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LE SPESE PUBBLICHE
Ragioni dell'anteposizione delle spese alle entrate
A prima vista, potrebbe apparire strano introdurre il discorso sulle spese pubbliche prima di avere affrontato il tema delle entrate e della loro disponibilità. Ognuno di noi infatti, quando deve affrontare una spesa, fa dei conti in ordine alle sue disponibilità sia presenti che future. Così, ad esempio se intendo acquistare con un mutuo una casa di abitazione, dovrò non soltanto disporre di un certo ammontare di de 151f51b naro con cui pagare l'acconto del prezzo, ma fare il calcolo delle entrate degli anni futuri in maniera da conoscere, preventivamente, la somma di cui, in ogni anno futuro, dovrò avere la disponibilità al fine di poter estinguere il mio debito. Altro esempio è costituito dalle maggiori spese che vengono sostenute in occasione del Natale dal momento che, in tale periodo, si dispone di una entrata particolare costituita dalla tredicesima mensilità.
I criteri ai quali si rifà lo Stato e gli altri Enti pubblici non seguono però lo stesso metodo del privato. Quest'ultimo, come si è cercato di indicare sopra, opera sulla base del denaro di cui ha, oppure avrà in futuro, la disponibilità.
Al contrario gli enti pubblici, siccome devono far fronte ad una molteplicità di di servizi primari a favore della collettività che amministrano ( si pensi alle strade, ai servizi sanitari, alle scuole, alla giustizia ecc.), debbono predisporre l'elenco di tali servizi e determinare il loro costo.
Sulla base degli importi di spesa che otterranno dalla somma dei costi dei servizi che sono di loro spettanza, stabiliranno l'ammontare delle entrate di cui hanno bisogno e, conseguentemente, fisseranno le forme di prelievi fiscali da effettuare e le modalità attraverso le quali porle in essere.
In pratica la determinazione e l'attuazione delle entrate pubbliche non è così semplice e lineare.
Quello che è certo è che esiste una certa relazione tra le spese e le entrate (Micheli) nel senso che tali seconde sono in funzione delle prime le quali rappresentano il punto di partenza, l'avvio della determinazione delle seconde.
Nozione e classificazioni delle Spese Pubbliche
Spese pubblica è qualsiasi forma di distribuzione di ricchezza (di regola il denaro) che lo Stato e gli altri enti pubblici effettuano per soddisfare i bisogni di una collettività.
Tale distribuzione di ricchezza avviene, di norma, attraverso la fornitura di servizi ritenuti necessari a soddisfare le richieste della collettività stessa.
Può però verificarsi che l'ente pubblico fornisca direttamente una somma di denaro a dei cittadini che siano in possesso dei requisiti indicati dalla legge (es. un contributo per l'acquisto della prima casa, oppure per avviare un'attività economica).
Come già osservato in precedenza, tuttavia, le spese pubbliche tendono non soltanto a fornire i servizi, ma anche a consentire un costante flusso di reddito per tutti e, soprattutto, a migliorare il benessere generale attraverso una migliore distribuzione della ricchezza a favore delle classi meno abbienti. L'esempio sopra riportato di contributi per l'acquisto della prima casa a favore di persone in possesso di determinati requisiti, ne costituisce una riprova.
Le spese pubbliche, tuttavia, debbono essere effettuate nel rispetto delle regole fondamentali, quali un rapporto di uguaglianza fra la spesa di un servizio e l'utilità di questo per la collettività e, soprattutto, la scelta di fornire quei servizi che, in relazione al costo, siano in grado di offrire la maggiore utilità alla collettività alla quale sono diretti. Questo vale in particolare durante questo periodo in cui si assiste ad uno sviluppo rilevante della spesa pubblica.
Le spese publiche infatti non sono rigide, ma variano nel tempo tendendo a coprire una gamma di bisogni sempre più vasta. Ad esempio un tempo l'istruzione non costituiva un servizio pubblico ma veniva impartita da precettori privati; non esistevano le autostrade, in quanto non c'erano le automobili e , di conseguenza, nemmeno i vigili a regolare il traffico.
Tenendo conto del fatto che le condizioni di vita tendono ad un costante miglioramento e che, pertanto, ognuno di noi dispone di beni individuali in quantità sempre maggiore, richiede, conseguentemente, sempre più servizi pubblici per poter trarre vantaggio dai suoi beni privati.
Così ad esempio, disponendo di televisore e frigo, abbiamo bisogno dell'energia elettrica necessaria per poterli utilizzare. Si può quindi affermare che le spese pubbliche aumentano sia in relazione alle maggiori richieste dei privati, sia per l'esigenza della pubblica amministrazione di dotarsi di strumenti adeguati a quelli attivati nel settore privato.
Le spese possono essere individuate in relazione al modo attraverso il quale si estrinsecano ed alle forme di attuazione ; possiamo così classificarle in vari modi e precisamente:
a) in relazione al vincolo che le prevede si hanno spese obbligatorie o facoltative, a seconda che siano previste espressamente dalla legge, che quindi le impone all'ente pubblico; oppure siano lasciate alla discrezionalità dell'ente che può attuarle oppure no.
b) in relazione alle finalità che si intendono conseguire con la spesa si può effettuare una distinzione a seconda che siano spese pubbliche propriamente dette , cioè destinate alla prestazione di servizi, oppure spese di esercizio , cioè spese per procurarsi le entrate. Così ad esempio le spese sostenute per pagare gli stipendi agli impiegati degli uffici delle imposte sono spese di esercizio in quanto non soddisfano direttamente alcun bisogno pubblico, pur essendo necessaria la loro attività per procurare le entrate.
c) in relazione alla loro ripetibilità le spese possono essere ordinarie quando si rinnovano in ogni esercizio finanziario, come quelle per mantenere in attività il Parlamento, e straordinarie quando invece si verificano soltanto a fronte di particolari situazioni, come ad esempio un terremoto o qualsiasi altra calamità.
d) in relazione alla destinazione economica si distinguono le spese correnti , sostenute per la fornitura di servizi, da quelle in conto capitale, dette anche spese di investimento perchè destinate a creare altri beni (ad es. la costruzione di un'autostrada).
Naturalmente possono essere effettuate anche altre classificazioni della spesa pubblica, ma risultano di minore importanza e quindi non appare necessario approfondire l'argomento.
Esigenza di attuare "spese produttive"
Per gli enti pubblici chiamati a fornire i servizi si pongono le stesse esigenze che valgono per i privati: che l'utilità fornita con il servizio risulti superiore al sacrificio sostenuto da coloro che sono sottoposti al prelievo per ottenere il servizio. Naturalmente, come già si è visto in precedenza, per l'ente pubblico la soluzione risulta molto più difficile in quanto non è possibile stabilire aprioristicamente l'utilità che un servizio pubblico potrà arrecare al singolo cittadino. Proprio per questo, evitando una misurazione che sarebbe necessariamente approssimativa e che per qualche individuo singolarmente considerato potrebbe dar luogo ad una valutazione negativa, si ritiene più giusto stabilire il principio che le spese pubbliche siano in grado di produrre utilità alla collettività considerata nel suo insieme.
Una utilità sia di carattere economico, nel senso chela spesa crei effettivamente nuovi beni (es. la costruzione di una scuola), sia di ordine finanziario, nel senso che l'effettuazione della spesa e la conseguente realizzazione di un nuovo bene, crei dei vantaggi indiretti a favore di soggetti terzi
(es. la realizzazione di una scuola di ingegneria meccanica vicino ad una fabbrica di macchine). Quando ciò non avviene si dice che la spesa è improduttiva, o scarsamente produttiva.
Va tuttavia precisato che non tutte le spese dello Stato sono necessariamente produttive economicamente; lo Stato le effettua in considerazione di altri elementi di carattere sia sociale che politico. Così ad esempio, mandare i propri soldati sotto l'egida dell'ONU, in varie parti del mondo al fine di garantire - o di ristabilire - la pace, non rappresenta senz'altro una attività da cui ci si attende un ritorno economico. Viene ugualmente attuato sia per contribuire al mantenimento della pace, sia per far apprezzare l'immagine dell'Italia nel mondo. Così pure, l'assistenza che viene fornita agli emigranti clandestini che sbarcano in Italia, non è fatta per finalità economiche, ma soltanto per ragioni di pura umanità. Lo Stato infatti regola la sua attività tenendo presente il benessere economico della popolazione, ma senza ignorare altri elementi di carattere etico, sociale e politico che , magari, possono talora risultare anche in contrasto con quello.
Limiti alla applicazioni delle spese
Anche se i bisogni che i membri di una collettività chiedono di soddisfare risultano sempre di più, tuttavia le spese pubbliche non possono essere illimitate, ma la loro attuazione deve necessariamente rifarsi alle disponibilità economiche ed alle relative entrate.
Ma il concetto di "limiti" può essere inteso anche in maniera più ampia, vale a dire con riferimento alla destinazione della spesa pubblica ed alla utilità che da questa può derivare alla collettività. La spesa infatti non può essere effettuata al di sopra del limite oltre il quale le somme sborsate per una data spesa potrebbero fornire una utilità inferiore a quella che si sarebbero potute ottenere impiegandole, diversamente, in spese alternative di maggiore utilità. Ad esempio, nel caso in cui la spesa pubblica si rivolgesse al finanziamento di attività private, ne potrebbe derivare un aumento della produttività ma, nel contempo, una maggiore circolazione della moneta potrebbe provocare degli effetti inflazionistici sul mercato, con conseguenze negative sul potere d'acquisto della moneta e quindi sulle economie delle famiglie.
In ogni caso non appare possibile predeterminare il limite massimo entro il quale risulta economicamente utile e produttiva l'effettuaizone di spese pubbliche e questo perchè gli effetti economici che da queste possono scaturire risultano talmente ampi ed eterogenei che sfuggono a qualsiasi forma di misurabilità. Misurabilità che può essere effettuata soltanto " a posteriori" quando si sono già registrati degli effetti negativi sull'intero sistema economico o su alcune parti di esso.
Un altro limite da prendere in considerazione in ordine alle spese pubbliche riguarda, particolarmente, quelle di carattere generale, vale a dire quelle che,teoricamente, sono fornite a vantaggio di tutti i membri di una determinata collettività. Ebbene, tali spese generali anche se teoricamente sono fornite a vantaggio di tutti, tornano a vantaggio solo di alcune categorie, oppure alcune categorie se ne avvantaggiano in misura notevolmente superiore ad altre. Teoricamente ciò dovrebbe avvenire con quelle spese a favore di categorie che, trovandosi in condizioni meno abbienti, necessitano di facilitazioni derivanti dall'intervento pubblico, attraverso il quale sia possibile giungere ad una più equa distribuzione della ricchezza. Al riguardo però, considerando che la destinazione della spesa è fatta dalla classe dirigente, questa terrà conto non tanto di possibili forme di ridistribuzione del reddito a favore delle classi meno abbienti, quanto invece di facilitare le condizioni di vita di coloro che forniscono, con il voto, il potere alla classe dirigente stessa.
Se ne conclude che le problematiche in ordine ai limiti delle spese pubbliche risultano quanto mai complesse e, di fatto, soprattutto quelle generali, non hanno la possibilità di garantire una più giusta ripartizione della ricchezza e dei servizi pubblici.
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