia della sua progressiva comprensione e adesione spontanea a quella Ragione Assoluta. La libertà coincide con la necessità assoluta. Storia è edificare le relazioni tra gli esseri umani in modo razionale e mediante la libertà.
Privacy |
Articolo informazione
Commentare questo articolo:Non sei registratoDevi essere registrato per commentare ISCRIVITI |
Copiare il codice nella pagina web del tuo sito. |
Copyright InfTub.com 2025